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Spirito del Vento

Centro e circonferenza, dentro e tutto attorno: superamento, trasformazione e cambiamento, dentro e fuori ciascun luogo, dentro e fuori ciascun tempo, immanenza e trascendenza

 

 

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Post n°85

Post n°85 pubblicato il 28 Febbraio 2009 da strega.lilith

L'ANARCHIA - Storia di un movimento utopistico che terrorizzò  
l'Europa dall'Ottocento al Novecento  
Che cos'è l'anarchia? O, per meglio dire, esiste l'anarchia? Sfuggevole, indefinito, ribelle ad ogni tentativo di uniformizzazione, il pensiero anarchico - in nome del suo dichiarato ideale supremo, la libertà - è sempre risultato come un cavallo indomabile per gli storici, gli studiosi, gli intellettuali che hanno cercato di avvicinarvisi. Come conseguenza di ciò, si può dire che non esiste un chiaro percorso scientifico di studio sull'anarchia, e la letteratura in materia si divide tra l'analisi delle diverse, innumerevoli correnti filosofiche e l'aneddotica sugli estremi atti individualistici (ma chiamiamoli con il loro vero nome, e cioè terrorismo, tanto più che molti anarchici non disdegnarono affatto questo termine) compiuti da quelli che sono stati definiti "gli angeli neri" dell'anarchia. Definire che cosa sia l'anarchia non è compito semplice, quindi, e forse la maggiore responsabilità va imputata agli stessi anarchici. L'anarchia, infatti, non fu mai, nella sua storia, un movimento politicamente omogeneo e disciplinato (come fu, ad esempio, il rivale marxismo), bensì un "punto di incontro" tra individualità orgogliosamente differenti l'una dall'altra.  
Sia nel campo intellettuale che operativo il motore dello slancio anarchico fu sempre l'individualismo, l'alto senso della responsabilità personale dei propri pensieri e delle proprie azioni. Tutti gli anarchici si incontrano però su di un terreno comune. Del supremo fine si è già detto, consistendo nella libertà; sui mezzi, uno è sicuramente quello unanimemente riconosciuto, e cioè il Verbo, la parola. Per gli anarchici la propaganda ricoprirà sempre un ruolo essenziale: comizi, opuscoli, volantini e un'innumerevole serie di testate giornalistiche servirono al multiforme movimento anarchico per annunciare al mondo il proprio Sogno: l'avvento di una condizione di vita completamente libera da ogni vincolo e costrizione governativa, dove gli individui condividono i propri beni in armonia e lontani da ogni ricchezza. Questa sorta di paradiso (ma l'espressione è sicuramente errata dal punto di vista anarchico, poiché secondo quest'ultimo qualsiasi concetto di trascendenza è da rigettare, anche lo stesso concetto di Utopia) è nelle possibilità dell'uomo e può essere raggiunto unicamente con il rovesciamento immediato e totale di qualsiasi potere e istituzione.  
Rovesciamento che può avvenire in molti modi, tra cui la violenza, il cui significato "catartico" affascinò spesso gli anarchici, anche coloro che non si sognarono mai di ricorrervi. Anarchia - recita la Piccola Enciclopedia dell'anarchia di Boussinot - è "negazione, rifiuto dell'ordine artificiale basato sul principio di autorità, principio di violenza, che viene imposto nella comunità umana […], negazione della legittimità di questa violenza, della legittimità delle varie istituzioni da essa instaurate, in primo luogo quella dello Stato." Ovviamente, nonostante qualche superficiale affinità, le differenze con il comunismo e il marxismo in generale sono evidenti. Gli anarchici non accetteranno mai il concetto di dittatura del proletariato (anzi, nemmeno quello del proletariato come "avanguardia" della rivoluzione), trovando assurdo e improbabile che una classe, una volta raggiunto il potere, per di più assoluto, scelga di privarsene per favorire l'avvento del comunismo totale.  
Per molto tempo il termine "anarchico" assunse nell'immaginario collettivo un significato meramente negativo, dai contorni essenzialmente nichilisti. Anarchia e disordine, cospirazione, immoralità formarono un tutt'uno, almeno fino a quando il mondo intellettuale (il primo fu il francese Pierre Joseph Proudhon) non cominciò ad accostarvisi e a concedere all'idea dignità teorica. A ben vedere, anche dopo questa evoluzione, lo stereotipo dell'anarchia e dell'anarchico rimase legato all'immagine del terrorista isolato che pugnalava il potente di turno o spargeva il sangue della gente innocente ricorrendo alle bombe. Altri movimenti hanno eccelso nella pratica terroristica e cospiratoria più degli anarchici - basti pensare ai socialisti-rivoluzionari russi - ma questo non ha impedito che la palma del terrore non rimanesse agli "angeli neri". I termini "anarchia" e "anarchico" furono usati per la prima volta negli anni della Rivoluzione Francese. Con essi si voleva marchiare, da destra e da sinistra, l'avversario politico. E' così che il girondino Brissot, nel lontano 1793, definiva la corrente degli Enragés (Arrabbiati). Sotto la Convenzione, gli Arrabbiati non erano classificabili sotto alcuna tendenza (giacobini, hebertisti, babuvisti, ecc...), contestavano ogni autorità, volendo opporre al potere della Convenzione uno di diretta emanazione popolare. Inoltre, si scagliavano contro il nuovo potere incarnato nella borghesia, definendola "aristocrazia commerciale più perniciosa di quella nobiliare e clericale". L'anarchia degli Enragés - affermava Brissot - consisteva in "leggi non tradotte in effetto, autorità prive di forza e disprezzate, il delitto impunito, la proprietà minacciata, la sicurezza dell'individuo violata, la moralità del popolo corrotta, nessuna costituzione, nessun governo, nessuna giustizia: queste le caratteristiche dell'anarchia". Pochi anni dopo il Direttorio dichiarava che "per anarchici si intende quegli uomini carichi di delitti, macchiati di sangue, impinguati dalle ruberie, nemici di tutte le leggi […]che predicano la libertà ed esercitano il dispotismo, parlano di fraternità e massacrano i loro fratelli." Definizioni e opinioni, queste, che non cessarono mai di esistere e riaffiorarono soprattutto negli ultimi decenni del XIX secolo, quando la furia degli attentati anarchici (o presunti tali) raggiunse il suo apogeo. Dagli anni della Rivoluzione Francese bisognerà aspettare quasi la metà del secolo successivo per assistere ad una rivalutazione (anzi, ad una valutazione positiva) dei termini "anarchia" e "anarchico". Come detto, è Proudhon a compiere questo passo, nella sua opera dal titolo "Che cos'è la proprietà?". "La proprietà è un furto", "Il grado più elevato dell'ordine nella società viene espresso dal grado più alto di libertà individuale, ossia dall'anarchia": sono queste le frasi più celebri espresse da Proudhon (che a buon diritto viene definito l'autentico fondatore del pensiero anarchico moderno) nella sua opera rivoluzionaria. E' il 1840. Prima e dopo P.J. Proudhon, altre figure incarnarono il sentimento anarchico e furono considerati "padri putativi" dell'anarchia dagli stessi accoliti, benché mai (o non sempre) avessero espresso alcuna adesione, più o meno formale.  
Nel Pantheon (anche questo termine è forzato, considerata l'allergia anarchica per Miti, Eroi, Bandiere) dell'anarchia troviamo così uomini molto differenti tra loro, per provenienza culturale, estrazione sociale e slancio politico: parliamo di personaggi come: Lev Tolstoj, William Godwin, Piotr A. Kropotkin, Max Stirner. Non è questa la sede per analizzare il pensiero politico-filosofico di ognuno di loro, ma si può altresì dire che ogni loro riflessione è contenuta all'interno dei due estremi della weltanschaung dell'anarchia: il comunismo anarchico (o collettivismo) e l'individualismo. Il primo sostiene l'importanza dell'equilibrio tra gli individui all'interno di un corpo sociale, oltre alla finalità principale dell'uomo che è l'associazione. Da questa tendenza deriva l'anarco-sindacalismo, e in genere quella corrente anarchica più disposta a calarsi in piccoli compromessi riformistici con la società. Il secondo, e cioè l'individualismo, costituisce uno degli aspetti più "romantici" dell'anarchismo. Da esso deriva uno dei motivi di grande incomprensione con il marxismo e il comunismo, nonché anche l'avvicinamento all'anarchia di una certa destra nietzschiana affascinata dal mito del Superuomo. Volendo sintetizzare (e oggettivamente forzare la storia del pensiero anarchico) si possono pensare come estremi, rispettivamente della visione sociale e individuale, Proudhon e Stirner.  
Proudhon considera l'individuo e la sua libertà come il fine supremo dell'anarchismo, ma allo stesso tempo non concepisce una degna esistenza per questo se non all'interno di un società. L'anarchia per il pensatore francese non è caos ma ordine, un ordine precedente all'organizzazione di poteri che l'uomo ha storicamente costruito. L'anarchia è una condizione armonica che l'uomo ha la piena potenzialità di costruire, mirando all'annullamento dello Stato e all'instaurazione di una società federalista e basata sul mutualismo (i suoi seguaci proudhoniani si chiameranno infatti mutualisti). In Proudhon anarchia è tutt'altro che nichilismo: "Destruam et aedificabo" (distruggerò ed edificherò) era il suo motto, una visione comunque teleologica. Proudhon fu in vita un grande avversario di Karl Marx e della sua visione - a detta del francese - "autoritaria", e non deve quindi stupire il boicottaggio che il pensiero proudhoniano ha avuto ad opera dei marxisti. Stirner rappresenta invece il trionfo estremistico dell'individualismo. Esaltatore dell'Io, auspice di un'Unione degli Egoisti, Stirner viene ricordato soprattutto per l'opera "L'unico e la sua proprietà", che scandalizzò gli uomini del suo tempo. Il suo è un individualismo assoluto, l'io che si oppone alla società. "Nessun giudice può decidere se ho ragione o no, se non io stesso. Non ho regole, né leggi, né modelli. Dio, la coscienza, i doveri, le leggi sono delle stupidaggini di cui ci sono stati imbottiti cervello e cuore. Quello che è necessario al tuo Io, conquistalo, se ne hai la forza. Metti la mano su quanto ha bisogno. Prendilo!": sono alcune delle affermazioni-esortazioni di STIRNER.  L'Egoista di Stirner e il Superuomo di Nietzsche vengono quindi a toccarsi (e infatti Nietzsche considerò sempre Stirner uno degli "spiriti più fecondi del diciannovesimo secolo".). Il pensiero anarchico si è sempre dibattuto tra i suoi due estremi, cercando un equilibrio tra la necessità della solidarietà umana e le libertà individuali. Bakunin, l'Internazionalismo Anarchico, lo scontro con Marx Se Proudhon è il "primo anarchico", Michail Aleksandrovic Bakunin è senza dubbio il più grande e illustre. Uomo di pensiero, ma anche di azione, fu per generazioni di anarchici l'indiscusso punto di riferimento (la sua influenza fu fondamentale in Italia presso uomini che a loro volta divennero bandiere dell'anarchia, come Errico Malatesta, Carlo Cafiero, Andrea Costa).  
Oggi si tende a vedere la figura di Bakunin fuori da ogni esaltazione (cfr. "Gli angeli neri - Storia degli anarchici italiani" di Manlio Cancogni): l'uomo fu spesso contraddittorio e confusionario, e spesso sfruttò a proprio vantaggio la propria popolarità presso stuoli di anarchici. Questo non impedisce di vedere in lui un uomo di grande slancio ideale, seminatore postumo delle idee anarchiche. La sua leggendaria lotta con Marx per la supremazia del socialismo è a posteriori un monito non ascoltato del fallimento che il marxismo e il comunismo avrebbero portato con sé. "Io non sono comunista - affermava Bakunin - perché il comunismo concentra e fa assorbire tutta la potenza della società nello Stato, perché porta necessariamente alla centralizzazione della proprietà nelle mani dello Stato, mentre io voglio l'abolizione di questo Stato che, col pretesto di moralizzare e civilizzare gli uomini, li ha fino ad oggi asserviti, oppressi, sfruttati e depravati." Figlio di un aristocratico russo, BAKUNIN si avvicina alle idee di PROUDHON a trent'anni, in occasione di un soggiorno parigino. Nella capitale francese fonda "Le Peuple", viene espulso, arrestato diverse volte in Austria, Germania, viene condannato a morte ed estradato nella Russia zarista dove subisce una condanna a dieci anni in Siberia (1857), evade 4 anni dopo e vaga per l'Europa (in Italia resterà dal 1864 al 1867). In questi anni fonda alcune associazioni rivoluzionarie e nel 1868, con l'Alleanza Internazionale della Democrazia socialista aderisce alla Prima Internazionale. Cominceranno così gli scontri con Marx per assicurarsi la supremazia nel mondo socialista. Finché rimarrà in vita la posizione di Bakunin rimarrà predominante, ma col tempo (e con metodi autoritari) i marxisti riusciranno a estendere la propria egemonia, fino all'espulsione degli anarchici. Il fatto avvenne nel 1872 al congresso dell'AIL (Associazione Internazionale dei Lavoratori, o Prima Internazionale) all'Aia in cui i marxisti truccano la propria rappresentanza per ottenere la maggioranza nel consesso. "I marxisti - scrive Boussinot - fabbricano una rappresentanza congressuale che lascia loro 42 voti di maggioranza (Per la prima volta, e sotto la responsabilità personale di Marx, si assiste, da parte dei rivoluzionari, a tale manipolazione di un'assemblea teoricamente sovrana e rappresentativa delle masse. Quando si cercano, oggigiorno, le origini dello stalinismo, sarebbe bene esaminare quanto accadde durante quel congresso, già nel 1872!)" Da quel momento gli anarchici cercheranno dapprima di creare una propria "Internazionale Nera" (decennio 1880-1890), poi cercarono di entrare nella Seconda Internazionale Socialista (1889-1896), fallendo, infine ritentarono la strada esclusivamente anarchica (Congresso di Amsterdam del 1907) che terminò con lo scoppio della  
Prima Guerra Mondiale, pietra tombale dell'anarchia...  
... intesa come grande fenomeno internazionale. Dal Verbo alla Violenza: il decennio 1890-1900. Alla fine del XIX secolo, se il movimento anarchico perdeva visibilità nel mondo socialista e all'interno del mondo operaio a vantaggio dei marxisti, un eccezionale florilegio di attentati di stampo anarchico contribuì ad affossarne le prospettive di propaganda all'interno della società europea. L'anarchia tornava ad essere una sorta di perversione intellettuale, il simbolo dell'assassinio e della cospirazione, il culto del disordine.  
(1° parte)

 
 
 
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Tetra notte e splendente luna
delle streghe udite la runa
Est e poi sud, nord e occidente
Ecco, vi chiamo, immantinente.
Aria e fuoco, acqua e terra
esaudite la mia preghiera
Bacchetta, spada, stella a cinque punte
queste parole vi siano giunte
Frusta e coltello, corde e incensiere,
svegliatevi e vita possiate avere.
E dell'Athame la forza invocata
giunga a noi se la magia e' avverata
Regina degl'Inferi e del cielo sovrano
Per l'incantesimo dammi una mano
E della Notte, Cacciatore Cornuto,
per il mio rito dammi un aiuto.
Per tutto il potere di terra e di mare
come io dico, cosi' possa stare.
Per la potenza del sole e di luna
possa accadere cantando la Runa.

 
 
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A voi riuniti in mia presenza
Portate al mio spirito la reverenza.
Venere dalla bellezza accecante
del Dio Cornuto la splendida amante
di stregoneria regina e potenza.
Etoine, Nisene, e poi Morgana,
Brigida sono, e Artemide, e Diana
Io la saggezza e Melusine
e Cerridwen madre di Taliesin
Signora del Buio, del Cielo Sovrana.
Voi che volete una mistica Runa
o che chiedete migliore fortuna
cercatemi in una radura nascosta
nel fitto del bosco e rotonda disposta,
danziamo nel Cerchio rivolti alla Luna.
In un placido posto selvaggio e isolato
danziamo d'intorno a un altare scavato;
rivelati adesso arcano mistero
mentre vi porto un segreto pensiero
pur se magia avete inventato.
La schiavitu'dimenticherete
se la fedelta' mi concederete.
Voi che il mio cerchio nel Sabba pestate
toglietevi tutto ed ignudi avanzate
in segno che liberi adesso sarete.
Vi insegno il mistero della rinascenza.
Riempite di gioia la vostra adunanza.
Labbra con labbra e cuore con cuore.
Nessuna legge, ma solo amore.
Cinque i punti della comunanza
che a tutti danno compiuta esperienza,
perche' sono il cerchio e rinasco ogni volta.
Inchinati adesso e quest'ultima ascolta:
sacrifici non chiedo, ma solo rispetto.
Quello che vive lo fa al mio cospetto.
A me tutto prendono, a me tutto danno,
da me tutti vengono , da me tutti vanno.

 

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Molto carino questo post. Ciao da chiocciola
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Infiniti auguri di buon compleanno!
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Molto bello, si vede che hai la vena poetica, con simpatia,...
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e mo ce vo u fatt..!!!
Inviato da: strega.lilith
il 28/09/2010 alle 13:22
 
 

 
 

 


La parola delle streghe adesso devi sapere,
segreti che nascondiamo nelle notti piu' nere
quando il buio era il sentiero del nostro destino
che ora portiamo nella luce del mattino.

Mistica acqua e fuoco misterioso,
la terra e l'aria del vento tempestoso
noi conosciamo per la nascosta quintessenza
e il segreto teniamo per la nostra conoscenza.

Cerchio magico, ciclo naturale,
con te godiamo e con la vita universale
il nascere e rinascere di tutta la natura
il placido passare di inverni e primavere.

Torna il Gran Sabba per quattro volte all'anno
e per prepararsi le streghe gia' sanno
si danza di Lammas, a Imbolc ,  Ostara
ad Halloween ch'e' forse  la festa piu' cara

A Marzo e Settembre c'e' l'equinozio
A giugno e dicembre invece il solstizio
Per quattro volte le Streghe van fuori
a festeggiare  i Sabba Minori.

Tredici lune d'argento in un anno
Tredici  membri in coven ci stanno
Tredici volte gli esbat si fanno
Per dodici mesi e un giorno che vanno.

Attraverso il tempo  il potere passava
tra donna e uomo ed ognuno donava,
quando ogni secolo andava a finire
l'uno  nell'altro  insieme ad unire.

Quando il magico cerchio e' tracciato
dal potere di  spada o athame  incantato,
in mezzo ai due mondi  giace il suo raggio
e in terra di ombre comincia il suo viaggio.

E allora questo mondo non potra' sapere
quello che l'Altro non vorra' dire,
gli Dei piu' antichi sono invocati,
e i Riti Magici sono riusciti.

Due sacre colonne ci sono all'entrata
dei mondi sorreggon la porta innalzata;
due son le forze della natura
e doppio e' l'aspetto divino in misura.

Il buio e la luce in continuazione
stan l'uno nell'altro in successione:
Deo e Dea saranno chiamati;
questi i concetti che ci hanno insegnati.

Cavalca di notte nel vento in tempesta
Signore del buio, il Dio Cornuto,
Di giorno e'  invece il re della foresta
e a lui tutte le piante ed il verde e' dovuto.

E' giovane o vecchia, e' come le pare,
tra nubi squarciate e' il suo navigare,
a mezzanotte d'argento diventa
e come L'Anziana incantesimi inventa.
 
Maestro e Maestra di ogni magia
che state nell'animo e nella mente
per sempre immortali vi rinnovate
voi che potete e fate e disfate.

Fai quello che vuoi, fai come ti va
fai con amore, se male non fa,
se questa regola si rispettera'
l'antica Magia compiuta sara'

 
 
 
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