Creato da annibalesaxx77 il 09/03/2015
Ciò che mi viene da dire, ciò che mi sento di essere e ciò che non sono né sarò mai. Diario di un lupo cittadino.

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« avrei dovutoeclissi »

incipit

Post n°2 pubblicato il 12 Marzo 2015 da annibalesaxx77
 

C'è qualcuno che venderebbe l'anima per un buon incipit. L'incipit è capace di spianare la strada ad uno scrittore quasi quanto il fatto di aver scritto un buon libro. L'incipit però non è facile da giudicare. Alla prima lettura si può asserire che siamo davanti ad un bell'incipit ma poi una forza misteriosa ci trattiene da proseguire la lettura: in questo caso non è un buon incipit e il libro verrà messo da parte. In altri casi diremo che non ha nulla di particolare questo incipit, ma poi poseguiremo avidi nella lettura spinti da una sorta di retrogusto che percepiamo man mano: quello è un buon incipit. 

Nello scrivere degli incipit si può sfiorare il capolavoro, in quel caso il lettore sarà tentato di leggere e rileggere l'incipit più e più volte, oltre al fatto che si aspetterà dal resto del libro che si mantenga lo stesso livello qualitativo, il che può essere controproducente.

Adesso basta con le speculazioni, volevo solo parlarvi dei miei incipit preferiti.

In assoluto il mio incipit preferito è quello di "Cent'anni di solitudine". E' un incipit che è come decantato nella mia testa, e credo anche nella testa di altri soprattutto il primi editori che non riuscivano a capirne la grandezza:-Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendía si sarebbe ricordato di quel remoto pomeriggio in cui suo padre lo aveva condotto a conoscere il ghiaccio. Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito.-

Mi colpì molto l'arguzia con cui Tolstoj dà principio alla sua "Anna Karenina":-Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo.-  Un incipit geniale, così lieve al cospetto di un un romanzo di oltre mille pagine dense e talvolta grevi.

Pieno di musicalità è il seguente, non ve lo presento nemmeno...
-Le donne, i cavallier, l'arme, gli amori, 

le cortesie, l'audaci imprese io canto, 

che furo al tempo che passaro i Mori 

d'Africa il mare, e in Francia nocquer tanto, 

seguendo l'ire e i giovenil furori 

d'Agramante lor re, che si diè vanto 

di vendicar la morte di Troiano 

sopra re Carlo imperator romano.-

 

E a proposito di musica, mi viene in mente un altro spettacolare incipit:-
1) Alison Ashworth
2) Penny Hardwick
3) Jackie Allen
4) Charlie Nicholson
5) Sarah Kendrew.
Ecco quelle che mi hanno ferito davvero. Ci vedi forse il tuo nome lì in mezzo, Laura? Ammetto che rintreresti fra le prime dieci, ma non c'è spazio per te fra le prime cinque; sono posti destinati a quel genere di umiliazioni e di strazi che tu semplicemente non sei in grado di appioppare. Questo forse suona più cattivo di quanto vorrei, ma il fatto è che noi siamo troppo cresciuti per rovinarci la vita a vicenda, e questo è un bene, non un male, per cui se non sei in classifica, non prenderla sul piano personale. Quei tempi sono passati, e che liberazione, cazzo; l'infelicità significava davvero qualcosa, allora. Adesso è solo una seccatura, un po' come avere il raffreddore o essere al verde. Se volevi veramente incasinarmi, dovevi arrivare prima.- "Alta fedeltà", Nick Hornby.
Il collegamento con la musica lo capisce chi ha letto il libro o visto il film, gli altri si dessero da fare.

Io sono molto legato a questo libro:-Era già buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticità che si è venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola dei giornali, comprare le edizioni della sera, uscire, far cenno a un tassì. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da qualche luogo, la mattina ho disceso e salito scale di stazioni, il pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un tassì, ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la corsa, ho comperato giornali della sera alle edicole e, in un angolo riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di questo automatismo. Da quando Maria mi ha lasciato per sposare Züpfner, quel cattolico, il ritmo è diventato ancor più meccanico, senza perdere in scioltezza.- Non ci vuole molto a capire di che libro si tratti, basta usare google.

Approfitto per disprezzare chi ha reaiizzato la versione cinematografica de "La versione di Barney", per l'incapacità di rendere uno dei libri più divertenti che abbia mai letto: -Tutta colpa di Terry. È lui il mio sassolino nella scarpa. E se proprio devo essere sincero, è per togliermelo che ho deciso di cacciarmi in questo casino, cioè di raccontare la vera storia della mia vita dissipata. Fra l’altro mettendomi a scribacchiare un libro alla mia veneranda età violo un giuramento solenne, ma non posso non farlo. Non posso lasciare senza risposta le volgari insinuazioni che nella sua imminente autobiografia Terry McIver avanza su di me, le mie tre mogli (o come dice lui la troika di Berny Panofsky), la natura della mia amicizia con Boogie e, ovviamente, lo scandalo che mi porterò fin nella tomba.-

Terrificante e immortale:-Gregor Samsa, destandosi un mattino da sogni inquieti si trovò trasformato nel suo letto in un enorme insetto ripugnante. Se ne stava sulla schiena, dura come una corazza, sollevando un po’ la testa scorse il suo ventre arcuato, scuro e diviso in tanti segmenti ricurvi, in cima a cui la coperta del letto ormai prossima a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica. Le numerose zampe, penosamente fitte e sottili se comparate alla sua normale corporatura, annaspavano senza tregua proprio sotto il suo sguardo.-
C'è bisogno che dica di che libro sto parlando?
Non credo esista un modo migliore per iniziare un libro di storia: -Non so se vale davvero la pena raccontare tutte le vicende del popolo romano fin dai primordi di Roma. E quand'anche ne fossi convinto, non oserei affermarlo apertamente. Mi rendo ben conto infatti che questa è materia antica e già sfruttata; e poi, di continuo, si fanno avanti nuovi storici che presumono di apportare qualche dato più sicuro agli eventi narrati o di superare con il loro stile più raffinato il rozzo narrare degli antichi.
- "Ab urbe condita", Tito Livio.
Ora credo sia proprio il caso di porre fine a questo post, lungo abbastanza perché è facile scriverli lunghi con il copia-incolla. Quindi per concludere un altro copia-incolla dell'incipit probabilmente più noto della letteratura:
-Nel mezzo del cammin di nostra vita
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.-
Per la frase del giorno rimando al prossimo post, ora non mi viene e il mio gatto ha deciso che ho scritto a sufficienza.
 
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Commenti al Post:
annibalesaxx77
annibalesaxx77 il 12/03/15 alle 11:11 via WEB
editarlo è stato un'impresa, ha cancellato più volte pezzi interi del post, inoltre gli a-capo non funzionano come indicato bella legenda.
(Rispondi)
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