Post n°75 pubblicato il 26 Marzo 2011 da spoetizzante
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Post n°74 pubblicato il 13 Marzo 2011 da spoetizzante
Vederti oggi m'ha fatto piacere e dispiacere, tutto insieme. Piacere per quanto mi manchi e dispiacere per quante volte mi mancherai. Ma, piuttosto che perderti, preferisco averti così. Come si dice...piuttosto che niente, è meglio piuttosto... Vero, non c'entra una mazza col video, lo ammetto, ma tante volte nemmeno la musica riesce a distrarre il pensiero. E, comunque, quel ciuffettino mi faceva impazzire, lo so che non ti piace farti toccare, infatti oggi non l'ho potuto, e secondo me l'hai fatto apposta. Bastardo d'un vecchio cinico che mi stai rovinando (?) |
Post n°73 pubblicato il 11 Marzo 2011 da spoetizzante
Ne ho avuti diversi, ormai. Si. Diversi blogs, diversi episodi, diverse persone, diversi uomini. Da quando sono approdata alla vita virtuale ho sempre avuto chiaro un obiettivo: questo mondo è una cazzata e tale si rivelerà. Infatti ebbi un blog che si chiamava 'Infatti, lo so..' L'ultima volta che ho visto Piazza Plebiscito è stato col Morticino, ve lo ricordate vero quel che m'è costato, in termini di voler morire di dolore, ebbene, sapete che vi dico? Che fuori di qua la mia vita m'ha salvato, qua dentro ho visto l'Inferno della miseria umana. Cioè proprio quello che temevo di dover incontrare. Eppure l'ho fatto, e ne vado non fiera nè orgogliosa, solamente cosciente. |
Post n°72 pubblicato il 08 Marzo 2011 da spoetizzante
Sono triste. E mi vergogno. Sono triste per tanti motivi, perchè penso che in un Paese civile non vi dovrebbe essere alcun bisogno di fare una festa, che festa non è, per affermare quello che dovrebbe essere la normalità. E mi vergogno, perchè non ho alcuna voglia di festeggiare qualcosa che equivale all'ammissione d'una subalternità che è soltanto frutto d'inciviltà. Ho abbracciato molte donne oggi, serpeggiava dentro di noi una consapevolezza estrema che, di anno in anno, diventa sempre più insopportabile. Per molti versi siamo coscienti che non è più tempo d'aspettare, per molti versi stanno andando in crisi equilibri che riguardano lo Stato e la sua incapacità di garantire equità, e pari dignità. Io non lo so cosa succederà, per quel che mi riguarda mi rendo conto d'aver fatto una scelta di solitudine, ho interiorizzato l'isolamento, e tutto quel che vi è connesso. Però sento che la mia coscienza non dorme, quando ho abbracciato quelle donne, quando ho stretto la mano a quella ragazzza nigeriana, mi sono sentita in debito umano e, nello stesso tempo comprendo che mi è richiesto un impegno ancora, e la mia stanchezza non trova giustificazione, se non nella mia piega intima di donna che non ha trovato nessun riscontro serio al proprio impegno, al proprio bisogno personale. Ascrivo tutto questo al fatto di vivere in un paese incivile, ormai. Nello stesso tempo devo mettere da parte questa orrenda sensazione quando vedo la condizione femminile che emerge da mondi diversi, e quando vedo quelle donne che s'impegnano ad imparare le lingue (ho visto madri studiare sui testi di scuola elementare dei propri figli) allora mi dico che la mia inquietudine è giusta. Il fatto è che, ad un certo punto, una esamina la propria vita, la vede da più punti di vista, e gira che ti rigira, ti rendi conto che le tue risorse sono risucchiate da un sistema che ti usa e ti usura, col preciso intento di neutralizzare ogni pulsione di civiltà. Mi vergogno della 'festa'. Perchè non fu una festa morire bruciate in fabbrica, così come non è una festa veder patire e soffrire tante donne, e non voglio parlare (qui) dei motivi per cui sono infelice come persona, quelli sono affari miei. So soltanto che, in un Paese Civile, non vi sarebbe alcun bisogno di parlar di tutela delle Donne. E non vi dovrebbe neppure esser bisogno d'una festa... La vera festa sarebbe tornare dal lavoro, e rientrare a casa, con la consapevolezza d'esser apprezzate per il valore che siamo capaci di dare e di riversare, nella famiglia, nel luogo di lavoro, nelle persone che amiamo. Ma nessuno ci ama per questo, tutto pare dovuto e niente reso. La vera festa sarebbe andare a lavorare senza esser discriminate per la nostra naturale diversità, che non vuol dire inferiorità ma, semplicemente la condizione biologica di persone che devono procedere alla procreazione (che, a ben vedere, rappresenta la necessità di continuazione). Non volevo ma, visto che lo spazio c'è, ed è mio, ho deciso che ci scrivo quel cazzo che mi pare.
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Post n°71 pubblicato il 08 Marzo 2011 da spoetizzante
Sono appena arrivata in ufficio. Ed ho un mucchio di cose da fare. Il mio lavoro mi piace, soprattutto perchè vedo gente. Mentre venivo qui ho incrociato un tizio che conosco da tanto visivamente, ma francamente non so chi sia nè ricordo il suo nome. E mi fa:"Allora la facciamo questa rivoluzione, o no? Qua non se ne può proprio più...". Ed io: "Io li sterminerei tutti senza pietà. Trent'anni fa ci chiamavano i compagni che sbagliano" ma t'assicuro che ora, almeno, ce li saremmo tolti tutti da i cojoni...!" FELICE OTTO MARZO, AMICA MIA, IL MIO ABBRACCIO SI ESTENDE A TE E A TUTTE LE DONNE CHE COMBATTONO OGNI GIORNO PER AFFERMARE UNA DIGNITA' DI PARI LIVELLO. DI QUESTO SONO FIERA, MENTRE IL SANGUE (ANCORA) MI RIBOLLE. |
Inviato da: spoetizzante
il 22/02/2011 alle 22:18
Inviato da: spoetizzante
il 22/02/2011 alle 22:11
Inviato da: angelo_parigino
il 21/02/2011 alle 18:48
Inviato da: angelo_parigino
il 21/02/2011 alle 18:43
Inviato da: spoetizzante
il 17/02/2011 alle 19:13