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BLOG DI SILVIA DE ANGELIS

Messaggi del 28/04/2014

IL DEMONIO IN CASA NOSTRA

Post n°1062 pubblicato il 28 Aprile 2014 da das.silvia

Ma, ha ancora senso parlare del demonio ai nostri giorni?
Quale valore possono avere le dissertazioni poc’anzi fatte per i cittadini di una moderna ‘Tecnopolis’? Si può ancora dare credito a quelli che appaiono rigurgiti mitici dei primordi dell’umanità?
Eppure, nonostante la tecnologia, il demonio va ancora di moda.
Roland Villeneuve, nella prefazione del suo libro L’Universo Diabolico, scrive:

Come uno dei controsensi tipici della nostra epoca, in piena cultura desacralizzata, negatrice dell’essenza superiore del Bene e del Male, mentre l’ateismo e l’agnosticismo tendono sempre più a diffondersi, ecco che il diavolo è diventato di ‘moda’. In un primo momento, giunse al seguito di un’operazione commerciale che coinvolgeva in un unico fascio magia e occultismo, parapsicologia e religioni orientali, magari accompagnate dalla cattiva fama che un ‘Satana’ contemporaneo, Charles Manson (7), poteva conferirgli. Poi, poco alla volta, la sua figura è andata identificandosi con l’entità maligna che da sempre pare combattere una guerra la cui posta è l’uomo (8).

E’ vero però, che se il demonio torna d’attualità fra congreghe millenaristiche e clubs di annoiati ricercatori psichici, la sua figura perde decisamente importanza nelle sagrestie e negli staff dei teologi di professione. Il problema è evidenziato con arguzia e sarcasmo dal filosofo polacco Kolakowsky. Nel suo agile volume Conversazioni con il diavolo lo scrittore immagina una conferenza stampa tenuta da Satana nella città di Varsavia; conferenza che ha lo scopo di farsi pubblicità presso i contemporanei:

Naturalmente io so che voi non mi credete più. Lo so bene, ma a me non interessa proprio niente. Che crediate o no non è affar mio; è affar vostro. Ciò che importa è che la mia opera di distruzione continui. Il credere o non credere alla mia esistenza non altera la finalità e la serietà del mio lavoro…Tuttavia l’incredulità sembra partire proprio da me. Sembra più facile scartare il demonio, poi si passa agli angeli, poi alla Trinità e infine a Dio…Io noto che coloro che credono con convinzione, con entusiasmo, talvolta con fanatismo…anche costoro escludono il demonio dalle loro credenze. Essi non ne parlano più, rimangono incerti e perplessi quando vengono interpellati su di lui…A volte entro nelle chiese e ascolto le prediche…capita proprio raramente…che un predicatore…si ricordi di parlare di me dal pulpito…ha proprio vergogna. Perché ha paura di fare la figura del matusa, del sempliciotto, che crede ancora alle favole e non si adegua ancora allo spirito dei tempi (9).

Finalmente il demonio si rivolge direttamente ai teologi, che così apostrofa:

Perché mi ignorate signori?…avete paura di essere presi in giro dagli scettici, di essere messi in ridicolo negli spettacoli del sabato sera? Voi avete paura di una cosa sola,di essere ritenuti sorpassati, di essere tacciati di medio-evo, di ricevere l’infame accusa di essere non-moderni…non scientifici…non industrializzati…Nella vana speranza di riuscire a stare al passo con gli scettici, con i vostri compiacenti compromessi e diplomazie…E’ sintomatico e strano il fatto che il mio nome risuoni solo occasionalmente e solo sulla bocca degli atei. Essi lo ricordano senza alcun imbarazzo…Tra i burattini degli shows delle fiere compare a volte il ‘diavoletto’ per divertire i bambini, ma quando compare in un’opera teatrale o in un libro, potete stare sicuri che si tratta di atei…E voi vi chiamate cristiani? Cristiani senza il diavolo? (10).(WEB)

                      

 
 
 

 

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