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Creato da: raffaelladiega il 14/06/2013
blog sulla Madonna e sul Santo Rosario

 

 

MARIA CORREDENTRICE

Post n°33 pubblicato il 22 Giugno 2013 da raffaelladiega

MARIA CORREDENTRICE

***

Gridava per le doglie del parto

Il capitolo dodicesimo dell'Apocalisse, subito, in apertura, presenta la « Donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle » ( Ap 12,1). È una breve e rapida descrizione della più sublime e meravigliosa "Donna" di cui parli l'intera Bibbia, che si impersona in Maria SS.ma Regina dell'universo e si configura come la Chiesa «Madre di tutti i credenti».

Subito dopo, però, la stessa figura eccelsa di Donna solare e regale è presentata come una Madre in preda alle sofferenze proprie di una partoriente: infatti, « era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto » (12,2).

In realtà, il discorso sul capitolo dodicesimo dell'Apocalisse si collega con Gn 3,15 come con la sua radice: «La particolarità della pericope Ap 12, - scrive il Romeo - alla quale confluiscono come a centro focale tutte le visioni dell'Apocalisse, è che si riallaccia esplicitamente e integralmente a Gn 3,15, di cui rappresenta lo sviluppo terminale...» .

Inoltre, il discorso sul Signum magnum di Ap 12,1, non può che essere un discorso sulla Madre che campeggia come Donna di gloria e di dolore. Donna di gloria è la Donna vestita di sole e coronata di stelle . Donna di dolore è la Donna che grida per le doglie e il travaglio del parto .

Orbene, Maria SS.ma impersona in sé questa "Donna" nella sua duplice realtà di gloria e di dolore, configurandosi alla " Donna di gloria " come Madre di Cristo uomo-Dio (il « figlio maschio »: 12,5), e alla Donna di dolore come Madre dei redenti (il « resto della discendenza »: 12,17). Maria SS.ma, infatti, è Madre di Cristo e dei cristiani, è Madre del Corpo Misti­co, ossia è Madre del Capo che è Cristo uomo-Dio, ed è Madre dei cristiani che formano « il Corpo di Cristo che è la Chiesa » ( Col 1,24). Scrive con chiarezza il Garofalo affermando che la Donna di Ap 12 «è certamente la madre del Messia perché il bambino dato alla luce è «destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro»: una caratteristica appunto del Messia nel Salmo 2,9. Poco dopo, però (12,17), si parla del resto della discendenza della Donna, che rappresenta chiaramente i cristiani: la Donna è quindi, nello stesso tempo, madre di Cristo e dei credenti». E il Padre Allegra, ancor più espressamente e concisamente, conferma a sua volta scrivendo che la "Donna" di Ap 12 «può essere unicamente Maria (5, 9, 17), poiché essa sola è Madre del Cristo storico e dei discepoli di Cristo».

Sappiamo già che la Maternità di Maria nei riguardi di Cristo fu una maternità di arcana gioia e di ineffabile letizia, per cui Maria è la "Causa nostrae letitiae", come l'invoca la Chiesa nelle Litanie lauretane. E sappiamo che la nascita di Gesù a Betlemme fu una teofania di « gioia sovrabbondante » ( Gv 15,11); e il parto di Maria Vergine nella Notte Santa fu un parto miraco­loso perché verginale, fu un vero parto di « grande gioia » ( Lc 2,10), un parto di gloria, di quella stessa « Gloria in excelsis Deo » cantata dagli Angeli nei cieli di Betlemme ( Lc 2,14) , perché davvero è venuto « a visitarci dall'alto un sole che sorge, per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra di morte e dirigere i nostri passi sulla via della pace » ( Lc 1,78-79) .

Qui troviamo appunto la « Donna vestita di sole », ossia la Donna vestita di quella Maternità divina che è veste solare e regale di ineffabile bellezza e santità, tutta gioia e fulgore che non hanno l'eguale nel creato, né in terra, né in cielo.

Quale "Madre dei redenti", invece, Maria è la « Donna... incinta che grida per le doglie e il travaglio del parto » ( Ap 12,2). Questo testo rimanda appunto al Calvario, ossia alla Donna che « stava presso la croce di Gesù » ( Gv 19,25), a Colei che sul Golgota, con la sua sofferenza « grande come il mare » ( Lam 2,13), è costituita «veramente Madre delle membra di Gesù Cristo», secondo l'espressione di Sant'Agostino citata anche dalla Lumen Gentium (n. 53).

Le due espressioni, « Donna, ecco tuo figlio » e « Donna che grida per le doglie del parto », si collegano e fanno unità nel presentare il mistero di Maria Corredentrice. «Gv 19 e Ap 12 - scrive il Laurentin - sono quindi in stretta corrispondenza. Nei due testi la maternità di Maria nei confronti dei discepoli è impegnata in un contesto di sofferenza» .

Possiamo senz'altro dire che secondo l'esegesi biblica teologica nel versetto di Ap 12,2 troviamo espressa claris verbis la sofferenza corredentiva diretta e immediata di Maria che partorisce ognuno di noi come "figlio" rappresentato già sul Calvario da San Giovanni evangeli­sta, secondo la parola di Gesù due volte esplicita, perché rivolta dall'alto della Croce sia a Maria (« ecco tuo figlio ») che a San Giovanni (« ecco tua Madre »).

Effettivamente, quindi, nel testo dell'Apocalisse 12,1-2, possiamo leggere la rivelazio­ne della doppia Maternità di Maria: la Maternità divina naturale del Cristo fisico, gioiosa e prodigiosa a Betlemme, e la Maternità spirituale universale del Corpo mistico di Cristo, soffer­ta e travagliata sul Calva0rio. Come afferma uno fra i molti esegeti, lo Squillaci, alla Madonna «bisogna attribuire un duplice parto: uno naturale e verginale, col quale senza dolore e lesione alcuna generò il Figliuolo di Dio, il Cristo fisico; l'altro spirituale mediante il quale sul Calva­rio, unendo i suoi dolori a quelli del Redentore, generò il Corpo Mistico di Cristo».

Abbiamo qui un esempio ben chiaro e istruttivo di quella che dai biblisti è chiamata la «legge delle due fasi» nell'unica prospettiva profetica del parto verginale gioioso di Cristo Capo a Betlemme e del parto spirituale doloroso delle membra sul Calvario. La spiegazione di ciò viene data dal fatto dell'inclusione, nel piano organico della Redenzione, delle sofferenze corredentive di Maria, associata direttamente al Figlio nell'opera di riscatto del genere umano. «Il s'agit simplement - scrive infatti J. M. Salgado - de la projection dans una meme perspecti­ve de l'enfantement virginal du Messie et de l'enfantement spirituel du reste de la descendance de la femme (enfantement qui se poursuit dans le temps et est foncièrement laborieux); c'est ce que certains exégètes appellent la "loi des deux phases".

Ici nous rejoignons l'enseignement le plus orthodoxe de la theologie catholique: nous savons en effet que Marie n'est la Mère des fidèles que parce qu'elle est d'abord la Mère du Christ (en qui nous sommes tous inclus), et parce que Dieu a voulu insérer comme un élément de surcroit dans le tout organique du plan rédempteur les souffrances de la Mère, associée à son Fils dans l'oeuvre de rachat du genre humain».

Il testo dell'Apocalisse 12, dunque, ci svela la Madre divina di Cristo Redentore e la Madre Corredentrice degli uomini. Nei due versetti (1-2) sembra quasi di poter leggere già a prima vista la gioia dell' Incarnazione che riveste Maria dei fulgori solari e regali della Mater­nità divina, e il dolore della Corredenzione che riveste Maria delle sofferenze più amare della Maternità spirituale universale. Scrive molto bene il Ruotolo, sul duplice parto di Maria Madre di Cristo e Madre nostra, in poche righe di commento ad Ap 12,1-2: «Alla Vergine SS.ma il parto verginale del Redentore non costò dolore alcuno, anzi si compì nell'estasi del più ineffa­bile gaudio; ma la generazione del Corpo mistico del Signore le costò gli inenarrabili dolori del Calvario, perché essa era Corredentrice del genere umano».

Il « figlio maschio » ( Ap 12,5), nato e subito sottratto alla furia omicida del « drago » infernale (vv. 3-4), è il figlio della Maternità divina di Maria Vergine, Donna solare e regale. Il « resto della discendenza » ( Ap 12,17), invece, siamo noi, i redenti, figli della Donna nel travaglio del parto, ancora soggetti agli assalti del « drago » orribile (v. 3) e possente (v. 4), bisognosi, perciò, di Colei che è la Mediatrice materna di ogni grazia che sostiene, salva e santifica. «Cristo, dunque, Figlio di Dio e figlio di Maria, Redentore e Mediatore: e la Vergine, Madre di Dio, Corredentrice e Mediatrice», così scrive lo Spedalieri, interpretando il dato biblico secondo la Lumen Gentium , garantito dall'interpretazione della Tradizione della Chiesa primitiva.

Il Rabanos, a sua volta, richiamandosi a Gn 3,15, ne vede la realizzazione in Ap 12, dove Maria si presenta associata al Figlio Gesù nella lotta e nella vittoria contro il serpente; al pari di Eva, Maria è la madre di tutti i viventi, con la stupenda differenza che mentre Eva dona la vita naturale, Maria dona la vita spirituale e soprannaturale. Maria, come Eva, soffre i dolori del parto per i suoi figli perché si tratta di una concezione e di un parto di sacrificio e di Reden­zione. Per questo Maria partorisce i suoi figli redimendoli, non come agente principale, ma come agente secondario, ossia come Cooperatrice , come Corredentrice. E il Padre Allegra, nel suo studio esegetico su Apocalisse 12, presenta e analizza il «parallelismo che intercorre tra il cap. XII dell'Apocalisse e il cap. III della Genesi», spiegando che nella Genesi e nell'Apocalisse «quella donna vittoriosa è la Madre del Messia ed anche madre dei fedeli di Cristo, ossia Madre della Chiesa (5,17)».

Corredenzione e Mediazione materna, poi, si postulano a vicenda nel quadro reale della Maternità di Maria. È proprio della madre, infatti, - di ogni madre - far maturare anzitutto l'embrione in gestazione laboriosa, generando quindi il figlio nel travaglio del parto (e ciò corrisponde alla Corredenzione ), e poi allevare, nutrire e far crescere il figlio fino all'età matura (e ciò corrisponde alla Mediazione materna ). Si può ben dire che da Genesi 3,15 ad Apo calisse 12, Maria SS.ma impersona davvero in sé questa Maternità salvifica nella sua pienez­za di grazia: è la Maternità dell' Addolorata , come la chiama il Popolo di Dio, affettuosamente, con il suo sensus fidei.

 

 
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Pensiero mariano

Post n°32 pubblicato il 22 Giugno 2013 da raffaelladiega

Quale esempio di discrezione ci dà la madre di Dio! Nemmeno a Giuseppe dà a conoscere il mistero. Chiedi alla Madonna la discrezione che ti manca.
Josemaria Escrivà

 
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A Te, Maria, Fonte della Vita

Post n°31 pubblicato il 22 Giugno 2013 da raffaelladiega
Foto di raffaelladiega

A Te, Maria, Fonte della Vita

A te, Maria, fonte della vita,
si accosta la mia anima assetata.
A te, tesoro di misericordia,
ricorre con fiducia la mia miseria.
Come sei vicina, anzi intima al Signore
Egli abita in te e tu in lui.
Nella tua luce, posso contemplare
la luce di Gesù, sole di giustizia.
Santa madre di Dio, io confido
nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.
Sii per me mediatrice di grazia
presso Gesù, nostro Salvatore.
Egli ti ha amata sopra tutte le creature,
e ti ha rivestito di gloria e di bellezza.
Vieni in aiuto a me che sono povero
e fammi attingere alla tua anfora
traboccante di grazia.

Bernardo di Chiaravalle

 

 
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STORIA DELLE APPARIZIONI DI ANGUERA (Brasile)

Post n°30 pubblicato il 20 Giugno 2013 da raffaelladiega

 

STORIA DELLE APPARIZIONI DI ANGUERA (Brasile)

L'amore di Gesù per ciascuno di noi si dimostra in varie forme e oggi siamo chiamati ad essere grati al nostro Salvatore che, instancabile, vuole a tutti i costi la nostra salvezza. Uno dei modi da Lui scelti per farci conoscere la sua gloria e la sua bontà, è stato inviando la sua Santa Madre, per ricordarci nuovamente qual è l'unico cammino che ci guida alla salvezza. Maria, oggi, si presenta ancora una volta come messaggera di Gesù, che non tarderà a tornare.
È Lei, Nostra Signora, la Regina della Pace, che appare ad Anguera (Bahia), per trasmetterci messaggi di pace, amore e conversione. È la Madre dei poveri, dei deboli, degli umili e di coloro che si sono allontanati dalla fede.

Ogni giorno che passa, la nostra povertà spirituale tende ad aumentare sempre più: Maria viene per riempirci dell'amore di Dio, alleviare le nostre sofferenze e condurci all'incontro con Colui che è il nostro Tutto. Non possiamo non riconoscere la grandezza dell'amore di Dio per noi, rivelataci da questa grande grazia: dal 1987, la Madonna, col permesso di Dio, appare a un uomo di nome Pedro Régis, nella Fazenda Malhada Nova, Comune di Anguera, Stato di Bahia. Questi sono stati anni di grande trasformazione interiore e di cambiamento nei cuori di coloro che hanno accolto i messaggi divini, anni di benedizioni e di grazie che Maria, la Madre di Gesù, elargisce in quel luogo santo, in quel frammento di Cielo. È con grande gioia che mi accingo a raccontare brevemente come tutto cominciò.

Pedro Régis è quel tipo di persona che, per le sue caratteristiche fisiche e personali, difficilmente sarebbe notato in un gruppo numeroso come qualcuno che riceve e trasmette eroicamente, davanti a ogni tipo di difficoltà, i messaggi della Madre di Gesù al mondo. È cresciuto come umile agricoltore in una piccola fazenda (fattoria) dell'interno della Bahia, in un luogo che, sicuramente, se non fosse per le apparizioni di Maria, non sarebbe nient'altro che una città assonnata e dimenticata dell'arido entroterra bahiano. Ha frequentato l'istituto magistrale ad Anguera. Figlio del signor Jonas e della signora Amália, persone che godono di estrema credibilità nella comunità, ha 14 fratelli. Sono persone semplici, simpatiche e accoglienti che, con tanta buona volontà, parlano a tutti i pellegrini, svolgendo così un vero e proprio apostolato assieme al figlio Pedro, per amore di Nostra Signora. Vivono della coltivazione di fagioli, mais e manioca. La loro vita è molto cambiata dall'inizio delle apparizioni. Oggi recitano il rosario tutti i giorni, digiunano al venerdì a pane e acqua e cercano di seguire con fede il cammino di Cristo, oltre ad aver rinunciato a una vita tranquilla di intimità familiare: a motivo della mancanza di strutture nella zona, infatti, la fazenda è diventata un luogo di accoglienza. È molto commovente vedere quella umile casa sempre aperta a tutti, in ogni tempo.

La vita di Pedro era sempre stata normale come quella di qualunque altra persona, ad eccezione del fatto che, a 14 anni, aveva visto in sogno il Bambino Gesù (tale sogno sarà più tardi confermato dalla Madonna). Benché sublime, il sogno era stato interpretato da Pedro come un semplice sogno e a parte questo non gli era mai accaduto nulla di straordinario. A 17 anni (un anno prima dell'inizio delle apparizioni), Pedro iniziò a soffrire quotidianamente di svenimenti, pur non avendo alcun problema di salute. Fu condotto da diversi medici alla ricerca di una diagnosi, ma non fu rilevato nulla di anormale. Tuttavia, la strana malattia continuava. Il 29 settembre 1987, festa dei Santi Arcangeli, tre mesi dopo aver compiuto 18 anni, Pedro stava tornando da scuola assieme a un compagno, Celestino Cruz, quando sentì che le forze gli venivano meno: appoggiatosi a terra, capì che stava per perdere i sensi, dopodiché svenne su un formicaio a poca distanza da casa. Mentre Celestino, spaventato, correva verso la casa di Pedro in cerca di aiuto, una bella ragazza vestita di un bianco luminoso, con un abito che Pedro pensò fosse quello di una suora, lo prese per le braccia senza alcuno sforzo e rialzandolo disse: "Ti porto via dalle formiche". Pedro rimase estasiato da quella visione e si sentì invadere da un'immensa gioia, ma da un momento all'altro lei sparì: confuso dall'accaduto, svenne di nuovo. Poco dopo la famiglia lo trovò nell'atrio della scuola "Capitão Domingo Marques", vicino al luogo dov'era caduto, con le sue cose accuratamente riposte a lato, cioè il cappello e i libri. Quel cappello viene tuttora conservato con affetto dalla madre, la signora Amália.

Trasportato a casa, Pedro riprese i sensi dopo due ore e, al suo risveglio, chiese di quella suora che lo aveva tirato fuori dal formicaio: nonostante la sublimità della visione, infatti, si sentiva un po' confuso e, cercando una spiegazione logica per ciò che era accaduto, pensò che si fosse trattato di una suora, figlia di una vicina. Tutti si stupirono perché non avevano visto nessuno e, pensando che il ragazzo stesse delirando, non diedero molto peso a ciò che diceva. Il giorno seguente, Pedro si recò a Feira de Santana, città principale della regione, per sottoporsi a esami di cardiologia, neurologia e psichiatria, che non rivelarono nulla di anomalo. Persisteva quindi il mistero e il dispiacere.

Pochi giorni dopo, il 1° di ottobre, mentre Pedro era in camera e stava parlando con due delle sue sorelle, sentì i soliti sintomi dello svenimento e rimase privo di sensi per un po' di tempo. Al risveglio, vide nuovamente la ragazza che lo aveva aiutato e la presentò alle sue sorelle che, sorprese, non videro nessuno. Ella chiese a Pedro che le sorelle li lasciassero soli per alcuni minuti. Le due ragazze, ancora confuse, si ritirarono, ma rimasero a sbirciare attraverso una fessura della porta: videro Pedro che parlava con qualcuno, fermo in un determinato punto della stanza, senza emettere alcun suono. Ella lo consigliò di contattare il primo sacerdote che gli veniva in mente, perché questo lo avrebbe aiutato. Gli chiese, inoltre, che la sua famiglia recitasse il rosario tutti i giorni e gli confidò un segreto. Pedro richiamò dentro le sorelle, che lo guardavano sorprese, spiegando che lì c'era la ragazza vestita da suora. Una delle due, sentendo uno strano impeto, esclamò: "Qui c'è la Madonna". Pedro disse che la ragazza aveva promesso di tornare ed era scomparsa.

Pedro chiese che gli chiamassero Padre Hermenegildo de Castorano, del comune di São Gonçalo, ossia il sacerdote che la Madonna gli aveva indicato nel pensiero, perché aveva un segreto da dirgli (Pedro non lo conosceva personalmente, ma lo aveva sentito celebrare la S. Messa per radio). Ma non fu chiamato subito. L'incontro con P. Hermenegildo, che lo aiutò molto e fu il suo direttore spirituale, si verificò solo più tardi, quando Pedro andò a cercarlo personalmente. Con sua sorpresa, dopo che ebbe terminato di raccontargli ciò che gli stava succedendo e avergli confidato il segreto, il sacerdote, dopo aver riflettuto per un po' a capo chino, disse battendogli una mano sulla spalla: "Figlio mio, io ti aiuterò", proprio come la Madonna aveva preannunciato.

Il 3 ottobre 1987, verso le 18, mentre Pedro stava recitando il rosario con la famiglia, sentì una voce fuori casa che lo chiamava: chiese che una delle sorelle andasse a vedere chi fosse, una uscì ma non vide nessuno. Pedro continuava a sentire il richiamo in modo sempre più nitido, riconobbe allora la voce della ragazza e decise di uscire. Sorpreso, vide vicino alla fonte (a circa 50 metri da casa), una grande luce a forma di arco. Spinto da una "forza", si diresse verso quel luogo. La madre e le sorelle tentarono disperatamente di trattenerlo, perché già si faceva scuro e temevano che il ragazzo si gettasse in acqua: infatti, per via della sua salute debilitata e per il suo aspetto stranamente incantato, credevano che stesse diventando pazzo. Sua sorella Valdeci, però, vide un grande fascio di luce che, partendo dal cielo, scendeva fino al luogo dove Pedro si stava dirigendo: vedendo ciò, ugualmente incantata, pregò la madre e la sorella che non lo trattenessero. Pedro andò avanti, seguito e osservato da vicino dai familiari, fino a fermarsi davanti a una piccola altura.

Pedro si fermò davanti alla luce, cadde improvvisamente in ginocchio e fissò lo sguardo in un determinato punto, in alto. Avvolta nella luce, come vestita di sole, vide la stessa ragazza delle altre due volte, che insisteva perché tutti continuassero a pregare. Gli chiese di raccontare alle persone quello che stava succedendo, disse che a partire da quel giorno lo avrebbe guarito dagli svenimenti e che la sua convalescenza era stata una preparazione per le apparizioni. Aggiunse poi: "Non abbiate paura, perché io sono la Madre di Gesù. Sono qui perché ho bisogno di te per aiutare i miei poveri figli, che necessitano del mio soccorso." Dopodiché, sorridendo, scomparve. Pedro non aveva paura, ma per accertarsi che non stesse impazzendo e che Lei diceva la verità, cercò sempre l'aiuto e l'orientamento di P. Hermenegildo, finché non ebbe la certezza che si trattava della Madonna. Da quel giorno in poi, le apparizioni si verificano su questa altura, dove la Madonna ha chiesto che venisse collocata una croce.

Il 10 febbraio 1989, Pedro ebbe una paralisi alle gambe e fu costretto a letto, senza potersi muovere. I medici lo esaminarono ma non riuscirono a diagnosticare il caso. È interessante notare come, proprio all'inizio delle apparizioni, si verificarono molti impedimenti per ostacolare la diffusione dei messaggi. Dopo poco più di una settimana, Pedro ricevette per la seconda volta la grazia della guarigione (messaggio n° 137).

Ma gli impedimenti non finirono qui. Il 14 luglio 1989, mentre Pedro tornava da scuola, scendendo dall'autobus vide due uomini dall'aria sospetta che gli si avvicinarono, chiedendogli se era lui quel Pedro che vedeva la Madonna. Quando Pedro rispose affermativamente, tirarono fuori delle armi da fuoco e gliele puntarono addosso, dicendo "Vediamo adesso se Lei ti aiuta". Ma le pallottole non lo colpirono e Pedro vide i due fuggire gridando "Guarda là! Guarda là!", senza sapere bene cosa accadde. Pedro ricordò soltanto che, due mesi prima, la Madonna gli aveva detto che alcune persone progettavano di ucciderlo, ma di non avere paura perché lei lo avrebbe protetto e i malintenzionati si sarebbero presi uno spavento, cosa che di fatto accadde. Non si sa esattamente il motivo di questo tentato omicidio, ma i messaggi della Vergine hanno sempre dato fastidio, ovunque venissero dati, soprattutto quando il peccato è legato all'egoismo e quindi ad alcune forme di potere...

Il primo direttore spirituale di Pedro fu Padre Gerard Laflamme, ex-parroco di Anguera, che ora è tornato nel suo Paese, il Canada, da dove segue ciò che accade qui e riceve tutti i messaggi. Oggi, per decisione della Madonna, il direttore spirituale di Pedro è Padre Hermenegildo de Castorano, che ha già portato personalmente al Papa, in Vaticano, molti messaggi e una lettera del veggente. Inizialmente le apparizioni si verificavano solo di sabato, poi anche di martedì, infine tre volte a settimana: la terza apparizione, che avviene in un giorno qualsiasi della settimana, è solo per Pedro. La Madonna appare verso le 21, un momento molto atteso da tutti i pellegrini che giungono ad Anguera in autobus, col camion, in auto, a cavallo o a piedi. La Madonna appare anche negli anniversari delle apparizioni e nelle feste mariane.

L'allora vescovo della diocesi di Feira de Santana, Silvério Albuquerque, ricevette Pedro in udienza e gli chiese di mantenerlo informato riguardo al contenuto dei messaggi ricevuti. La Chiesa si mantiene prudente e cauta in merito ai fatti di Anguera, così come ha fatto in passato per Fatima, Lourdes e tutti i casi simili, che per la maggior parte sono stati riconosciuti solo dopo anni. Solo dopo che saranno stati effettuati diversi studi e ricerche attraverso un'apposita commissione (già organizzata dal vescovo responsabile, Silvério de Albuquerque di Feira de Santana), la Chiesa potrà pronunciarsi, ma non sarà una cosa breve e non è questo il fulcro dell'attività pastorale ad Anguera. Ciò che più conta è il volto che gli avvenimenti stanno assumendo e i frutti che ne risultano: innumerevoli conversioni, guarigioni, grazie, ritorno alla fede da parte di spiritisti e massoni. "Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni" (Mt. 7, 16-18). Come ha affermato lo stesso Don Silvério, non sono necessari i miracoli per credere alla Madonna, i miracoli e i fenomeni non sono altro che la manifestazione della grazia di Dio, che in tutto produce il bene. Anche il fatto che tu stia leggendo questo testo è senz'altro una manifestazione della grazia di Dio. La Madonna dice che lei non può fare miracoli, solo suo Figlio Gesù ha tale potere. Lei intercede presso di Lui per ognuno di noi.

Oggi sono già oltre 3.700 messaggi che la nostra Madre del Cielo, con amore e preoccupazione, ci ha trasmesso attraverso Pedro, affinché gli uomini abbiano una possibilità in più per convertirsi. Lei chiede una conversione urgente. Cos'è una conversione? È iniziare, un po' alla volta, ad alimentare sempre più il nostro spirito con molta fede in Dio, sforzandoci di mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù nelle nostre vite, nei nostri comportamenti, in armonia con noi stessi, con il prossimo e con la natura che ci circonda. "Amare il prossimo come sé stessi". Amare i nostri nemici. Fare del bene a tutti, senza distinzioni. Perdonare a tutti senza condizioni e interessi, ogni volta che è necessario. Non giudicare nessuno. È difficile, ma se perseveriamo lungo il cammino di Cristo, con Cristo, ce la faremo. Siamo fallibili a motivo del nostro peccato, ma siamo ugualmente perfettibili quando poniamo la nostra speranza nel Signore. E non scoraggiamoci, neanche davanti alla sofferenza e alle difficoltà, perché la Madonna ci dice che non siamo soli, molte volte le prove sono grandi grazie nella nostra vita, perché ci rendono solidali con la croce di Cristo.

Oggi le apparizioni sono un appuntamento fisso nella vita di Pedro: verso le 20.30 inizia a raccontare ai presenti la storia dell'inizio delle apparizioni, parla di qualche tema sociale o religioso alla luce della dottrina della Chiesa e recita il rosario assieme ai presenti. Al termine della "Salve Regina" cade in ginocchio, sempre con il rosario in mano e lo sguardo fisso verso l'alto. La Madonna si presenta come una ragazza di circa 20 anni, con i capelli neri e gli occhi celesti. Il colore della sua carnagione Pedro non lo sa descrivere, perché non ha mai visto nulla di simile sulla terra. È di una bellezza straordinaria, ha una voce dolce e delicata in ogni gesto, è estremamente umile e parla con grande amore. Un'esperienza che Pedro dichiara indescrivibile. Appare quasi sempre vestita di bianco, a volte con un manto azzurro, sempre scalza, e si ferma a ca. 30 cm da terra, davanti alla croce dove i fedeli depositano fiori. Avvolta da una luce intensa, la Madonna guarda tutti, a volte fissa lo sguardo su alcune persone, gesticola soavemente e parla un perfetto portoghese. Appare sempre con le mani giunte. I messaggi che Lei trasmette vengono annotati rapidamente da Pedro su alcuni fogli di carta posti su una tavoletta, sotto forma di scarabocchi di difficile lettura. Al momento dell'apparizione, Pedro afferma di non vedere né sentire nessuno, così come non sente né il caldo né il freddo. La Madonna benedice tutti i presenti e gli oggetti (rosari, candele, medagliette, immagini, ecc.) posti ai piedi della croce o presentati nel momento in cui Pedro alza il rosario che tiene in mano. Subito dopo l'apparizione, si alza in piedi e legge il messaggio a tutti.

Ciò che più stupisce, ad Anguera, è il modo sano in cui si cerca di vivere il Vangelo e di divulgare i messaggi della Madonna, senza alcun tipo di fanatismo. Pochi luoghi nel mondo vantano un'atmosfera così tranquilla e pacifica come Anguera che, nei suoi 25 anni di esistenza, si è già trasformata in una delle maggiori mete di pellegrinaggio del Nordest del Brasile e uno dei più impressionanti fenomeni di fede dell'umanità. Da quella primavera del 1987 (autunno per noi dell'emisfero boreale, ndt) il Brasile continua a ricevere grandi benedizioni attraverso tali apparizioni che, secondo quanto affermato dalla stessa Vergine Maria, saranno le ultime su questa terra. La cosa che più attira le persone ad Anguera non è il tentativo di vedere la Madonna, ma di sapere di essere visti da lei. Anguera è un luogo santo, così povero e umile che spinge a commuoversi per l'immensità di grazie che ne derivano.
Credere alle apparizioni di Anguera o a qualunque altra apparizione della Vergine Maria non è un dogma di fede, cioè: anche se fa parte dei tesori universali della fede, non è necessario credere alle apparizioni per ottenere la salvezza. Ma dai frutti si riconosce l'albero e, a tutt'oggi, tali frutti sono incalcolabili.

 

 

 
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Messaggio di Maria di Medjugorje - 25 Novembre 1997

Post n°29 pubblicato il 20 Giugno 2013 da raffaelladiega
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Martedì 25 novembre "Cari figli, oggi v'invito a comprendere la vostra vocazione cristiana. Figlioli, Io vi ho guidato e vi sto guidando in questo tempo di grazia, perché diventiate coscienti della vostra vocazione cristiana. I santi martiri morivano testimoniando: ‘ Io sono cristiano e amo Dio sopra ogni cosa ‘. Figlioli, anche oggi v'invito a gioire e ad essere cristiani gioiosi, responsabili e coscienti che Dio vi ha invitati in modo speciale a diventare mani gioiosamente tese verso coloro che non credono, perché, con l'esempio della vostra vita, ricevano Fede e amore per Dio. Perciò, pregate, pregate, pregate, perché il vostro cuore si apra e sia sensibile per la parola di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

 

 

 
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Post N° 28

Post n°28 pubblicato il 20 Giugno 2013 da raffaelladiega
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Il mondo ha bisogno di cadere
nelle braccia di questa Mamma Celeste
che conosce le vere vie del cuore,
quelle che costruiscono
civiltà di amore e parole di felicità

(Antonio Riboldi)

 
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Pensiero mariano

Post n°27 pubblicato il 20 Giugno 2013 da raffaelladiega

Essendo in Dio e con Dio, Maria è vicina ad ognuno di noi, conosce il nostro cuore, può sentire le nostre preghiere, può aiutarci con la sua bontà materna e ci è data come "madre" alla quale possiamo rivolgerci in ogni momento. (Benedetto XVI)

 
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Pensiero mariano

Post n°26 pubblicato il 19 Giugno 2013 da raffaelladiega

Maria è tutta relativa a Dio,

e io la chiamerei benissimo

la relazione di Dio,

che non è che in rapporto a Dio,

o l'eco di Dio,

che non dice e non ripete che Dio.

Se tu dici Maria, lei dice Dio.

Santa Elisabetta lodò Maria e la chiamò beata per aver creduto;

Maria, l'eco fedele di Dio, intonò: «L'anima mia magnifica il Signore» (Lc 1,46).

Ciò che Maria fece in quell'occasione,

lo fa tutti i giorni;

quando la si loda, la si ama, la si onora o le si dona,

Dio è lodato, Dio è amato, Dio è onorato,

si dona a Dio per mezzo di Maria e in Maria.



(San Luigi Maria Grignion de Montfort)

 

 
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Maria è il suo nome

Post n°25 pubblicato il 19 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Maria addolorata

Post n°24 pubblicato il 19 Giugno 2013 da raffaelladiega
Foto di raffaelladiega

Maria addolorata

1. Sono tre i dolori che fanno soffrire maggiormente Maria. Il primo dolore è la perdita del Figlio innocente. Vedere il suo Gesù inchiodato in croce, fra due malviventi, fino a morire dissanguato e disprezzato da tutti. E pensare che, nonostante il grande sacrificio, noi cristiani vogliamo ugualmente perderci. A cosa è servito?

2. Il secondo dolore è vedere che il sangue di suo Figlio non solo è stato versato inutilmente per tanti uomini, ma sapere che quel sangue sarà la loro condanna. Sapere che quel sangue costituirà l'accusa e la punizione di tanti cristiani, anche loro suoi figli. Perdere Gesù e non salvare noi; anzi sapere che questo provocherà una condanna più dura. Maria è davvero una madre sconsolata.

3. Il terzo dolore è rendersi conto che noi cristiani, oltre a non capire e a non apprezzare il sacrificio di suo Figlio, ne abusiamo. Per assurdo, si potrebbe dire che se il Signore non fosse morto per noi, forse saremmo più controllati. Invece commettiamo il peccato con leggerezza proprio per la fiducia che abbiamo in quel sangue: continuiamo nel male fino alla morte, nella speranza che quel sangue alla fine ci salverà. E ci sono poi quei cristiani che vanno ancora oltre, e lo disprezzano, lo bestemmiano, lo maledicono. Maria è una madre proprio infelice, e noi siamo così insensibili da non provare compassione.

 

 
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LA MADONNA DEI TEOLOGI E LA DOLCE MAMMA DI MEDJUGORIE

Post n°23 pubblicato il 18 Giugno 2013 da raffaelladiega


LA MADONNA DEI TEOLOGI E LA DOLCE MAMMA DI MEDJUGORIE
Don Vincenzo Mercante


E' non solo comprensibile ma fortemente logico che preti e vescovi non possano credere ad un tipo di Madonna come appa­re a MecIjugorje. La Vergine Maria lungo i secoli è sempre stata presentata come una crea­tura sublime, rivestita di doni eccelsi, lontana dalla quotidia­nità, vergine-madre insieme e perciò fuori dall'ordine generati­vo affidato dalla natura alle donne. La liturgia, i canti maria­ni, le processioni, le invocazioni la supplicano Regina, la invoca­no Addolorata nelle sofferenze di ogni giorno, ricorrono alla sua protezione.

Immacolata, Assunta, Correden­trice, piena di grazia, augusta Trionfatrice sul male, sovrana
del cielo e della terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tre­mano le potenze infernali, splendente di gloria immortale su tutti i cori angelici; all'onni­potente per grazia stendono gementi le mani gli uomini oppressi da calamità e da innu­merevoli afflizioni. Altissima, lontana per maestà, con i piedi sopra la luna e coronata di stel­le, a cui l'umanità supplice vol­geva lo sguardo.
Non erano mancate a dir il vero nel corso dei secoli voci di devoti semplici che a Nazareth la vedevano sposa e madre come le altre donne ebree, e tale sensibilità era cresciuta soprattutto nel XX secolo. E qui piace ricordare Monsignor To­nino Bello che esaltò Maria co­me donna dei nostri giorni, donna del quotidiano, donna percossa dalla gioia e dal dolo­re, donna della semplicità.
Ecco un suo famoso brano: 'O Maria, donna senza retorica: fa' che le nostre labbra rechino il profumo del silenzio. Santa Maria, donna senza retorica prega per noi inguaribilmente malati di magniloquenza. Abili nell'usare la parola per nascon­dere i pensieri più che per rive­larli, abbiamo perso il gusto della semplicità. Convinti che per affermarsi nella vita bisogna saper parlare anche quando non si ha nulla da dire, siamo diven­tati prolissi e incontinenti.
Esperti nel tessere ragnatele di vocaboli sui crateri del non sen­so, precipitiamo spesso nelle trappole nere dell'assurdo come mosche nel calamaio. Incapaci di andare al centro delle cose, ci siamo creati un'anima baroc­ca che adopera i vocaboli come fossero stucchi e aggira i proble­mi con le volute della furbizia letteraria.
Santa Maria, donna senza reto­rica, prega per noi peccatori, sulle cui labbra la parola si sfa­rina in un turbine di suoni senza costrutto. Si sfalda in mille squa­me di accenti disperati. Si fa voce, ma senza farsi mai carne. Ci riempie la bocca, ma lascia vuoto il grembo. Le parole senza sosta ci danno l'illusione della comunione, ma non rag­giungono neppure la dignità del soliloquio. E anche dopo che ne abbiamo pronunciate tante, per­fino con eleganza e a getto con­tinuo, ci lasciamo nella pena di una indicibile aridità: come mascheroni di certe fontane che non danno più acqua e sul cui volto è rimasta soltanto la con­trazione del ghigno.
Santa Maria, donna senza reto­rica, la cui sovrumana grandez­za è sospesa al rapidissimo fre­mito di un fiat, prega per noi peccatori, perennemente espo­sti, tra convalescenze e ricadu­te, all'intossicazione di parole. Proteggi le nostre labbra da gon­fiori inutili. Fa' che le nostre voci, ridotte all'essenziale, par­tano sempre dai recinti del mistero e rechino il profumo del silenzio. Rendici come te, sa­cramento della trasparenza. E aiutaci, finalmente, perché nella brevità di un sì detto a Dio, ci sia dolce naufragare come in un mare sterminato" (Maria donna dei nostri giorni, Ed. S. Paolo, p. 15-16).
Eppure anche in tante altre cir­costanze la Madonna aveva assunto linguaggio e atteggia­menti comprensibili e adatti alle persone e al luogo dell'appari­zione, ma Medjugorje stupisce per la vicinanza umana e la par­tecipazione alla vita dei sei veg­genti.
La figura di Maria

Ma che aspetto ha la giovane donna che dal 24 giugno 1981 appare in questa sperduta loca­lità dell'Erzegovina, a sud-ovest della città di Mostar? Qual è il suo modo di presentarsi, di par­lare, di sorridere, di abbracciare e di piangere? Le descrizioni dei sei veggenti sono univoche: "La Madonna si mostra come una meravigliosa ragazza di circa vent'anni, alta circa un metro e settanta, un fisico slanciato, capelli neri e ondulati, occhi di un azzurro straordinario, so­pracciglia delicate, normali, nere. Ha il volto regolare, leg­germente rosato su zigomi e guance, naso piccolo, bello e proporzionato. Per lo più è sor­ridente, ma è come se il suo sor­riso restasse ogni istante sotto pelle, perché traspare continua­mente in lei una beatitudine indescrivibile. C'è una luce che l'accompagna sempre, che la illumina e che emana da lei" (Antonio Socci, Mistero Medju­gorje, Piemme 2006, p. 114). Medjugorje, piccolo borgo di contadini, si adagia su una vasta conca fiorente di campi a vite e ubertosa di pascoli, sormontata da due monti: il Krizevac e Podbrdo, irti di rovi e grossi massi appuntiti, battuti da un sole inesorabile nella stagione calda.
La prima apparizione

Il 24 giugno 1981 la quindicen­ne Ivanka Ivankovic vede lungo il pendio del monte Podbrdo la figura di una giovane donna splendente di luce con un bam­bino in braccio. Subito grida all'amica sedicenne Mirjana Dragiéevié: "Guarda, la Gospa". Giungono intanto sul posto Milka Pavlovid, Vida Ivankovic detta Vicka, Ivan Ivankovic, Ivan Dragiéevic, Marija Pavlovic. Non hanno dubbi che si tratti della Madonna vedendo attorno alla testa una corona di dodici stelle, mentre i piedi poggiano su una nuvoletta sollevata da terra; va coprendo e scoprendo il bimbo fra le braccia, poi fa cenno di avvicinarsi con gentile amabilità.
Come risposta tutti e sei ritorna­no di corsa al paese, ma il gior­no dopo, verso le 18,30, risalgo­no il monte, irresistibilmente attratti da un richiamo interiore. Eccoli ansiosi e trepidi, ecco un lampo silenzioso, quindi la gio­vane e dolce Donna riappare senza il bambino e li invita ad avvicinarsi; cadono in ginoc­chio, pregano.
Ivanka le rivolge per prima la parola, spinta dalla sofferenza che le avvolge il cuore: "Come
sta mia mamma? [la mamma era morta da poco]. "Sta bene la tua mamma'; risponde la Gos­pa accarezzando con lo sguardo i ragazzi, poi sparisce dopo averli rassicurati che sarebbe tornata ancora più volte.
I primi giorni

Riappare infatti il 26 giugno e alloraVicka prende una bottiglia di acqua santa, la spruzza ab­bondantemente sulla Madonna, che sorride, fa rialzare i ragazzi inginocchiati sulle pietre e pro­ferisce il proprio nome richiesto­le da Mirijana: "lo sono la beata Vergine Maria".
"Perché sei venuta proprio da noi?' chiede Ivanka. "Perché qui ci sono buoni credenti'; risponde.
'Cosa ti aspetti da noi?' do­mandano. "Sono venuta per convertire e conciliare il mondo intero; dite a tutti di convertirsi finché si è ancora in tempo. Ritornerò ancora" con­clude la Vergine.
Il 27 giugno sono in tanti a vedere la luce strisciare nel cielo mentre i veggenti in ginoc­chio fissano rapiti un punto e muovono le labbra pregando con Maria.
Jakov, su suggerimento dei frati, chiede: "Che cosa desideri, Madonnina mia, dai nostri sacerdoti?".
"Che siano saldi nella fede e che proteggano la fede degli altri. Che coloro che non vedo­no credano come voi che vede­te: beati coloro che credono pur non vedendo".
Poi Mirijana spiega alla Vergine che la gente li considera epiletti­ci, drogati, bugiardi... e ha come risposta che le ingiustizie ci sono sempre state, ma non si deve dare importanza alle chiacchiere.
II 28 giugno la Madonna, appe­na giunta, guarda a lungo la folla di circa 15 mila persone, sorride, è contenta; e quando Vicka le chiede se preferisce che loro preghino o cantino, rispon­de che si diletta dell'una e del­l'altra cosa.
Il 29 giugno alle 17.30 s'incam­minano come di consueto per salire il Podbrdo e la Madonna viene loro incontro e li saluta come aveva già fatto: "Sia loda­to Gesù"e, guardando sorriden­te e felice la gente attorno, invita a credere senza aver paura di niente.
"Anche oggi la polizia ci ha por­tati via e ci perseguita perchè diciamo di vederti; non siamo sicuri di farcela a sopportare tutto' dicono i ragazzi. "Ci riu­scirete, angeli miei, abbiate fiducia in me".
Il 30 giugno, dopo le 18, si tro­vano in un viottolo detto Bandurica, e sono in ritardo; la Madonna viene loro incontro, ma la sua espressione non è feli­ce come nei giorni precedenti. "Ti dispiace se non siamo sulla collina e in seguito se ti aspet­tassimo in chiesa ti dispiacereb­be" domanda Mirijana. "Va bene, sempre alla stessa ora" risponde la Gospa con una ini­ziale esitazione. Poi canta assie­me a loro e li congeda dolce­mente.
Il 1° luglio 1981 alle 17.30 arri­vano due funzionari pubblici e impongono ai ragazzi di salire sul furgone per portarli in par­rocchia per un interrogatorio; ma l'autista a tutta velocità oltre­passa la chiesa onde impedire l'apparizione, e allora i ragazzi protestano, urlano, battono i pugni sui vetri.
All'altezza dell'ufficio postale improvvisamente Vicka, Marija e Ivanka restano come pietrifica­te, irrigiditi gli occhi verso la Madonna che sorride, ripete alle tre ragazze di non aver paura, saluta con tanta cordialità e scompare.
Il 2 luglio appare in chiesa e afferma che darà un segno della sua presenza, mentre il giorno dopo saluta i veggenti in cano­nica con un volto benevolo e affascinante e non esita a bacia­re Ivanka.
In un'altra circostanza, consta­tando che Mirijana è triste per­chè sola e lontana, fa vedere ai veggenti l'immagine della ra­gazza piangente. Raccomanda poi di non trascurare di nutrirsi, pur dedicandosi al digiuno e al lavoro, come pure di non ingi­nocchiarsi per terra dopo un'e­scoriazione alle ginocchia. Confida di apprezzare molto le piccole cose, cioè i piccoli sacrifici come segno di amore e ringrazia perché con le continue preghiere e l'offerta della gior­nata si possono allontanare per­fino le guerre. I veggenti chiedo­no aiuto negli studi, colloquiano amichevolmente ponendo do­mande, presentano richieste, si fanno intermediari per le malat­tie delle persone, per la discor­dia di varie famiglie, per l'atei­smo dei giovani, per le anime del purgatorio.
La Madonna afferma di non disporre di tutte le grazie, ma solo di quelle che ottiene da Dio con la preghiera. Dice che li accompagna giorno e notte, veglia su di loro, li custodisce maternamente. Infatti a Marija tiene compagnia durante un'o­perazione e al momento del primo taglio fa un segno di dolo­re sulla propria faccia.
La sua dolcezza

Ritiene intangibile e sacra la libertà di scelta di vita di ciascu­no dei veggenti, non intervenen­do nelle scelte di vita da singoli o nel matrimonio. Infatti con speciale benevolenza appare a Marija durante la celebrazione delle nozze.
Sempre sorride e promette bene­dizioni a coloro che la chiama­no amica, sorella, madre, tutti termini che esprimono un forte rapporto affettivo.
Invita a non chiedere qualunque cosa passi loro per la testa, e allora a tante loro domande risponde con il silenzio come se non sentisse, altre volte lascia cadere le richieste iniziando a pregare o a cantare.
Diventa una madre educatrice di vita interiore, facendoli cre­scere nell'amore verso i sacra­menti, nell'apertura verso il prossimo, servendosi anche della visione dell'inferno, del purgatorio e del paradiso. Li educa a custodire i segreti che a loro confida, invita ad aprirsi con determinati sacerdoti e a formare gruppi di preghiera.
Nelle successive apparizioni raccomanda di recitare il rosario con il cuore, di rivolgersi a Lei con piena fiducia, di frequentare la messa e i sacramenti, di com­piere opere buone verso il pros­simo, di pregare per i sacerdoti, di mettere in pratica i vari mes­saggi: preghiera, digiuno, con­versione incessante.
Diventa triste quando parla di coloro che non conoscono l'a­more di Dio, "e piange a dirotto con lacrime che le rigano le guance quando chiede agli uomini di far pace con Dio e fra di loro".
Di fronte agli errori e ai peccati non rimprovera, diventa triste. "Lei cerca ognuno di noi per salvarci, ci chiama per nome qualunque cosa abbiamo fatto. Mette continuamente in guardia dal nemico degli esseri umani, e implora Dio perché perdoni e non castighi l'umanità".
Antonio Socci si pone questa domanda: "È compatibile que­sta psicologia con la personalità che il Vangelo rivela con la Madre di Gesù?" Risponde che "è facile cogliere una perfetta corrispondenza con la persona­lità della ragazza di Nazareth totalmente umile, servizievole, gioviale, in piena sintonia con le parole del Magnificat, in cui vengono esaltate la fedeltà di Dio e la scelta dei piccoli e degli umili. A Cana prima di tutti si accorge dei bisogni degli altri e corre in loro soccorso ancor prima di esserne richiesta. Medjugorje era un paese fuori del mondo e i sei ragazzini erano totalmente privi di ogni requisito utile per fare qualsiasi cosa. Come a Lourdes, a Fatima, a La Salette, a Laus" (Mistero Medjugorje, p. 128).
E questo è in perfetta linea con: "Io ti rendo lode, o Padre, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli". A questo punto entra in scena la piccola via del cuore di santaTeresina del Gesù Bambino, di santa Faustina Kowalska, di Bruno Cornacchiola, tanto per fare qualche nome.
Quello che gli ecclesiastici non comprendono

Gli ecclesiastici infine sono stati educati a vivere senza affetti, di qui la diffidenza per ogni tipo di tenerezza devozionale e tale educazione irresistibilmente e inconsciamente si e riversata anche nei confronti di qualsiasi espressione cultuale, soprattutto mariana.
Allora una Madonna sorridente, tenera e piena di calore umano, rimane difficile da accogliere da preti e vescovi ligi alle esigenze della teologia e cresciuti nella severità intellettuale, diffidenti perciò di fronte ai vari segni nel sole, ai grandi globi di luce nel cielo, alla croce sul Krizevac che sparisce e riappare, gira su se stessa, prendendo le sem­bianze della Madonna con le braccia allargate.
Altri problemi sono infine dati dal fatto che i veggenti sono ancora in vita, continuano ad avere le apparizioni; mai l'auto­rità ecclesiastica si è pronuncia­ta finché il fortunato prescelto è ancora vivente. Ma non è tanto importante avere le prove lam­panti se la Madonna sia vera­mente apparsa o no, fondamen­tale è osservare i frutti che gior­nalmente maturano a Medju­gorje: conversioni, confessioni, comunioni, preghiere e adora­zioni sotto un cielo che profuma di rugiada mariana ritmata dal canto incessante dei grilli nelle serate oranti.
10 ottobre 2012
(Tratto da: "Senapa" 12/2013)

 

 
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Una rosa per te, Maria

Post n°22 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Come è bello consacrarsi a Maria.

Post n°21 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega

Come è bello consacrarsi a Maria.
Messe a parallelo le dolcezze gustate nel darsi in braccio al mondo, alle sue vanità, ai suoi piaceri, con le dolcezze gustate dai servi di Maria, chi vince la prova? Basta solo nominare S. Filippo, S. Teresa, il B. Ermanno, S. Luigi, S. Margherita Alacoque: ma quanti ancora avrebbero dato tutto l'oro del mondo per una mezz'ora di preghiera a Maria! E le dolci morti di Andrea Avellino, di Stanislao Kostka, chi non le invidia? Ma occorre esserle servi devoti e fedeli... Lo sei stato pel passato? Hai cominciato al presente? O Maria, lo sono adesso e lo sarò per sempre...

 
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Dovere di consacrarci a Maria come cristiani.

Post n°20 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega

Dovere di consacrarci a Maria come cristiani.
Ogni figlio di cuore sensibile si tiene in obbligo di onorare, amare e servire la madre terrena, anche solo per gratitudine dei benefizi ricevuti. Ora se la fede ci dipinge Maria tenerissima per noi, amorosissima nostra Madre spirituale; se Gesù ce la diede per Madre; se innumerevoli sono le grazie e i benefizi ottenuti per mezzo di Lei, come non consacrarci al suo servizio? Come non amarla? Non vorrai esser tutto di Maria? E non solo a parole, ma a fatti?

 
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Gigli

Post n°19 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Il veggente Jakov ai giovani: "Consegnate la vostra vita nelle mani di Maria!"

Post n°18 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega
Foto di raffaelladiega

Il veggente Jakov ai giovani: "Consegnate la vostra vita nelle mani di Maria!"

"Molti giovani hanno paura di aprirsi a Dio e alla Madonna, tanti dicono: 'come sarà la mi a vita se mi converto?'

...Ma è sufficiente pensare a tutta la pace e la gioia che sgorgano dal cuore dei giovani quando essi si riuniscono per pregare insieme per convincersi che questi sono doni che solo Dio può dare.
Molti si chiedono perché la Madonna appare così a lungo. C'è solo una ragione: Lei viene per noi, perché ci ama, perché è nostra Madre, perché vuole che noi riceviamo il bene e perché si occupa di noi. La Madonna viene anche perché desidera portarci ad una meta che è Gesù Cristo.
Già da anni Ella ci mostra la strada per raggiungere suo Figlio: la via della preghiera, della conversione, della pace, del digiuno e della S. Messa. Ma per accogliere tutto quello che ci chiede non dobbiamo affannarci ma solo aprirci a Maria, come dice Lei stessa in un messaggio: "È sufficiente che voi vi apriate a me, il resto lo farò io".

Dobbiamo cominciare a pregare seriamente, a pregare con il cuore e a sentire nascere pian piano in noi la pace e la gioia. Venire a Medjugorje ha senso solo quando accettiamo di convertirci, di iniziare una nuova vita con Dio e di portarla con noi a casa. Tutti siamo chiamati ad essere testimoni della "Gospa" e quando si torna da un pellegrinaggio in questo luogo non è importante dire di essere stati qui, ma è importante che gli altri riconoscano Medjugorje in noi, è importante che in noi vedano Dio e possano comprendere come Egli agisce attraverso di noi. Questo è l'esempio che la Madonna ci chiede di dare. Credo che noi uomini non abbiamo ancora capito quanto sia grande l'Amore della Madonna per noi! È sufficiente pensare che Ella viene sulla terra da così tanti anni proprio per noi... Che grande grazia!

Come non ricordare le sue parole quando ci ha detto: "Cari figli, se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia"... E quante volte ci ha detto nei suoi messaggi: "Grazie di aver risposto alla mia chiamata". Ma noi dobbiamo chiederci se davvero abbiamo risposto alla sua chiamata...Per 17 anni di seguito, ogni giorno, ho visto la Madonna, ho guardato il suo bellissimo viso, ho sentito la sua bontà, l'ho vissuta come madre, e quando Lei mi disse che non sarebbe più venuta, tranne che a Natale, ho pensato: "come sarà la mia vita d'ora in poi? Come farò a vivere senza vederla ogni giorno? Ma allora ho compreso che non è importante vedere Maria con gli occhi ma è importante averla nel cuore. La Madonna vuole stare in ogni nostro cuore, noi dobbiamo solo aprirlo a Lei e mettere tutta la nostra vita nelle sue mani".




Fonte: http://medjugorje.altervista.org/doc/jacov//09-consegnate_vita.php

 

 
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Madonna e Rosario

Post n°17 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Pensiero mariano

Post n°16 pubblicato il 17 Giugno 2013 da raffaelladiega

In mezzo al giubilo della festa, a Cana, soltanto Maria si accorge che manca il vino... L'anima giunge fino ai minimi dettagli di servizio se, come Lei, vive appassionatamente intenta ai bisogni del prossimo, per il Signore. (Solco, 631)

 
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Fiore

Post n°15 pubblicato il 16 Giugno 2013 da raffaelladiega

 
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Messaggio del 25 marzo 1997

Post n°14 pubblicato il 16 Giugno 2013 da raffaelladiega

Cari figli, oggi vi invito in un modo speciale a prendere la croce nelle mani e a meditare sulle piaghe di Gesù. Chiedete a Gesù di guarire le vostre ferite, che voi, cari figli, avete ricevuto durante la vostra vita a causa dei vostri peccati o a causa dei peccati dei vostri genitori. Solo cosi capirete, cari figli, che al mondo è necessaria la guarigione della fede in Dio creatore. Attraverso la passione e la morte di Gesù in croce, capirete che solo con la preghiera potete diventare anche voi veri apostoli della fede, vivendo nella semplicità e nella preghiera la fede che è un dono. Grazie per avere risposto alla mia chiamata! Messaggio del 25 marzo 1997

 
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