Creato da das.silvia il 26/02/2012

Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi di Ottobre 2012

UN SOGNO IMPERFETTO

S’atteggia a parvenza misteriosa


nel velato addestro d’un dì definito


la sfinge d’una fata arcana


affianca l’esile passo


a smanie di zucche lumeggianti


nella suggestione enfatica d’un mito avvolgente


S'impiglia nel ricamo d’un guizzo di luna


contraffatto da chicchi di rugiada crepuscolare


mentre il volo d’un mantello veloce


scompone molecole d’etere


sfrangiate da filamenti d’anime senza peso


Espandono trafile di sillabe su vesti scomposte


da un refolo lieve


diluito nell’afflato imperfetto d’un sogno


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati ottobre 2011

                 

 
 
 

LE TRADIZIONI DEL GIAPPONE

Post n°616 pubblicato il 31 Ottobre 2012 da das.silvia

Il fascino del Giappone risiede anche nella sua millenaria storia e nella

felicissima armonia tra tradizioni secolari e modernità. Pensiamo, ad esempio,

alla forma di stato che combina l'antico passato imperiale ed il sistema politico

nato in seguito alla seconda guerra mondiale. Il Giappone è, infatti, una monarchia

costituzionale ereditaria con l'imperatore che ricopre un ruolo simbolico, ma non

per questo meno significativo per quanto concerne il rispetto rigoroso dei rituali.

Le tradizioni permangono anche nell'arte e nella filosofia, ambiti nei quali il

Giappone ha donato all'interno mondo esempi sublimi ed apprezzati.Pensiamo

ad arti manuali come l'ikebana, l'artistica pratica di disporre fiori recisi, oppure

all'origami, ovvero la creazione di figure piegando fogli di carta.  Salendo verso

pratiche maggiormente spirituali si può notare il seguito che riscuote il buddismo

zen, nato in Cina e sviluppatosi in Gippone per poi diffondersi in molti altri paesi.

I templi buddisti rappresentano alcune tra le mete preferite dai turisti che aspirano

a ritrovare la serenità interiore passeggiando all'interno degli armoniosi giardini e

dei luoghi sacri. Gli occidentali restano allo stesso modo incantati di fronte alla

cerimonia del tè, un ottimo esempio della persistenza dei riti antichi nella società

ipermoderna. La tradizionale arte zen registra infatti un ampio numero di

ammiratori che cercano di ripercorrere i gesti rigidamente codificati per entrare

nella cultura giapponese, nei suoi odori e sapori. (W E B)


 
 
 

CORMORANO

Fastose e semiaperte ali sulla cresta oceanica


ventolano dolcemente nell'etere


abbozzando con tenacia linea d'agile cormorano


Insinua delicata pausa


immerso nell'equilibrio accalorato d'un sole cocente


fra lievi flutti marini e trasognante salsella


Deciso inclina il becco nella profondità azzurrina


nel risoluto afferrare succulente prede


sguizzanti fra corallosi aromi


e screziate sintonie d'alghe sfumate


Un andirivieni ricorrente nei tessuti del crepuscolo


accorcia le distanze ombrose da nicchie nel suolo


ove piccoli nati pigolano nel tempo di luce


consapevole di vita


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  settembre 2011

  

 
 
 

CASTELLO DEGLI ACCIAIOLI

Post n°614 pubblicato il 30 Ottobre 2012 da das.silvia

Uno dei pochi, forse l'unico, edificio nell'area a Sud-Ovest di Firenze che ha

mantenuto praticamente intatte le originarie forme medivali fino ai nostri giorni

è senza dubbio il Castello dell'Acciaiolo. La sua posizione nella valle dell'Arno ne

faceva un importante centro strategico a controllo del fiume.

Le prime notizie sul castello risalgono alla metà del 1300  quando la proprietà era dei Rucellai, fra il XV° e il XVIII°

secolo appartenne a numerose altre famiglie fiorentine, fra le quali gli Acciaioli,

di cui ancora oggi porta il nome. Nel XVI° secolo fu dei Davizzi e teatro di un

truce fatto di sangue: Neri di Pietro Davizzi teneva rinchiusa fra le mura del

maniero la moglie e in seguito, per liberarsene, la uccise avvelenandola.

Scoperto il delitto fu condannato ed esiliato dal territorio Fiorentino.

Nell'ottocento il maniero fu acquistato da Genitle Farinola e dal 1998 è proprietà

del comune di Scandicci che sta portanto avanti una importante opera di restauro

e recupero.  Conosciuto anche come 'Villa' la costruzione si sviluppa come un

vero e prorio castello di forma rettangolare dotato di due torri, ancora ornate

da merlatura ghibellina a controllo delle due porte di accesso, e cinta muraria; il

nucleo originario può essere individuato nella ex-casa torre in pietra dche svetta

dalla facciata principale, attorno alla quale furono aggiunte le ali laterali. La

Cappella, alla sinistra dell'ingresso, presenta forme tardo settecentesche.

Il giardino all'italiana realizzato nel XVII° secolo è andato quasi completamente

distrutto, rimane sul lato est un'esedra con tracce dell'originaria decorazione a

mosaico. In generale l'aspetto del complesso è più quello di una residenza di

campagna fortificata che di un castello vero e proprio. (W E B)


 
 
 

LA MENTE TRASMETTE AL CORPO

Nel lamento goffo della stanza sconfinata

a ricucire zoppicanti strappi

pulsano frementi venature

quasi a scheggiare impulsi di vento

S’addensano toccando sfingi di granito

sfaldate a poco a poco  come petali sfioriti

nella fragilità ispessita d’un segnale lontano

mentre sguarnisce periferie sensibilizzate

sfuggenti a dita che acclamano stupore

nell’ora della prima luce che si fa sbieca…


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  ottobre 2012

     

 
 
 

LA MACCHINA DA SCRIVERE

Post n°612 pubblicato il 29 Ottobre 2012 da das.silvia

Ormai è proprio il caso di dirlo: la macchina da scrivere è diventato un vero e proprio pezzo d'antiquariato e trovarla in giro sta diventando sempre più difficile e complicato. Sembra quasi che la macchina da scrivere sia andata in pensione, e con questo è come se si chiudesse un capitolo importante della storia della scrittura e della comunicazione scritta. Come trovare oggi una macchina da scrivere?

Era stato proprio Giuseppe Ravizza, un italiano, nel 1846 a inventare lo strumento per scrivere che forse oggi i più giovani neanche conoscono. Ma se siete alla ricerca di un modo per ricordare il passato non demordete: esistono ancora molti modi per trovare una macchina da scrivere anche ai giorni nostri.

Sembra una paradosso eppure è proprio cosi: il metodo più facile per acquistare una macchina da scrivere è attraverso lo strumento che, forse, ha causato il suo "pensionamento", ovvero il computer. Tutto questo, ovviamente, grazie a Internet.

eBay è uno dei principali mezzi attraverso il quale ricercare e trovare una macchina da scrivere. Su questo grande portale di compravendita, infatti, è possibile acquistare macchine usate, ma ancora in buono stato e a prezzi ragionevoli.

Non dimentichiamo, infatti, che la macchina da scrivere è diventato un pezzo d'antiquariato, a volte da collezione, e dunque il costo per un esemplare può essere, appunto, "da antiquariato".

Lo svantaggio è lo stesso che si può riscontrare con qualsiasi articolo comprato su eBay: nonostante le foto non si sa mai in quali condizioni arriverà ciò che abbiamo comprato. (W E B)

               

 

 
 
 

DISTANZE

Nella tua incapacità d’amare

ti addentri silenzioso negli spiragli lavici

del mio sorprendere assensi di vita

scalpiti sulla linea del tallone

marcata da sonorità di realtà negate

Si fan forti in quella mia espansione  vitale

sagaci porzioni  di tempo

ove far rivivere angoli in penombra

impreziositi  da sguardi consapevoli

e  slanci di polsi liberi

da  legami trascendenti il senso del caduco


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati     agosto 2011


              

 

 
 
 

PIERPAOLO PASOLINI

Post n°610 pubblicato il 28 Ottobre 2012 da das.silvia

                                    

Eminente figura della letteratura italiana del  900 questo eclettico autore si è distinto nello scrivere , nel poetare ed in altre innumerevoli attività artistiche.

Grande artista e intellettuale, dotato di peculiare versatilità, ha lasciato inverosimili, validi contributi nelle sue variegate opere.

Si è soffermato profondamente sulla trasformazione della società italiana, dal dopoguerra sino alla metà degli anno ’70, suscitando diatribe per l’estremismo delle sue osservazioni fortemente critiche verso la borghesia e il consumismo, ma anche nei confronti del Sessantotto e dei suoi protagonisti.

Per Pasolini il friulano rappresenta la lingua essenziale, più intensamente lingua della madre.

Troviamo in lui un duplice aspetto comportamentale, in parte molto coinvolto, dall’altra di distacco sperimentale di fronte all’argomento linguistico, definito da lui stesso come coesistenza di “un eccesso di ingenuita” con “un eccesso di squisitezza”.

Nei suoi componimenti si riflette una tematica composta dal triangolo madre – giovinezza – morte.

La presenza dell’essenza friulana  si pregna di un mondo leggendario, quasi onirico, vissuto, in parte, come un senso di colpa, da chi non ne è partecipe fino in fondo.

Tantissime le sue opere in friulano fra cui : Poesie a Casarsa, Suite Furlana, Tetro entusiasmo, Tal cour di un fruit e Poesie Dimenticate

O me donzel  di Pierpaolo Pasolini (dialetto friulano)

O me donzel ! Jo i nas

ta l’odòur che la ploja

a  suspira tai pras

di erba viva… I nas

tal spieli da la roja.

In chel spieli Ciasarsa

-coma pras di rosada –

di timp antic a trima.

Là sot, jo i vif di dòul,

lontan frut  peciadòur,

ta un ridi scunfuartàt.

O me donze, serena

la sera a tens la ombrena

tai vecius murs : tal sèil

la lus a imbarlumìs.

T R A D U Z  I O N E

O me giovinetto nasco

nell’odore che la pioggia

sospira dai prati

di erba viva  nasco

nello specchio della roggia

In quello specchio Casarsa

come i prati di rugiada

trema di tempo antico

Là sotto io vivo di pietà

lontano fanciullo peccatore

in un riso sconsolato

O me giovinetto, serena

la sera tinge l’ombra

sui vecchi muri : in cielo

la luce accesa

 

Silvia De Angelis

 

 
 
 

ER ROSPO SFIGATO

Post n°609 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da das.silvia

Ce sta ‘n’rospo drento ‘n’acquitrino zozzo e mermoso

che je piace de sguazzacce drento      

nel crepuscolo quanno er zole sta pe’ sparì der tutto

E nun je pare vero quanno adocchia ‘n’verme conzistente

che je fa’ solleticà er gargarozzo

Allora s’apposta quatto quatto

e co’ ‘no scatto d'a mandibbola

tira fora ‘a lingua biforcuta

pe’ ‘n’ghiottì ‘sta preda golosa

e ‘nvece de godè da matti

‘sto verme maledetto je se mette

de traverzo e je fa rimpiagne

d’avè fatto quo scatto che nun è servito a gnente

 T R A D U Z I O N E

C’è un rospo dentro un acquitrino opaco e melmoso

a cui piace sguazzarvi dentro

al crepuscolo quando il sole sta per scomparire completamente

E non gli sembra vero di adocchiare un verme consistente

che gli fa solleticare il gargarozzo

Allora s’apposta silenzioso

e con uno scatto della mandibola

tira fuori la lingua biforcuta

per inghiottire questa preda golosa

e invece di godere tanto

il verme maledetto  gli si mette

di traverso e gli fa rimpiangere

di aver fatto quello scatto che non è servito a niente


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati settembre 2012


 

 
 
 

ALITI DI VOLONTA'

Post n°608 pubblicato il 27 Ottobre 2012 da das.silvia

Come un turbine sembra prendere il sopravvento quel pensiero assillante e

logorare, con la sua insistenza, le fibre mentali..quasi assottigliate nel  percepire

un senso di malessere oscuro e opprimente . Sembra incredibile, come il nostro

senso di masochismo, sia a volte fortemente accentuato nella coscienza, quasi

inabile a proporre, in quei momenti, considerazioni alternative o posarsi su

inclinazioni mordenti, che possano, in qualche modo, risollevare l’andamento

generale dell’organismo, fermentato di pigmenti negativi.

E’ davvero inspiegabile questa forma di autolesionismo che si genera in noi,

con una forza inarrestabile, diretta a sottolineare, energicamente, l’inestricabile

situazione  di cui siamo vittime, ingigantita all’ennesima potenza e avvolgente

nelle sue spire soffocanti. Accade poi casualmente, che un’inezia del giorno, con

la sua diversità, ci allontani da quelle sgradevoli sensazioni e, ripreso, da parte

nostra, il controllo della mente, si indirizzi l’attenzione sugli eventi del  momento,

scanditi in un succedersi quasi innovativo che ci suggestioni  e ci trascini in una

dimensione mentale sconosciuta, apportatrice di nuove sfumature, inedite  e

riconducenti a un effetto inaspettato e piacevole che sembri risollevarci.

In realtà siamo noi a instradare le vie del pensiero e a condurle in luminosi

orizzonti o inabissarle in melmosi meandri intransitabili. E in quei momenti

d’inquietudine, riuscire a intravedere risalite planetarie, significa avere l’esatta

cognizione di noi stessi e la padronanza, in ogni attimo, delle nostre reazioni

che sono controllabili e mutabili  nel cromatismo della nostra volontà.

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 

 


 

 

 

 

 

 
 
 

SGUARDI SCIVOLATI

Post n°607 pubblicato il 26 Ottobre 2012 da das.silvia
 

Distante dall’alito accostante d’amore

mi soffermo sul planare

di mordenti emotività passate

Suppliscono un trafelante vento

capace scompigliare riccioli di passione

sbriciolata nei sotterfugi del tempo

e nei verbi ruvidi indimenticati

dal suono vulnerabile  di vita

Eppur quell’alchimia nel fiotto sottovoce

ancora sa rincorrere girotondi di luce

impalpabili richiami trafelati

negli sguardi scivolati dalla mente


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati


 

 
 
 

RAMPOLLI ARROGANTI

Spregiudicati nella strada sdrucciolevole


s'arrampicano a fatica rampolli arroganti


pompati maestri di vita insinuano oscuri pigmenti


nelle logiche rituali del calamaio quotidiano


agili a provocazioni contundenti


Posano sillabe su ruvidità e volgari attributi


ostentano ghignando oscene diavolerie


nell'elusione mendace di basire il ritmo della folla


Tapini decollano nella melma maleodorante...


ne rigetta le membra ributtanti


ripudiate nella presenza assente d'amore


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  agosto 2011

              

 
 
 

FILI DI TEMPO

Nella torsione mai arresa

di fili di tempo

immergo lo sguardo

incredulo d’un equilibrio versatile

che disperda fattezze

e nostalgie  brucianti della mente

Spaesata nell’evoluzione inedita

d’un soliloquio innovativo

vagabonda in sconfini lontani

rielaborando memorie care

nel soffio di pensieri speziati

toccanti il plesso d’amore

in un confine immerso nel trapassato

di lune amaranto


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  ottobre 2012

 

 

 
 
 

LA CARTOMANTE

Nella penombra astrusa

carpisce aliti d’esoterismo

a vanto di presagire segreti e malìe

la cartomante

Adopra tonalità offuscate

elabora mistici portenti

nello stupore della platea muta

ad amplessi ibridi

scivolati sull’umore delle tempie

Allegorie distorte assemblano

traiettorie di pensieri velati d’occulto

nelle lingue infuocate

Mordono setosi riti magici

nella bocca vorace

avida d’un bacio di pura follia

riflessa su sillabe al fruscìo di velluto…


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati ottobre 2012

                        

 

 
 
 

PREMIAZIONE CONCORSO "CITTA' DI PAROLE" 21.10.12

Post n°603 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da das.silvia

 

 
 
 

GRAZIE A MERK9, ELIANTEMO E PERLASNAKE

Post n°602 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da das.silvia

 
 
 

NAMIBIA

Post n°601 pubblicato il 22 Ottobre 2012 da das.silvia

Oggi la Costa degli Scheletri, il Namib e la Namibia, il paese che prende il nome

dal suo deserto, non sono più il luogo duro e implacabile raccontato da Wilbur

Smith. O meglio, esistono ancora le sue spiagge infuocate, i suoi angoli più

selvaggi e i suoi spazi infiniti. Ma non sono di certo un luogo inospitale. Anzi,

oggi la Namibia è un paese talmente organizzato e tranquillo da essersi

guadagnato il titolo di "Svizzera dell'Africa". Grande tre volte l'Italia (la sua

superficie è di 825 mila chilometri quadrati) la Namibia ha solo due milioni di

abitanti, con un pil pro capite annuo di circa 7.500 dollari, tra i più alti del

Continente Nero. Inoltre, repubblica autonoma dal marzo 1990 (prima dipendeva

dal Sudafrica, che nel 1915 aveva strappato questo enorme territorio ai tedeschi),

la Namibia ha un governo democratico misto, di bianchi e di neri insieme, con un

presidente - Hifikepunye Pohamba - nero.  Per chi ha sempre sognato di fare una

vacanza in Africa, ma ci ha rinunciato per i disagi, i pericoli e la fatica che un

viaggio del genere potrebbe comportare, la Namibia può quindi essere

un'occasione unica. Perché questo paese è tante Afriche messe insieme. Ha

dune bianche che si gettanto nell'Oceano Atlantico. Dune rosse che raggiungono

i 500 metri: quelle di Sossusvlei sono le più alte del mondo e il suo deserto, il

Namib, è tra i più antichi del pianeta.  (W E B)


 
 
 

A N G E L O

Post n°600 pubblicato il 21 Ottobre 2012 da das.silvia
 

Sublimi evoluzioni di mani leggiadre


nella conca dell'aura


inanellata di sapiente energia


ampliano un richiamo mistico


nell'alchemico scivolare di sillabe

vocianti l'afflato di un angelo

slegato da frantumi d'amore

ha volto gli occhi blu damasco

sul ricamo d'una rondine

esule d'un paradiso dissolto

da un insormontabile muro di piombo


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati maggio 2011



                       





 

 
 
 

IL SUONO DELLA CHITARRA

Post n°599 pubblicato il 21 Ottobre 2012 da das.silvia

Bisogna sentire il suono delle corde a vuoto su ogni tasto della chitarra, dal mi

basso alla nota più acuta: deve essere uguale come forza e auto sostentamento

su tutte e sei le corde. Un buon suono basso è molto comune, anche nelle

chitarre scadenti, ma un suono alto di ottima qualità, lo si può trovare soltanto

su ottime chitarre, quindi non fatevi ingannare dalla potenza e chiarezza delle

note basse. Attenzione agli armonici indesiderati. Le corde a vuoto danno

evidentemente la loro nota quando vengono pizzicate. Guardando ed ascoltando

attentamente mentre si fanno nei tasti le note che corrispondono al nome della

nota di una corda, ci si accorge che la corda incomincia a vibrare e suonare senza

essere toccata (anche se appartiene ad una ottava superiore). Questo è normale,

ma non deve essere eccessivo. Ci sono delle chitarre nate male dove questi

armonici permangono anche dopo essere passati ad un'altra nota, con

conseguenze disastrose per le tonalità dei pezzi in esecuzione. Dato che questo

disgustoso difetto ha bisogno di tempo per essere identificato, è bene eseguire

pezzi molto armonici e lenti, quindi fare uno alla volta su i rispettivi tasti le note

del Mi, La, Re, Sol,  Si, Mi ed ascoltare se dopo lo stop della nota, continua a

vibrare la rispettiva corda a vuoto e con quale intensità e durata. Nella scelta della

chitarra non prendere mai la prima o la seconda che sembra essere più buona per

voi, ma provatene tante, perché, passando da una chitarra all’altra, si sente il

cambiamento di agio e di suono . Molti negozi fanno provare le chitarre in stanze

con alta sonorità. Attenzione quindi ad esser fuorviati dall’acustica dell’ambiente e

osservare bene che sia ben fornito di qualsiasi cosa, non vuoto. Nel caso in cui la

stanza è troppo vuota, provarla in altra stanza. L’inganno viene anche da altre più

subdole ragioni. Ci sono chitarre che hanno un suono terribile che possono magari

diventare meravigliose semplicemente cambiandogli le corde, o aggiustandone un

piccolo particolare, viceversa chitarre con un bel suono possono rivelarsi, in seguito

cattive. Le chitarre buone devono avere una brillantezza di suono anche con corde

vecchie. (W E B)

      

 
 
 

RECITANTI

E' un afflato di grecale inaspettato
fatiscente e silenzioso
a trascinare via
crinali d'un vociare sibilante vicino al cuore
in quell'intercapedine d'attimi avvolgenti

lentamente si disperdono nel vuoto frasi vibranti
si rendono fugaci in bagliori d'occhi
soffondono incertezza nel frastuono della notte
e granelli mormoranti in un titillare di luna
fino a sparire nella dimensione incontaminata
d'un palcoscenico infinito
ove i recitanti nelle dita fanno morire le parole


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  maggio 2011

                     

 
 
 

 

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