LA MADONNA DEI TEOLOGI E LA DOLCE MAMMA DI MEDJUGORIE
Don Vincenzo Mercante
E' non solo comprensibile ma fortemente logico che preti e vescovi non possano credere ad un tipo di Madonna come appare a MecIjugorje. La Vergine Maria lungo i secoli è sempre stata presentata come una creatura sublime, rivestita di doni eccelsi, lontana dalla quotidianità, vergine-madre insieme e perciò fuori dall'ordine generativo affidato dalla natura alle donne. La liturgia, i canti mariani, le processioni, le invocazioni la supplicano Regina, la invocano Addolorata nelle sofferenze di ogni giorno, ricorrono alla sua protezione.
Immacolata, Assunta, Corredentrice, piena di grazia, augusta Trionfatrice sul male, sovrana
del cielo e della terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano le potenze infernali, splendente di gloria immortale su tutti i cori angelici; all'onnipotente per grazia stendono gementi le mani gli uomini oppressi da calamità e da innumerevoli afflizioni. Altissima, lontana per maestà, con i piedi sopra la luna e coronata di stelle, a cui l'umanità supplice volgeva lo sguardo.
Non erano mancate a dir il vero nel corso dei secoli voci di devoti semplici che a Nazareth la vedevano sposa e madre come le altre donne ebree, e tale sensibilità era cresciuta soprattutto nel XX secolo. E qui piace ricordare Monsignor Tonino Bello che esaltò Maria come donna dei nostri giorni, donna del quotidiano, donna percossa dalla gioia e dal dolore, donna della semplicità.
Ecco un suo famoso brano: 'O Maria, donna senza retorica: fa' che le nostre labbra rechino il profumo del silenzio. Santa Maria, donna senza retorica prega per noi inguaribilmente malati di magniloquenza. Abili nell'usare la parola per nascondere i pensieri più che per rivelarli, abbiamo perso il gusto della semplicità. Convinti che per affermarsi nella vita bisogna saper parlare anche quando non si ha nulla da dire, siamo diventati prolissi e incontinenti.
Esperti nel tessere ragnatele di vocaboli sui crateri del non senso, precipitiamo spesso nelle trappole nere dell'assurdo come mosche nel calamaio. Incapaci di andare al centro delle cose, ci siamo creati un'anima barocca che adopera i vocaboli come fossero stucchi e aggira i problemi con le volute della furbizia letteraria.
Santa Maria, donna senza retorica, prega per noi peccatori, sulle cui labbra la parola si sfarina in un turbine di suoni senza costrutto. Si sfalda in mille squame di accenti disperati. Si fa voce, ma senza farsi mai carne. Ci riempie la bocca, ma lascia vuoto il grembo. Le parole senza sosta ci danno l'illusione della comunione, ma non raggiungono neppure la dignità del soliloquio. E anche dopo che ne abbiamo pronunciate tante, perfino con eleganza e a getto continuo, ci lasciamo nella pena di una indicibile aridità: come mascheroni di certe fontane che non danno più acqua e sul cui volto è rimasta soltanto la contrazione del ghigno.
Santa Maria, donna senza retorica, la cui sovrumana grandezza è sospesa al rapidissimo fremito di un fiat, prega per noi peccatori, perennemente esposti, tra convalescenze e ricadute, all'intossicazione di parole. Proteggi le nostre labbra da gonfiori inutili. Fa' che le nostre voci, ridotte all'essenziale, partano sempre dai recinti del mistero e rechino il profumo del silenzio. Rendici come te, sacramento della trasparenza. E aiutaci, finalmente, perché nella brevità di un sì detto a Dio, ci sia dolce naufragare come in un mare sterminato" (Maria donna dei nostri giorni, Ed. S. Paolo, p. 15-16).
Eppure anche in tante altre circostanze la Madonna aveva assunto linguaggio e atteggiamenti comprensibili e adatti alle persone e al luogo dell'apparizione, ma Medjugorje stupisce per la vicinanza umana e la partecipazione alla vita dei sei veggenti.
La figura di Maria
Ma che aspetto ha la giovane donna che dal 24 giugno 1981 appare in questa sperduta località dell'Erzegovina, a sud-ovest della città di Mostar? Qual è il suo modo di presentarsi, di parlare, di sorridere, di abbracciare e di piangere? Le descrizioni dei sei veggenti sono univoche: "La Madonna si mostra come una meravigliosa ragazza di circa vent'anni, alta circa un metro e settanta, un fisico slanciato, capelli neri e ondulati, occhi di un azzurro straordinario, sopracciglia delicate, normali, nere. Ha il volto regolare, leggermente rosato su zigomi e guance, naso piccolo, bello e proporzionato. Per lo più è sorridente, ma è come se il suo sorriso restasse ogni istante sotto pelle, perché traspare continuamente in lei una beatitudine indescrivibile. C'è una luce che l'accompagna sempre, che la illumina e che emana da lei" (Antonio Socci, Mistero Medjugorje, Piemme 2006, p. 114). Medjugorje, piccolo borgo di contadini, si adagia su una vasta conca fiorente di campi a vite e ubertosa di pascoli, sormontata da due monti: il Krizevac e Podbrdo, irti di rovi e grossi massi appuntiti, battuti da un sole inesorabile nella stagione calda.
La prima apparizione
Il 24 giugno 1981 la quindicenne Ivanka Ivankovic vede lungo il pendio del monte Podbrdo la figura di una giovane donna splendente di luce con un bambino in braccio. Subito grida all'amica sedicenne Mirjana Dragiéevié: "Guarda, la Gospa". Giungono intanto sul posto Milka Pavlovid, Vida Ivankovic detta Vicka, Ivan Ivankovic, Ivan Dragiéevic, Marija Pavlovic. Non hanno dubbi che si tratti della Madonna vedendo attorno alla testa una corona di dodici stelle, mentre i piedi poggiano su una nuvoletta sollevata da terra; va coprendo e scoprendo il bimbo fra le braccia, poi fa cenno di avvicinarsi con gentile amabilità.
Come risposta tutti e sei ritornano di corsa al paese, ma il giorno dopo, verso le 18,30, risalgono il monte, irresistibilmente attratti da un richiamo interiore. Eccoli ansiosi e trepidi, ecco un lampo silenzioso, quindi la giovane e dolce Donna riappare senza il bambino e li invita ad avvicinarsi; cadono in ginocchio, pregano.
Ivanka le rivolge per prima la parola, spinta dalla sofferenza che le avvolge il cuore: "Come
sta mia mamma? [la mamma era morta da poco]. "Sta bene la tua mamma'; risponde la Gospa accarezzando con lo sguardo i ragazzi, poi sparisce dopo averli rassicurati che sarebbe tornata ancora più volte.
I primi giorni
Riappare infatti il 26 giugno e alloraVicka prende una bottiglia di acqua santa, la spruzza abbondantemente sulla Madonna, che sorride, fa rialzare i ragazzi inginocchiati sulle pietre e proferisce il proprio nome richiestole da Mirijana: "lo sono la beata Vergine Maria".
"Perché sei venuta proprio da noi?' chiede Ivanka. "Perché qui ci sono buoni credenti'; risponde.
'Cosa ti aspetti da noi?' domandano. "Sono venuta per convertire e conciliare il mondo intero; dite a tutti di convertirsi finché si è ancora in tempo. Ritornerò ancora" conclude la Vergine.
Il 27 giugno sono in tanti a vedere la luce strisciare nel cielo mentre i veggenti in ginocchio fissano rapiti un punto e muovono le labbra pregando con Maria.
Jakov, su suggerimento dei frati, chiede: "Che cosa desideri, Madonnina mia, dai nostri sacerdoti?".
"Che siano saldi nella fede e che proteggano la fede degli altri. Che coloro che non vedono credano come voi che vedete: beati coloro che credono pur non vedendo".
Poi Mirijana spiega alla Vergine che la gente li considera epilettici, drogati, bugiardi... e ha come risposta che le ingiustizie ci sono sempre state, ma non si deve dare importanza alle chiacchiere.
II 28 giugno la Madonna, appena giunta, guarda a lungo la folla di circa 15 mila persone, sorride, è contenta; e quando Vicka le chiede se preferisce che loro preghino o cantino, risponde che si diletta dell'una e dell'altra cosa.
Il 29 giugno alle 17.30 s'incamminano come di consueto per salire il Podbrdo e la Madonna viene loro incontro e li saluta come aveva già fatto: "Sia lodato Gesù"e, guardando sorridente e felice la gente attorno, invita a credere senza aver paura di niente.
"Anche oggi la polizia ci ha portati via e ci perseguita perchè diciamo di vederti; non siamo sicuri di farcela a sopportare tutto' dicono i ragazzi. "Ci riuscirete, angeli miei, abbiate fiducia in me".
Il 30 giugno, dopo le 18, si trovano in un viottolo detto Bandurica, e sono in ritardo; la Madonna viene loro incontro, ma la sua espressione non è felice come nei giorni precedenti. "Ti dispiace se non siamo sulla collina e in seguito se ti aspettassimo in chiesa ti dispiacerebbe" domanda Mirijana. "Va bene, sempre alla stessa ora" risponde la Gospa con una iniziale esitazione. Poi canta assieme a loro e li congeda dolcemente.
Il 1° luglio 1981 alle 17.30 arrivano due funzionari pubblici e impongono ai ragazzi di salire sul furgone per portarli in parrocchia per un interrogatorio; ma l'autista a tutta velocità oltrepassa la chiesa onde impedire l'apparizione, e allora i ragazzi protestano, urlano, battono i pugni sui vetri.
All'altezza dell'ufficio postale improvvisamente Vicka, Marija e Ivanka restano come pietrificate, irrigiditi gli occhi verso la Madonna che sorride, ripete alle tre ragazze di non aver paura, saluta con tanta cordialità e scompare.
Il 2 luglio appare in chiesa e afferma che darà un segno della sua presenza, mentre il giorno dopo saluta i veggenti in canonica con un volto benevolo e affascinante e non esita a baciare Ivanka.
In un'altra circostanza, constatando che Mirijana è triste perchè sola e lontana, fa vedere ai veggenti l'immagine della ragazza piangente. Raccomanda poi di non trascurare di nutrirsi, pur dedicandosi al digiuno e al lavoro, come pure di non inginocchiarsi per terra dopo un'escoriazione alle ginocchia. Confida di apprezzare molto le piccole cose, cioè i piccoli sacrifici come segno di amore e ringrazia perché con le continue preghiere e l'offerta della giornata si possono allontanare perfino le guerre. I veggenti chiedono aiuto negli studi, colloquiano amichevolmente ponendo domande, presentano richieste, si fanno intermediari per le malattie delle persone, per la discordia di varie famiglie, per l'ateismo dei giovani, per le anime del purgatorio.
La Madonna afferma di non disporre di tutte le grazie, ma solo di quelle che ottiene da Dio con la preghiera. Dice che li accompagna giorno e notte, veglia su di loro, li custodisce maternamente. Infatti a Marija tiene compagnia durante un'operazione e al momento del primo taglio fa un segno di dolore sulla propria faccia.
La sua dolcezza
Ritiene intangibile e sacra la libertà di scelta di vita di ciascuno dei veggenti, non intervenendo nelle scelte di vita da singoli o nel matrimonio. Infatti con speciale benevolenza appare a Marija durante la celebrazione delle nozze.
Sempre sorride e promette benedizioni a coloro che la chiamano amica, sorella, madre, tutti termini che esprimono un forte rapporto affettivo.
Invita a non chiedere qualunque cosa passi loro per la testa, e allora a tante loro domande risponde con il silenzio come se non sentisse, altre volte lascia cadere le richieste iniziando a pregare o a cantare.
Diventa una madre educatrice di vita interiore, facendoli crescere nell'amore verso i sacramenti, nell'apertura verso il prossimo, servendosi anche della visione dell'inferno, del purgatorio e del paradiso. Li educa a custodire i segreti che a loro confida, invita ad aprirsi con determinati sacerdoti e a formare gruppi di preghiera.
Nelle successive apparizioni raccomanda di recitare il rosario con il cuore, di rivolgersi a Lei con piena fiducia, di frequentare la messa e i sacramenti, di compiere opere buone verso il prossimo, di pregare per i sacerdoti, di mettere in pratica i vari messaggi: preghiera, digiuno, conversione incessante.
Diventa triste quando parla di coloro che non conoscono l'amore di Dio, "e piange a dirotto con lacrime che le rigano le guance quando chiede agli uomini di far pace con Dio e fra di loro".
Di fronte agli errori e ai peccati non rimprovera, diventa triste. "Lei cerca ognuno di noi per salvarci, ci chiama per nome qualunque cosa abbiamo fatto. Mette continuamente in guardia dal nemico degli esseri umani, e implora Dio perché perdoni e non castighi l'umanità".
Antonio Socci si pone questa domanda: "È compatibile questa psicologia con la personalità che il Vangelo rivela con la Madre di Gesù?" Risponde che "è facile cogliere una perfetta corrispondenza con la personalità della ragazza di Nazareth totalmente umile, servizievole, gioviale, in piena sintonia con le parole del Magnificat, in cui vengono esaltate la fedeltà di Dio e la scelta dei piccoli e degli umili. A Cana prima di tutti si accorge dei bisogni degli altri e corre in loro soccorso ancor prima di esserne richiesta. Medjugorje era un paese fuori del mondo e i sei ragazzini erano totalmente privi di ogni requisito utile per fare qualsiasi cosa. Come a Lourdes, a Fatima, a La Salette, a Laus" (Mistero Medjugorje, p. 128).
E questo è in perfetta linea con: "Io ti rendo lode, o Padre, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". A questo punto entra in scena la piccola via del cuore di santaTeresina del Gesù Bambino, di santa Faustina Kowalska, di Bruno Cornacchiola, tanto per fare qualche nome.
Quello che gli ecclesiastici non comprendono
Gli ecclesiastici infine sono stati educati a vivere senza affetti, di qui la diffidenza per ogni tipo di tenerezza devozionale e tale educazione irresistibilmente e inconsciamente si e riversata anche nei confronti di qualsiasi espressione cultuale, soprattutto mariana.
Allora una Madonna sorridente, tenera e piena di calore umano, rimane difficile da accogliere da preti e vescovi ligi alle esigenze della teologia e cresciuti nella severità intellettuale, diffidenti perciò di fronte ai vari segni nel sole, ai grandi globi di luce nel cielo, alla croce sul Krizevac che sparisce e riappare, gira su se stessa, prendendo le sembianze della Madonna con le braccia allargate.
Altri problemi sono infine dati dal fatto che i veggenti sono ancora in vita, continuano ad avere le apparizioni; mai l'autorità ecclesiastica si è pronunciata finché il fortunato prescelto è ancora vivente. Ma non è tanto importante avere le prove lampanti se la Madonna sia veramente apparsa o no, fondamentale è osservare i frutti che giornalmente maturano a Medjugorje: conversioni, confessioni, comunioni, preghiere e adorazioni sotto un cielo che profuma di rugiada mariana ritmata dal canto incessante dei grilli nelle serate oranti.
10 ottobre 2012
(Tratto da: "Senapa" 12/2013)