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IRAN: ONDATA DI ESECUZIONI
L’agenzia ufficiale Fars ha riportato che cinque persone sono state impiccate il 6 o 7 maggio in carcere a Kerman. I cinque sono stati individuati come "Saeed D.", "Sattar N.", "Mahmood M.", "Majid P." e "Sarvar V.", tutti riconosciuti colpevoli di traffico di droga.
Altre quattro persone sono state impiccate all’alba del 6 maggio nella prigione Evin di Teheran.
Si tratta di una donna e di tre uomini, riferisce la Fars, che identifica la donna come Zeynab Nazarzadeh, 28 anni, riconosciuta colpevole dell’omicidio del marito, ed i tre uomini come Hamid, Safar Ali e Hassan Ali.
Il 5 maggio un uomo è stato impiccato per omicidio a Khash, citta' della provincia del Sistan-Baluchistan. Il giustiziato – scrive il quotidiano Jomhuri Eslami - si chiamava Abdolbaret Nurzehi.
Otto persone sono state impiccate il 2 maggio a Taibad, nella provincia nord-orientale del Khorasan. Lo riferisce il sito internet del centro informativo della polizia iraniana.
Le esecuzioni sono avvenute alle 21 (ora locale) all’interno della prigione di Taibad.
Tutte e otto le persone giustiziate erano state condannate a morte per traffico di droga.
Il 5 maggio, il portavoce della magistratura iraniana ha confermato la notizia secondo cui un uomo è stato di recente lapidato per adulterio nella città settentrionale di Rasht.
“La lapidazione è stata effettuata nel mese iraniano di Esfand”, che si conclude il 20 marzo, ha detto il portavoce Ali Reza Jamshidi.
Per la Resistenza Iraniana la lapidazione è avvenuta il 5 marzo e riguarda un uomo identificato come Vali Azad, 30 anni, dipendente del Dipartimento del Commercio e originario di Parsabat Moghan, vicino al confine con l'Azerbaigian.
Secondo la Resistenza, “la sua esecuzione è avvenuta nella prigione Lakan a Rasht, in seguito la magistratura locale si è rifiutata di restituire il corpo alla famiglia, seppellendolo in una località segreta”.
All’alba del 1° maggio è stata impiccata Delara Darabi, nella prigione di Rasht.
La ragazza, di 23 anni, è stata giustiziata per la complicità in un omicidio commesso nel 2003, quando aveva solo 17 anni, senza che ne fosse data notizia al suo avvocato né alla sua famiglia.
Delara è stata impiccata nonostante un movimento di pressione internazionale avesse ottenuto un rinvio dell'impiccagione. Si era parlato di una sospensione di due mesi, rispetto alla data del 20 aprile nella quale era stata fissata inizialmente l'esecuzione. Invece è stata messa a morte dopo soli dieci giorni.
Mahmood Amiry Moghaddam, portavoce di Iran Human Rights, sottolinea che l’impiccagione di Delara è l’ennesima violazione da parte dell’Iran della Convenzione Onu sui Diritti del Fanciullo, che vieta l’esecuzione di minori e che Teheran ha sottoscritto.
Per saperne di piu':
http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/05/05/AR2009050501136.html
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il 13/05/2011 alle 21:31
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il 06/01/2010 alle 09:52