Armonie Smarrite

Post N° 29


Ancora di "Pomodori verdi fritti" Sì, ancora alcune considerazioni riguardanti la storia descritta nel libro: immaginate una zona desertica, dove la natura riesce a partorire soltanto qualche spinoso cactus; immaginate la fioritura di quella pungente pianta: una meraviglia protetta gelosamente da spine o aculei di vario genere e dimensioni; così è la storia che mi ha incantata: uno splendore di storia, cresciuta nel deserto sociale in cui è fiorita, contornata, tra l'altro, di drammi tanto grandi da far tremare le vene ai polsi; in secondo piano il deserto che, tutto sommato, diventa un'accattivante scenografia sfocata. Ma parlare di "una storia" è sbagliato: in realtà il libro racconta due storie che si svolgono su piani temporali diversi:  una che ha inizio al tempo della grande depressione statunitense del 1929 fino agli anni '50/60,  l'altra si sviluppa e finisce alla fine degli anni '80. Due storie strettamente intrecciate, due storie che toccano aspetti sentimentali e sociali duri, spinosi, e tenerissimi insieme; la prima storia, in special modo, è amara e dolcissima, forte e inerme allo stesso tempo.E poi il finale! Un finale inaspettato, perché in chiusura il film, se ricordo bene, si discosta nettamente dal racconto dell'autrice.Le ultime 50 pagine le ho centellinate goccia a goccia, piano piano: non volevo finire, non volevo abbandonare quei personaggi e quell'habitat: 50 pagine in 10 giorni, e alla fine una malinconia grande, una voglia di piangere di nostalgia…Adesso mi sento orfana di quei personaggi speciali e, come sempre mi capita quando termino un libro che ho amato, non riesco a trovarne un altro che lo sostituisca degnamente: sono già 3 i libri che ho iniziato a leggere e abbandonato.Passerà! … 
Ciao figli! Un bacio.  
***