Creato da: senzaTe_Mi30 il 06/06/2005

Senza di Te
 
     
Dal primo giorno senza di te - Fino ad avvenuta guarigione. Grazie a chi è passato di qua, keep in touch :)

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   Messaggio N° 111 13-09-2005    
  

Abu Grahib

sabato 10 settembre

Quando suona la sveglia mi sento riposato e pronto alle mie vacanze romane. Dalla tenda trapela una raggio di sole, scosto la tenda e mi assale unfiume di luce calda e avvolgente. M. si stiracchia. Mi butto sotto la doccia e cerco di scendere in fretta x la colazione entro le 10.

Siamo un po' sfatti ma va bene. Al buffet è quasi finito tutto. Splendide le solite posate d'argento. L'acqua fresca, il succo denso, la disnvoltura con cui chiedo il cappuccino e come mi muovo tra i tavoli con il giornale in mano. Mi fa sentire  a casa questo posto, in qualunque parte del mondo. I colori audaci, i grigi, i bordeaux, i gialli, i dittici e trittici.

Mi chiama G., sta arrivando. Gli ordino un caffè e parte  a raccontare con la storia della teiera indiana. Mi diverte.

Ci buttiamo fuori per le vie di RM, direzione Musei Vaticani. Fila chilometrica, tra M. e G. c'è un bel feeling. Mi prendo il lusso anche di allontanarmi e vederli parlare. Attrazione generazionale. Facciamo gli indiani e ci infiliamo nella coda all'ultima curva.

Sono contento di questa escursione, G. mi porta in libreria a cercare il busto di A. Ma non lo troviamo. Paghiamo il biglietto, caccia fuori la guida dei musei e via ad evitare i flussi. Mi piacciono le sue descrizioni, le sue storie, la mia ignoranza. Sti due insieme sanno troppe cose.

Ci perdiamo a riconoscere i marmi greci, i busti, le opere famose. A. e A. le iscrizioni greche, le carte geografiche. Il top è nelle stanze di Raffaello e poi la Cappella Sistina. Scatto delle foto col telefono anche se non si potrebbe. Quasi un nuovo indizio x te. Ci cacciano via di corsa attraverso le sale del museo di arte moderna. Ci ritroviamo a scendere la scalinata tra le guardie svizzere.

La piazza non è piena, è pomeriggio inoltrato, approfittiamo per visitare le tombe. Un passaggio veloce da K. e poi in basilica.

Abbiamo fame, siamo affamati, ci buttiamo in metro e andiamo da P&P. Proviamo anche le farfalle pere e balsamico, che prima o poi riprovero' a casa.

Scopro un negozio di arredo etnico interminabile che si snoda per i cunicoli del sottosuolo. Mi affascinanoi materiali e i colori intensi, spero di trovare la lampada ma la caccia non va a buon fine. Molto piacevole l'accompagnamento della ragazza. Etnica anche lei.

Torniamo in albergo, ci spogliamo e ci stendiamo un attimo. Mi imbarazzo a lasciar da soli G. e M. mentre sono in bagno. Ma non so se succede qualcosa di là o meno. Ma sì, chi se ne frega.

Per paura di far tardi insisto per uscire e andare a palazzo Venezia. Entriamo e sono già emozionato a vedere il cavaliere a sul cavallo all'ingresso, anticipazione delle rotondità e della mano grassoccia ai piedi delle scale.

La sala si spalanca subito su una carrellata di colori intensi tra cui risalta la vivacità e il dinamismo del trittico.

Mi lascio affascinare dalla sensuale coppia sulla spiaggia, il pelo sul petto ampio di lui, gli sguardi annoiati della fase postorgasmica.

Sento i commenti inorriditi dei ritratti di Abu Grahib. Tutta le ferocità dei morsi e del sangue, dell'urina e delle percosse, delle derisioni e degli abusi sessuali, su quei corpi grossi e tozzi, poco iraqueni ma molto erotici. Non faccio a meno di pensare che è arte erotica per me abituato a vedere scene di violenza e di corpi mascolini denudati e abusati. Farebbero il loro effetto mimetico sulle pareti army del Co.

Un intervallo di colori e sollievo con le nature morte e le sue arance e strumenti tondeggianti. Il vaso di fiori, per finire su un cristo insanguinato e altre torture, i ritratti dei Montefeltro e i seminaristi annoiati. La coppia al picnic e dolce e melanconica con sguardo lontano e innamorato ognuno di chissà chi. Messi vicini per caso.

Alzo la testa sui soffitti dipinti e i lampadari impegnativi e non posso fare a meno di avere un brivido quando penso che lì inquelle stanze, lui ha preso quelle decisioni. Loro hanno tremato alla luce di quelle lampade, lui ha percorso con lo sguardo quegli affreschi cercando ispirazione. Si sarà disperato e ispirato percorrendo i metri della sala che lo dividevano dal balcone, prima di quei giorni. Quei giorni.

Un percorso fatiscente guida alla seconda esposizione di foto dipinte cinesi. Fotogrammi tratti dall'Ultimo Imperatore, il bambino che fatica a salire sul trono, i volti accesi di luce pallida, il perfezionismo dei contorni nitidi, i rilievi degli stucchi. Mi piace e l'apprezzo, G. critica, cerco le sbavature e i difetti e ci sono. E' opera umana e trasfette realtà. Stupefacente.

Ci affacciamo un attimo sulla terrazza, mentre M. e C. parlano. Decidiamo di separarci, torno al J. con G. e loro vanno in convento dalla zia.

G. mi porta in giro, passiamo dalla profumeria, poi a vedere il busto di A. in P. di P. il num. 40 ha il portone fatiscente. Un salto al Pantheon e poi a vedere S. Maria sopra Minerva con i suoi ospiti illustri. Mi spiega il trucco di S. Ignazio, prenoto da S. per le 22 e torniamo al J.

Entriamo in camera, G. vuole lavarmi la schiena, mi insapona e nonmi sento a disagio. So solo che vorrei che passasse in fretta questo momento. Sento scarsa l'attrazione. Ci risciacquiamo e ci asciughiamo con la stessa spugna bianca. A letto si gioca, cerco di accelerare i tempi, guido G. alla rovina e invece dichiaro il mio fallimento. Voglio il massaggio, mi lavo ancora, mi cosparge di olio satinante e mi massaggia la schiena. Poi mi volta e mi appoggia la testa sul suo grembo e prende a massaggiarmi il viso.

Sento che sto x addormentarmi, mi sdraio sul suo petto e passano minuti interminabili. In cui mi addormento.

Quando decido che è quasi ora di uscire, vado a lavarmi, sento trafficare dietro la porta. Sono tornati M. e C. Svelo il trucco dell'appuntamento con mezz'ora di anticipo, ma almeno prendiamo l'autobus e arriviamo al ristorante in tempo.

La piazzetta a quinte è sgombra da auto, la serata piacevole. Antipasti a gogo, mi faccio fuori il mio filettino al pepe verde afrodisiaco e non aspetto altro che i frutti di bosco col gelato e i dolcetti alla ricotta.

Il caffè lo prendiamo a S. Eustachio, si ventila l'ipotesi che M. vada a letto, G. invece ha con sé la borsa dopo che ho preferito che non rimanesse a dormire con me.

Prendiamo un taxi, andro' al V. da solo. Nessuna news da P. Solo R. che chiama e dice che è a MI in pizzeria.

Non si trova un taxi nemmeno a corromperlo. In p.zza Venezia chiamo il radio taxi e do appuntamento sotto al balcone. Traffico congestionato x l achiusura dei Fori. Mi faccio lasciare al V., G. prosegue, passo la mia quota e ci salutiamo.

Mi sarei aspettato la fila x entrare, invece c'erano solo automobilisti incazzati x la maratona. Solo due piste, bella musica, bella gente.

Mi prendo da bere un L.I. annacquato e stucchevole, girello, vedo gente di MI. Scopro l'angolo bear e il bar con i drink + strong. Mi servo. In coda davanti a me c'è A. di AdMDF. Lo riconosco dalla voce. Non mi sarei mai aspettato di trovarlo qui. Parliamo un po', mi guarda, abbiamo le stesse origini ma l'accento quello no. Era meglio con qualche chiletto in più.

Faccio un po' di conoscenze in giro e addiritttura ribecco F. che era al B. con V. qualche domenica fa.

Al terzo drink mi scappa di andare in bagno. Mentre faccio la fila conosco L. Ce ne rimaniamo a parlare attaccati all'albero per un po'. Mi dice che viene spesso a MI e che ci rivedremo a fine mese. Lascio numero, chiamo un taxi ed esco.

Il tassista sarà 2 metri x 120. Mi guarda dallo specchietto e faccio l'occhietto. Prende a ridere e  a parlare, sembra la canzone di Lorenzo. Ha avuto un cucciolo da poche settimane, pacca sulla spalla e domande indagatrici. Sparo un po' di balle ma so che ci riuscirei se fossi + sobrio :)

Entro in camera e mi accorgo che nel letto M. ha compagnia. Mi innervosisco giusto il tempo dil avarmi i denti e mettermi i tappi. Andrà via prima che sorga il sole. Romeo e Giulietta. Mi eclisso.



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