Creato da: senzaTe_Mi30 il 06/06/2005

Senza di Te
 
     
Dal primo giorno senza di te - Fino ad avvenuta guarigione. Grazie a chi è passato di qua, keep in touch :)

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   Messaggio N° 110 12-09-2005    
  

Fist

sabato 10 settembre - esterno notte

Sul marciapiede di piazza MF cerchiamo l'ingresso dello S. Leggo i nomi su un citofono, cerco targhette, alzo la testa e vedo due tipi giusti uscire dalla porticina a 20 metri da me. E' lì. Le scale scendono di qualche metro sotto il livello stradale. Ci guardiamo intorno spaesati, la guardarobiera di turno sghignazza e ci spiega. Aho', non vengono mica dalla ciociaria, sto a MI certe cose le sapro' pure io.

Quando apriamo la porta per entrare, l'atmosfera è piuttosto cupa. Toni tossi e neri, gente in piedi, alcuni già nudi, attaccati e legati al muro, si baciano e si leccano. Jock straps. Due gabbioni: a dx un mini bar e un barman super fat, a sx una sling e attrezzi da tortura. Ai muri i soliti video. In fondo una tenda separa la dark e il fumoire. Aria irrespirabile umida e densa di fumo. M. e C. son fuori io mi aggiro. Loro mi raggiungono li perdo nel buio. Vedo una camicia a quadretti uno sguardo serio e affidabile. Non riesco ad approcciare sono entrato da troppo poco. C'è A. dall'inconfondibile pizzo juventino. Mi guarda e forse mi riconosce, due parole scambiate veloci aspettando che si liberasse il bagno. Odore forte di sporco e piscio, una doccia senza soffione accanto al water.

Chiedo dal bere al grassone, il mio solito L.I. Mi guarda stupito, sono uno straniero. Gli americani bevono acqua, i romani birra o bacardi breeze. Serve prima loro mentre affetta le limette e dosa gli ingrediente nello shaker con il doppio misurino. Mi versa lo zucchero di canna direttamente dal sacchetto e poi si agita tutto, rimpiendomi il bicchiere. Lo prepara con dovizia e compiacenza. Una cosa diversa dal solito. Ha usato persino la coca pura.

Mentre mi aggiro tra i corpi e non trovo nulla che valga la pena cominica lo show nell agabbia delle torture. Il dj si spoglia, va in bagno e ritorna. Quando sento ululare è già al cock intermedio. Aspira forte il popper da una boccetta industriale. Il master in jeans e  maglietta sembra un controsenso contro le sue nudità. Aspira forte e ulula, mentre le mani sporche di crisco lubrificano il cock. Lo inserisce, lo gira, urla che vuole quello più grande. Nessuna emozione, nessuna erezione. Sono in prima fila. Ammiro la margarina candida, una boccetta di popper per caso lì x gli spettatori. Entra un terzo ammiratore, gli urla di chiudere la porta. Ma è in una gabbia, un emiciclo di spettatori. La porta è chiusa. Lo step successivo è come una bomboletta di lacca spray da parrucchiere. Stessa manovra stesse torture. Vuole andare oltre, mentre è libero si auto trafigge con tutta la mano aperta. Si gira si mostra, mette in evidenza la sua dilatazione, i suo vasi arrossati e nodosi. Quando arriva il prossimo cock penso a una bottigilia da un litro e mezzo. Gli entra quasi con un urlo di dolore. Prima un pezzo poi tutto in fondo, fino all'elsa. Il fister gira e spige, impenna e lui geme. La voce baritonale non si ferma e mi ghiacci quando chiede quello più grande.
E' come una bottiglia da 2 litri di coca, rugosa, nera, innaturale, fallica. La punta non entra, il limite fisico delle pelvi ne impedirebbe l'ingresso, ma l'ammirazione per il suo desiderio è potente. Regressione a due misure prima: forse allenamento, non so dove vuole arrivare. Quello accanto a me prende la boccetta di popper, aspira, mi scanso. Non voglio mal di testa. Guardo M. Entrerei se ci fossero guanti. Cambio posizione per vedere inghiottire un cuneo scuro. Sono annoiato. Mi allontano.

P. è dall'altra parte della gabbia, non guarda, dalla sua posizione non si vede nulla. Si sente soamente. Ha gli occhietti solil e spauriti, ci incrociamo, è in compagnia. Quando si libera ci salutiamo, gli accarezzo il bracci liscio e magro, la testa piccola e i capelli corti e morbidi. Gli bacio le guance, mi piace il suo timore e la sua incredulità. Adoro la sua voce e il tono con cui mi parla. Lo prendo per mano e lo guido verso il buio al di là della cortina di fumo e pvc.

Prendo a baciarlo in maniera più decisa, lo stringo a me con convinzione, gli accarezzo la schiena, stringo gli avambracci venosi. Mi piace baciarlo, è morbido e dolce. Gli apro la camicia, mi sbottono e gli offro il mio petto in cui si perde tra la mia villosità. Amo mordicchiarli le labbra, i capezzoli, la pelle liscia dello stomaco, lo spoglio e lo inghiotto. Credo che ricambi, non ne ho la percezione. Stringo i glutei sodi e glabri, lo giro mi appoggio di schiena, lo massaggio con vigore fino a quando sento fremere e contrarsi.

Continuiamo a baciarci, sento ancora la sua erezione e mi spiace mollarlo così. Mi faccio maneggiare fino a quando simulo il solito orgasmo girando e facendo finta di non voler sporcare.

Continuano i baci anche all'esterno. Sui divanetti M. e C. Presentazioni. Baci e quando vieni a trovarmi. Voglia di dormire abbracciati, stanchezza, sorrisi. Sdraiati noto la macchia violace sul sedere di M. Stanno dando spettacolo. P. mi lascia il suo numero mentre va via. Mi ritrovo solo x improvvisa scomparsa e abbandono. Faccio un danno nell'antibagno, ma ne esco indenne. E' ora di andare a letto. Sono le 4. Fra poche ore la colazione.

Saliamo su un taxi in piazza 500, molliamo C. in piazza Venezia e scendiamo al J. Sveglia alle 9.30, tappi e buonanotte



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