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Il sistema industriale drogato italiano

Post n°524 pubblicato il 24 Settembre 2012 da scaraciccio

Sara' una casualita' oppure sembra che ci si avvicini con passo svelto verso il baratro industriale?
Alcoa (Societa' americana che produce alluminio) e' in crisi e abbandona (forse) la produzione in Italia.
FIAT smantella il Progetto Italia (investimenti da 20 miliardi) e attende di essere pompata dal mercato americano.
ILVA SPA costretta (forse) al blocco degli impianti a causa della magistratura.

Coincidenze?
Magari vale la pena fare un po' di analisi.
Il mondo occidentale e' in sostanziale crisi dal 2009.
In maniera silente e velata, si e' passati alla nazionalizzazione di interi comparti (Banche, Finaze, Assicurazioni) in Paesi come USA e Inghilterra, dove lo Stato (o come si dice a queste latitudini "quelli che pagano le tasse", ossia i cittadini) possiede spesso la maggioranza di quote societarie.
Si e' assistito al tentativo di rifinanziare debiti pubblici (Grecia e Spagna) con scarso successo (nonostante i proclami che si leggono su tanti giornali) e adesso, in Europa, si discute circa il ruolo della BCE e circa la convenienza a finanziare ulteriormente Paesi fortemente indebitati (i famosi PIIGS) per scongiurarne il default.

Il pericolo e' che, senza queste misure, interi Paesi possano avere una crisi sempre piu' profonda, e siccome i debiti Sovrani (ossia vari i buoni del tesori e certificati simili con cui ciascun Stato si finanzia ) sono posseduti sempre piu' da altri Stati tramite varie Banche e Istituti (vedi ad esempio la pressione tedesca per i debiti greci in pancia alle banche tedesche), si capisce come la tensione sia forte.

Da qui', logica conseguenza della speculazione finanziaria senza ritegno andata avanti per decenni, l'attuale crisi di liquidita': le banche, in Europa e USA, oramai centellinano prestiti e mutui, e le conseguenze sono forti.

Crollano i consumi, crollano gli acquisti di beni come case, auto, vacanze etc, crolla la fiducia dei consumatori, crollano i consensi popolari per le Istituzioni e via dicendo.
Vari Stati, Italia in primis, non hanno piu' una lira. Questo e' il succo.
Da qui' il vellutato golpe di Monti, uomo forte della Comunita' Europea, nuovo paladino della classa dirigente italiana, autore di.... di cosa e' autore?

Ci si vanta del salvataggio della Nazione.
L'Italia ha un cancro enorme chiamato mafia, corruzione, sprechi, privilegi, nepotismi, ingiustizia, inefficienza, burocrazie, tasse elevate, evasione fiscale.
Nome lungo e complesso, ma incompleto.

Per risanare l'Italia servirebbe una coscienza popolare forte, una classe dirgente capace, un sistema bancario snello, una burocrazie efficace e veloce, un sistema giuridico veloce ed equo, una tassazione piu' moderata, investimenti per la ricerca, e la morte di corruzione e mafia.

Non serve introdurre ICI, aumentare l'eta' pensionabile, e controllare un po' di scontrini fiscali nelle localita' di villeggiatura.
Troppo facile e riduttivo.
Ecco perche' c'e' ancora la crisi.

Gli investitori internazionali non investono perche' c'e' crisi a casa loro, ma questo e' il "bello" della societa' globale e liberista che e' stata osannata da sempre.
Il Mercato giudica cio' che e' conveniente, e l'Italia e' evidentemente non conveniente.
Invece che puntare sui grossi investitori internazionali, dasempre alla ricerca di territori da spolpare, di agevolazioni fiscali e di diritti sindacali da limitare, forse sarebbe ora di rivedere questo modello di sviluppo e ripartire dal basso, dalle radici di ciascuna terra, dalla storia, da cosa si e' sempre fatto, dalle eccellenze.

La Sardegna non e' l'Alcoa, ma e' ben altro.
La FIAT ha prosciugato le casse italiane tra agevolazioni, aiuti di stato, cassa integrazione guadagni e incentivi dal 1970 in poi.
Il mercato della FIAT e' in calo da 2 anni, mentre altri competitori sono in crescita.
Come mai? Scelte aziendali.
L'aver puntato su un mercato (USA) piuttosto che rischiare di investire e perdere in un mercato saturo (Italia e Europa).

Ora si da responsabilita' a Marchionne e FIAT, quando per anni l'azienda piu' importante del Paese e' rimasta attaccata alla flebo degli aiuti pagati dalle tasse degli italiani.
E data l'immensa evasione fiscale che da sempre esiste, chissa' chi e' che ha pagato per vedere la produzione di macchine come la Panda e la MIto...
Oggi non ci sono piu' i soldi per le pensioni e per la cultura, non si fa piu' ricerca e non ci sono risorse per le piccole imprese, che sono ancora circa il 95% del sistema industriale italiano.

Per ritardare l'esplsione della FIAT e di altre grosse aziende che minacciano la chiusura, si sta tramortendo e soffocando il grosso dell'aconomia nella nazione.
E il caso ILVA arriva proprio a fagiuolo.
A chi vende l'ILVA? La FIAT e' uno dei grossi clienti, ad esempio, ma anche tanti altri grossi produttori di macchinari e impianti che usano acciaio e ghisa, tutti in assordante crisi.
E a chi si da la colpa?
Alla politica locale, che ha ignorato da sempre la vocazione del territorio tutt'altro che industriale?
Allo Stato, che ha permesso uno sperpero di denaro pubblico colossale e chiuso occhi e orecchie davanti ad un disastro ambientale da panico?
Alla nuova proprieta', che da sempre usa il bastone della disoccupazione e la carota del salario a 15000 dipendenti per fare quello che vuole?

No, la colpa della crisi dell'ILVA e' ovviamente di un gruppo di magistrati che, davanti ad una montagna di reati, non poteva far altro che intervenire.

Il problema e' che il nostro sistema industriale e' da sempre drogato: investimenti inutili (legge 488 per la reindustrializzazione del SUD, ad esempio, con i grandi gruppi industriali pronti ad aprire stabilimenti a costo zero e a scappare una volta terminati gli aiuti di stato, vedi Basilicata e Puglia) ed incentivi a pioggia hanno allontanato la crisi di poco, distogliendo l'attenzione dal problema piu' serio, ossia la qualita' degli investimenti.

L'Italia ha tutto per poter essere una enorme potenza economica, ma si sta autodistruggendo per la nostra pigrizia di cittadini disinteressati, per ingordigia di politici bulimici e affamati di potere, per la corruzione di interi settori (appalti pubblici in testa), e per la totale assenza, da sempre, di un governo capace di intervenire su i problemi concreti: tasse troppo alte, corruzione troppo grande, mafia-camorra-'ndrangheta-SCU.

 

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Commenti al Post:
CreepyDoll
CreepyDoll il 24/09/12 alle 15:03 via WEB
come sono d'accordo con te, non lo immagini nemmeno. Mi chiedo quanto potremo andare avanti, quanto ancora sopporteremo questo modo di gestire lo Stato. mi chiedo quanti sono consapevoli che quello che è successo è stato poco meno di un golpe. ma la domanda più importantem quella che dovrebbero farsi tutti, è: cosa fare? è rispondendo a questa domanda che ogni cittadino dovrebbe responsabilizzarsi...
 
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