Armonie Smarrite

Post N° 36


Possessi terreni Pochi giorni fa ho finito di leggere un libro di modesto valore letterario: "Possessi terreni".La trama non mi ha mai presa se non per un concetto continuamente ribadito dall'inizio alla fine: il senso di disagio profondo che attanaglia certe persone davanti alle cose e alle persone che, col passare degli anni, si accumulano nella loro vita togliendo loro il respiro, e il desiderio intensissimo di fuggire, di disfarsi delle une e delle altre perché, in piena libertà, possano riappropriarsi della propria autodeterminazione. Desiderio quasi sempre destinato a restare sterile e incompiuto, perché la vita è, da un certo punto di vista, un'entità dai mille tentacoli che mai lasceranno la presa all'unisono se non nell'attimo estremo, quando nessuno saprà più che farsene della libertà individuale, e perché, in ogni caso, difficilmente la fuga restituisce la libertà persa chissà a che punto della vita.Confesso che mi sono ritrovata in pieno in questa sensazione faticosa e disperatamente inutile, e soltanto per questo motivo e per scoprire come se la sarebbe cavata la protagonista, ho avuto la forza di andare fino in fondo a un libro tutto sommato angosciante.E in fondo, come risposta alla pulsione forte del fuggire per riscattare quel bene prezioso che è la libertà, niente di valido se non la stessa realtà che la protagonista voleva lasciarsi alle spalle, stesse persone, stesse cose, stessa croce da trasportare sino alla fine.***
Baci, figli