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Epifania
Post n°367 pubblicato il 06 Gennaio 2018 da salvatorep62
Tag: egia
Nella foto: Adorazione dei Magi Opera di Leonardo da Vinci, realizzata nel 1482 con la tecnica ad olio su tavola cm246×243. Commissionata a Leonardo dai monaci di San Donato a Scopeto si trova oggi sempre a Firenze ma presso la Galleria degli Uffizi. In quest’opera, incompiuta, Leonardo studiò approfonditamente la composizione, lasciando vari disegni preparatori, che manifestano i tratti tecnici essenziali della sua genialità. Da questi, si può capire come il maestro rivoluzionò dal punto di vista tecnico la tradizione sia iconografica che compositiva. Come in altre sue opere, fissa l'episodio in un momento ben preciso, cogliendone il senso religioso. Il momento è quello in cui il Bambino benedice i presenti, rivelando così la sua natura divina e di portatore di Salvezza, da qui, il significato originario del termine "epifania" cioè "manifestazione". Un frenetico manifestarsi di gesti, espressioni di sorpresa e turbamento prendono l’avvento sul tradizionale ordine del corteo, dove gli antichi pittori erano soliti sfoggiare ricchezza di dettagli esotici. L'effetto di Leonardo invece è quello di uno sconvolgimento intimo di fronte al manifestarsi del Cristo. Dal punto di vista compositivo Leonardo organizza la scena sulle direttrici diagonali del quadrato. Pone la Sacra Famiglia al centro e i Re Magi alla base di una piramide ideale al cui vertice svetta la figura di Maria in posizione leggermente arretrata e in un movimento rotatorio, la cui testa segna il punto di incontro delle diagonali. Il corteo dei Magi è posto a semicerchio e insieme agli altri personaggi sembrano avvolgere in un abbraccio ideale la Vergine col bambino, generando uno spazio vuoto, al cui centro si trovano una roccia e un albero. Il moto rotatorio della Vergine, il semicerchio delle figure umane e l’incalzante vuoto generano come un vortice che assorbe in una rivelazione divina. I due alberi: l’alloro simbolo della risurrezione; la palma simbolo della passione, dividono lo sfondo in due parti e indirizzano lo sguardo dello spettatore in profondità. A sinistra lo scontro incontrollato dei cavalli e le rovine del Tempio di Gerusalemme rappresentano il simbolo della decadenza dell'Ebraismo e del Paganesimo. A destra i soldati disarcionati dai loro cavalli, sono invece il simbolo della follia degli uomini che non hanno ancora ricevuto il messaggio cristiano. Insiste altrresì un tipico paesaggio leonardesco caratterizzato dalle rocce. Il fanciullo in basso all'estrema destra, che guarda distratto verso l'esterno, da alcuni studi, risulterebbe essere lo stesso Leonardo; sul lato opposto, un uomo invece sembra riflettere sul mistero dell'Incarnazione. Nel complesso, la composizione ricchissima e unitaria, grandiosa per la varietà delle interazioni tra le figure, la complessità compositiva, la risultanza luminosa, l'intensità delle espressioni e dei moti dell'animo, fanno del dipinto di Leonardo un caposaldo dell’arte Rinascimentale. S. Pepe
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Perugia 18 ottobre 1988Perugia - Palazzo dei Priori Inaugurazione Mostra Personale di S. Pepe. Nella foto, con la madre Ada Arcella e il papà Maurizio. 18 ottbre 1988
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