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BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi del 19/08/2013

FIGURA DELLA STREGA FRA SOGNO E REALTA'

Post n°851 pubblicato il 19 Agosto 2013 da das.silvia

Il ruolo di "antagonista" nelle fiabe è spesso occupato dalla figura, inquietante ma ricca di fascino, della strega, colei che attraverso incantesimi e riti magici provoca un improvviso turbamento nell’andamento della storia narrata, ostacolando l’eroe nel raggiungimento della meta desiderata.
Ma la strega non è solo un personaggio delle fiabe; ricorre spesso anche nelle leggende popolari e in alcuni documenti storici, in particolare quelli risalenti al XV-XIV secolo, periodo in cui si estese ed ebbe il suo culmine il fenomeno della "caccia alle streghe", che interessò in parte anche l’Italia.
La caccia alle streghe consisteva nell’arresto, nel processo, nelle torture ed infine, se riconosciute colpevoli, nella morte (al rogo o per decapitazione) di donne che, per svariate ragioni, venivano considerate "streghe".

Ma chi erano le streghe? Esistevano realmente?

Secondo gli accusatori del tempo erano donne che, al calar delle tenebre, si spostavano in volo raggiungendo in poco tempo luoghi anche molto distanti, si riunivano in congresso, operavano malefici, si trasformavano assumendo aspetto animale o forme mostruose. Al mattino riassumevano le loro normali sembianze.
Il padre gesuita Federico von Spee nella sua Cautio Criminalis del 1631 indicò come, una volta arrestate, restasse a queste donne solo una lieve speranza di salvezza, poiché ogni piccolo dettaglio della loro vita, ogni atteggiamento o parola, veniva interpretato in modo tale da considerarle streghe, nell’estremo tentativo di trovare indizi sufficienti a sorreggere un’accusa che non aveva alcuna sussistenza. Bisogna inoltre tener presente che molte donne, sotto tortura, o pur di sfuggire ad essa, arrivavano ad ammettere colpe inesistenti.

Ma quali motivi potevano spingere all’accusa di stregoneria?

Si trattava forse di donne "diverse" rispetto al resto della comunità, con problemi sociali o psichici, o semplicemente in grado di curare alcune malattie usando infusi preparati con erbe officinali, perciò accusate di stregoneria in quanto non usavano le tecniche mediche convenzionali.
Gli abitanti del paese di Cervarolo, in Valsesia, agli inizi dell’800, arrivarono a temere che una loro compaesana fosse una strega dai suoi tratti somatici, solo perché aveva "una statura alta, con una faccia deforme, nera, bitorzoluta, con una guardatura fiera, contornata da un profondo increspamento degli angoli delle palpebre, del tramezzo delle sopracciglia e di tutta la fronte che rendevala cupa e minacciosa, con un tono di voce sonoro e risoluto, e tutto ciò accompagnato da un umore ipocondriaco e bisbetico" (WEB)

                                


  

 

 
 
 

 

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