Messaggi di Maggio 2012
Post n°310 pubblicato il 31 Maggio 2012 da das.silvia
Nel boato che fa eco all’impulso delle viscere s’accartocciano come fuscelli edifici e mausolei d’antica tradizione Il panico interpreta lo sgomento incredulo di anime inermi allo sconquasso della natura imbizzarrita Preme nell’egemonia d’inaudita forza sulla fragilità di piccoli uomini spauriti illusi d’evoluzione tecnologica… Si frantumano credibilità come neve al sole nello scalpito irruento d’un irreversibile estro che sa far dolore Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio2012 |
Post n°309 pubblicato il 31 Maggio 2012 da das.silvia
Improvvisamente un boato, diverso dal rumore d’un tuono e poi un sussulto inaudito che sfocia nel forte tremolìo della terra e tutto si muove d’intorno in modo inconsulto… Ecco il terremoto, inaspettato cataclisma, che sa incutere interminabili attimi di panico. La mente in pochi secondi gestisce immagini terrificanti e l’istinto di sopravvivenza avanza a grandi passi con velocissime mosse portate alla salvaguardia della propria persona, allarmata da una situazione di forte pericolo. Non c’è tempo di pensare, si deve correre al di fuori delle mura dell’abitazione, all’aperto, possibilmente lontano da fabbricati, che potrebbero sbriciolarsi da un istante allo altro. Le scene che seguiranno, dopo il sisma, saranno terrificanti per la loro violenza… un ammasso di detriti ed edifici distrutti o semidemoliti, fra gli sguardi della gente ancora attonita e sbigottita per aver vissuto attimi devastanti ed avere ancora il dono della vita, dopo un evento di tale portata. Organizzati nelle tendopoli, in uno stato di precarietà ed emergenza, in parte sono felici di aver avuto salva la esistenza,ma molti di loro hanno perso la casa e forse anche il lavoro. Situazioni davvero drammatiche, che il percorso, che bisogna sempre considerare un’avventura, può riservare insieme ad altre, di natura imprevedibile che portano a riflessioni profonde e alla considerazione di quanto, soprattutto, siamo fragili, di fronte all’inaspettata forza della natura, che non finisce mai di sbalordirci con le sue incredibili performance
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°307 pubblicato il 30 Maggio 2012 da das.silvia
E' il gelo a sopprimere |
Post n°306 pubblicato il 30 Maggio 2012 da das.silvia
La rosa dei venti raffigura i quattro punti cardinali principali (nord, sud, est e ovest), con altrettanti quattro punti intermedi che determinano le seguenti altre direzioni: nord-est, sud-est, sud-ovest e nord-ovest.
intermedi), e' possibile raffigurarne altri otto intermedi: nord-nord-est (NNE), est-nord-est (ENE), est-sud-est (ESE), sud-sud-est (SSE), sud-sud-ovest (SSO), ovest- sud-ovest (OSO), ovest-nord-ovest (ONO), nord-nord- ovest (NNO). Tutto sara' piu' chiaro vedendo l'immagine della rosa dei venti a centro pagina. loro provenienza. Se infatti immaginiamo la rosa centrata sull'isola di Zante (quella del Foscolo per intenderci, sita a Sud-Est dell'Italia, vicino alla costa greca che si affaccia sul Mar Jonio), scopriamo che a Nord-Est c'e' la Grecia (da cui proviene appunto il vento Grecale), a Sud-Est la Siria (da cui proviene appunto il vento Scirocco), a Sud- Ovest la Libia (da cui proviene appunto il vento Libeccio) e a Nord-Ovest Roma (da Roma "caput mundi" da cui proviene appunto il vento Maestrale che guarda caso significa "maestro dei venti"). Con questo metodo sara' piu' facile ricordare i nomi dei venti e la loro provenienza. scirocco, ostro (o mezzogiorno o austro), libeccio, ponente, maestrale. ( W E B) |
Post n°305 pubblicato il 29 Maggio 2012 da das.silvia
Ce sta ‘nbuchettto nei pressi de’ ‘na porta ar sesto piano der palazzo mio che co’ poco spazzio t’embeve de’ ‘na grandezza solenne…. che guasi ce stenti a crede… Maestosa e senza grilli pe’ ‘a testa te compare lei..Roma disinvorta ne le piazze più distinte che se rincoreno pe’ ‘a maestà e ‘a tradizione de l’antenati che ce l’hanno tramannate Sbigottita, ‘sta città de ‘a primavera odorosa trasuda da quer foro ‘nenergia che t’embriaca e te fa capì senza fiatà come da sempre sa rinasce su quele pennellate d’acquerello che manco er mejo pittore sa imità….
TRADUZIONE UN BUCHETTO C’è un buchetto dentro una porta al sesto piano del mio palazzo che con poco spazio ti dona una grandezza solenne… che quasi stenti a crederci Maestosa e senza grilli per la testa ti appare lei Roma disinvolta nelle piazze più famose che si fanno concorrenza per la maestà e la tradizione degli antenati che ce le hanno tramandate. Sbigottita questa città per questa primavera profumata trasuda da quel foro un’energia che quasi dà alla testa e fa capire, in silenzio come da sempre si rigenera su quelle pennellate d’acquerello che ne anche un pittore quotato sa imitare…
Silvia De angelis tutti i diritti riservati febbraio 2012
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Post n°304 pubblicato il 29 Maggio 2012 da das.silvia
Qualche mese fa una delle più grandi community di matchmaking ha svolto un sondaggio tra i propri utenti per cercare di scoprire cosa sognano e perché. Lo studio è stato interpretato dalla psicologa Stefania Maiorino, del team di Monica Zentellini, la psicologa di centobattitiperminuto. Il dato più interessante che emerge dal sondaggio è che più della metà degli utenti (55,4%) afferma di avere sogni ricorrenti, che possono presentare la stessa struttura, gli stessi personaggi, la stessa scena e atmosfera. Un dato considerato dagli psicologi contemporanei come espressione di temi importanti della propria vita che può essere una delle chiavi interpretative per comprendere meglio la personalità del sognatore stesso. Dall’indagine risulta che il 39,5% parla dei propri sogni come occasione per parlare di sé, per conoscersi meglio, ma anche per stupirsi e ridere insieme ad amici, parenti, colleghi, mentre solo il 25% preferisce non condividerli nell’ambito delle proprie relazioni affettive. Le donne in questo caso si sono dimostrate gli utenti più sensibili e maggiormente a contatto con la propria fantasia (44%) ma anche gli uomini mostrano una certa sensibilità e interesse per il sogno, quale parte intima e bizzarra della propria esperienza individuale (24%). Il 74,3% afferma di ricordare i propri sogni al risveglio (65,2% donne) evidenziando un buon contatto con la propria dimensione onirica. La consapevolezza dell’esperienza onirica aumenta col crescere dell’età: mentre i giovani sono incuriositi dall’aspetto irreale dei propri sogni e per questo più inclini a “riderci su”, i sognatori più “maturi” li considerano occasione di riflessione personale. La possibilità di ricavare numeri da giocare partendo dai simboli sognati mette nuovamente in risalto il campione femminile, più ricettivo anche nei confronti dei contenuti “esoterici”, Il 23,2% del campione femminile racconta di avere sognato un parente o un amico comunicare loro dei numeri. I luoghi più frequentemente sognati sono la casa (25,8%) e il mare (16,1%), dove la casa è considerato un simbolo molto importante: ciò che avviene nella casa accade dentro di noi. Il simbolo della casa è associato alla donna e alla madre, è il rifugio sicuro e accogliente, lo spazio dell’intimità e delle relazioni familiari.
inconscio, il luogo da cui proviene la vita e in cui la vita si trasforma e rinnova. Il tema più ricorrente nei sogni sono l’amore e le relazioni, rivisitati in chiave piacevole (21,8% ). Amoreggiare nel sogno indica un atteggiamento di apertura all’inatteso, al diverso, la possibilità di congiungerci con una parte di noi stessi passando attraverso la relazione con l’altro. Infine, il sondaggio evidenzia un legame intenso degli utenti con l’elemento emotivo, il 66,2% dichiara di sognare a colori piuttosto che in bianco e nero. I colori rispecchiano le sfumature dell’universo affettivo e la vivacità delle sue vibrazioni, producendo una sorta fascinazione che ha lo scopo di richiamare l’attenzione ed il ricordo. (W E B) |
Post n°303 pubblicato il 28 Maggio 2012 da das.silvia
L'effluvio di un'emozione cattura il viola disperso nella visione menzognera d'un amore effimero spettatore di sussulti ormeggiati sulle rive mentre il suono dell'acqua si fa forte Si discostano insenature dai cardini della pelle nell'orizzonte di una stagione cupa dentro le vene levigate di sospiri e alchimie d'amore sbriciolate scampate alla deriva d'un tempestoso ardire Si ripropongono impudenti e inaspettate nella svogliatura d'un di qualsiasi come uno schiocco altisonante mentre le labbra aderenti al vetro s'imbibiscono di suoni d'amore Silvia De Angelis tutti i diritti riservati novembre 2011 |
Post n°302 pubblicato il 28 Maggio 2012 da das.silvia
Verde, bianco, rosso. Tre bande verticali di eguale dimensione che vanno a comporre il nostro vessillo nazionale. Esposto nelle celebrazioni ufficiali e osannato nella manifestazioni sportive il tricolore fa parte della nostra cultura da secoli. L'origine della bandiera italiana, infatti, non va fattacoincidere con l'Unità di Italia, poiché è alla fine del 1700 che bisogna far risalire la sua nascita. anno in cui vide la luce la Repubblica Cispadana, comprendente alcuni territori dell'attuale Emilia Romagna. Il verbale della riunione, infatti, recita: fa pure mozione che si renda Universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori, Verde, Bianco e Rosso e che questi tre colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti. si è molto discusso e le suggestioni arrivano anche dalla poesia. «Il verde la speme tant’anni pasciuta, il rosso la gioia d’averla compiuta, il bianco la fede fraterna d’amor» dice Berchet; ma Dall'Ongaro risponde «I tre colori della tua bandiera non son tre regni ma l’Italia intera : il bianco l’Alpi, il rosso i due vulcani, il verde l’erba dei lombardi piani». Carducci, invece, scriveva «le nevi delle alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani. E subito quei colori parlarono alle anime generose e gentili, con le ispirazioni e gli effetti delle virtù onde la patria sta e si augusta: il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l'anima nella costanza dei savi; il verde, la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de' poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi.»Altri, molto meno poeticamente sostengono invece che i tre colori derivino essenzialmente da una mera copia della bandiera francese, alla quale si è sostituito il verde con il blu. (W E B) |
Post n°301 pubblicato il 27 Maggio 2012 da das.silvia
Si dissuade lo sguardo nel muro informe protende battiti di ciglia in angoli remoti lastricati di tessuti sul davanzale di fioche viole Si rigenerano consapevoli pulsioni e focose energie celate negli spazi dissepolti sanno rapire nei toni accesi di canzoni con venti caldi insinuati tra i capelli e gigli divenuti color porpora in uno sconfinare dalle futili banalità dell’attimo Si infrangono emotività su dune del passato suggestionano scialbe tele del deserto inventando raffinate magie d’amore scivolate in una prospettiva d’inversi mossi da soffi di luna e ilari ciocche di sole Silvia De Angelis tutti i diritti riservati aprile 2012 |
Post n°300 pubblicato il 27 Maggio 2012 da das.silvia
Accadono alcuni eventi, di particolare gravità, che ci lasciano veramente basiti e amareggiati. Le immagini di quei fatti cruenti rimangono scolpite nel profondo e non riescono a ragguagliare ragionamenti di logica e razionalità, che si intensificano nei meandri della nostra mente. Persone della folla, come noi, che si macchiano di omicidi, togliendo, nei modi più dolorosi, la vita ad altri esseri umani. I motivi di queste scelte gravissime potrebbero essere infiniti e toccare punti cruciali della personalità, che, in un modo o nell'altro arriva a una conclusione dai toni irrinunciabili e drammatici. Mi chiedo se sia possibile che il cinismo e la freddezza arrivino al punto tale da non lasciare la benchè minima remora o forte senso di colpa, nei cuori di questi individui? Come possano procedere nel percorso esistenziale con un peso nella coscienza di così immensa portata? Eppure credo che loro non si pongano minimamente il problema ...anzi si sentano anche investiti di un compito al di sopra delle possibilità degli altri e camminino nel solco quotidiano in un'indifferenza che li renda quasi al di fuori della sensibilità degli altri, visto che loro non sanno ne anche cosa significhi amare il prossimo e rispettarlo, anche se le sue idee siano completamente diverse dalle nostre... Silvia De Angelis tutti i diritti riservati |
Post n°299 pubblicato il 26 Maggio 2012 da das.silvia
Serbo ancora lucciole di te dei pensieri ampliandoli ora penombre ondulate s'inebriano d'ermetiche vertigini Silvia De Angelis tutti i diritti riservati febbraio 2011 |
Post n°298 pubblicato il 26 Maggio 2012 da das.silvia
Il mitico conte di Cagliostro, figura mitica a metà strada tra il mago e il ciarlatano, abitò a Parigi per un breve periodo. Il leggendario alchimista, che costruì la sua immagine misteriosa durante il regno di Luigi XIV, occupò una casa al numero 1 della rue Saint Claude, nel quartiere del Marais.
Giuseppe Balsamo (detto Alessandro) fu educato nel convento di Misericordia di Caltagirone dedicandosi particolarmente allo studio di medicina e alchimia. Nel 1768 il giovane Balsamo sposa la bella Lorenza Feliciani e, grazie alla sua ricca dote, i due viaggiano attraverso l’Europa: Venezia, Milano, Genova, Aix en Provence, Londra e l’Inghilterra, Bruxelles, Berlino, Russia, Polonia e la Francia intera. Nel 1776, a Londra, si affiliò alla massoneria e creò una loggia dedicata al rito egiziano che contribuì ad accrescere l’alone di mistero attorno alla sua figura.
dell’occultismo e la forza della suggestione, il giovane acquistò la reputazione di mago e guaritore e cominciò a farsi chiamare il conte di Cagliostro. Il conte raccontava di essere capace di fabbricare diamanti, trasformare la canapa in seta e il metallo in oro, di aver conosciuto Gesù Cristo e di aver preso parte alle nozze di Cana. Cagliostro si stabilì a Parigi nel 1785 e conobbe un grande successo grazie anche all’amicizia con il marchese Rohan.
di guaritore raggiunse rapidamente le strade della capitale francese.
regina Maria Antonietta, fu costretto a lasciare la Francia. Tornato in Italia, il conte fu arrestato, processato dal tribunale dell’Inquisizione e condannato a morte perché fondatore di una setta massonica.
Cagliostro morì nella fortezza di San Leo, dopo alcuni anni di prigionia, nel 1795. (W E B)
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Post n°297 pubblicato il 25 Maggio 2012 da das.silvia
Si affievolisce l’attinenza dell’occasione nel battibaleno impercettibile affonda l’estro intrigante nel carisma dotato d’affini percezioni si disperdono in un tracciato distante dal rumore carezzante i nembi della coscienza l’appagante brusìo celato nel dubbio d’un autunno sfocato intimorisce i battiti di tempie soggiogate da un tripudio effervescente impagabile nell’espressione d’un vanto d’amore toccante il respiro imminente Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio 2011 |
Post n°296 pubblicato il 25 Maggio 2012 da das.silvia
L'anno di nascita del parapendio è ufficialmente il 1985, e la sua patria è la Francia. In realtà l'idea di un'ala non rigida che crea portanza è da attribuire a Francis Rogallo sviluppata nelle sue ricerche per conto della NASA negli anni '60. I primi parapendio erano direttamente derivati dal paracadute da lancio, avevano un aspetto rettangolare con una doppia superficie alimentata da grosse bocche poste sulla parte anteriore dell'ala.
effettuato correndo su un pendio inclinato e costringendo l'aria ad entrare nelle bocche, fase in cui la vela, iniziava ad avere la sua forma, necessaria per il sostentamento del pilota. Nel 1985 la FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) riconosceva il parapendio come velivolo vero e proprio, anche se a quel tempo le prestazioni di tali apparecchi erano pressochè simili a quelle dei paracadute da lancio, con un'efficienza di circa 3:1, cioè la vela percorreva circa 3 metri di volo orizzontale ogni metro di quota perso. Questi furono gli anni del cosiddetto “pionierismo”; fase in cui i pochi appassionati del tempo, provenienti per lo più dall'alpinismo e dal paracadutismo, tracciavano le prime esperienze in un campo allora privo di ogni certezza. Nel 1988 viene organizzato il primo campionato FAI a St. Hilaire de Touvet (Grenoble) per le ali da parapendio; sarà un vero e proprio censimento epocale e darà il via allo sviluppo tecnologico delle ali che ha portato alle moderne vele di oggi e che non si è ancora interrotto.
del parapendio e iniziano la loro progressiva ma inesorabile trasformazione che porterà ad una forte diminuzione degli appassionati di deltaplano e una crescita esponenziale dei piloti di parapendio, in special modo nei paesi a ridosso dell'arco alpino. Contemporaneamente si sente una forte esigenza a creare delle basi d'insegnamento del volo, in modo da trasformare sempre più l'epoca dei pionieri in quella del moderno insegnamento del volo, forte di esperienza e di certezze acquisite. Oltre alle scuole di volo nascono anche gli enti preposti ad omologare le vele, cioè a decretare oggettivamente il loro grado di sicurezza e la loro idoneità ad essere commercializzate. (W E B) |
Post n°295 pubblicato il 24 Maggio 2012 da das.silvia
Nella stiva misteriosa della tua coscienza
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati (agosto 2011) |
Post n°294 pubblicato il 24 Maggio 2012 da das.silvia
Una delle opere architettoniche più impressionanti e più grandiose è certamente la Grande Muraglia Cinese. Anch’ essa fa parte delle sette meraviglie del mondo. I Cinesi sono soliti chiamarla Wan-li Ch’eng, che significa letteralmente muro dei diecimila li. Quest’ ultimo è un’ unità di misura che coinciderebbe a cinquecento metri: la muraglia dovrebbe quindi correre per circa cinquemila chilometri, ma in realtà sono molti di più. Attraverso accurate e abbastanza precise misurazioni, si è riuscita a stabilire la sua lunghezza: sarebbe di circa 8850 chilometri. Il suo spessore era invece di circa dieci metri. Fu realizzata durante l’ anno 215 a. C. ad opera dell’ imperatore Qin Shi Huangdi, il quale successivamente decise di far costruire anche l’ esercito di terracotta. Dato il grande impegno che richiese la sua costruzione, furono impiegati circa dieci anni affinché fosse ultimata. Egli regnò dal 246 al 210 a. C. circa, quindi riuscì ad ammirare la splendida muraglia in tutta la sua imponenza. La grande muraglia si estende dal golfo di Liao- Tung fino al Tibet, in particolare fino al passo di Kia-gu: essa delinea quindi il confine settentrionale della Cina. L’ alzato era costituito da terra battuta, rivestita di pietre bianche. Essa seguiva il percorso tortuoso del terreno, che le dona anche la sua caratteristica forma. Venne creata allo scopo di difendersi dagli attacchi di un popolo vicino quanto aggressivo: i Mongoli.
essi riuscirono a penetrare all’ interno del territorio cinese attraverso le porte di cui era composta la muraglia. Oltre alle porte, la Muraglia disponeva ovviamente, come tutte le opere difensive, di torri di avvistamento. È opinione diffusa che la Grande muraglia cinese sia l’ unica costruzione fatta ad opera dell’ uomo che sia possibile vedere anche dallo spazio. In realtà, lo spessore del muro che compone l’ opera – di circa 10 metri - non è tanto notevole da permettere di essere osservata da così tanto lontano. (WEB) |
Post n°293 pubblicato il 23 Maggio 2012 da das.silvia
Siamo nella ricorrenza del 23 maggio per ricordare e onorare la figura e il sacrificio di Giovanni Falcone, per dedicare alla sua memoria, alla memoria di Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino e di tutti i caduti di quelle giornate, un rinnovato, corale giuramento d’impegno civile. Ma quello di oggi è un anniversario speciale : e non solo perché sono trascorsi vent’anni e il lungo tempo che ci separa dalle stragi di Capaci e di via d’Amelio ci consente bilanci e riflessioni di fondo sulla lotta contro la mafia, sull’impegno per la legalità e per la sicurezza. Quello di oggi è un anniversario speciale anche perché gli orribili fatti della vigilia, la barbara sanguinosa aggressione alle ragazze della scuola di Brindisi, e ancor più tutto quello che sta accadendo in Italia, la situazione generale del nostro paese, rendono importante, anzi prezioso, il richiamo all’esperienza di quel tragico maggio-luglio 1992, di quel drammatico biennio 1992-93; rendono prezioso il richiamo all’insegnamento e all’esempio di Giovanni Falcone. (W E B) |
Post n°292 pubblicato il 23 Maggio 2012 da das.silvia
Non sempre è facile sconfinare
Silvia De Angelis tutti i diritti riservati giugno 2011 |
Post n°291 pubblicato il 23 Maggio 2012 da das.silvia
L'esistenza non ci dà tregua....sembra starci col fiato sopra con una serie di eventi più o meno disgreganti la nostra personalità, indaffaratissima a dover risolvere tutto con intelligenza e tanta rapidità per non inciampare in quei tranelli fatidici che non ti permetteranno più di dormire tranquillamente. Le incombenze sono interminabili e ci colpiscono come frecce, lasciando segni difficili da rimarginare con rapidità e soprattutto hanno urgenza di veloci risoluzioni che, talvolta, tardano a balenare nella mente affaticata. Anni fa la vita aveva ritmi più tranquilli...si sono velocizzati nel corso degli ultimi anni, come, del resto, l'uscita straripante di nuovi prodotti che rendono obsoleti quelli messi in commercio poco tempo prima. Indubbiamente questa corsa sfrenata ci accorcia l'esistenza votata al raggiungimento continuo di obiettivi, cessati i quali, se ne presentano di nuovi ancor più complessi . Lo stress è all'ordine del giorno e l'insorgere di strane malattie, causate dallo abbassamento del sistema immunitario, esausto, non fanno altro che complicare di più l'andamento dell'esistenza. Oltretutto la divulgazione di notizie devastanti da parte degli organi di comunicazione, peggiora di molto la situazione della personalità, bersagliata da una serie infinita di attacchi bellici di tutti i tipi. Forse l'indifferenza generale diventa un'arma di difesa a tutte queste inquitudini che ci assillano senza un attimo di tregua, ma non risolve le grandi problematiche esistenti nel periodo che chiamano del progresso. Silvia De Angelis tutti i diritti riservati
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Post n°290 pubblicato il 22 Maggio 2012 da das.silvia
S’accosta alla vena del silenzio quel brusìo tacito del lago mentre nel cerchio raffermo della coscienza s’addentrano pensieri d’inconfessate smanie. S’adagiano sul torace concavo per discendere nell’estro dell’io che ne esalta il fascino immedesimato su cerchi concentrici d’acqua mossi da una breccola intrigante Nella lucentezza metallica d’un riflesso in un limpido abbandono il disamore raffermo s’identifica allo stupore d’un verbo che si fa muto sull’ebbrezza di sassi sbiaditi al calore d’un ‘emozione Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio 2012
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