Creato da alfa.omega_2008 il 22/04/2008
gruppo di preghiera
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

testipaolo40youky76donpippolarosaubaldovenanzicoretlumenchristiinnamoratadiMaria0bondie_tondiebertoliniscuolefavalurononnapapera69fatimantoancarlap62fondentedgl0rosy.cpfabrizio28
 

Ultimi commenti

mi piace
Inviato da: coretlumenchristi
il 10/01/2012 alle 22:40
 
Questo vale per tutto; mai voler possedere l'altro/a,...
Inviato da: solopace.ale
il 27/01/2009 alle 18:18
 
Spirito Santo accendi in noi il fuoco del tuo amore.....
Inviato da: Gianpiero69
il 19/09/2008 alle 17:44
 
siate luce e gioia. che bella chiamata!!!
Inviato da: coretlumenchristi
il 18/05/2008 alle 12:34
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Il Fuoco, simbolo dello ...Dio non si vede (articol... »

2.La simbologia biblica del fuoco

Post n°16 pubblicato il 01 Ottobre 2008 da alfa.omega_2008

Il fuoco come elemento reale o simbolico è costantemente presente nelle narrazioni delle grandi teofanie dell’Antico Testamento. Quando Dio discende sul Sinai per rivelarsi e donare le sue leggi a Mosè, l’evento avviene in uno sconvolgente scenario della natura. L’autore ispirato, per rendere l’idea dell’avvenimento, non trova di meglio che appellarsi a tre fenomeni: il terremoto, la tempesta e l’eruzione vulcanica: «Vi furono tuoni, lampi e una densa nube; il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco e il suo fumo saliva come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto» (Es19,16.18). Dio inoltre interviene prodigiosamente con un segno di fuoco nell’offerta dei sacrifici per esprimere il gradimento: così nel sacrificio offerto da Abramo (Gn15,17), da Gedeone (Gdc6,21), da David (1Cor21), da Salomone (2Cor7), da Elia (1Re18,38); come la fiamma consuma l’oblazione, così Dio accetta l’omaggio dell’offerente. Il fuoco diventa il segno della benevolenza con la quale Dio visita l’uomo e lo accoglie nella sua amicizia. Talvolta il fuoco è simbolo della misteriosità, grandezza e trascendenza divina. Così quando Ezechiele è chiamato alla missione profetica ha una visione di Dio, il quale gli appare circondato da fuoco da ogni parte e tutto risplendente (Ez1,26-28). Anche la visione riservata a Daniele è assai misteriosa: appare un solenne vegliardo con una veste candida come la neve e i capelli bianchi come la lana (indice della trasparenza e dell’appartenenza alla sfera celeste), il suo trono è costituito da «vampe di fuoco con ruote come fuoco ardente. Un fiume di fuoco scende dinanzi a lui» (Dn7,9-11). La descrizione solenne e impressionante della visione e la ripetizione del termine “fuoco” confermano la misteriosità di Dio: Dio non ha lineamenti come d’uomo, non ha figura o sembianze verificabili, non lo si può rendere in immagine. Egli è l’essere misterioso, trascendente, invisibile, inaccessibile. La santità di Dio trova in questo elemento igneo il simbolo di tutte le espressioni e le forme di purificazione richieste all’uomo. È pur vero che è soprattutto l’acqua che lava e purifica, ma è altrettanto vero che il rito della semplice abluzione non basta, occorre il fuoco, perché l’acqua può asportare le macchie, le scorie, le deturpazioni, ma non riesce a distruggere il peccato. Di qui la necessità del fuoco che simboleggia l’intransigenza di Dio nei confronti del male e del peccato e che risulta come una potenza irresistibile e distruttrice. Ed è proprio la tradizione deuteronomistica a evidenziare, prima d’ogni altro, la portata simbolico-religiosa del fuoco in questa particolare ottica: «Il Signore tuo Dio è fuoco divorante, un Dio geloso». (Dt4,24). Il profeta Isaia si fa portavoce della collera di Dio per i peccati del popolo e ricorre alla metafora del fuoco divoratore: «(Egli) brucia l’iniquità come fuoco, che divora rovi e pruni, divampa nel folto della selva, da dove si sollevano colonne di fumo. Per l’ira del Signore brucia la terra e il popolo è come un’esca per il fuoco» (Is9,17-18). Il fuoco infine simboleggia il giudizio inappellabile di Dio, il quale raggiunge il peccatore incallito, che non vuole retrocedere dalla via della perdizione. «La Rivelazione esprime così quel che può essere l’esistenza di una creatura che rifiuta di essere purificata nel fuoco divino». In questo contesto drammatico, i profeti si presentano come appassionati messaggeri del giudizio escatologico: «Si, ecco, sta per venire il giorno rovente come un forno» annuncia il profeta Malachia. «Allora tutti i superbi e tutti coloro che commettono ingiustizia saranno come paglia, quel giorno venendo li incendierà in modo da non lasciar loro né radice né germoglio» (Ml3,19). Il giorno del giudizio del Signore sarà «come il fuoco del fonditore» (Ml3,2;Sof1,18), che «purifica come si purifica l’argento e prova come si prova l’oro» (Zc13,9), sarà «come fuoco che mai si spegnerà» (Is66,24).

 
 
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963