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Ferragosto di pioggia
Post n°391 pubblicato il 15 Agosto 2018 da salvatorep62
Tag: Dedica di ferragosto
Mia madre raccontava sempre tante storie. Storie semplici ma speciali, che non potrò mai dimenticare. Ricordo che, bambino, una mattina guardavo la pioggia battente alla finestra della cucina. Mi rivedo in ginocchio sulla sedia, con la pesante testa poggiata ai vetri freddi e annebbiati, solcati dalle gocce di pioggia. Guardavo i treni, che rapidi, passavano durante la giornata uggiosa, con la speranza di vedere presto apparire mio padre ferroviere tornare dal lavoro. Tra un fantasticare e l’atro chiesi a mia madre: Mamma che cos’è la pioggia? Lei, alle prese con le faccende domestiche, con voce sommessa e sicura, prontamente rispose: “Figlio mio, la pioggia sono le lacrime di Dio, della Madonna, di Gesù ma anche dei santi e di tutti i nostri cari che sono in cielo… sicuramente piangono per qualcosa che li sta facendo soffrire. …” Alla processione di oggi, ferragosto, giorno dell'Assunzione della Madonna in cielo, la pioggia bagna dolcemente la teca di vetro che avvolge la piccola statua della Madonnina della grotta, che dal Santuario scende lentamente nel centro abitato. Mi riecheggiano immediatamente alla mente quelle parole di mamma. Ho pensato subito: Sono le lacrime che mi raccontava mia madre. Si, sono le lacrime del cielo che si mischiano a quelle dei portatori di cinte e dei tanti fedeli che seguono la statua. Sono pianti di dolori mai assopiti. Sono pianti di speranze. Sono pianti che annegano i tragici eventi di tragedie personali e collettive. Sono gocce che appannano gli occhi di giovani e vegliardi, di donne e bambini. Sono gocce che sanno di salato come l’acqua del mare e spiaggiano su melanconici visi che testimoniano i tragici avvenimenti sociali. Sono gocce fredde che penetrano come spade di ghiaccio nei nostri cuori. Oggi, mia madre e mio padre non ci sono piu', sono in cielo e vivono nei miei battiti e nei miei respiri come sogno di eterna giovinezza. Allora penso: quelle gocce che scendono dal cielo e che bagnano e accarezzano lieve il mio viso sono le loro lacrime. E col mio volto bagnato dal pianto del cielo, mi soffermo ad osservare la processione nel ricordo delle parole di mamma e poggiato alla vecchia bici di papà. Mi tolgo il panama, saluto la Madonna e quelle gocce di pioggia che tracciano in cielo un colorato arcobaleno, si, quello dove vivono festosi i veri angeli: i nostri amici animali, spesso vittime inconsapevoli della stupidà, falsità, ipocrisia, dell’abbandono e della cattiveria umana… Saluto quelle gocce che sono le lacrime dei bimbi nati e mai vissuti Sono le lacrime dei bimbi mai nati…. Sono le lacrime delle madri e dei padri… Sono le lacrime dei figli… Sono le lacrime delle ferite inflitte alla natura... Sono le lacrime del tragico spettacolo della vita... Siamo tutti con lo sguardo volto alla Madre celelete, in attesa che ritorni a splendere il sole, pronto ad asciugare le nostre lacrime e lasciarci uscire liberi a vivere speranzosi in un domani migliore… Un treno fischia in lontananza, saluta la Madonna col bambino Gesù e i fedeli. Il suo fischio e il suo veloce transitare riecheggiano assordanti nelle secolari grotte e nel tempo della nostra memoria. Una voce fuori programma tuona improvvisa e impetuosa, stoppa i sogni, i pianti dei cuori, i canti di preghiera e rimanda, ad altra occasione, le speranze di ognuno. Pochi passi ancora, la processione ha termine. Si ritorna a casa. Una gionata speciale ...che non potrò mai dimenticare. S.P.
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Perugia 18 ottobre 1988Perugia - Palazzo dei Priori Inaugurazione Mostra Personale di S. Pepe. Nella foto, con la madre Ada Arcella e il papà Maurizio. 18 ottbre 1988
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