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Setoseallegorie

BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi del 24/09/2012

DOWN

 

Attonito affonda nel solco fragile
la periferia inerme
inadatta sostare nel rumore del giorno
arrogante per un bambino down
intinto nell'empatia argillosa
di fibre delicate
impastate in somatismi esotici
estranei alla moltitudine scontata
inabile posare le gambe
oltre la misura d'orizzonte
dislocato in una dimensione univoca
insormontabile...
anche se incolla agli occhi
un cromosoma eccedente d'amore


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati    maggio 2011


 

 
 
 

IL FAGGIO

Post n°545 pubblicato il 24 Settembre 2012 da das.silvia

Albero alto fino a 30 (40)m. Il suo tronco si erge regolare e privo di rami fino

a grande altezza se cresce in ceppaie molto fitte, mentre se cresce isolato, i rami

iniziano da molto in basso ed in alto formano una cima alquanto ampia. La chioma

rotondeggiante ha foglie disposte in modo da operare una copertura molto elevata

attribuendo al Faggio la qualità di essere uno fra gli alberi più prodighi d’ombra. Assai

prima della fogliazione si possono facilmente distinguere le gemme fogliari da quelle

 fiorali: le prime sono sottili ed aguzze, mentre le seconde sono più grosse e larghe

(gemme di solito con colore bruno rossiccio). Sulle ampie zone dell’Europa Centrale

il Faggio è albero dominante, perchè è la pianta che più delle altre sa come sfruttare

la luce. Le piante giovani hanno però bisogno della protezione della foresta, poichè

temono il gelo e la siccità, mentre gli alberi maturi temono il troppo sole perchè la loro

corteccia, liscia e sottile, non è sufficiente per la protezione degli organi sottostanti.

 Una faggeta, cioè un bosco a prevalente presenza di Faggio, è sempre un bosco

pittosto fitto ed ombroso, tanto che diventa difficile per altre piante socializzare prima

che il fogliame del Faggio si chiuda sopra tutto il suolo ricoprendolo completamente.

Solo alcuni alberi riescono a sopravvivere così perchè amano l’ombra, come il Tasso,

l’Agrifoglio, l’Abete rosso. I Faggi possono raggiungere i 250-300 anni d’età, in casi

rarissimi anche il mezzo millennio, ma spesso durante il secondo secolo di vita sono

vittime della decomposizione del durame.  (W E B)


 
 
 

 

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