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nella foto: Paolo Balmas, L. Alimandi, G. Barbieri, S. Pepe e V. Migiani Galleria Spazio Arte - Perugia 1993
E'una pittura di sintesi quella di S. Pepe che raggiunge punte di resaformale improntate ad un certo elementarismo strutturale e ad un minimalismodel segno.La caduta dell'elemento colore, la riduzione della forma versovalori primari, fanno di questa ricerca un'esempio di post-pittura, ovvero diquel filone neo-astratto di intonazione povera, tutta incentrata sull'uso dimateriali extra pittorici. Tonino Sicoli
Nella pittura di S. Pepe si avverte il rischio della scommessa di libertà del nostro tempo. In essa si conficca il seme della solitudine e si consuma il dramma della materia. Si sostanzia in vortici di luci e in abissi tombali, si distingue per energia e si differenzia per qualità. Questa pittura è il cantico della terra dei paradisi perduti e l'avvitamento mortale alla liturgia panteistica della forma. Convive in queste pieghe rugose e in queste chiazze di quasi perfetta armonia, tutto il pensiero mistico medievale e tutta l'aspra dissimmetria aritmica della coscienza dell'uomo del XX secolo. Alessandro Masi
Con il passare del tempo S. Pepe ha portato sempre di più allo scopertola ricerca di un termine medio, capace di garantire al suo lavoro un alto gradodi recepibilità. La geometria elementare incarnata nelle cose, negli oggettid'uso chiamati in causa e negli spazi configurati, è questo termine medio, mafunziona anche indiscutibilmente come una sorta di amplificatore del silenzio.Di quel silenzio che è insieme motore e carburante indispensabile di ognirigenerazione estranea all'effimero, di ogni consegna ricevuta dalla storia egirata all'immaginazione. Paolo Balmas
Maria Vinella
S. Pepe è radicale nel rifiuto di ogni elemento iconico. La sua narrazione sisvolge negli interstizi tra un pezzo e l'altro, nell'accostarsi di materiali,nel trasfigurarsi di oggetti… avendo origine dall'unione inattesa di duereperti, dal vuoto che sostituisce un pieno, dalla scansione ritmica che inducead un ripensamento del tempo. Nella dimensione maieutica dell'arte tutto sembrapossibile, il riscatto dalla banalità diventa una sfida audace, ma necessaria,il gesto estremo dell'artista contro il nulla che incombe. Il rapporto mimeticoè superato dall'esibizione dell'opera, di cui l'artista si incarica dievidenziare leggi, ritmi, simboli. Anna D'Elia
Paolo Aita
S. Pepe a volte indugia verso effetti optical, attraverso un nitore che rendevibrante la visione e ammorbidisce i contorni che rendono impalpabili le formeche, nel sistema delle superfici, si rivelano, assumono fisicità, si fannocorpo e aggettano dimensionando lo spazio come percorso che, attraverso lacontaminazione, conduce a forme di purezza. Franco Spena
Foto Arkivio S. Pepe MAdArt
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Perugia 18 ottobre 1988Perugia - Palazzo dei Priori Inaugurazione Mostra Personale di S. Pepe. Nella foto, con la madre Ada Arcella e il papà Maurizio. 18 ottbre 1988
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