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"Salvarsi la vita, non è solamente impedirsi di morire fisicamente, ma salvare la nostra persona da maltrattamenti morali, a volte anche da quelli fisici, anche se non si sa per quale motivo, si è dipendenti da questi comportamenti, come se fosse la giusta punizione per la nostra inadeguatezza, per il nostro valere nulla… e quindi dobbiamo pagare, “giustamente pagare”, non rendendoci conto che distruggiamo il nostro “io”…la nostra identità di persona".

 

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« Donne: imparate a dire "NO"!Qualcosa che non c'è (by Elisa) »

Quando si ama TROPPO

Post n°112 pubblicato il 28 Maggio 2008 da evafutura2007

Cosa vuol dire amare troppo, quando l'amore diventa cioè patologico?
Amare troppo vuol dire sentirsi realizzati esclusivamente all'interno di un rapporto di coppia nel quale si soffre continuamente. Si è portati a giustificare i tradimenti del partner, la sua indifferenza o aggressività assumendosi la colpa dei suoi comportamenti e ritenendosi non sufficientemente "amabili".

Ci si annulla dedicandosi completamente all'altro e si cerca di cambiare la persona amata (senza riuscirci) perchè diventi somigliante a ciò che si vorrebbe che fosse. Nella maggior parte dei casi, chi ama troppo riesce a capire che il partner non soddisfa i propri desideri, si sente umiliato e offeso dagli atteggiamenti del proprio compagno, ma non riesce a troncare il rapporto e, al contrario, subisce un'attrazione fortissima alla quale non può sottrarsi. Quando si ama troppo (forse) non si sta amando veramente. Molto forte è la paura di restare soli, di non meritarsi amore e ci si attacca ossessivamente a qualcuno che si considera indispensabile per la propria vita.
Chi ama troppo dona amore senza limiti, con la speranza che l'amato "contenga" paure e angosce: queste, invece, si amplificano costringendo a "darsi" ancora di più, in un circolo vizioso simile a quello che si determina in molte altre "dipendenze".

Chi soffre di più in una coppia in cui la donna "ama troppo"?
L'uomo, la donna, entrambi? Perchè?
Il fenomeno dell'"amare troppo" è tipicamente femminile. Tuttavia anche gli uomini possono soffrire la dipendenza affettiva, vivendo angosce che hanno origine nell'infanzia e nutrendo una scarsa considerazione di sè (proprio come le donne che amano troppo).
L'uomo, più della donna, tende ad alleviare queste sofferenze investendo gran parte delle energie nel lavoro, impegnandosi in hobby e sport, cercando, in definitiva, delle risposte "al di fuori di sè più che "dentro di sè".
Le donne, invece, spesso anche per motivi di ordine culturale, sono abituate a considerarsi deboli, fragili, dipendenti, bisognose di protezione e di un punto di riferimento. Se la donna non riesce ad amare se stessa, ha naturalmente bisogno di un uomo che riesca ad rassicurarla, che la faccia sentire migliore.
La paura di non essere amata può portare la donna ad accettare qualsiasi cosa dell'uomo purchè la rassicuri e, per evitare che lui fugga, lei si adatterà a fare da infermiera, mamma, confidente etc.

Ma allora com'è l'uomo di una donna che ama troppo?
Spesso accanto ad una donna "salvatrice" c'è un uomo che non si prende delle responsabilità, accanto a una donna che è stata abbandonata da piccola, potrà esserci un uomo che la trascura e la tratta male. E, altrettanto spesso, il compagno della donna "affettivamente dipendente" soffre a sua volta di qualche tipo di dipendenza o disagio.
Queste donne, inconsciamente, ricreano scenari particolarmente significativi vissuti nella loro infanzia, all'interno di famiglie "difficili".
Guardandola in questo modo si può dire che anche l'uomo della "donna che ama troppo" soffre, non è in grado di vivere un amore maturo e ripete egli stesso un copione che non gli permetterà di realizzare appieno sè stesso all'interno di una coppia. Generalmente sono uomini incapaci di esprimere affetto.

Come si può capire se la propria relazione corre il rischio di cadere nella trappola (o vi è già senza che ce ne rendiamo conto) della dipendenza affettiva?
Non c'è una regola precisa, importante imparare ad ascoltare il proprio malessere, la propria sofferenza. Quando l'autostima, la fiducia nel proprio valore, la propria serenità dipendono esclusivamente dal giudizio o dall'umore dell'altro, quando si pensa ossessivamente al partner dimenticandosi di sè, dei propri interessi, forse si sta già amando troppo.

Per quale motivo una donna corre il rischio di ritrovarsi in una condizione di dipendenza affettiva dal proprio partner?
All'origine di una dipendenza affettiva si cela una sofferenza che ha origini antiche, infantili. Vissuti di abbandono, violenze, esperienze intense che hanno lasciato un segno doloroso, possono predisporre la donna ad amare troppo.
Infatti nell'attrazione che spinge verso l'altro entrano in gioco i propri difetti, i problemi irrisolti, le ferite del passato. Si è convinti che l'altro possa risolvere i propri problemi. Il più delle volte, la coppia nasce proprio come una "riparazione" del passato. Diviene facile quindi attribuire al partner il ruolo (idealizzato) di un genitore che rimedierà agli errori fatti e "salverà" con il suo amore. Allora, inconsciamente, si cercherà proprio quella persona che dovrebbe permettere di rivivere un'antica sofferenza, ma che, in realtà, invece di "salvare", imprigiona in un circolo vizioso dove niente cresce, niente si sviluppa, ma si è costretti a vivere un amore non libero e sofferto.
La donna che ama troppo è anche una donna disabituata a pensare a sè, alle sue passioni e alla sua creatività che non sa nemmeno di avere. Si corre il rischio di cercare uomini solo per riempire grandi vuoti interiori. Non è possibile costruire una relazione con l'altro se prima non si stabilisce una relazione con se stessi.

Perdoni la domanda/provocazione: ma l'essere innamorati, la fase dell'innamoramento, non è già di per sè una situazione limite? Una fase in cui si è tutti, naturalmente, portati ad annullarsi per l'altro? Ci aiuti a rassicurare chi potrebbe vedere nella propria storia elementi simili a quelli che lei ha descritto, senza in realtà vivere una situazione di dipendenza affettiva.
La coppia vive una successione di fasi differenti e crisi da superare.
All'inizio vi è l'innamoramento. L'innamoramento si differenzia dall'amore per l'intensità e la spontaneità dei sentimenti. Il partner è idealizzato, diviene agli occhi dell'innamorato la persona da sempre cercata, apparentemente senza difetti, praticamente perfetto!
In questa prima fase del rapporto è facile proiettare sulla persona amata i propri desideri e le proprie aspirazioni, vedere solo quello che si vuole vedere.
Si cerca la simbiosi, la "fusione" con l'altro, isolandosi a volte dal gruppo di amici per godere esclusivamente della presenza del compagno. La persona amata diventa il centro attorno al quale si organizza tutta la vita, riempie i pensieri. Nasce l'irrefrenabile desiderio di essere rassicurati dall'amore dell'altro e questa bramosia trova soddisfazione attraverso regali, incontri anche fugaci, telefonate ricorrenti, etc. ("Che film vuoi vedere?" "Quello che piace a te!").
Fondersi significa anche complicità emotiva e corporeità.
Il periodo della fusione amorosa non è da confondersi con la dipendenza affettiva. Quando si è innamorati, si vive un piacere intenso al solo sguardo dell'altro e un dolore profondo e destabilizzante se l'altro non c'è o si teme che non ricambi l'amore. Ma l'innamoramento è anche dinamismo, movimento all'interno della coppia, è un periodo che ben presto lascerà il posto ad una nuova fase del rapporto. 

Finito il tempo idilliaco della complicità, infatti subentra il desiderio di "differenziarsi" dall'altro. ("Che film vuoi vedere?" "Non certo uno di quei film d'azione senza sentimento che vuoi vedere sempre tu!").
Si è portati a dare rilievo alle differenze.

In seguito subentrerà la fase dell' "esplorazione" durante la quale si tende a prendere le distanze dall'altro. In questo periodo si è portati ad uscire con i propri amici senza il partner o ad iscriversi in palestra, oppure a coltivare un hobby che si era trascurato. Questo allontanamento momentaneo aiuta gli individui della coppia, a ritrovare il proprio IO perduto che è stato temporaneamente messo da parte per stare più vicini al partner.
Si tratta di una fase delicata, molte coppie non riescono a superarla indenni.

Se la si supera senza pregiudicare il rapporto, si entra nella fase del "riavvicinamento", nella quale entrambi hanno idee più definite su chi sono e cosa vogliono dalla coppia.
A questo punto si può imparare a "cooperare" per un progetto comune e la coppia impara a non vivere più solo per se stessa ma anche per gli altri (ad es. i figli).

Alla fine di questo percorso si conosce e si accetta il partner per quello che è veramente, si può scoprire che le sue imperfezioni piacciono perchè fanno di lui una persona speciale, è favorito lo sviluppo e la piena espressione della personalità di entrambi.

Nella dipendenza affettiva, invece, tutto è fermo, nulla si trasforma, ma tutto si ripete con un amaro retrogusto di sofferenza e di insoddisfazione.
Non è una fase del rapporto ma un unico scenario che si ripropone sempre allo stesso modo e nel quale i protagonisti sembrano avere sempre lo stesso ruolo per tutta la durata della relazione.

Cosa fare se ci si rende conto di "amare troppo", di non avere una vita personale completa e indipendente al di fuori della coppia? A chi rivolgersi?
Chi ama troppo ha la pretesa di manipolare il partner, sente il bisogno di intervenire cambiando la realtà e ha grandi difficoltà ad accettare l'altro per quello che è.
Tenendo sotto controllo l'altro, si pensa erroneamente di controllare anche i propri sentimenti. Prendere coscienza di questo proprio atteggiamento vuol dire già fare un grosso passo avanti. Se la dipendenza affettiva spinge a controllare l'altro, la prima cosa da fare è sicuramente stare ferme, non "agire" più quel controllo, ma cominciare ad accettare la realtà e soprattutto sè stessi.
Guardare la realtà per quella che è, guardare il proprio uomo per quello che è, aiuta sicuramente a prendere delle decisioni sane e costruttive. Ma non è facile.

Nel momento in cui il disagio e la sofferenza diventano troppo pesanti, tanto da compromettere seriamente la vita quotidiana, è bene rivolgersi ad uno psicoterapeuta di fiducia che aiuterà a prendere più consapevolezza della propria situazione.
Molto utili sono anche i cosiddetti gruppi di auto-mutuo-aiuto per chi soffre di dipendenza affettiva. Questi gruppi sono formati da persone che hanno in comune lo stesso problema e che confrontano e condividono i propri vissuti sotto la guida di uno specialista.

Intervista realizzata da www.margherita.net con la Dott.ssa Mariacandida Mazzilli, psicologa e psicoterapeuta (Roma)

Molto ultile anche il libro della Dott.ssa Robin Norwood "Donne che amano troppo", Ed. Feltrinelli

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Commenti al Post:
Alba_in_una_foto
Alba_in_una_foto il 28/05/08 alle 18:00 via WEB
Ci sono donne che amano troppo. Ci sono donne che non sanno amare e donne che credono di saperlo fare. Ci sono le donne. Le donne che ti rincorrono, che ti vogliono, che ti comprano. Ci sono donne felici e donne disperate, donne serene e donne aggrovigliate dentro se stesse. Le donne. Le donne che credono ancora nell'amore e quelle che hanno deciso di non rischiare più niente di sè stesse. Ci sono le donne che ridono, che piangono, che aspettano il domani per piangere o ridere di nuovo. Ci sono le donne. Le donne che aspettano una chiamata, una parola, un sorriso che le faccia vivere ancora e le donne che non aspettano più niente. Le donne. Le che si fidano, le donne che ci credono, le donne consapevoli persino degli errori che stanno facendo, ma che continuao imperterrite a rifare. Le donne che amano troppo e che non sanno amare. Ci sono le donne come me che mi guardo dall'alto e mi vedo. C'è questa donna, testarda, cocciuta. Indomabile guerriera che che si vede privata dalla sua forza da un semplice sorriso, una bugia, una verità sbagliata. Questa donna che dice no. Ci sono le donne e ci sono io e ci sei TU. ( Le donne - Rossella Pirovano)
 
 
evafutura2007
evafutura2007 il 28/05/08 alle 18:14 via WEB
Esatto Ross, ma proprio perchè ci sono Io e altre come me che soffrono o hanno sofferto (e non ne sono uscite, o ci stanno provando) che mi sento di porre all'attenzione del pubblico simili argomenti. Perchè quando le cose vanno bene non c'è niente da dire, anzi: chissenefrega! Ma quando si sta male e c'è un grosso disagio interiore che molti non riescono a sfogare nella vita (ma magari solo qua, dentro a questo "contenitore" virtuale)io mi sento di dare il mio aiuto (anche solo con una parola di conforto) affinchè altre come me raggiungano quella consapevolezza che le aiuti a "capire" e forse a soffrire di meno... :-) Eva
 
cercodiogene
cercodiogene il 28/05/08 alle 18:04 via WEB
In amore non esiste la parola troppo, così come non esiste la parola poco...amare è donarsi e donando ricevere....ciao :)
 
 
evafutura2007
evafutura2007 il 28/05/08 alle 18:08 via WEB
Qui si parla di una "patologia, uno stato di malessere profondo...
 
solosorriso
solosorriso il 28/05/08 alle 19:08 via WEB
Ognuno ama come è capace di fare...nessuno ci può insegnare come meglio fare perchè è una materia davvero difficile e molto soggettiva per poterla insegnare :-) E' innegabile che uomini e donne sono due universi talmente lontani e differenti da essere naturale che amino in modo diverso...Gli uomini capaci di soffrire per amore (sempre più rari a mio avviso) hanno un'animo "femminile" molto più spiccato della maggior parte dei loro "colleghi". Ho letto molti anni fa questo libro ed è davvero molto interessante per chi si vive delle vere e proprie dipendenze nei confronti di una figura maschile...è da consigliare come lettura...aiuta davvero :-) Ti ringrazio della visita e complimenti per il blog :-)Buon proseguimento e buona serata :-)
 
 
evafutura2007
evafutura2007 il 29/05/08 alle 14:36 via WEB
Certo ognuno ama come è capace, ma aggiungo anche come gli hanno insegnato. Il primo esempio sono i genitori, che instillano in noi il seme della conoscenza. A volte in bene a volte in male. Ma da qui traiamo il fondamento per costruire la nostra personalità e fare le nostre scelte. Crescendo la conoscenza si amplia, le esprienze ci aiutano a comprendere "il bene e il male" che vive attorno a noi, due cose non sempre facili da gestire se non si ha una personalità adeguatamente strutturata e matura. Una persona debole può diventare forte se prende coscienza di sè e delle sue necessità e sa agire su sè stessa. :-) Eva
 
babele2709
babele2709 il 28/05/08 alle 19:14 via WEB
Io credo di amare troppo i miei figli...dovrei essere meno ansioso quando non ci sono....ma probabilmenteè solo il fatto che combatto x vederli...avessi libera scelta forse sarebbe diverso....poi qusta frase mi è piaciuta.. si può scoprire che le sue imperfezioni piacciono perchè fanno di lui una persona speciale,.....scritta qua da te. quando te l'ho detto io mi hai fatto ricordare un post a proposito di fette di prosciutto... non era quello che intendevo io....ciao e ..un bacio..se non ti va schiva, se non arriva dimmelo...te ne mando un altro
 
 
evafutura2007
evafutura2007 il 29/05/08 alle 14:40 via WEB
Amali ma non soffocarli. I figli sono un dono ma non una proprietà, lascia spazio affinchè sviluppino le loro capacità e peculiarità, e sostienili sempre anche se non condividi le loro scelte. Tu da genitore hai la responsabilità e il piacere, l'onere e l'onore di guidarlo in questa vita non sempre facile, e tu lo sai meglio di altri e ciò ti rende più sensibile e capace di vedere oltre i limiti di certe persone. Grazie per il pensieri carini e garbati che sempre hai :) Kiss, Eva
 
   
babele2709
babele2709 il 29/05/08 alle 19:20 via WEB
Mi sembra di aver bisogno di una educatrice...che mi aiuti nel percorso di genitore, che non è facile...e mi sembra tu sia una persona adeguata..che prenderesti per 2/3 ore un paio di volte la settimana?....ok non troppe pretese, non sono un nababbo....solo babbo....:-))
 
     
evafutura2007
evafutura2007 il 30/05/08 alle 20:56 via WEB
L'esperienza rende "adeguate" le persone, e solo chi ha visstuo certe esprienze può capire certe cose e aiutare gli altri a capirle. Io esprimo semplicemente il mio punto di vista di figlia, oltre che le mie preoccupazioni da adulta e, chi lo sà, un domani futura madre e moglie. Bisogna fare tesoro delle esperienze, confrontarsi con gli altri e condividere, tenere occhi e orecchie ben aperti! :))) e per quanto possibile imparare dai proprio errori. Kiss, Eva Ps. Le persone intelligenti non cedono alle adulazioni nè si comprano! ;P
 
Oxumare81
Oxumare81 il 29/05/08 alle 09:45 via WEB
Questo amare troppo forse è dovuto ad un'ossessione per la persona amata ed alla paura di restare soli, che, secondo me, con differente intensità, colpisce molte persone. Anch'io, non a questi livelli e non so per quale motivo, credo sempre per il grande Amore che provo per la mia ragazza, mi considero una di queste persone. Do sempre tante possibilità alla mia ragazza e a volte spero di riuscire a cambiarla anche se col tempo ho capito che è quasi impossibile. Per abitudine e carattere, mi viene spontaneo e continuo a farlo, cercando sempre di migliorare il nostro rapporto e di renderle più semplice la vita. Spero che il nostro rapporto diventi comunque più sereno. L'Amore ci assiste anche nei momenti di maggiore sofferenza e ci spinge a guardare avanti. Buona giornata!
 
 
evafutura2007
evafutura2007 il 29/05/08 alle 14:50 via WEB
Ve bene porre in evidenza i lati positivi e onorevoli della questione, ma non dimenticare che ci sei anche TU, che non ci si può sacrificare in eterno se non vedi proficui cambiamenti. Se invece vedi anche solo una piccola luce in fondo al "tunnel", lotta e dai tutto te stesso per il vostro Amore. Dai a lei il tempo di crescere perchè ancora è giovane e inesperta, tu sei un gradino più avanti come maturità e si nota leggendoti, e di certo sei per lei un ottimo punto di riferimento, un consigliere premuroso e attento. Ma non ti incapponire se le cose non vanno, cadendo nell'errore di "controllarla" o farle da perenne badante. Ad un certo punto ognuno si deve fare le ossa da sè. Kiss, Eva :-)
 
i_ronica
i_ronica il 30/05/08 alle 14:44 via WEB
OGNI DONNA DOVREBBE LEGGERLO, ANCHE QUELLE NON PROPRIAMENTE PATOLOGICHE. hai fatto bene a pubblicare questo post. sai come la penso a riguardo. I-
 
 
floriana_71
floriana_71 il 30/05/08 alle 19:51 via WEB
le donne cadono in questi casini perchè non si amano abbastanza. Bisogna imparare ad amare se stesse, a coltivare un po' di sano autoriferimento e vedi poi come impari a non farti maltrattare e superi le dipendenze da stronzi. Oddio, forse io ho imparato un po' troppo bene, e infatti ... : )))
 
   
evafutura2007
evafutura2007 il 30/05/08 alle 21:02 via WEB
Volenti o nolenti si impara dalle "smusate", chi persevera va compatito. Mi dispiace dirlo. E' difficile superare certe situazioni, sopratutto quelle sentimentali che si trasformano in "gorghi malefici" risucchiando l'anima e la voglia di viveere. Non è che se ne esce dall'oggi al domani, nesusno di noi è Superman, ma VOLERE è POTERE. E cercare aiuto quando non ce la si fa è FONDAMENTALE! Tutti abbiamo diritto di amare ed essere amati, è un diritto di cui DOBBIAMO prendere coscienza. E metterci nella zucca che chi non ci ama non ci merita, possiamo trovare di meglio...sempre che sia quello che vogliamo... :)
 
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