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MAGRA DA MORIRE.

Post n°13 pubblicato il 16 Novembre 2006 da shannon1981

A volte la vita presenta una crudele ironia. Come quella di avere lo stesso nome della malattia che ti farà morire. Questo è successo ad Ana Carolina Reston, modella brasiliana che a soli 21 anni è morta di anoressia..."Ana" per molti.21 anni e già da 8 calcava le passerelle, che le avevano permesso di diventare un volto noto della moda internazionale, 21 anni e un corpo sempre più magro, per essere competitiva con le altre modelle, per entrare nelle taglie striminzite di chi fa quel lavoro, per firmare contratti con le più rinomate case di moda...21 anni e tanti sogni spezzati da una malattia subdola e crudele, che sta diventando una delle piaghe dei tempi moderni.

Ana Carolina si sentiva grassa. Alta 1,72, a 46 chili aveva deciso di smettere di mangiare, oppure non sarebbe più riuscita a stare al passo con le altre modelle-grissino di cui pullulano le passerelle.La sua alimentazione si basava solo su mele e pomodori e in poco tempo la ragazza ha toccato la soglia dei 40 chili...troppo pochi per reggersi in piedi.Ana è stata ricoverata in ospedale per 20 giorni, prima che il suo corpo, stremato dal digiuno, cedesse alla malattia. Insufficienza renale, problemi al fegato e infine una infezione estesa a tutto il corpo hanno causato la sua morte, che di sicuro risolleverà il dibattito su anoressia e bulimia.

Ora quasi sicuramente ricominceranno le polemiche sui modelli sbagliati che offre la società moderna, anche se troppo spesso si associano i disturbi alimentari a meri capricci estetici o alle bizze di ragazzine che vogliono eguagliare le icone dello spettacolo.

Io spero che non si ricada nel solito errore.Dietro la morte di Ana Carolina non si nasconde solo la ricerca di una certa immagine estetica, ma una sofferenza profonda, un disagio che colpisce l'anima, prima che il corpo.Troppo spesso chi si ammala di anoressia o bulimia viene giudicato come una persona superficiale e frivola, troppo concentrata sull'apparenza e l'esteriorità.Troppo spesso la gente parla a sproposito.Perchè dietro quella magrezza, dietro il terrore della bilancia, dietro il rifiuto del cibo si nascondono dolore e fragilità.Controllare il proprio peso può essere un sostegno per chi sente di non riuscire più a controllare la propria vita.Punirsi con la fame, equivale ad esprimere in altri modi l'immensa fame d'amore che queste ragazze provano.Vomitare cibo è vomitare il mostro che è in loro.Ridursi all'osso è il tentativo di sparire, di occupare sempre meno spazio nel mondo, un mondo da cui si sentono rifiutate.

Tornerò sull'argomento, perchè c'è un messaggio importante da lanciare: di disturbi alimentari si può morire, come è successo ad Ana Carolina, ma nella maggioranza dei casi GUARIRE è possibile, così come tornare ad una vita normale e non condizionata da calorie e sensi di colpa.Ana Carolina non ce l'ha fatta, ma la sua storia forse riuscirà a salvare tante ragazze nella sua stessa situazione.

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Commenti al Post:
L_U_I_G_I_T_A_L_L
L_U_I_G_I_T_A_L_L il 17/11/06 alle 00:07 via WEB
CIAUZZ BRUTTA MALATTIA!!! MOLTE VOLTE PUO DIPENDERE DALLA SCARSA COMUNICAZIONE TRA FIGLI E GENITORI!!!
(Rispondi)
 
shannon1981
shannon1981 il 17/11/06 alle 12:26 via WEB
Ciao!Sì, a volte anche la mancanza di comunicazione peggiora le cose, ma ogni malata di disturbi alimentari ha una storia a se stante: l'importante, è che la famiglia le si stringa intorno e non la lasci sola ad affrontare questa terribile battaglia.L'amore è la cura..sempre.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARIMANE76 il 06/06/09 alle 12:56 via WEB
Chi te l'ha detto dottor House? Non è questa la causa! Però quando la malattia c'è ,la comunicazione vera con chi abbia a cuore e attenzione per chi sta male può fare la differenza
(Rispondi)
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 17/11/06 alle 16:30 via WEB
povera ana carolina... forse lei non aveva accanto persone che la sapessero capire, sostenere, amare... e chissà che provava tutte le volte che il morso della fame le attanagliava lo stomaco e lei prendeva in mano quella manciata di pomodori che sicuramente costituivano la sua unica pietanza a pranzo... credo si sentisse sola. Abbandonata. Che non vedesse via d'uscita. Che stesse tanto male da volersi autopunire. Lei forse non aveva molto amore intorno a sè, una delle poche cose che può far bene a persone che soffrono di questi dirturbi... come già hai detto tu shannon! ;-) ne riparleremo comunque... ;-)
(Rispondi)
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