Creato da spoetizzante il 08/12/2010

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Lettera alla mia Amica

Post n°56 pubblicato il 16 Febbraio 2011 da spoetizzante

"Ovviamente s'è scaricato il telefono... Vabbè, comunque abbiamo fatto in tempo
a dirci quel che era importante. Piuttosto, dà un'occhiata qua
http://www.psicologianeurolinguistica.net/
Credo, se la memoria non m'inganna, d'aver copiato questo link dal blog di
P., ma non mi ci sono mai addentrata, però pare interessante. Magari fai
'aggiorna' perchè è un link di qualche tempo fa.
Per tornare a noi: ripensa alle cose che ti ho detto e a quelle che mi hai
detto. C'è stato un passaggio molto importante: quando hai parlato delle cose
che hai conquistato col tuo impegno. Non ce la facevi, eppure ce l'hai fatta.
Certe volte la disperazione ci fa perdere anche la cognizione della nostra
volontà, delle nostre capacità. La mente s'impigrisce nella coazione a ripetere
quel che per noi è conosciuto, nei luoghi malati che però appaiono
'rassicuranti' proprio perchè li conosciamo bene, ci si muove in terra certa, anche se è un cimitero.
Ma tante volte è più produttivo impegnarsi per far delle cose che non
conosciamo ancora bene. Anche perchè dal vecchio abbiamo già spremuto tutto il
necessario, nel bene e nel male ma, dal nuovo possiamo trarre altro nutrimento
vitale.
Fu con questa mentalità che mi reiscrissi all'università, e fu un'esperienza
oltre che bellissima (anche se faticosissima) che ancora oggi mi rende in
termini di conoscenza per il mio lavoro e per i miglioramenti che ho apportato,
e che a loro volta mi daranno anche qualche soldo in più per sopravvivere decorosamente e senza eccessi d'alcun tipo. Certo, l'esperienza
s'interruppe, perchè andò definitivamente in crisi il mio matrimonio, anche
perchè cominciai a capire, confrontandomi con un altro mondo, che stavo proprio
vivendo una prigionia sterile in cui si abusava di me e della mia capacità di
resistere. Forse se non mi fossi rimessa a studiare oggi starei ancora a
prendere botte da quel meschino.
Forse in certi momenti della vita si compiono scelte che hanno, molto in fondo
alla coscienza, proprio il senso di chiudere con un certo passato, per
cominciare una nuova vita che, da sole, non avremmo mai avuto nemmeno il
coraggio di ritenere possibile.
Solo ora comprendo perchè il meschino mi parlò di premeditazione. Forse aveva ragione: da sola non sarei riuscita a mandarlo affanculo, ci voleva il suo contributo incazzato, e s'incazzava infatti delle mie capacità.

Al peggio non c'è mai fine ma, se ci pensi bene, e proprio per questo, si può
far di meglio che aspettarsi il peggio.
O no?"

Certe parti le ho aggiunte, o in parte modificate, mentre scrivevo qui. Tanto la mia Amica mi viene a leggere qui, e sa cogliere tutte le più minute differenze. Ha un'istinto molto animale, tanto che come i bouni animali ogni tanto si schianta contro l'inadeguatezza dell'ambiente. Il mio invito per Lei (ma è un Augurio molto sincero) è: non aver paura, a volte la paura di perdere qualcosa di brutto non ci fa vedere altro che il brutto. La cosa più orribile (che dissi al meschino, e che di lui provocò la reazione più abietta, sino al reato penalmente perseguibile, fu la volta che gli dissi:"Ho conosciuto uomini diversi, nel frattempo, e tu sei il peggiore". Non me la perdonerà mai. In quel momento sancii la mia totale distanza, e mi preparai pure all'omicidio, di me. Per la prima volta in vita mia, dopo un'adolescenza turbolenta che m'aveva già avvicinata al suicidio, pensai quella sera che se mi fossi uccisa si sarebbero risolti tutti i problemi. Il solito senso di colpa femminile. Dormo tuttora in una casa armata. Continuo a non fidarmi della sua rabbia. Ecco, se c'è una cosa che temo veramente, è la rabbia. Ci sono persone che nell'impeto della rabbia tradiscono le parti peggiori del proprio essere, li vedi che si trasformano pure in faccia. In preda alla rabbia si fanno cose pericolose, molto pericolose. Diciamo che in qualche modo a me piace verificare le persone nel momento della rabbia. Per quessto ho la triste nomea d'esser una scassacazzi. Ma rivendico il mio modo di sentire. Ognuno ha il suo.  

Oggi m'appaiono Tragicomici.

Questo mi garbava di più.

 
Rispondi al commento:
spoetizzante
spoetizzante il 17/02/11 alle 19:13 via WEB
De Andrè è il mio mito vivente. Già..perchè io lo considero ancora vivente per come ha saputo cogliere e descrivere l'animo umano e le sue vicende. Quanto al suo giudizio su questo luogo, mi trova particolarmente d'accordo, anche perchè la mia più cara amica del presente l'ho conosciuta proprio qui e, quindi, è l'eccezione che conferma la squallidissima regola di questo serraglio. Buona serata e grazie per le belle parole: ogni tanto fan bene, quando sono sincere.
 
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