lo stendardo

La Chiesa dei Santi Pietro e Bartolomeo


 Di origine antichissima fu parrocchia fino al 1583 quando venne concessa ai Padri della Dottrina Cristiana e il suo territorio venne annesso a quelle limitrofe. I frati dopo aver compiuto sulla chiesa una serie di lavori decisero di riedificarla dalle fondamenta e chiamarono per ciò l’architetto veliterno Nicola Giansimoni.La nuova chiesa venne ideata a tre navate con facciata decorata. La chiesa di fattura settecentesca non conserva niente di artistico. Al suo interno ci sono due altari uno dedicato a S. Bernardino da Siena con il quadro di S. Eligio e l’altro a S. Filippo Neri,mentre sull’altare maggiore troneggia una bella tela della Madonna tra i Santi titolari. Con l’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’ Italia i Dottrinari dovettero lasciare il Convento e la Chiesa che venne concessa all’ Arciconfraternita di Maria SS.ma del Gonfalone che ancora oggi vi ha sede. Durante danneggiata dalla seconda guerra mondiale venne ostinatamente tenuta aperta dai pochi confratelli rimasti tra essi ricordiamo Augusto Montagna e Francesco Bianchini.Essi nonostante l’impoverimento materiale e spirituale del sodalizio sono riusciti a non far disperdere il grande patrimonio di fede e tradizione che da secoli custodivano. La chiesa dovettero attendere anni prima di vedere partire i necessari interventi di restauro che potessero vedere cicatrizzate le ferite della guerra. Nel 1981 la Confraternita supportata da un comitato cittadino con il contributo della Banca Popolare del Lazio riuscì ad eseguire i primi interventi necessari ad arrestare il pauroso distacco della timpano dalla facciata e a ricomporre l’intera orditura del tetto. Nel 1988 Mons. Fernando De Mei a sue spese fece rifare i transetti laterali. Il maestro Tullio Cipollari mise a disposizione la sua abilità artigianale  per il recupero degli stucchi interni. Nel 1985 l’ architetto Lamberto Zaccagnini disegnò le nuove finestre della navata centrale ripristinate a cura della Confraternita. Nel 1994 sono partiti i lavori a cura della soprintendenza che hanno visto il recupero totale della chiesa riaperta al culto nel 2001 il giorno dei Santi Pietro e Paolo.L’ attuale edificio che ospita gli uffici comunali merita la nostra attenzione perché esso è stato nella storia un importante luogo di studio. I frati fin dal loro ingresso in città attesero alla regola insegnando la dottrina cristiana, più tardi come stipendiati comunali iniziarono ad insegnare grammatica e filosofia. Questo loro lavoro venne ferocemente contrastato ai confratelli degli ardini religiosi presenti in città. Quindi l’ insegnamento venne affidato a turno prima ai Somaschi, poi a Minori Conventuali e poi ai Minori Osservanti. Nel 1798 nonostante i moti repubblicani i Dottrinari continuarono a dirigere le scuole pubbliche inserendovi personale laico. Nel 1799 con il ripristino del governo papale i frati vennero reintegrati nel loro ruolo e in S. Pietro aprirono anche un convitto reso fiorente da un grande numero di giovani forestieri. Tra il 1809 e il 1814 il periodo dell’ occupazione Napoleonica i frati di nuovo con l’ausilio di personale laico continuarono a svolgere il loro ministero. Intanto lo studium diventava una sorta di università con cattedre di Diritto Romano e Francese. Medicina e Giurisprudenza. Nel 1850 con l’ingresso a Velletri dei Gesuiti i religiosi persero il loro ruolo rimasero in città fino al 1874 quando le soppressioni li costrinsero ad andare via da Velletri.