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8 Marzo 2009 feste santi e memorie

Post n°74 pubblicato il 07 Marzo 2009 da dittici

 

Saint LAZARE, higoumène à Mourmansk (Russie 1391) et son successeur saint ATHANASE

La Madre di Dio del Segno

L'icône de la Mère de Dieu "DU SIGNE

Variante della Vergine Orante delle catacombe, lei è simbolo dell’anima cristiana che loda e adora Dio. Porta sul cuore il medaglione della gloria che contiene il Figlio radioso. Questo medaglione è il simbolo della divinità e significa che il “Primo Nato” avanti tutti i secoli ha abitato il seno verginale di Maria.
La tradizione ha visto in questa icona un’immagine della profezia di Isaia al tempo del re Acaz che è l’annuncio velato della nascita del Figlio di Dio : “Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la Vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.” (Is. VII, 13-14). Il Bambino Gesù, nell’iconografia , non è mai rappresentato come un neonato, perchè Lui è già il Verbo; è rivestito con un abbigliamento da adulto e soltanto la sua dimensione indica che si tratta di un bambino
 
 

Madre di Dio "del Segno"
Questa icona, in cui la Madre di Dio porta in un medaglione sul petto l'effigie del Salvatore Emmanuele, assume un particolare spessore dogmatico poiché la Vergine viene definita in relazione alla Sacra Scrittura: "... il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele" (Is 7, 14).
L'atteggiamento della Vergine, con le braccia simmetricamente levate al cielo in preghiera, esprime attesa e disponibilità, e presenta Maria in un'immagine cardine dell'arte paleocristiana. La Vergine offre l'Emmanuele. Nel corso della sua vita terrena Cristo non portò mai questo nome: l'Emmanuele è sempre la raffigurazione del Salvatore prima dell'Incarnazione, del Logos preesistente al tempo e alla storia, del Verbo che "è venuto ad abitare in mezzo a noi". In questo modo l'icona diviene la manifestazione del Dio presente ed incarnato nell'umanità, che si fa trasparenza, icona a sua volta del mistero dell'Incarnazione.
Quest'icona dunque non si può assolutamente leggere come "Vergine col Bambino", in quanto si pone sul piano della trascendenza assoluta, del simbolo puro, privo di ogni accenno alla dimensione umana.
Spesso veniva infissa su un'asta per essere trasportata in processione. (Nei paesi di tradizione bizantina le icone erano portate anche sui campi di battaglia per sostenere i combattenti).
Generalmente in questa icona la Madre di Dio è rappresentata a mezzo busto. Quando è rappresentata a figura intera è chiamata "la Grande Panaghia" ("la Tuttasanta").
Una variante di questa tipologia è la "Madre di Dio Orante": Maria, senza il Bambino, tiene le mani alzate in atteggiamento di preghiera e di supplica.

I colori delle vesti della Madre di Dio sono inversi a quelli del Cristo: la veste è blu e il manto è porpora, di una tonalità scura. Il colore cupo del manto parla di raccoglimento, di lotta, di sacrificio per affermare ogni valore superiore.
Le tre stelle sul capo e sulle spalle di Maria sono il simbolo della sua Verginità prima, durante e dopo il parto.
Sulle icone della Madre di Dio, inoltre, scompare del tutto l'antico appellativo "Santa Maria" per lasciare posto a quello di "Theotòkos", cioè "Madre di Dio" (MP OY: MHTHP THEOU).
Per gli ortodossi, la Vergine è sempre e solo la "Madre di Dio", perché non la veneriamo per se stessa, ma soltanto perché è la Madre del nostro Dio, e ci rivolgiamo a Lei sempre in relazione al Figlio. Molto raramente, infatti, è rappresentata da sola, senza il Cristo.
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Saint FELIX de Bourgogne, évêque de Dunwich et de toute l'Est-Anglie (647).

 
 
 
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