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Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi di Ottobre 2013

NEL MANTELLO(31 OTTOBRE)

Post n°912 pubblicato il 31 Ottobre 2013 da das.silvia

Entro il mantello

d’una strega trafelata

si celano misteri

d’una notte ambigua

ove chiunque imbandisca

nenie e follie

di deliri inversi

a una realtà precipitata

sul bordo spossato

d’una torbida malìa

Perfidi gnomi

e ghigni d’orride zucche

rasentano il volo

d’arcigne nottole mentre decollano

sfiorando l’eclisse di luna

nel sogno

che ne amplia il taglio

di traverso


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                            

 

 
 
 

'A NOIA

Post n°911 pubblicato il 30 Ottobre 2013 da das.silvia

Quanno comincio a giocherellà

co li polpastrelli

vor  di’ propio

che ‘n’pizzico de malagurata noia

m’ha preso a ‘la sprovvista

e  me costrigne

a contà da uno a cento

pe’ riuscì a tenè occupato

er penziero che sembrerà strano

 ma ‘nquer momento

nun sa più vedè  avanti o ‘n’dietro

Cià er buio pesto senza ‘na macchia

che dia ‘npò de colore

a quer fannullone der cervello

pe’ faje ‘nventà quarche  diavoleria

ner griggio de’ ‘sta vita

ch’arincore er tempo

e poi nun  sa che cazzo facce!

LA NOIA

Quando comincio a giocherellare

coi polpastrelli

significa

che un pizzico di malaugurata noia

mi ha colto d’improvviso

e mi costringe

a contare da uno a cento

per riuscire a tenere occupato

il pensiero che sembra strano

ma in quel momento

non sa vedere più avanti o indietro

Ha il buio totale senza una macchia

che dia un po’ di colore

a quel fannullone di cervello

per fargli inventare qualcosa

nel grigio di questa vita

che rincorre il tempo

e non sa cosa farci


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                            

 

 
 
 

L'ENERGIA DELLA TERRA

Post n°910 pubblicato il 29 Ottobre 2013 da das.silvia

Sin dai tempi antichi l' essere umano ha sfruttato delle energie che la natura gli metteva a disposizione.
Negli anni e nei secoli, abbiamo visto creare costruzioni particolari, come le piramidi egiziane, tolteche e cinesi, i Moai dell'isola di Pasqua (RapaNui), l'uccello di Nazca, Stonehenge etc...
In tutto il mondo si sono sempre utilizzati simboli per la creazione di energie particolari ottenendo dei risultati a dir poco stupefacenti.
Si dice che Mikao Usui, colui che ha riscoperto l'energia del Reiki, studiò negli antichi testi sanscriti e riuscì a far incanalare energia cosmica nel corpo delle persone, donando forza, guarigione e armonia con l'utilizzo di determinati simboli.
Gli aborigeni dell'australia invece utilizzavano degli strani strumenti musicali detti didjeridoo per creare determinate energie che riuscivano a modificare anche eventi di vita quotidiana.
Altri studi dimostrano come le piramidi di Giza riescano ad incanalare grazie alla loro forma, un quantitativo esagerato di energia cosmica. Grazie al pendolo che si usa in radiestesia, si è scoperto che le energie all'interno della piramide variano continuamente.
Serge Kahili King, dopo determinati studi su testi antichi è riuscito a trovare delle misure particolari che possiamo utilizzare sotto forma di oggetti per armonizzare le nostre energie.
Possiamo creare un bastoncino (non importa il materiale) di una lunghezza pari a 12,7 cm o un suo multiplo (ricordo che la misura precisa è molto importante), questa lunghezza crea un energia che armonizza il nostro corpo, se siamo stanchi ci ricarica, se siamo troppo carichi ci calma e così via.
Ho utilizzato personalmente questi bastoncini con incredibili risultati, pensate che mentre camminavo in montagna con degli amici, utilizzando un bastone lungo 1,27 m, mi sono trovato avanti a tutti con un notevole distacco senza risentire minimamente dello sforzo.
Ho anche dormito con un bastoncino nel lato destro e uno nel lato sinistro del mio corpo e il risveglio è stato a dir poco eccezionale.
Ho dato questi bastoncini a degli amici che fanno delle gare di corsa e anche lì l'effetto non si è lasciato attendere, in una gara questo mio amico ha migliorato il suo record di più di 10 secondi, incredibile vero? (WEB)

                 


                  

 
 
 

MUSICA AL MATTINO

Sveli sinuosi rumori velando parole

nell’estasi d’alba

rincuorante vene di sogni

disperse in  lenzuola  sopite ancora

E nell’ attinenza d’armonie flessuose

discosti il sè da smorfie passeggere

ampliando un giro di lingua

ammorbidita

sullo slancio d’un” sol” flautato

Sniffa essenza di resa  il profondo

nel  traghettare raddolcite sintonie

mentre pennellano rosso

su passi ritmati

scossi da un lampo d’energia

al sapore di cannella…

scavalca l’odore d’un dì

nell’azzardo d’un bacio vero


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                   

 

 

 
 
 

LA FATALITA'

Post n°908 pubblicato il 27 Ottobre 2013 da das.silvia

Che grande traguardo sarebbe avere l'intelligenza di accettare ciò che non possiamo cambiare, la forza di cambiare ciò che possiamo, e la saggezza di riconoscere la differenza...
Siete fatalisti? Ritenete che la vostra vita sia in balìa di una forza superiore, o del destino? Siete convinti della vostra impotenza di fronte agli eventi, certi di non poter fare altro che rassegnarvi? è possibile che non abbiate mai nemmeno pensato in questi termini al vostro modo di approcciare la vita, ma che iniziare a riflettere sulla componente fatalista della vostra personalità vi schiuda degli orizzonti di comprensione finora insospettati. Magari avete sempre dato per scontato che gli eventi della vita abbiano un margine inevitabile di ineluttabilità. Ebbene, potreste scoprire di essere più fatalisti di quanto abbiate mai creduto, e potreste anche iniziare ad intaccare questo atteggiamento, riconoscendo la combinazione di forze che vi soggiacciono. Dietro al fatalismo vi è infatti una miscela variabile di paura, di mancanza di fiducia in se stessi o nel mondo esterno, di un condizionamento culturale che viene da molto lontano (il concetto di "fato" è uno dei più antichi della nostra civiltà, e anche il sostrato religioso della nostra cultura ne è intriso...); e anche il suo opposto, la negazione totale della presenza di elementi capaci di sfuggire al nostro controllo, a ben guardare si configura come l'altra faccia della medesima visione "squilibrata" della vita. (WEB)

                                 

 
 
 

TRASPARENZE

Post n°907 pubblicato il 26 Ottobre 2013 da das.silvia
 

                                       

Nella stiva misteriosa della tua coscienza
raffiche d'ingenti intrichi
si mescolano a sofferti pensieri
e fughe di caldi fiati d'emozione
trapela sipida espressività
nella parabola d'effetti coinvolgenti
su velato alone di luce...
quella che lasci trapelare
nell'eco di fragile rancore
che ho imparato ad amare
senza districare i nodi delle tue penombre
ma avvicinando l'anima alle tue trasparenze
che sanno come sfiorarmi


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 
 
 

LE PIANTE PARLANO

Post n°906 pubblicato il 25 Ottobre 2013 da das.silvia

Sembrerebbe incredibile ma le piante comunicano tra loro, soprattutto alla presenza d’un pericolo.

Esse rilasciano dei gas, che vengono subito intercettati dalle piante più vicine e decodificati come  segno di pericolo. Inoltre i vegetali sono in grado di ascoltare ed emettere suoni per mezzo di bocche  speciali : le radici. Infatti le radici delle piante giovani sono in grado di rilasciare suoni  particolari simili a dei clic. Questa particolare forma di dire, si è riscontrata nelle piante di mais, da cui  provenivano rumori specifici a cadenza precisa.

Le radici sospese in acqua, tendono a spostarsi verso l’emissione di suono, riuscendo addirittura a   captarlo, soprattutto quello simile di frequenza,  a quella emessa dai clic delle radici stesse.

Il linguaggio delle piante è un mondo incredibile e affascinante, anche se ancora non ci è del tutto chiaro nelle sue peculiari manifestazioni.

La ricerca dell’uomo si è soffermata soprattutto sulla reazione “emotiva” Più evidente delle piante : quella che riguarda gli stimoli visivi. Ma i vegetali  parlano tra di loro attraverso vari canali, trasmettendo messaggi che superano di gran lunga la risposta alla luce.

Accertato che le radici delle piante cliccano, per  informarsi tra di loro, resta ancora da capire cosa abbiano da dirsi.

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati 

                    

 

 
 
 

UN PUNTO INCLEMENTE

Post n°905 pubblicato il 24 Ottobre 2013 da das.silvia
 

 Veleggiano

dolci scie di caramello

sull’enfasi d’una malinconia

sgranata

dal succedersi d’autunno

Pregno di corteccia indurita

e caduta mesta d’anime fragili

delimita

un punto inclemente del sé

assai eloquente

nella nicchia più recondita

ove giacciono

cocci d’esistenza alla deriva…

 

Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

       

 

 
 
 

IL MELOGRANO

Post n°904 pubblicato il 23 Ottobre 2013 da das.silvia

                                

Il frutto, la melagrana, è una bacca carnosa (balausta), con buccia spessa e pergamenacea, di color giallo con sfumature rosso-arancio, che all’interno è formata da varie cavità (da 7 a 15) separate da membrane, contenenti moltissimi semi di forma prismatica, ricoperti da una polpa rossa e trasparente, molto succosi e aspri (parte edule del frutto).

Il melograno (Punica granatum L.) è una pianta antichissima ed originaria dell'Asia Occidentale (Afganistan e Persia), appartenente alla famiglia delle Punicaceae, che cresce spontanea dal sud del Caucaso al Punjab ed è diffusa fino in Estremo Oriente, oltre che nei Paesi del Mediterraneo.
E’ una pianta dai moltissimi rami contorti e spinosi, con una corteccia rosso-grigiastra, con crescita piuttosto lenta, per cui 
raramente arriva a superare un’altezza di 5 metri; ha foglie piccole e di forma allungata, rigide e lucide, che sono rosse nei germogli e diventano poi verde chiaro. Sui suoi rami da maggio a luglio, si sviluppano bellissimi fiori rossi formati da 5-8 petali

Il melograno e' un albero leggendario di antica tradizione, che è il simbolo da millenni della fertilità per tutte le culture che si sono lasciate sedurre dai suoi frutti carminii; non a caso i pittori del XV e XVI secolo, dipingevano spesso una melagrana nella mano di Gesu' Bambino, riferendosi alla nuova vita donataci da Cristo.
Gia' 4000 anni fa in Egitto conoscevano e tenevano in grande considerazione le sue proprietà terapeutiche e vermifughe.
 
Nell’antica Grecia questa pianta era sacra a Giunone, sposa di Giove, e a Venere, e le spose romane usavano intrecciare tra i capelli rami di melograno, come simbolo di fertilità e ricchezza.
Il grande numero dei suoi grani ha ispirato numerose leggende: le spose turche lanciano a terra la melagrana perchè si dice che avranno tanti figli quanti sono i chicchi usciti dal frutto spaccato: in India si crede che il succo di questo frutto combatta la sterilità, mentre in Dalmazia, la tradizione vuole che lo sposo trasferisca nel suo giardino una pianta di melograno presa dal giardino del suocero.(WEB)


 

 
 
 

QUEL BACIO

Nell’azzardo

di malinconici impasti

che ribollono nel chiostro

inondo d’un oppiaceo barlume

il decorso del pensiero

Tesse

nell’afflato d’un talismano di luna

vaporose elusioni

d’ombre viventi

che saggino dolci poemi

di quell’io solitario

mentre sfrigola

venature vermiglie

sull’identità d’un bacio

che non torni sui suoi passi…


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                    

 

 
 
 

STRADIVARI

Post n°902 pubblicato il 21 Ottobre 2013 da das.silvia

Contesi da musei e collezionisti di tutto il mondo, prestati a musicisti in occasione di grandi concerti, i violini Stradivari, oltre che strumenti di indiscussa qualità, sono vere e proprie opere d'arte. Per la prima volta uno studio scientifico, condotto da un gruppo di ricercatori italiani, ha analizzato le decorazioni e i relativi materiali di un violino firmato Antonio Stradivari, contribuendo a far luce sulle "antiche ricette" utilizzate dal famoso liutaio di Cremona del XVII secolo. I risultati dell'indagine, effettuata con un insieme di tecniche del tutto non invasive tra il Laboratorio Arvedi dell'Università degli Studi di Pavia, il Centro Universitario per le Datazioni dell'Università di Milano-Bicocca e il Dipartimento di Fisica dell'Università Statale di Milano, sono stati pubblicati di recente su importanti riviste specialistiche

(web)

                                          

 
 
 

A ITALIA

 

Ho scritto questi versi per Italia, un'anziana signora che, in ospedale, quando

sono stata ricoverata per la frattura dei miei polsi, era nel letto di fronte al mio, e

di tanto in tanto,  cantava qualche simpaticissima canzoncina in romanesco, per

sdrammatizzare  il clima pesante di quei ricoveri .Un bacione a te, Italia :


Nei femori disciolti,

resi languidi da un accento

scorporato si snoda una canzone

fibrillante gesta remote

pulsanti da quel lembo di vita

che Italia (lei indossa questo nome)

intona nei saggi del cerchio che vibra

In quel tondo scoperto la bocca

si fa grande

raggomitolando picchi di vita nelle mani

quelle che hanno allacciato

crescite affettive d’emozioni verticali

in una Roma primitiva

ove un canto friccigarello

sapeva spegnere falò affranti di solitudine


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati (novembre 2012)

                              

 

 

 
 
 

CUBISMO

Post n°900 pubblicato il 19 Ottobre 2013 da das.silvia

La pittura tradizionale era di stampo naturalistico, ovvero le immagini del dipinto riportavano esattamente l’essenza della realtà. Queste tecniche pittoriche avevano trovato  ampio fulgore nell’era rinascimentale, quando un quadro risultava davvero prezioso attraverso la sua fedeltà  plastica e quella del colore. Detti crismi erano definiti col termine di corrente “accademica”. In seguito all’Impressionismo questi principi sono stati superati, da alternative pittoriche del tutto diverse, dando all’immagine una dimensione prettamente coloristica,  tecnica seguita dal Manet.Il colore sembra diventare il nuovo interprete delle impressioni pittoriche, infatti si usano pigmenti diversi dalla realtà effettiva che si sceglie a modello.

Grandi cambiamenti  nella prospettiva sono effettuati da Paul Cezanne, esasperati poi in fome del tutto innovative ds Pablo Picasso, le cui opere sono rappresentate da frammenti della realtà, miscelati in modo assai originale e insolito e, apparentemente incomprensibili. Da queste opere nacque il nome di Cubismo, in quanto le composizioni del Picasso davano l’impressione di sfaccettature di cubi.

Il cubismo, così detto sintetico, rivoluziona l’idea classica del quadro, indicando l’opera stessa come pura realtà e non rappresentazione della stessa.

Altri artisti che fanno parte di questa corrente sono Georges Braque e Daniel Henry Jahnweiler.

Si è svolta un anno fa, a Roma,  un’importante esposizione intitolata “Cubisti Cubismo” al Vittoriano.

Essa ha presentato presenta oltre duecento opere rappresentative del movimento artistico creato dal Picasso, provenienti da alcuni importanti musei mondiali, espondendo oltre a pitture, scultue, oggetti di design, costumi, musiche e documenti.


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

                             

 

 
 
 

PASSERO

Post n°899 pubblicato il 18 Ottobre 2013 da das.silvia

                                   

Rivela broncio
macule ornato rostro

Germoglia primavera
candide sfoggia guance
ombroso bavaglio

Vistoso piumaggio
esili ingegna membra

Garrire acuto
melodioso
etere vola

Bande
implica assidue
brevi esistono

Meta frondoso albero
tana diletta molteplici

Sovente intricato
scaramucce vivaci
discordi coppie
forte
vince pretendente

Cattura prede
volo deciso
soggiorna piccoli
morbidi nidi

Lustro campestre
intensi paesaggi
tono vitale
natura esordisce


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 
 
 

NELLE PIEGHE DELLA NOTTE

Post n°898 pubblicato il 16 Ottobre 2013 da das.silvia

                              

E’ bellissimo quello scorcio cosciente della sera, quando prima di abbassare le ciglia, precipitiamo in uno stato di quasi incoscienza…è allora che immagini sfocate, premonitrici del sogno vero e proprio, si rincorrono dolcemente fra le oasi del nostro sé, immergendoci in  quel cortometraggio animato, del quale diventeremo protagonisti.

La notevole creatività del nostro cervello viene allora alla ribalta, mescolando in modo confusionario ricordi, illazioni, remore e quant’altro al momento le possa apparire  più succulento possibile,  cosicchè iniziamo a vivere un’ avventura strampalata, che rincorriamo animosamente, ma che all’improvviso cambia il suo tema, spiazzandoci per l’illogicità dell’inaspettata nuova situazione.

Visibilità tenui e sfondi carichi di colore, s’alternano, in attesa che la nostra ombra segreta s’immerga in quei paesaggi suggestivi, che ci meravigliano per i picchi d’infinito  e ci faranno intraprendere azioni insospettabili, che nella vita reale ripudiamo con tutte le nostre forze.

Eppure se riuscissimo ad analizzare, con calma, e con  un’ottica diversa dall’usuale, quell’affascinante vissuto, ci potrebbe apparire meno stonato e assai più veritiero di quanto potremmo osservare sul momento.

Infatti quando dormiamo, siamo soliti abbandonare le resistenze e gli impedimenti che ci frenano, nella fase cosciente della nostra vita, e la parte più nascosta del nostro io, quella che se ne sta silenziosa in un angoletto, entra in azione indisturbata…..così ne combina di tutti i colori, anche se, spesso, al nostro risveglio, non riusciamo a ricordare, esattamente, quanto animosamente abbiamo vissuto nelle fitte pieghe del buio.

Eppure, al mattino, ciò che abbiamo registrato nella nostra mente, sembra dare il suo imput alla giornata, infatti se il coinvolgimento notturno ci ha emozionato con sensazioni positive, ci sentiamo rilassati e molto creativi, in caso contrario, un senso  di malessere, rende faticoso guardare con benevolenza il rosa vellutato dell’alba…


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati 

 
 
 

GIRASOLE

                                                     

Surreale
morbida
effusione
vola
su amoroso tocco

Aroma
perde
istintuale architettura
mossa
dilagante
pungente tradimento

Sofferente vertice
inebria
fratturato cuore
voglioso
coccolar brillìo
rigoglioso girasole

Volto all'indietro
ombroso giorno
emanar
proibito
suo chiaror
Illumina diverso
insolito schiudersi
sorprendente sprazzo


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati

 
 
 

ORO, INCENSO E MIRRA PREZIOSI NELL'ALIMENTAZIONE

Post n°896 pubblicato il 14 Ottobre 2013 da das.silvia

Forse non tutti sanno che l’oro non è solo un preziosissimo metallo, ma è anche un ingrediente alimentare e per di più possiede numerose proprietà terapeutiche.

Attualmente, preparati a base di oro sono ampliamente utilizzati in cucina per impreziosire torte o piatti sfiziosi; in odontoiatria l’oro viene utilizzato per otturazioni e ponti; in campo medico per molte pratiche diagnostiche e, nella sua forma colloidale (in sospensione in un fluido), anche per la cura di malattie.

Tuttavia, ad oggi, l’utilizzo dell’oro è stato quasi del tutto sostituito da pratiche più moderne, ma viene ancora impiegato dalle cosiddette medicine non convenzionali quali l'omeopatia, la naturopatia e la medicina tradizionale cinese.

Secondo altre leggende, l’oro portato in dono dai magi, altro non era che polvere di Curcuma, una radice originaria dell’oriente dal colore giallo oro, utilizzata già a quel tempo per insaporire i cibi ma anche come medicamento, in particolare per curare le infezioni.

Gli altri due doni, Incenso e Mirra sono invece due resine, che sgorgano dalla corteccia di piante originare della penisola arabica e dell’Africa nord orientale, entrambe appartenenti alla famiglia delle Burseraceae.

L’incenso, chiamato anche gomma di olibano, è una oleoresina estratta dalla Boswellia cateri, praticando incisioni sulla corteccia.

Da sempre è presente in tutte le cerimonie sacre e religiose, dove è abitudine bruciare questa resina, in quanto in grado di indurre uno stato favorevole alla meditazione e alla preghiera.

Ma l’importanza dell’incenso è data soprattutto alla sua potente attività antinfiammatoria. L’incenso viene utilizzato dalla fitoterapia moderna negli stati infiammatori a carico dell’intestino (morbo di Crohn, colite ulcerosa) e dell’ apparato mucolo-scheletrico (artrite, artrosi, artrite reumatoide), ma anche in caso di infiammazioni delle vie respiratorie, in particolar modo nell’asma e, infine, contro le affezioni cutanee (psoriasi, eczemi, dermatiti, ecc..).

La Mirra, è una gommoresina estratta dalla Commiphora myrrha.

Al tempo dei faraoni veniva utilizzata nella mummificazione e, per tutte le civiltà dei tempi antichi, è sempre stata una componente fondamentale negli oli e nei profumi utilizzati per l’unzione del corpo del defunto.

Importantissima, per le sue proprietà antinfiammatorie, antisettiche e analgesiche, la Mirra viene tutt’oggi impiegata in caso di affezioni del cavo orale come afte e gengiviti, ma anche ferite e ulcerazioni cutanee.

Dalla Commiphora myrrha è possibile estrarre anche un olio essenziale che viene impiegato principalmente come disinfettante delle vie intestinali.

Per quanto riguarda la proprietà analgesica, il primo  lavoro scientifico a riguardo, venne effettuato dal dipartimento di farmacologia dell’università di Firenze, che studiò il meccanismo d’azione dei principi attivi contenuti nella mirra, paragonandoli a quelli della morfina e confermandone il suo uso come potente analgesico. (WEB)

                                              


 

 
 
 

IL MULINO (FIABA)

Post n°893 pubblicato il 13 Ottobre 2013 da das.silvia

                                 

Sospinge innato crepitìo del vento l'assiduo girovagare
di pale del mulino immerse nell'ingranaggio
a movimentare attempati giri

Dolce fanciulla dalle rosee gote affascinata da quel gioioso
dinamico roteare sogna ad occhi aperti volare
su quelle ali semoventi

Il mulino che legge nei suoi pensieri decide di renderla felice
di notte appare nelle fantasie della bambina
facendola mulinare allegramente con lui quasi a sfiorare il cielo

Si ripete il sogno per molte notti e il mulino attratto dalla compagnia
della fanciulla sempre più desidera trascorrere ore spensierate
con lei... e quella brama diviene così intensa al punto che un giorno
si tramuta in un vivace bambino... inseparabile compagno di giochi
della piccola


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IN PATAGONIA

Post n°892 pubblicato il 12 Ottobre 2013 da das.silvia

I boschi in questa regione sono caratterizzati da uno stesso genere di albero, il faggio australe (Nothofagus); cresce anche in altre regioni dell'emisfero sud, come ad esempio la Nuova Zelanda. In alcune località dove le precipitazioni sono più abbondanti le varietà si allargano a manoglie, cipressi, e lauri. Le chiome degli alberi sono spesso filacciate e rivolte nella stessa direzione, soprattutto dove i vento è canalizzato e costante; Questi alberi vengono chiamati "Arboles Bandera", alberi bandiera. Straordinario è vedere aree di alberi ricurvi, tutti alla stessa maniera.

  Un'altra particolarità in queste zone, è che gli alberi morti non marciscono; la loro parte legnosa rinsecchisce con il vento e diviene di un bianco accecante.
L'inclinazione dell'asse terrestre comporta nell'area meridionale del continente americano una diversa durata del giorno e della notte. A parità di latitudine, l'emisfero sud, si hanno più ore di luce che in Europa e viceversa d'inverno. A Punta Arenas, capitale della regione Magellanica cilena, l'estate offre 18 - 19 ore di luce, mentre d'inverno solo 7 - 8ore.

  La caratteristica climatica più conosciuta della Patagonia sono i venti costanti che spirano da occidente. Questi venti sono originati dall'area di bassa pressione che si crea durante l'estate australe sulle aride distese della pampa per il riscaldamento dovuto all'insolazione. In alcuni giorni nell'arco dell'anno la direzione dei venti può anche variare, ma la prevalenza da ovest, nord-ovest è pressoché costante. Pertanto e soprattutto l'escursionista, deve sempre tenere conto di questo fattore climatico. I venti sono più pronunciati da novembre ad aprile, appunto nel periodo dell'estate australe; a differenza dell'inverno in cui la calma di vento può durare anche un mese. Il vento raggiunge velocità di 80 - 100 chilometri orari, abbassando in questo modo la temperatura di alcuni gradi.(WEB)

                          

 
 
 

AGGUATO D'AMORE

Post n°891 pubblicato il 11 Ottobre 2013 da das.silvia
 

E sfrangiava lamenti il mio segreto
disperso in quella brama di baci
che sempre mi hai negato
quando negli agguati d'amore
nel dolce giro di mani
mi dedicavi prorompenti amplessi
su translucide gocce di pioggia
(delicate movenze sospese su un filo d'arcobaleno
fluttuante implosioni lascive)

L'immaturità del tuo essere uomo
sfuggente allo schiudersi d'un intenso motivo
ha frantumato emozioni da contare sull'abaco dell'amore
disperso in pungenti chicchi di grandine
graffiante un terreno arido di primavera


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