DenseSoul

Post N° 75


Nella luce morbida e soffusa di un mattino di marzo, vivi un dormiveglia dove il passato e il presente all’inizio si sfiorano, poi si confondono e infine si annullano. Quando gli occhi si aprono, è il 1998. Agosto.E’ notte fonda, l’afa rende l’aria pesante, il calore insopportabile. Le ginocchia, schiacciate sotto il peso del tuo corpo, a contatto con il pavimento, sembrano bollire. Potrebbero sciogliersi da un momento all’altro e lasciarti lì, così, a liquefarti dopo di loro, sul pavimento. Diventare acqua e scivolare via. O evaporare. Potesse essere! E’ un pensiero folle pregno di ragione... Sudata e confusa, strofini il pavimento con una spugna imbevuta di ammoniaca. Almeno, credi. Ma, forse, è candeggina. O un altro qualunque sgrassatore. Sotto la sua supervisione hai dovuto cambiarne diversi, prima che fosse certo che le piastrelle potessero tornare ad essere pulite. Un paio d’ore prima ti è caduto dell’olio d'oliva per terra. E, all’improvviso, tutto è cambiato. Due gocce d’olio e tutta la tua esistenza si è trasformata. Per sempre.Domattina scapperai.China sul pavimento, accaldata e tremante, non ti sforzi nemmeno di capire. Qualcosa dentro di te ti dice che non puoi, non ancora. Ma un’idea comincia a prendere forma. E quando sarà qualcosa di definibile smetterà di farti paura e potrai combatterla. Solo a questo devi pensare. Ti volti piano, sperando non sia più dietro di te. Ma lui è ancora lì, immobile, fisso, con gli occhi sgranati e imploranti. "E’ pulito?"Sospiri. Era pulito anche dieci minuti prima, quando te l’ha chiesto per l’ennesima volta."E’ pulito, si. E’ pulito come mai prima d’ora. Non c’è più traccia di quella goccia d’olio...""Noo! Non dirlo, no! DEVI DIRE che non è caduto nulla. Capito? Io non posso sentire il contrario, non posso sopportarlo!! Non c’era quella cosa che hai detto. Non hai detto niente, vero?"Le ginocchia fanno male, la testa vortica e pesa come un macigno, il cuore palpita e trema, stretto. Lo guardi dritto negli occhi verdi, rimpiccioliti e smarriti. E vorresti urlare che non c’è nulla sul pavimento, che va tutto bene, che lo aiuterai, che vi farete aiutare, che sei stanca morta, sei confusa e hai paura anche tu. E che, dannazione, vuoi alzarti da quel pavimento maledetto!Ma, taci e ricominci a sfregare. Domattina scapperai.Poi un fruscio ti racconta di qualcosa che sta finendo. Finalmente si è allontanato. Tenti di alzarti. I piedi, indolenziti, non sentono il contatto con la terra. Cadi. Getti la spugna con stizza. Piangi. Per poco, solo per poco. Lui è più importante e ha bisogno di te. Credi stia impazzendo.Lo cerchi e lo trovi in bagno. Anche lui piange, mentre si lava le mani, compulsivamente."Scusami.....Dio mio, cosa mi sta succedendo? La testa...Mi scoppia di pensieri impossibili!!"Ti guarda le ginocchia livide. Si copre il volto con le mani. "Perdonami...."Gli asciughi le lacrime e lo stringi al petto. Ma sai che è tutto diverso ora, non è più come prima. Lui non è più lui. Oppure, sei tu che non puoi più essere quella che eri. Una cosa sola sai, d’ora in poi lotterai per tener vivi i sogni, sai che saranno l’unica risorsa per sopravvivere alla realtà.Domattina scapperai."Non so cosa stia accadendo, ma lo scopriremo. Ci sono io, non avere paura...Ora calmati. E’ tutto finito."Lui si placa, piano piano. Poi, risolleva la testa. " Hai ragione, sto meglio adesso. Faresti un’ultima cosa per me?"Ti irrigidisci. Non sai di che tipo di oscurità si tratti, ma sai con certezza che il tunnel è solo all’inizio."Puliscilo ancora...Solo per essere sicuri che quella cosa che non è mai caduta non ci sarà mai più...L’ultima cosa, lo giuro. L’ultima..."Domattina scapperai.La scia di un’altra conversazione riecheggia in seconda fila, nella mente ormai pronta a tornare al qui e ora... "Tu non puoi capire...Tu non sei malata, sei viva...Tu sei viva perché non sei malata!!"Si, tu non sei malata. Eppure, la malattia è riuscita ugualmente a sbranare una buona parte della tua vita. Prima che te la mangiassi.Sei rimasta, fino alla fine. Non è mai arrivata la mattina della fuga. Ma è arrivato questo mattino di marzo, con la sua luce morbida e soffusa, nella quale perfino i nodi di pensiero più complessi si sciolgono rapidi ed aprono a nuove, fiduciose considerazioni. Quel tunnel è alle spalle, ormai. Nel tuo essere viva - e sana? - scorre una linfa impetuosa e turbolenta, un fiume in piena, miscela di elementi diversi, forse, contrastanti e impossibili, ma soprattutto ricca di una insopprimibile felicità naturale. E’ il tuo carattere. E non è un carattere facile. E’ la tua vita. E non è una vita facile. Ma ti ha portato a questo mattino. A questa luce.