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Creato da: raffaelladiega il 14/06/2013
blog sulla Madonna e sul Santo Rosario

 

 
« Una rosa per te, MariaMaria addolorata »

LA MADONNA DEI TEOLOGI E LA DOLCE MAMMA DI MEDJUGORIE

Post n°23 pubblicato il 18 Giugno 2013 da raffaelladiega


LA MADONNA DEI TEOLOGI E LA DOLCE MAMMA DI MEDJUGORIE
Don Vincenzo Mercante


E' non solo comprensibile ma fortemente logico che preti e vescovi non possano credere ad un tipo di Madonna come appa­re a MecIjugorje. La Vergine Maria lungo i secoli è sempre stata presentata come una crea­tura sublime, rivestita di doni eccelsi, lontana dalla quotidia­nità, vergine-madre insieme e perciò fuori dall'ordine generati­vo affidato dalla natura alle donne. La liturgia, i canti maria­ni, le processioni, le invocazioni la supplicano Regina, la invoca­no Addolorata nelle sofferenze di ogni giorno, ricorrono alla sua protezione.

Immacolata, Assunta, Correden­trice, piena di grazia, augusta Trionfatrice sul male, sovrana
del cielo e della terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tre­mano le potenze infernali, splendente di gloria immortale su tutti i cori angelici; all'onni­potente per grazia stendono gementi le mani gli uomini oppressi da calamità e da innu­merevoli afflizioni. Altissima, lontana per maestà, con i piedi sopra la luna e coronata di stel­le, a cui l'umanità supplice vol­geva lo sguardo.
Non erano mancate a dir il vero nel corso dei secoli voci di devoti semplici che a Nazareth la vedevano sposa e madre come le altre donne ebree, e tale sensibilità era cresciuta soprattutto nel XX secolo. E qui piace ricordare Monsignor To­nino Bello che esaltò Maria co­me donna dei nostri giorni, donna del quotidiano, donna percossa dalla gioia e dal dolo­re, donna della semplicità.
Ecco un suo famoso brano: 'O Maria, donna senza retorica: fa' che le nostre labbra rechino il profumo del silenzio. Santa Maria, donna senza retorica prega per noi inguaribilmente malati di magniloquenza. Abili nell'usare la parola per nascon­dere i pensieri più che per rive­larli, abbiamo perso il gusto della semplicità. Convinti che per affermarsi nella vita bisogna saper parlare anche quando non si ha nulla da dire, siamo diven­tati prolissi e incontinenti.
Esperti nel tessere ragnatele di vocaboli sui crateri del non sen­so, precipitiamo spesso nelle trappole nere dell'assurdo come mosche nel calamaio. Incapaci di andare al centro delle cose, ci siamo creati un'anima baroc­ca che adopera i vocaboli come fossero stucchi e aggira i proble­mi con le volute della furbizia letteraria.
Santa Maria, donna senza reto­rica, prega per noi peccatori, sulle cui labbra la parola si sfa­rina in un turbine di suoni senza costrutto. Si sfalda in mille squa­me di accenti disperati. Si fa voce, ma senza farsi mai carne. Ci riempie la bocca, ma lascia vuoto il grembo. Le parole senza sosta ci danno l'illusione della comunione, ma non rag­giungono neppure la dignità del soliloquio. E anche dopo che ne abbiamo pronunciate tante, per­fino con eleganza e a getto con­tinuo, ci lasciamo nella pena di una indicibile aridità: come mascheroni di certe fontane che non danno più acqua e sul cui volto è rimasta soltanto la con­trazione del ghigno.
Santa Maria, donna senza reto­rica, la cui sovrumana grandez­za è sospesa al rapidissimo fre­mito di un fiat, prega per noi peccatori, perennemente espo­sti, tra convalescenze e ricadu­te, all'intossicazione di parole. Proteggi le nostre labbra da gon­fiori inutili. Fa' che le nostre voci, ridotte all'essenziale, par­tano sempre dai recinti del mistero e rechino il profumo del silenzio. Rendici come te, sa­cramento della trasparenza. E aiutaci, finalmente, perché nella brevità di un sì detto a Dio, ci sia dolce naufragare come in un mare sterminato" (Maria donna dei nostri giorni, Ed. S. Paolo, p. 15-16).
Eppure anche in tante altre cir­costanze la Madonna aveva assunto linguaggio e atteggia­menti comprensibili e adatti alle persone e al luogo dell'appari­zione, ma Medjugorje stupisce per la vicinanza umana e la par­tecipazione alla vita dei sei veg­genti.
La figura di Maria

Ma che aspetto ha la giovane donna che dal 24 giugno 1981 appare in questa sperduta loca­lità dell'Erzegovina, a sud-ovest della città di Mostar? Qual è il suo modo di presentarsi, di par­lare, di sorridere, di abbracciare e di piangere? Le descrizioni dei sei veggenti sono univoche: "La Madonna si mostra come una meravigliosa ragazza di circa vent'anni, alta circa un metro e settanta, un fisico slanciato, capelli neri e ondulati, occhi di un azzurro straordinario, so­pracciglia delicate, normali, nere. Ha il volto regolare, leg­germente rosato su zigomi e guance, naso piccolo, bello e proporzionato. Per lo più è sor­ridente, ma è come se il suo sor­riso restasse ogni istante sotto pelle, perché traspare continua­mente in lei una beatitudine indescrivibile. C'è una luce che l'accompagna sempre, che la illumina e che emana da lei" (Antonio Socci, Mistero Medju­gorje, Piemme 2006, p. 114). Medjugorje, piccolo borgo di contadini, si adagia su una vasta conca fiorente di campi a vite e ubertosa di pascoli, sormontata da due monti: il Krizevac e Podbrdo, irti di rovi e grossi massi appuntiti, battuti da un sole inesorabile nella stagione calda.
La prima apparizione

Il 24 giugno 1981 la quindicen­ne Ivanka Ivankovic vede lungo il pendio del monte Podbrdo la figura di una giovane donna splendente di luce con un bam­bino in braccio. Subito grida all'amica sedicenne Mirjana Dragiéevié: "Guarda, la Gospa". Giungono intanto sul posto Milka Pavlovid, Vida Ivankovic detta Vicka, Ivan Ivankovic, Ivan Dragiéevic, Marija Pavlovic. Non hanno dubbi che si tratti della Madonna vedendo attorno alla testa una corona di dodici stelle, mentre i piedi poggiano su una nuvoletta sollevata da terra; va coprendo e scoprendo il bimbo fra le braccia, poi fa cenno di avvicinarsi con gentile amabilità.
Come risposta tutti e sei ritorna­no di corsa al paese, ma il gior­no dopo, verso le 18,30, risalgo­no il monte, irresistibilmente attratti da un richiamo interiore. Eccoli ansiosi e trepidi, ecco un lampo silenzioso, quindi la gio­vane e dolce Donna riappare senza il bambino e li invita ad avvicinarsi; cadono in ginoc­chio, pregano.
Ivanka le rivolge per prima la parola, spinta dalla sofferenza che le avvolge il cuore: "Come
sta mia mamma? [la mamma era morta da poco]. "Sta bene la tua mamma'; risponde la Gos­pa accarezzando con lo sguardo i ragazzi, poi sparisce dopo averli rassicurati che sarebbe tornata ancora più volte.
I primi giorni

Riappare infatti il 26 giugno e alloraVicka prende una bottiglia di acqua santa, la spruzza ab­bondantemente sulla Madonna, che sorride, fa rialzare i ragazzi inginocchiati sulle pietre e pro­ferisce il proprio nome richiesto­le da Mirijana: "lo sono la beata Vergine Maria".
"Perché sei venuta proprio da noi?' chiede Ivanka. "Perché qui ci sono buoni credenti'; risponde.
'Cosa ti aspetti da noi?' do­mandano. "Sono venuta per convertire e conciliare il mondo intero; dite a tutti di convertirsi finché si è ancora in tempo. Ritornerò ancora" con­clude la Vergine.
Il 27 giugno sono in tanti a vedere la luce strisciare nel cielo mentre i veggenti in ginoc­chio fissano rapiti un punto e muovono le labbra pregando con Maria.
Jakov, su suggerimento dei frati, chiede: "Che cosa desideri, Madonnina mia, dai nostri sacerdoti?".
"Che siano saldi nella fede e che proteggano la fede degli altri. Che coloro che non vedo­no credano come voi che vede­te: beati coloro che credono pur non vedendo".
Poi Mirijana spiega alla Vergine che la gente li considera epiletti­ci, drogati, bugiardi... e ha come risposta che le ingiustizie ci sono sempre state, ma non si deve dare importanza alle chiacchiere.
II 28 giugno la Madonna, appe­na giunta, guarda a lungo la folla di circa 15 mila persone, sorride, è contenta; e quando Vicka le chiede se preferisce che loro preghino o cantino, rispon­de che si diletta dell'una e del­l'altra cosa.
Il 29 giugno alle 17.30 s'incam­minano come di consueto per salire il Podbrdo e la Madonna viene loro incontro e li saluta come aveva già fatto: "Sia loda­to Gesù"e, guardando sorriden­te e felice la gente attorno, invita a credere senza aver paura di niente.
"Anche oggi la polizia ci ha por­tati via e ci perseguita perchè diciamo di vederti; non siamo sicuri di farcela a sopportare tutto' dicono i ragazzi. "Ci riu­scirete, angeli miei, abbiate fiducia in me".
Il 30 giugno, dopo le 18, si tro­vano in un viottolo detto Bandurica, e sono in ritardo; la Madonna viene loro incontro, ma la sua espressione non è feli­ce come nei giorni precedenti. "Ti dispiace se non siamo sulla collina e in seguito se ti aspet­tassimo in chiesa ti dispiacereb­be" domanda Mirijana. "Va bene, sempre alla stessa ora" risponde la Gospa con una ini­ziale esitazione. Poi canta assie­me a loro e li congeda dolce­mente.
Il 1° luglio 1981 alle 17.30 arri­vano due funzionari pubblici e impongono ai ragazzi di salire sul furgone per portarli in par­rocchia per un interrogatorio; ma l'autista a tutta velocità oltre­passa la chiesa onde impedire l'apparizione, e allora i ragazzi protestano, urlano, battono i pugni sui vetri.
All'altezza dell'ufficio postale improvvisamente Vicka, Marija e Ivanka restano come pietrifica­te, irrigiditi gli occhi verso la Madonna che sorride, ripete alle tre ragazze di non aver paura, saluta con tanta cordialità e scompare.
Il 2 luglio appare in chiesa e afferma che darà un segno della sua presenza, mentre il giorno dopo saluta i veggenti in cano­nica con un volto benevolo e affascinante e non esita a bacia­re Ivanka.
In un'altra circostanza, consta­tando che Mirijana è triste per­chè sola e lontana, fa vedere ai veggenti l'immagine della ra­gazza piangente. Raccomanda poi di non trascurare di nutrirsi, pur dedicandosi al digiuno e al lavoro, come pure di non ingi­nocchiarsi per terra dopo un'e­scoriazione alle ginocchia. Confida di apprezzare molto le piccole cose, cioè i piccoli sacrifici come segno di amore e ringrazia perché con le continue preghiere e l'offerta della gior­nata si possono allontanare per­fino le guerre. I veggenti chiedo­no aiuto negli studi, colloquiano amichevolmente ponendo do­mande, presentano richieste, si fanno intermediari per le malat­tie delle persone, per la discor­dia di varie famiglie, per l'atei­smo dei giovani, per le anime del purgatorio.
La Madonna afferma di non disporre di tutte le grazie, ma solo di quelle che ottiene da Dio con la preghiera. Dice che li accompagna giorno e notte, veglia su di loro, li custodisce maternamente. Infatti a Marija tiene compagnia durante un'o­perazione e al momento del primo taglio fa un segno di dolo­re sulla propria faccia.
La sua dolcezza

Ritiene intangibile e sacra la libertà di scelta di vita di ciascu­no dei veggenti, non intervenen­do nelle scelte di vita da singoli o nel matrimonio. Infatti con speciale benevolenza appare a Marija durante la celebrazione delle nozze.
Sempre sorride e promette bene­dizioni a coloro che la chiama­no amica, sorella, madre, tutti termini che esprimono un forte rapporto affettivo.
Invita a non chiedere qualunque cosa passi loro per la testa, e allora a tante loro domande risponde con il silenzio come se non sentisse, altre volte lascia cadere le richieste iniziando a pregare o a cantare.
Diventa una madre educatrice di vita interiore, facendoli cre­scere nell'amore verso i sacra­menti, nell'apertura verso il prossimo, servendosi anche della visione dell'inferno, del purgatorio e del paradiso. Li educa a custodire i segreti che a loro confida, invita ad aprirsi con determinati sacerdoti e a formare gruppi di preghiera.
Nelle successive apparizioni raccomanda di recitare il rosario con il cuore, di rivolgersi a Lei con piena fiducia, di frequentare la messa e i sacramenti, di com­piere opere buone verso il pros­simo, di pregare per i sacerdoti, di mettere in pratica i vari mes­saggi: preghiera, digiuno, con­versione incessante.
Diventa triste quando parla di coloro che non conoscono l'a­more di Dio, "e piange a dirotto con lacrime che le rigano le guance quando chiede agli uomini di far pace con Dio e fra di loro".
Di fronte agli errori e ai peccati non rimprovera, diventa triste. "Lei cerca ognuno di noi per salvarci, ci chiama per nome qualunque cosa abbiamo fatto. Mette continuamente in guardia dal nemico degli esseri umani, e implora Dio perché perdoni e non castighi l'umanità".
Antonio Socci si pone questa domanda: "È compatibile que­sta psicologia con la personalità che il Vangelo rivela con la Madre di Gesù?" Risponde che "è facile cogliere una perfetta corrispondenza con la persona­lità della ragazza di Nazareth totalmente umile, servizievole, gioviale, in piena sintonia con le parole del Magnificat, in cui vengono esaltate la fedeltà di Dio e la scelta dei piccoli e degli umili. A Cana prima di tutti si accorge dei bisogni degli altri e corre in loro soccorso ancor prima di esserne richiesta. Medjugorje era un paese fuori del mondo e i sei ragazzini erano totalmente privi di ogni requisito utile per fare qualsiasi cosa. Come a Lourdes, a Fatima, a La Salette, a Laus" (Mistero Medjugorje, p. 128).
E questo è in perfetta linea con: "Io ti rendo lode, o Padre, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". A questo punto entra in scena la piccola via del cuore di santaTeresina del Gesù Bambino, di santa Faustina Kowalska, di Bruno Cornacchiola, tanto per fare qualche nome.
Quello che gli ecclesiastici non comprendono

Gli ecclesiastici infine sono stati educati a vivere senza affetti, di qui la diffidenza per ogni tipo di tenerezza devozionale e tale educazione irresistibilmente e inconsciamente si e riversata anche nei confronti di qualsiasi espressione cultuale, soprattutto mariana.
Allora una Madonna sorridente, tenera e piena di calore umano, rimane difficile da accogliere da preti e vescovi ligi alle esigenze della teologia e cresciuti nella severità intellettuale, diffidenti perciò di fronte ai vari segni nel sole, ai grandi globi di luce nel cielo, alla croce sul Krizevac che sparisce e riappare, gira su se stessa, prendendo le sem­bianze della Madonna con le braccia allargate.
Altri problemi sono infine dati dal fatto che i veggenti sono ancora in vita, continuano ad avere le apparizioni; mai l'auto­rità ecclesiastica si è pronuncia­ta finché il fortunato prescelto è ancora vivente. Ma non è tanto importante avere le prove lam­panti se la Madonna sia vera­mente apparsa o no, fondamen­tale è osservare i frutti che gior­nalmente maturano a Medju­gorje: conversioni, confessioni, comunioni, preghiere e adora­zioni sotto un cielo che profuma di rugiada mariana ritmata dal canto incessante dei grilli nelle serate oranti.
10 ottobre 2012
(Tratto da: "Senapa" 12/2013)

 

 
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