Oceano e stelle

non si puo descrivere l'anima di qualcuno, e vederla non basta..bisogna viverla

 

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Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, il colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.

(Pablo Neruda)


 

 

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Il panico di uno Psicoblogger

Post n°22 pubblicato il 07 Novembre 2006 da Semeyaze
 

Il disturbo di panico (PD) è caratterizzato dal susseguirsi di attacchi di panico spontanei, inaspettati caratterizzati da periodi di intensa paura e sconforto di durata relativamente breve, accompagnati da una serie di sintomi somatici o psicologici. In base a quanto definito dal DSM-IV (1), la diagnosi viene formulata dopo la comparsa di almeno quattro sintomi, che si sviluppano improvvisamente e raggiungono un apice in meno di 10 minuti.

Gli attacchi di panico inaspettati sono l’espressione tipica del disturbo di panico, ma purtroppo risultano molto difficili da studiare, dato che le informazioni in merito sono per lo più retrospettive e quindi soggettive.

Per questo motivo, lo studio sperimentale degli attacchi di panico ha reso necessario lo sviluppo di modelli di induzione degli attacchi in condizioni controllate di laboratorio, fenomeno questo che da un lato ha permesso la formulazione di ipotesi patogenetiche del disturbo e dall’altro ha aperto un dibattito sull’applicabilità, l’efficacia e l’eticità di questi metodi.

In generale esistono tre tipi di approcci per indurre il panico: quello farmacologico, quello fisiologico e quello psicologico.

L’approccio farmacologico fa riferimento a challenge che prevedono la somministrazione di agenti ansiogeni o che inducono una sindrome astinenziale da sospensione immediata di benzodiazepine, indotta mediante somministrazione di flumazenil, di alcool o di oppiodi.

I challenge che inducono il panico attraverso un meccanismo fisiologico agiscono essenzialmente sul sistema respiratorio. Il soffocamento è uno stimolo fortemente ansiogeno sia nell’uomo che nell’animale. Perciò la tecnica del "rebreathing", l’inalazione continua di CO2 al 5% o la singola inalazione di CO2 al 35% sono responsabili di un incremento dei livelli di ansia.

I metodi di induzione del panico di tipo psicologico utilizzano principalmente l’approccio comportamentale e quello cognitivo. Nel primo caso si effettua la somministrazione di uno stimolo doloroso, l’induzione della paura del dolore o l’esposizione a stimoli fobici. Nel secondo, si sottopongono i soggetti con PD alla lettura di scritti che evocano le loro paure (ad esempio la paura di avere un attacco di cuore, di sudare, di morire).

In generale, i modelli di induzione del panico sono validi se soddisfano alcuni criteri fondamentali (2): 1) i sintomi dell’attacco di panico indotto devono mimare quelli dell’attacco di panico spontaneo; 2) la risposta al test deve essere specifica per i pazienti con disturbo di panico; 3) i farmaci clinicamente efficaci nella terapia del disturbo di panico devono ridurre la risposta al challenge; mentre i farmaci clinicamente inefficaci non devono modificare la risposta al challenge; 4) i risultati devono essere replicabili.

Fino ad oggi non è stato identificato nessun test specificatamente diagnostico per il disturbo di panico e, purtroppo, solo un modello ideale sembrerebbe poterli soddisfare tutti. Comunque, i modelli laboratoristici attualmente a disposizione corrispondono variamente ai criteri riportati, i più utilizzati e conosciuti sono il challenge con infusione di lattato, il test di provocazione con CO2 e il test con infusione di colecistochinina.

Nel presente lavoro è stata eseguita una revisione della letteratura tramite Medline per raccogliere tutti gli articoli pubblicati che avessero utilizzato i challenge precedentemente elencati. Le parole chiave per la ricerca sono state: "lactate infusion and panic", "carbon dioxide and panic" e "cholecystokinin and panic". Per poter essere prese in considerazione, le ricerche dovevano soddisfare i seguenti criteri: 1) induzione del panico senza somministrazione di altre sostanze capaci di modificare la risposta al challenge (ad esempio antidepressivi, benzodiazepine); 2) induzione del panico in condizioni che non modificano la risposta (ad esempio la deplezione di triptofano).

Inizialmente sono stati applicati anche i criteri: 3) somministrazione del challenge sia in pazienti con disturbo di panico che in volontari sani; 4) somministrazione dell’induttore del panico e di placebo secondo disegno di cross over o a gruppi paralleli. I criteri 3 e 4 sono però stati abbandonati in quanto identificavano un numero troppo scarso di lavori e quindi non permettevano alcuna analisi critica della letteratura.

Dei 20 articoli censiti per il challenge con lattato solamente 13 rispondevano ai criteri prescelti. Dei 24 lavori relativi al challenge con CO2 e dei 17 relativi alla colecistochininna, rispettivamente 11 e 12 soddisfacevano i criteri elencati.

Sulla base dei dati desumibili dagli articoli abbiamo condotto una meta-analisi finalizzata a valutare sensibilità e specificità dei tre principali challenge.

La sensibilità esprime la percentuale di soggetti con storia di panico che hanno avuto una risposta al challenge, la specificità identifica la percentuale di soggetti senza storia di panico che non hanno risposto allo specifico test.

Sono poi state proposte considerazioni sui punti di forza e di debolezza, ma soprattutto sulla reale utilità e applicabilità di ciascun challenge.

 
 
 
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Un blog di: Semeyaze
Data di creazione: 07/10/2006
 

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c'è profumo di neve stasera..

che buono..

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Re del blu, re del mai, non ho più dentro me, quella voglia di terrore e di guai. Quando è notte i passi miei fanno quel tic-tac che ti angoscia finchè griderai!

Piccolissimi trucchetti per stupirti un po'! Fantasie arcane il Venerdì! Quando mormoro "Ciao!" o lo rantolo treman tutti e si disperano così!

E tutto va via, è la mia routine e mi sento stanco di quest'aria qui e io, JACK! Fantasma re, son stufo ormai e non so il perché!

Ho dentro me che cosa non so un vuoto che non capirò Lontano da quel mondo che ho, c'è un sogno che spiegarmi non so!

Ahi che brivido avrai quando mi incontrerai! E l'angoscia avrà vinto anche te! tu sarai incantato avrai visto e toccato il più grande terrore che c'è!

Sono morto, giacchè, la mia testa non c'è ma ti declamerà Shakespear a memoria! Non ridere di me, ma grida perché la mia furia si rivestirà di gloria!

Mai più, io, conmprenderò perchè ma perché son io delle zucche il re! Chi mai capirà quanto io mi sento giù? Che un regno così non mi basta più?

Ho dentro me che cosa non so un vuoto che non capirò Lontano da quel mondo che ho, c'è un sogno che spiegarmi non so!

 

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  • per il loro operato
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Vai cercando qua, vai cercando là,
ma quando la morte ti coglierà
che ti resterà delle tue voglie?
Vanità di vanità.

Sei felice, sei, dei pensieri tuoi,
godendo solo d'argento e d'oro,
alla fine che ti resterà?
Vanità di vanità.

Vai cercando qua, vai cercando là,
seguendo sempre felicità,
sano, allegro e senza affanni...
Vanità di vanità.

Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno
non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
vivete con gioia e semplicità,
state buoni se potete...
tutto il resto è vanità.

Tutto vanità, solo vanità,
lodate il Signore con umiltà,
a lui date tutto l'amore,
nulla più vi mancherà.
 

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