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Utente non iscritto alla Community di Libero
matteo il 20/10/09 alle 20:50 via WEB
Sono pienamente d'accordo con te. Rimanere un vegetale e vivere soltanto grazie a macchinari non è vita.

 
Utente non iscritto alla Community di Libero
ARIMANE76 il 06/06/09 alle 12:56 via WEB
Chi te l'ha detto dottor House? Non è questa la causa! Però quando la malattia c'è ,la comunicazione vera con chi abbia a cuore e attenzione per chi sta male può fare la differenza

 
Utente non iscritto alla Community di Libero
arimane76 il 06/06/09 alle 12:35 via WEB
cfe

 
ferryfa
ferryfa il 10/02/09 alle 08:12 via WEB
ciao dolcezza buongiorno

 
ilsogno_1966
ilsogno_1966 il 28/09/08 alle 09:01 via WEB
Amo svegliarmi e guardare il sole, amo camminare e guardare la mia ombra, amo stare davanti al mare e osservarlo, amo guardare il cielo e non staccare più gli occhi. Voglio godermi istante per istante questa opportunità che mi viene concessa. Conoscere nuovi traguardi, mettere nero su bianco nella storia che sto vivendo. Amo la vita perché mi è stata concessa e voglio sfruttare ogni secondo del mio tempo a cercare un desiderio da realizzare. Voglio un sogno da avverare per dare un senso alla mia vita. Una vita donata al prossimo e agli amici, anche se spesso ti tradiscono ma non importa.. Passera cmq se qualcuno vuole commentare, postare o lasciare un messaggio siate i benvenuti nel mio blog … Il Normanno

 
dad73dad
dad73dad il 20/08/08 alle 11:37 via WEB
Sono prfettamente d'accordo con le tue convinzioni. Io ho rischiato di suicidarmi po tempo fa. E' giusto che ogniuno decida del proprio destino. Resta solo da dire che questo estremo gesto può essere fermato solo dall'amore dei propri cari. Davide, un abbraccio.

 
trasognoerealta_17
trasognoerealta_17 il 16/08/08 alle 11:14 via WEB
Ho incontrato i tuoi occhi Ho incontrato i tuoi occhi E mi hanno raccontato di te Occhi che sapevano di sorrisi e di pianti, di albe e di tramonti, di gioie e di dolori I nostri occhi si sono incontrati, per cercare nel poco la pace E i nostri occhi hanno trovato la luce per trafiggere la fitta notte che ci aveva sorpreso. Si siamo stati sorpresi dal vento e al luna che ci ha portato qui.. Ed io qui lascero le mie tracce Cmq se vuoi lascia il tuo commento .. Il Sogno

 
trasognoerealta_17
trasognoerealta_17 il 08/08/08 alle 20:21 via WEB
Tracce di Me Scrivere è parlare con il cuore con sentimento e ragione, volo leggero sulle righe dei pensieri libero l'anima dai lati oscuri, uso le sillabe dei colori a grandi passi caccio fuori il meglio e il deluso che risiede ma sono me stesso, si vede. Non fingo storie d'avventura, cito frasi di paura, metto in silenzio la mia firma tra il cielo e il mare resto fermo. Dell'amore faccio un vanto quello sofferto, quello di un pianto, l'amore può tutto o forse niente di quel che scrivo rimarrà traccia nella vostra mente... Questo e ciò che dono dal mio umile core... Il Sogno

 
trasognoerealta_17
trasognoerealta_17 il 24/06/08 alle 11:56 via WEB
Il mio cuore Il mio cuore di uomo sa che ci sei, tu donna pronto ad accettare un cuore così denso di amore, di vita, di passione... non vorrei prevalere, soffocare, invadere, ho il terrore che accada... ho paura di spaventare ed allontanare... So che ci sei, so che sei per me, da qualche parte stai aspettando, come me stai cercando di capire cosa fare, cosa volere, e come fare per avere la vita in palmo dmano... io devo solo imparare ad aspettare il giusto tempo. Esiste un tempo per ogni evento, mai correre o rallentare. La felicità è un soffio, un respiro, è un battito di ciglia mentre guardiamo l'orizzonte, è un sussurro d'amore espresso quando saremo in grado di ascoltarlo. Non è facile amare, ma meno lo è lasciarsi amare. Lasciami la tua traccia e il mio cuore rallegrera per te Il Sogno

 
giannattasio_stefano
giannattasio_stefano il 24/06/08 alle 11:38 via WEB
Aggregare la sinistra, rispondere a una generazione Nicola Carella «La crisi è talmente grave e domanda mezzi eccezionali che solo chi ha visto l'inferno può decidersi a impiegarli senza tremare» . (A. Gramsci). «Io voglio passare ad un livello successivo, voglio dare vita a ciò che scrivo. Sono paranoico ed ossessivo fino all'abiura di me» . (Caparezza). Car@ compagn@, ho letto qualche giorno fa un articolo dal titolo "Prospettive e immaginario, perché ripartire dalle/i Giovani Comuniste/i" a firma di Simone Oggionni e Anna Belligero. Dei tanti spunti di discussione che l'articolo offre, ne esiste uno, secondo me che globalmente dà la fotografia di quanto si possa rischiare in questo congresso, per la nostra organizzazione, di un passo indietro sull'elaborazione politica e di conseguenza sulle pratiche. Analizzare i flussi elettorali per sostenere un ritorno al porticciolo sicuro della propria organizzazione pre-Genova rischia di essere un esercizio fuorviante. E' comunque un esercizio affascinante perché più che porre delle domande offre delle certezze "suggestive" di ritorno al passato. Perché parte da un dato da cabala più che da un analisi di immaginario vero che esiste nella società, come tralaltro l'articolo si prometteva di fare, e di conseguenza isola i numeri dal contesto che raccontano, per arrivare all'affrettata conclusione di una ricetta facile (tre campagne nazionali, assemblea nazionale ecc...) come a dire "tranquilli compagni abbiamo sbagliato tutte e tutti ma si tratta solo di aggiustare il tiro". Ma ad oggi rimango convinto che più che dei numeri la nostra organizzazione si debba porre un problema colossale, storico, che è lo spiantamento della Sinistra dalla società. E cioè come oggi l'Italia e l'Europa vivano in un contesto di crisi profonda della globalizzazione capitalista che vede da un lato il ritorno in auge del concetto di stato nazione e dall'altro una svolta reazionaria, legittimata dal consenso elettorale. La svolta reazionaria del regime leggero diventa pervasiva, disegna, usando i suoi mille strumenti, un immaginario che fino ad oggi difficilmente riuscivamo a intravedere tra le nubi degli strumenti novecenteschi di analisi di cui disponevamo. Perché la demagogia del Governo Berlusconi parla direttamente ai "mille soggetti subalterni", perché offre loro nella logica della guerra tra poveri, una valvola di sfogo: l'illusione che questa società sia la migliore possibile, magari aggiungendo uno spicchio di "nazionalismo del XXI secolo" (l'idea demagogica di Stato forte oppure "difendi il tuo simile, colpisci tutto il resto"). Ed evidentemente la nostra generazione è la più fragile, la più indifesa nella percezione del regime leggero perché parzialmente o totalmente priva di strumenti di analisi e conseguentemente perché vive la precarietà in modo rassegnato e la frattura sociale multipla, l'alienazione, lo sfruttamento in modo afono e passivo. Per questi due motivi, di carattere generale e generazionale, non mi convince nessun percorso oggi che non sia un percorso che aggreghi e che discuta e che si ponga domande in modo largo e diffuso. Un percorso che travolga veramente il presente, non parcellizzandolo in categorie note, sicure, "classiche", "ortodosse". Non mi interessa nessun percorso che non interroghi la nostra organizzazione e che non interroghi in modo identico la Sinistra diffusa, e che infine non disegni da un lato un fronte di resistenza largo al terribile Governo Berlusconi e dall'altro un immaginario concreto. Un immaginario che non può che essere l'idea di una società migliore di questa, la cui costruzione non può non partire dall'analisi della nostra personale condizione di sfruttati, precari, alienati. Che è una condizione ovviamente comune soprattutto alla nostra generazione. Perché l'elemento su cui dovremmo agire è quello della capacità di sognare e costruire giorno dopo giorno una società che ci liberi dallo sfruttamento, che sia solidale, che si basi sui diritti universali dell'essere umano. E' un cimento complesso, me ne rendo conto, che non possiamo affrontare relegandoci alla restaurazione di schemi che bene conosciamo, non è questa la pratica della nostra Organizzazione da almeno otto anni. Gli anni delle eresie e delle sperimentazioni. Gli anni in cui abbiamo tentato di riappropriarci del Futuro. Non dobbiamo quindi avere paura (sentimento irrazionale che non ci è mai appartenuto ed adesso invece risulta una colonna indiscutibile della società), dobbiamo affrontare il presente, navigare in mare aperto, altrimenti non saremo né utili alle "moltitudini silenziose", né alla nostra generazione, proprio quella di cui vorremmo essere portavoci (che è per come la vedo io è l'esatto opposto dell'"avanguardia comunista") e saremmo molto poco utili anche alla nostra sogettività politica che non è pensata per essere difesa dalla società ma per attraversarla in modo permeabile. Buon congresso a tutt@.
 
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