lo stendardo

Il Cardinale Stefano Borgia


Il cardinale veliterno Stefano Borgia, prefetto della sacra congregazione di Propaganda Fide, nel 1792 adempiendo ad un suo voto che prevedeva il dono dei corpi di sette santi martiri alle chiese di Velletri, donava all’arciconfraternita il corpo di S. Zosimo Martire con la lapide sepolcrale scavata nel cimitero di S. Santurnino. Dall’epistolario privato dell’Em.mo leggiamo cosa accadde. E’ lo stesso Borgia a parlarne in una lettera inviata a fratello Giovanni Paolo il 7 gennaio 1792 “(...) Quanto poi al corpo del santo martire Zosimo è troppo necessario di consegnarlo per formale istromento, e ne manderò procura. Ma prima di donarlo desidero di sapere sotto quale altare sarà collocato in S. Martino, mentre, non collocandosi immediatamente sotto dell’altare, non intendo di donarlo e ne farò altro uso. In secondo luogo bramo che la confraternita della Carità si assuma l’obbligo di tenerlo sotto dell’altare esposto per la festa sua principale, per quella di S. Martino, di tutti i Santi e di Pasqua. Debbo anche mandare l’iscrizione greca del santo martire da collocarsi a lato dell’altare, e vorrei che voi ne riconoscete il sito, e sotto questa iscrizione parrebbe che convenisse metterne altra breve a memoria del dono e del donatore. Pare e a me che si doni senza esserne neppur ringraziato(...)”. E così fu, venne scolpita in marmo la seguente iscrizione che oggi si trova murata sul pilastro di destra dell’altare maggiore della chiesa di S. Apollonia sotto la lapide in greco di cui fa menzione il Borgia nella lettera sopra riportataTITULUS S.ZOSIMI MART.CUIUS CORPUS EX COEMET - S.SATURNINIIN PATRIAM TRANSTULITE ET R PRINCEPSSTEPHANUS S.R.E CARD.BORGIAET VEN SODALICIO B.VIRGINIS CARITATISMORTIS ET ORATIONIS NUNCUPATODONO DEDIT ANNO MDCCXCII Il cardinale nel suo epistolario privato fece altri due riferimenti importanti all’arciconfraternita della Carità, Orazione e Morte: il primo fu nella lettera del 26 maggio 1792 diretta sempre a Giovan Paolo Borgia: “(...) Attendo i due gessi, per spedir col ritorno della soma il corpo di S. Sevirino, o Severino, per S. Lorenzo con la sua iscrizione; ed attendo anche copia di quella, che fu fatta per memoria del dono a S. Martino, onde volermene per altra consimile memoria in S. Lorenzo (...)”. Il 30 maggio del 1792 tornò a scrivere al fratello in questi termini: ”(...) Voi mi avete mandata copia della procura, ma io richiesi copia della breve iscrizione latina, che fu fatta per scolpirsi in marmo per memoria in S. Martino. L’attenderò in appresso(...)”.