Messaggi di Aprile 2012
Post n°237 pubblicato il 30 Aprile 2012 da das.silvia
Nella bolgia adirata ove si scontrano logori rifiuti d’amore finito scandisce parole un alibi metallico avido nel barattare monete di scambio Quasi avvalorano entità d’un fardello insostenibile scevro d’ardenti sentimenti dispersi nelle fauci d’inverni affondati nella melma L’odore antico di pelle madida d’umori è dietro la porta sigillata bandito da qualsiasi malìa in bilico su flauto ammutolito Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°236 pubblicato il 30 Aprile 2012 da das.silvia
Anche in Estremo Oriente esiste da secoli l'alta cucina, che può essere identificata con le diverse tradizioni eredi della cucina imperiale. Fra tutti sono stati sicuramente i cinesi a sviluppare maggiormente questo particolare filone: l'imperatore era considerato un "Figlio del Cielo" e godeva di una venerazione seconda solo a quella degli dei, solo a lui riservata fra gli uomini.
cuochi, ognuno specializzato nella preparazione di un piatto. Tutti concorrevano con le loro pietanze a servire il tradizionale banchetto imperiale, che si componeva di un minimo di 60-70 portate a un massimo di 365, una per ogni giorno dell'anno. Pietanze eccellenti non solo per quantità ma anche per la qualità e rarità degli ingredienti utilizzati, alcuni dei quali rappresentano ancora oggi i prodotti d'eccellenza della cucina cinese: le anatre laccate allevate a germogli di soia, i frutti di mare di abalone, le pinne essiccate di pescecane, i nidi d'alghe di rondine, le zampe d'orso! I cibi venivano serviti in porcellane finemente decorate e bordate d'oro, e per prevenire il rischio d'avvelenamento dell'imperatore in ogni piatto veniva immersa una bacchetta d'argento che in presenza di arsenico avrebbe mutato il suo colore.
visitare le province più estreme del suo regno, giunto a Hong Kong chiese al cuoco che lo ospitava di preparargli per l'occasione un banchetto in grado di portargli la "gioia nel cuore". Il cuoco, non conoscendo i gusti del sovrano, preparò 100 diversi piccoli piatti, nella speranza d'individuare già il primo giorno le preferenze dell'imperatore. Questi rimase estasiato dalla varietà e particolarità delle pietanze servitegli e ordinò che dal quel momento tali piatti diventassero la sua colazione. Nacque così, in modo leggendario, la tradizione dei dim sum, che ancora oggi fa di Hong Kong la capitale gastronomica di tutta la Cina. (WEB) |
Post n°235 pubblicato il 29 Aprile 2012 da das.silvia
Nel tuo piccolo mondo d’uomo si arrovellano quisquiglie nell’abecedario del limite mentale Insipide inezie disgregano l’effimera piramide del buon senso disperso nello sconforto che preme a dismisura Con te solo mi compiaccio di scorribande corporee per raffermare il mio essere femmina peraltro avida d’un cervello valido che sappia trascinarmi via nel soffio raddolcito d’amore Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°234 pubblicato il 29 Aprile 2012 da das.silvia
La figura di Ulisse ha affascinato autori e intellettuali di ogni epoca che hanno scritto saggi e opere prendendo a modello il protagonista dell’Odissea. Ulisse (Ulysses) è ad esempio il protagonista del romanzo dello scrittore irlandese James Joyce pubblicato a Parigi nel 1922. L’opera richiama alla mente l’Odissea di Omero, ad ogni libro di quest’ultima corrisponde un capitolo del romanzo, e anche tra i protagonisti dell’una e dell’altro libro c’è corrispondenza: l’Ulisse di Joyce è Leopold Bloom; Penelope è Molly, la sposa di Bloom; mentre Telemaco è Stephen Dedalus. Nell’opera di Joyce, Leopold Bloom compie un viaggio dentro l’essere umano che diventa l’insieme delle nuove terre da esplorare, da scoprire. La conoscenza dell’uomo avviene nel momento in cui l’umanità è naufragata nei suoi vizi e nei suoi falsi valori. Un’umanità rappresentata da personaggi caratterizzati dalla totale mancanza di eroismo, di fede, di coraggio. Ulisse è anche il titolo di una poesia tratta dal Canzoniere di un poeta italiano, Umberto Saba. La poesia è articolata in un’unica strofa di 13 versi costituiti da endecasillabi sciolti. Umberto Saba, scrittore italiano della prima metà del Novecento, dagli Ulisse precedenti assimila e trasmette ai lettori l’idea del viaggio come percorso della vita compiuto sia dal poeta che dal singolo essere umano ( W E B )
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Post n°233 pubblicato il 28 Aprile 2012 da das.silvia
Luna rosata nella sua inclinata curva Silvia De Angelis tutti i diritti riservati |
Post n°232 pubblicato il 28 Aprile 2012 da das.silvia
Una giornata grigia in cui sarebbe bello starsene rannicchiati dentro al letto senza pensare alle incombenze della vita che, di tanto in tanto, hanno il potere di logorarci il cervello. Però, a pensarci bene, un'esistenza senza problematiche e "impicci" da risolvere sarebbe davvero monotona e, dopo un pò di tempo, si avvertirebbe la esigenza di un qualcosa che non quadra, per stimolare la mente a risoluzioni impensate. Le migliori scaturiscono al buio della notte, quando ci giriamo e rigiriamo nella nicchia notturna, alla ricerca di un comune denominatore che, in un colpo solo, possa far quadrare le nostre problematiche, che appaiono sempre più gigantesche e pronte a divorarci fino al midollo. Talvolta un lampo di genio riesce a donarci un senso d'ebbrezza e allora quell'infima parte di sonno, messa in un cantuccio, per essere catturata prima dell'alba, va a farsi fottere...ma non ha importanza perchè reindirizzati sulla giusta breccia, per rimanere in piedi, restiamo ad occhi aperti fino alla mattina crogiolandoci nella nostra preziosa creatività che ci ha permesso di tirare un respiro di sollievo! Silvia De Angelis tutti i diritti riservati |
Post n°231 pubblicato il 27 Aprile 2012 da das.silvia
Bellezza Silvia De Angelis tutti diritti riservati |
Post n°230 pubblicato il 27 Aprile 2012 da das.silvia
Pur nell’ideazione di risvolti creativi d’armonia interiore molti si crogiolano nel crepitìo di competizione Forse distinguersi all’eccesso diviene immancabile primato nel complicato solco di passi oltre il dovuto Costoro fan reclame esasperante d’opinabile bravura nell’attesa di giubilo altrui Nel risvolto probabile di soffi e sofismi si perde l’attrattiva di quel nesso decantato andando a sbirciare lidi silenziosi ove la vita prende il sole… Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°229 pubblicato il 27 Aprile 2012 da das.silvia
Recentemente ardenti sfere luminose di circa 60 metri di diametro prodotte da un apparato tecnologico extraterrestre costruito in Siberia centrale, deviano e distruggono i corpi celesti (meteoriti) in rotta di collisione con la Terra. profondità indefinita del pianeta, avrebbe gìa salvato il nostro pianeta nel lontano 1908, quando a Tunguska, in Siberia, esplose un meteorite. Paglialunga, chimico che ha svolto numerose ricerche nel territorio russo e Valery Mikhailovich Uvarov, capo del Dipartimento di Ricerche Ufologiche di San Pietroburgo, è stata spiegata in modo dettagliato da Gianluca Viappiani, consigliere astrofilo del Centro Galileo di Parma. nell’altopiano della Siberia Centrale, una zona impervia, dove le leggende narrano di "fulmini ardenti", di "sfere fiammeggianti" e di tremende esplosioni. Nella zona sono stati trovati degli oggetti di struttura metallica, sconosciuti alla scienza terrestre, la maggior parte dei quali interrati nel permafrost siberiano. in superficie. Le strutture sono costruite di un materiale sconosciuto, simile allo smeriglio.
frantumato esplode, polverizzato intercettato e colpito da diversi globi di plasma. Tunguska il generatore di energia entrò nella sua fase culminante: ebbe inizio la generazione delle sfere. diverse, si spostavano lentamente paralleli alla superficie terrestre, talvolta fermandosi e cambiando traiettoria e velocità. (Le testimonianze parlano di cerchi infuocati di dimensioni gigantesche) al secondo, fu colpito ben nove volte da altrettante sfere luminose. avrebbe dunque salvato la Terra da un disastro di dimensioni epocali. Viappiani sembrerebbe essere in atto un’inversione di tendenza cominciata 30mila anni fa, tra corpi cosmici che impattano con la Terra a quelli che esplodono in aria (si parla di corpi celesti di grandi dimensioni). che fermerebbe questi mostri dello spazio”, conclude ilconsigliere del Galileo. (W E B)
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Post n°228 pubblicato il 26 Aprile 2012 da das.silvia
E sfrangiava lamenti il mio segreto
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati |
Post n°227 pubblicato il 26 Aprile 2012 da das.silvia
Luminosi e sereni orizzonti si stagliano nelle fotografie degli artisti egiziani, una malìa di cielo, terra e mare in cui i soggetti degli scatti sono isolati e tuttavia armoniosamente contestualizzati in un unicum che restituisce a chi osserva la tensione di un attimo irripetibile. Visioni, prisma variegato di sfumature, tante quanti sono coloro che vi si accostano.
che è rappresentano, ma rimandano ad un universo di significati che superano il confine di ciò che è raffigurato.
malinconico velo di tristezza. I pescatori affidano agli astri benevoli il loro avventurarsi per mare. I loro occhi rete in cui si imprigiona lo sguardo di chi osserva. Raccontano storie lontane, di mari navigati e speranze spesso naufragate.
l’andamento sinuoso del Deserto Egiziano rievocano la magnificazione del passato e la gloria del presente di uno dei più grandi paesi del continente africano.
significati che si colgono nello sguardo celato di un bimbo, da cui traspare appieno l’innocenza e spensieratezza della tenera età. Un amore che va al di là di ogni comprensione umana e che suscita meraviglia. Lo stupore per l’arte culmina nel tripudio dell’espressione delle architetture, un vertice di armonia e simmetria ne La Cittadella di Salah Eldin, Moschea Mohamed Ali (MOHAMED RASHED AMER), che filtra dalle Luci della Moschea (MONA HUSSEIN). Un turbinio di riflessi e di ombre sottolinea ed esalta i tratti salienti della armonizzazione tra natura e ambiente realizzata nell’arte araba. Più cupe e introspettive le atmosfere di Interno di una Moschea, luci ed ombre, in un intimo raccoglimento nella fede che disvela un universo di spiritualità riposto nell’occhio dell’artista che filtra, discerne e seleziona.
sensazioni che alludono alla vivida percezione di odori e sapori, come in Cairo . La Strada del Cairo diventa visione, movimento capace di riprodurre i suoni del sud del Cairo. Lo stupore e la grandiosità de Il Gran Faraone è emblema di quella millenaria memoria che rese grande l’Egitto. Misteriose rappresentazioni dell’Aldilà, vertigionosi salti nel passato, balzi nel presente, proiezioni nel futuro narrano di un grande Paese che vive, oggi, il trionfo e il risorgimento del suo popolo fiero e orgoglioso. (W E B)
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Post n°226 pubblicato il 25 Aprile 2012 da das.silvia
Ricordiamo quest'oggi la festa della liberazione riportando un brano di Beppe Fenoglio: studente di letteratura con l'amore per la cultura anglosassone, decide di unirsi ai partigiani della sua città Alba, nel Monferrato piemontese. Lo fa non tanto per convinzione ideologia, quanto più forse per aver immaginato poeticamente e astrattamente quella vita avventurosa. La realtà però si rivela tutt'altro che epicamente magica: è una lotta quotidiana contro la morte, la fame, la solitudine e soprattutto la guerra che provoca tutto questo. Le guerriglie e le lotte portano il giovane a trovarsi solo, senza più nessun amico, solo con la natura che lo circonda. Ha così la possibilità di fare un'attenta analisi introspettiva, che lo porta a realizzare quanto la guerra possa distruggere un uomo, le sue certezze, i suoi sogni e i suoi desideri. Johnny torna tra la gente, ma non è più in grado di integrarsi normalmente. Il libro è incompiuto, ma è comunque considerato uno dei più pragmatici e originali romanzi sulla Resistenza italiana. ( W E B)
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Post n°225 pubblicato il 25 Aprile 2012 da das.silvia
E’ quel dissenso che fa spessore forte nelle trame invisibili del concedersi coi sensi Pur non volendo avvertirne il soffio sa cementare solchi nel profondo avido d’affini accortezze che sappiano fluttuare nel connubio mente corpo forse assai lontani nell’intento Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°224 pubblicato il 25 Aprile 2012 da das.silvia
Avevo deciso di trascorrere le prime ore della notte in riva al mare, nel dolce rumore della risacca, che sa donare un infinito senso di quiete nel profondo e anche riportare a galla quelle indimenticabili emozioni d'amore che la vita ha saputo regalare, tramutandomi in una donna vera. Porto con me uno scialle per difendermi dall'umidità inevitabile di quel respiro di salsella che accarezza le narici, aumentando d'atmosfera quella sensazione di indicibile trasporto in una dimensione di piacevole rilassatezza. M'inebria la voce dell'acqua in quel suo rumorìo dolcemente assillante, che proietta in uno stato di ebetismo, mentre rimescola ricordi e forti attrazioni che hanno impresso un solco non indifferente. Improvvisamente mi giunge uno strano cicaleccio d'indescrivibile portata...mi volto ma non vedo nulla.. si fa sempre più accentuato e sulla soglia dell'acqua mi sembra di intravedere una grossa ciambella luminosa. Istintivamente mi allontano dalla riva del mare, ma sento che non posso farlo più di tanto perchè quell'oggetto mi attira verso di sè. Il mio respiro si fa più accelerato, ma nello stesso tempo, non so spiegare perchè, un forte senso di serenità prende corpo nella mia coscienza e mi trasmette un gran senso di benessere e appagamento. Sto rivivendo, in un'essenza di tempo imprendibile, attimi salienti e bellissimi della mia vita e l'emozione è di un'intensità immensa.. forse mai provata così.... Lentamente diluisce la sua forza e, nel frattempo ho l'impressione di svegliarmi da un incredibile sogno... La bassa marea è molto forte e sembra aver inghiottito qualsiasi cosa si trovasse in bilico sulle onde della risacca.... La luna mi sbircia di traverso e fa luce su quel tratto di strada che mi riconduce a casa, ove farò sommesse considerazioni su quanto accaduto.... Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°223 pubblicato il 24 Aprile 2012 da das.silvia
Sempre Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°222 pubblicato il 24 Aprile 2012 da das.silvia
Stasera sembra quasi ululare il frastuono del vento e non si seda per alcun motivo al mondo. Correnti lontane, d'oltreoceano, s'insediano in modo stabile nelle masse d'aria, pigiate a più non posso da questi forti flussi, che non intendono placarsi, anzi aumentano la loro invasività. A tratti quel forte sibilo ventoso si ferma, per poi riprendere con più forza, e produrre l'effetto d'un eco, che si dimena per poi ritrarsi. Il cielo, nel frattempo si è oscurato, e promette l'arrivo di intense piogge, che finalmente irrigheranno la terra prosciugata da gocce acquose da vari giorni. Nel frattempo il mio umore, sempre portato a toni allegri e alla positività, si è adombrato, posandosi su sensazioni e attimi creativi del passato che hanno segnato consapevolezze fondamentali di vita. Quelle per cui a un certo punto ci si sente una donna vera, al culmine delle proprie forze e della propria volontà decisionale, per correre sulle ali della vita. Questa è un'emozione molto particolare, che non si prova spesso, ma quando s'insinua nella coscienza dona un forte senso di gioia e appagamento, come se il resto del mondo venisse a cadere e perdesse, entità e malesseri, che fino a poco prima avevano creato un senso di disagio. E' strano come il repentino cambiamento del tempo possa modificare in modo così profondo l'umore.. gioioso nel turchino del cielo e adombrato nel grigio di nubi scontrose ... Distrarsi è l'unica cosa. Anche ascoltare una musica briosa e coinvolgente può essere di grande aiuto in questi momenti discordanti del proprio segreto, cercando di appropriarsi di quelle vibrazioni magiche che aiutano a far sentire in forma... Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°221 pubblicato il 23 Aprile 2012 da das.silvia
Tag: assottiglia, attenzioni, cerchi, chiarità, enfasi, flebili, ghermisce, indelebile, inesorabilmente, intrattieni, iride, istanti, recita, recondito, sbiadita, slancio, tenore Si fan flebili i tuoi cerchi di luce
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati |
Post n°220 pubblicato il 23 Aprile 2012 da das.silvia
Nel tenero sguardo di mia madre, reso opaco dal tocco inflessibile del tempo, ravvedo intense sensazioni di dolcezza e impressioni sbiadite, d'attimi di vita, che le tolgono il respiro dai giorni striminziti, nelle attività del quotidiano limitate a esili sbocchi. La sua instancabile voglia di rendersi utile mi commuove e anche quella insistenza concreta nel voler camminare a tutti i costi, anche se i talloni e la pianta del piede le imprimono forti segni di stanchezza. Il volto, sempre paffutello e ridente, mi dona un gran senso di quiete interiore e il nostro rapporto rafforzato all'ennesima potenza è ormai inscindibile...quando i nostri sguardi si incrociano, racchiudono una gioia infinita, in quel connubio di emozioni, che si uniscono alla felicità di trascorrere impagabili attimi insieme, finchè è possibile, scambiandoci una dose d'affetto, che diviene sempre più forte col trascorrere degli attimi. Lei non è cambiata negli atteggiamenti...ha sempre lo stesso modo di porsi, che ricordo da quando ero piccola e che mi dava grande gioia e certezza in una presenza sempre attenta, anche alle sfumature più impercettibili. In realtà compensava di gran lunga l'impulsività e il nervosismo di mio padre, assai diverso da lei, nel temperamento. Sono felicissima di aver dedicato buona parte del mio tempo alla senilità dei miei genitori, ai quali sono davvero grata per quanto hanno sempre fatto per me, anche in attimi complessi della mia vita, pieni della loro infinita attenzione e grande disponibilità. Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°219 pubblicato il 22 Aprile 2012 da das.silvia
T'ho vissuto nel sogno d'ansimanti vertigini
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati |
Post n°218 pubblicato il 22 Aprile 2012 da das.silvia
Il disco arancione intenso del sole si smorza lentamente dietro la montagna frastagliata, l’aspra falesia di roccia, risultato di millenarie sedimentazioni eoliche e di innalzamenti geologici: ai piedi dell’asperità più scoscesa un piccolo villaggio abbarbicato lungo i fianchi di un canyon, che divide in due i l cuore della montagna, quasi ferendola, piomba nella semioscurità e subito aiuta la fioca luce del tramonto, premessa della stellata notturna, con l’illuminazione artificiale delle lampade ad olio. È la comunità di qualche centinaia di anime di Malula, piccolo borgo siriano, sito a 45 km a nord di Damasco: qui, in un paesaggio lunare, capace di ammaliare e trasmettere sensazioni pregnanti con l’aspra catena montuosa che separa il deserto della Siria orientale dalle verdi colline dell’Antilibano ad occidente; qui una comunità ancora virginale, con radici antichissime, con scarse contaminazioni culturali, dà vita a tutt’oggi a un fenomeno linguisticamente unico: sono infatti molti a parlare, oltre all’arabo, l’aramaico, l’antica lingua di Gesù e dei suoi discepoli, diffusa nella Palestina di duemila anni fa. I glottologi sostengono che le variazioni rispetto al modello originario sarebbero minime; e – fatto ancor più eccezionale – i vecchi del villaggio riescono a intessere dialoghi in questo idioma arcano, non limitandosi a usarlo nella liturgia e nella recitazione di preghiere. Sì perché Malula è il simbolo per eccellenza della religione cristiana nell’intera Siria, nazione moderna, che può essere presa a modello quale esempio di convivenza pacifica tra due religioni, troppo spesso in altri Paesi mediorientali (ad iniziare dall’Egitto) in drammatico conflitto tra loro. Malula infatti, quasi vivacizzata da un simile unicum linguistico, si innerva e riposa tutta sulla profonda fede, che sgorga pura dai due monasteri, posti alla sommità del borgo, quasi a sua protezione. San Sergio e Bacco è sede di una confraternita di monaci di cristallina spiritualità, ma non isolati, anzi molto attivi – com’è secolare tradizione delle esperienze cenobite di queste regioni – nel dialogo col mondo e nella accoglienza e nel mutuo scambio di opinioni con pellegrini, a loro volta affascinati del profondo sentimento di fede, che promana da simili luoghi arcani e selvaggi. (W E B)
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