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BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi del 08/10/2012

LUPO

Discendente canidi
selvaggio lupo
branco insinua
sterpose foreste

Armonico grigio pelo
canini affila ricurvi

Notturno silenzioso
predilige brio

Feroce
domina
maschio in coppia
Cuccioli veraci
lesto predano

Ludico
vive giorno
inframezzati
riposa rami

Aggressivo
delimita territorio
Nutre domestici animali
Carcasse
predilige e rifiuti

Grande adattabilità
montano territorio
percorre
selvatico ululato

Specie umana
sempre persegue
Estinzione
sfiora sua specie

Grande utilizzo
addestrati esemplari
soccorso alpino
Estrazione
persone disperse
macerie o valanghe


Silvia De Angelis tutti i diritti riservati  marzo 2010

    

 
 
 

MINIERE DI FERRO

Post n°573 pubblicato il 08 Ottobre 2012 da das.silvia

Nella catena orobica l'estrazione del ferro risale a tempi immemorabili. Uno dei primi documenti che testimonia

l'estrazione del ferro riguarda la Val d'Ambria   e risale al 1378. Questa attività proseguì per secoli fino ad

interrompersi nel 1874. L'estrazione mineraria veniva praticata in epoca antica    anche in Val d'Arigna, Val Venina,

Val del Livrio, Val Cervia, Val Madre, Val Tartano e Val Gerola. L'estrazione del ferro era molto importante perché

con questo minerale si potevano costruire molti utensili come attrezzi agricoli, oggetti di uso quotidiano, ma anche

armi.Serviva anche come prodotto da scambiare con quei beni che mancavano completamente nelle nostre valli,

come il sale.  Pertanto, nell'arco alpino, ovunque ci fossero miniere di ferro, lungo i torrenti, si trovano tracce di

questa tradizione: dove c'erano miniere, dove c'erano corsi d'acqua dei quali sfruttarne l'energia, si trovavano fucine

   dove il ferro poteva essere lavorato .Il  minerale estratto era quasi sempre costituito da siderite, un carbonato

ferroso di origine sedimentaria palustre, con impurità di manganese, utile per ottenere acciai particolarmente

resistenti all'abrasione. Per arricchire questo minerale era però necessario arrostirlo, così, in prossimità delle

miniere, sorsero anche i forni. Di particolare importanza era il forno di Vedello, all'imbocco della Val d'Ambria.

Per alimentare i forni si utilizzava il legname presente nei vicini boschi e questo provocò un progressivo

disboscamento che costituì uno dei principali motivi dell'abbandono dell'attività mineraria nelle Orobie.

Le miniere erano poi localizzate a quote elevate e questo rendeva i costi di  escavazione e trasporto sempre più

elevati. Intorno al 1870 i giacimenti vennero pertanto definitivamente abbandonati. ( W E B)

          

 
 
 

 

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