lo stendardo
periodico delle confraternite veliterne« EDITORIALE numero 1 | GLI ANTENATI » |
Gia i primi cristiani usavano chiamarsi tra loro fratellini e la parola si ritrova molto spesso in antichissimi scritti come sinonimo di cristiani fidelis. Fraternitatis era pure usato per indicare l’ intera comunità la chiesa che veniva detta anche ecclesia fratrum. Poi col passare del tempo venne usata solo dai predicatori con la frase fraters dilcetissimi aprivano i loro discorsi. Tra il IV e V secolo fratello e sorella spirituali dette Agapete o Subintroductae. I religiosi iniziarono a chiamarsi fratelli tra loro e quest’ uso si è conservato fino ai nostri giorni con la tendenza a limitare questo titolo ai non sacerdoti ( quelli che il popolo chiamava frati torzoni). Lo stesso uso venne adottato nelle unioni di laici dove gli aggregati si chiamano fratello: quando si scrive un nome negli atti ufficiali lo si fa precedere dall’ abbreviazione FR. Nel corso dei secoli alle associazioni laicali si diede una diversa motivazione e una diversa titolatura: Hinemar di Reims nell’ 852 nei capitula presbiteris è il primo ad usare il termine Confratria e di Geldonia ed ai membri quello di Confrater. Altri termini che esprimono lo stesso concetto si trovano nel volgare che ha poi portato alla nascita della lingua italiana: Contraria, Confreria, Confratria, Confratica, Compagnia, Confratantia, Fratria, Frateria, Fradaria. Fra talea, Esaurita, in latino Colligatio, Coniuratio, Sodalitas, Congratio, Scola, Collegium, Sodalitium, Fraternitatis, Laicorum, Societatis, Coetus, Consociatio. Quando queste istituzioni cominciarono ad avere una certa importanza vennero fissati i termini di Confraternitatis ed Archiconfraternitatis ancora in uso nel linguaggio corrente e nel codice di diritto canonico.
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Inviato da: pcsarpedontigrazia
il 08/02/2011 alle 13:08