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Disteso sul pendio del monte,
le spalle al mondo,
di pace fiorito,
intravedo fra le nubi marmoree
sopra cui scorre il cielo
labile,
(oceanica ragnatela
d’azzurri sogni di stelle),
l’occhio di Dio
perturbabile.
Fra folletti di cavallette-pulci
che si divertono un mondo
a zompettarmi addosso
per poi sparir fra l’erba
incolte;
(pelo di gatto-punk
naturalmente
arruffato).
Mentre bruchi di gnomi pomellati
scavano calessi di foglie
cercando l’oro
che il sole zampilla
come manna
limpida.
E fra i moschini e le mosche,
eterea nebbia carnosa...
rammendante squarcio
radioso...
Ecco Tu che mi sorridi!
Che a me arridi ancora...
Con occhi di vanessa
sgargianti di sole!
Che volteggi e mi guardi!
Che intorno a me sempre danzi...
Che morbidamente mi secondi
divenuta alata,
amorevole fata.
Ed io m’erigo,
bandiera d’essenza,
all’immensa platea dei venti...
Sul cucuzzolo del monte,
tese le braccia al cosmo,
(di gioie sbocciato),
fra ampi pentagrammi di silenzi
bianchi
da melodie sorgive
fluvidamente colorati...
Io sono il sovrano del mondo!
E fisso l’occhio di Dio
stabile
sullo specchio d’acqua argentino.
La virtualità è ciò che guardi.
La realtà ciò che vedi.
E nel preciso istante
in cui tu vivi un sogno,
nell’attimo eterno
in cui l’indossi,
mentre vivamente
tu
lo respiri...
Allora quel sogno
è già l’unica
realtà
possibile!
(Leonardo Negri; da Pangea)
Inviato da: satirodelfaggio
il 03/05/2009 alle 14:49
Inviato da: gioe.rita
il 23/03/2009 alle 23:13
Inviato da: darkestdreaming2007
il 27/12/2008 alle 17:32
Inviato da: gioe.rita
il 22/11/2008 alle 22:04
Inviato da: darkestdreaming2007
il 13/10/2008 alle 16:15