La vita secondo _me
generico« May 26, 2006 | La mia seconda casa » |
La vita secondo _me è strana.
Sono circa otto anni che vivo in una grande città, e dico grande visto che sono crescita in un paesino dove ci sono più pecore e galline che persone. Concordo con molti sul fatti che nel trasferimento non sia aumentato di molto il quoziente intellettivo medio degli esseri che mi circondano. Non concepisco come le persone riescano a non vedere l’orrore di abitare nella quasi assenza di spazio vitale, senza verde, accalcati nella folla odorasa che fissando il vuoto mentre si sposta da un lato all’alto di questa sconsolata pianura di cemento. Penso sia folle o disperato tutto ciò. E io che faccio? Si è vero, vivo anche io in questo mostro senz’anima. L’aggravante è che lo faccio per soldi.
In ogni caso volevo parlarvi delle mie molte case, come dicevo da circa otto anni non vivo più con la mia famiglia ma in affitto con altre ragazze disperate come me e in questi anni ho cambiato infinite case.
Il primo appartamento era al quarto piano di una palazzina scalcinata, senza ascensore e con le finestre che davano sul primo binario di una lurida stazione. I treni arrivavano in curva e frenando leggermente, il rumore era talmente forte che d’estate si faticava a sentire la tv. La caldaia era evidentemente fuori norma, le finestre così vecchie e malandate che bisognava fissare i vetri col mastice di tanto in tanto. Il mastice per chi non lo sapesse è una sostanza molto simile al pongo, prima di allora l’avevo visto solo poche volte nella mia vita, secco e appiccicato su vecchie finestre di cascinali abbandonati, non pensavo esistesse ancora, non pensavo ci fosse qualcuno di così povero e degradato...come me, nel caso specifico.
La cosa peggiore era il bagno, rigorosamente senza finestre e con un dispositivo inquietante che tritava tutto quello che finiva nelgli scarichi. Tutto ovviamente. L’immagine mi schifa ancora oggi.
Altre ragazze avevano abitato in quella casa prima di noi ma nessuna si era mai lamentata del fatto che tirando l’acqua del water, subito dopo che l’apparecchio infernale aveva compiuto il proprio dovere, un liquido facilmente individuabile risaliva nella vasca da bagno e non si strattava di Blob ma di qualche cosa anche più sgradevole.
In ogni caso, dopo le opportune modifiche al bagno, la convivenza in quella amena casetta è continuata per un discreto periodo di tempo. La decisione di cambiare è stata presa poco dopo l’apertura nel medesimo palazzo di una discoteca afro dove vecchie signore bianche si aggiravano “in cerca” di giovani ragazzi di colore. Penso di non dover commentare ulteriormente questa parentesi della mia vita, direi solo che nella vita secondo _me le cose squallide ti colpiscono ma non è detto sian sempre quelle che ti segnano di più. Quando penso a quella casa la prima cosa a cui penso è l’euforia e l’entusiasmo, il senso di libertà che ti dà cominciare una nuova vita, una vita da adulti e poco importa se non è perfetta. La seconda è il colore delle pareti, verniciate direttamente da noi di giallo e blu, sembravano veramente bellissime, ma forse era solo un atto di sfida nei confronti di mia madre che per anni aveva cercato di convincermi di come i muri bianchi siano esteticamente perfetti.Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
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