Star Trek News 24

“Umberto Guidoni è nato a Roma nell’estate del 1954. Da bambino non sapeva che avrebbe potuto fare l’astronauta perché allora gli astronauti non esistevano”. Vero: il primo satellite artificiale salì in cielo il 4 ottobre 1957 e fu una sorpresa per tutto l’Occidente, in particolare per gli Stati Uniti, perché a lanciarlo era stata l’altra superpotenza dell’epoca, l’Unione Sovietica. Quando Umberto Guidoni nacque era difficile immaginare un satellite artificiale, figuriamoci metterci sopra un astronauta. 

“Da bambino ascoltò alla radio la notizia del primo uomo nello spazio”.  Già, era il 12 aprile 1961, Umberto Guidoni non aveva ancora sette anni. Nella prossima primavera si celebrerà il cinquantenario di quello storico volo, quando per la prima volta un uomo provò l’assenza di peso e fece il giro della Terra in un’ora e mezza. “Da ragazzo vide nella tivù in bianco e nero l’uomo che scendeva sulla Luna”. In effetti Armstrong e Aldrin scesero nel Mare della Tranquillità tra il 20 e il 21 luglio del 1969, quando Umberto Guidoni aveva 15 anni. Ma probabilmente nemmeno allora poteva pensare realisticamente che sarebbe diventato astronauta e per due volte sarebbe andato nello spazio, la prima volta nel 1994 per sganciare dallo Shuttle il “satellite al guinzaglio” e la seconda nel 2001 per passare una settimana a bordo della Stazione Spaziale Europea, primo europeo a entrare in quell’avamposto sul confine tra il nostro pianeta e l’universo. 

Dunque: chi meglio di Umberto Guidoni può raccontare ai ragazzi l’astronomia e l’astronautica? Ed ecco l’”Astrolibro dell’universo”, che Guidoni (foto) ha scritto con Andrea Valente per Editoriale Scienza, la migliore casa editrice di libri scientifici per i giovanissimi, ora entrata nell’orbita del Gruppo Giunti. Duecentoquattordici pagine coloratissime di testo, foto e disegni per 24,90 euro. 

Le feste di fine anno sono vicine: questo è un regalo intelligente che mi sento di consigliare. La concezione è un po’ il rovescio di quanto di solito si fa. Il viaggio non parte dalla Terra per portare il lettore prima alla Luna, poi ai pianeti del Sistema Solare, alle stelle, alla galassia e infine agli ammassi di galassie. Al contrario, si parte dal punto più lontano nel tempo e nello spazio, il Big Bang, e poco per volta si arriva a corpi celesti più vicini, fino all’orbita terrestre, dove Guidoni ha percorso circa venti milioni di chilometri sullo Shuttle e sulla Stazione Spaziale Internazionale. Lungo il percorso, quando serve, il giovane lettore si imbatte anche nelle imprese astronautiche con equipaggio o automatiche che hanno permesso di esplorare la Luna, i pianeti, le comete, gli asteroidi. Le informazioni scientifiche sparse nel libro sono tante, e la scienza, in particolare l’astronomia, ha un grande valore educativo e formativo perché insegna a osservare il cosmo, a interpretare ciò che si osserva in modo razionale e anche, mettendoci a confronto con tempi e spazi immensi, a essere umili, il che non guasta in quest’epoca di presuntuosi e prepotenti. Ma Guidoni ha voluto inserire nel suo libro un documento che aggiunge a tutto questo un grande valore sociale ed etico: il Trattato sullo Spazio approvato dalle Nazioni Unite nel 1967. 

Tra i principi che il Trattato afferma ne segnalo due: “Lo Spazio appartiene all’umanità intera”; “La Luna e i corpi celesti possono essere utilizzati solo per scopi pacifici”. Uguaglianza e pace, due valori fondamentali che ancora non riusciamo a rendere concreti sulla Terra. E allora, coraggio, incominciamo dallo spazio. (Piero Bianucci - La Stampa)