Le belle stagioni »

Una 127 rossa di ruggine

Post n°1 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da carminesal1989
 

Si alzi in piedi chi non ha fatto l'amore in una 127 rossa di ruggine,con le targhe sporche e le ruote più lisce di una mano a briscola senza carichi.

Si sollevino dalle sedie anche coloro che non ricordano come l'estate del 1983 fosse un'estate torrida,appiccicosa,con le zanzare che ti chiamavano per nome.E tutti quelli a cui il destino,o la fortuna o dio,non ha dato una seconda possibilità.

Ecco,in questo caso resterebbero seduti solo un tale di nome Giovanni,che ha la chioma fluida sulle spalle,e una tipa di nome Lucia,che di fluido ha quel suo modo di parlare sempre troppo elettrico,sempre al limite del fuori giri.Benvenuti in questa storia,mamma e papà.

Io vi guardo dal cespuglietto accanto,sono nudo come un uomo primitivo e sorrido come non credo che facessero,gli uomini primitivi.

Non è il migliore degli spettacoli assistere ai propri genitori che fanno l'amore,ma se in ballo c'è un viaggio di una settantina d'anni allora le labbra si distenderebbero anche a voi,in maniera spontanea.Nel timido anfratto lasciato libero dalle loro pelli,madide di sudore e afa,si possono intravedere tutte le mie disavventure,i casini provocati da un'adolescenza contorta,le partite di pallone tra le panchine e i pomeriggi a inventarsi un colpo di genio per smontare la noia.Feliciana che mi piaceva sempre troppo e Andrea,a cui Nadia ha continuato a dire di no.

E tra le mani che si stringono nell'amplesso si riconoscono le lettere che avrei voluto scrivere,quelle che ho scritto per mio fratello e quelle per cui non ho avuto risposta.

Ci sono un sacco di tramonti da lasciarsi alle spalle su una bicicletta,tante macchinine lanciate dal balcone,tanti amici che compaiono e scompaiono e riappaiono.C'è il sapore dolcissimo e tenero delle castagne a ottobre,dei fagioli sul fuoco in attesa che arrivasse mio padre,avverto perfino mia nonna di notte che si alzava per la pipì.

E allora li vorrei fermare,nel loro incrociarsi furioso,vorrei porre che ne so il veto "per eccesso di confidenza col destino";così eviterei il dolore freddo dell'addio,e la paura di avere paura.Il pluralia maiestatis della mia persona e una cifra imponente di situazione al limite.

"Non potete fare più piano?Fatevi una carezza ogni tanto,prendete un respiro".

Così eviterei tutto questo,e poi chissà che magari a cento metri,un'altra 127 rossa di ruggine non cigoli alla stessa maniera.

Chissà che non tutte le 127 rosse siano rosse di ruggine,e che in qualche abitacolo polveroso non si possa scorgere addirittura la felicità.

 

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