Creato da: arcangeli71 il 06/06/2012
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Credo.

Post n°10 pubblicato il 15 Giugno 2012 da arcangeli71

Il termine Wu-Wei, concetto fondamentale di tutta la filosofia, nel libro veniva spiegato come un "seguire la corrente". Dove per corrente non si intendeva di certo quella sociale, religiosa o filosofica di "maggioranza" ma la propria corrente interiore. Si potrebbe utilizzare il termine vocazione per spiegarla ma in realtà la vocazione, l'ispirazione sono termini di solito legati ad un particolare aspetto della propria vita mentre il Wu-Wei è un concetto che comprende tutti gli aspetti. Una sorta di archetipo da cui vocazione ed ispirazione traggono il loro senso.

La definizione migliore che ho trovato a mio avviso è "la strada".

Qui si apre una interessante possibile risposta alla domanda se sia la nostra esistenza predestinata o sia invece il risultato delle nostre scelte. La strada che sto percorrendo e percorrerò è già stata tracciata, scritta, oppure ho la forza per tracciarla io stesso?

La risposta che ho trovato, interpretando quella lettura, è una sorta di via di mezzo, e cioè che ci sia un percorso "naturale" prestabilito per ognuno di noi, come se ognuno di noi esistesse al fine di perseguire uno scopo in particolare ma che in realtà seguire questo percorso non è per niente facile e, proprio grazie alla nostra libertà di scelta (peraltro sacra e preziosissima), molti di noi abbandonano questo percorso non arrivando così mai alla realizzazione.

Immaginiamoci (cercando di dimenticare la geometria che suggerirebbe una linea retta) che per andare da A a B esista un percorso ideale. O meglio una strada "Giusta" ed in qualche modo predeterminata. Questo percorso non è lineare ed è segnato da parecchi bivi ai quali corrispondono ovviamente delle scelte che possono portarci fuori dalla strada "Giusta" e farci percorrere, a volte anche solo per un tempo limitato la strada "Sbagliata". Ora, se ci fosse dato di sapere qual'è il punto d'arrivo (e non intendo diventare dottore o astronauta o perseguire certi risultati materiali, intendo un punto d'arrivo spirituale, di coscenza) sarebbe relativamente semplice affrontare i bivi sapendo già quale direzione scegliere.

Se per esempio sapessimo che il nostro destino è accumulare un sacco di soldi da lasciare ai nostri figli perchè uno di loro utilizzerà quei fondi per inventare una fonte di energia che rivoluzionerà l'umanità, sarebbe ovviamente piuttosto facile ad ogni bivio prendere la strada che ci avvicina di più a quel risultato.

In realtà però non ci è dato di sapere quale sarà il nostro punto di arrivo (che poi corrisponderà non ad un'arrivo ma ad un passaggio, transizione) ideale. Anzi, molto spesso facciamo fatica a capire persino dove siamo nel presente, in realtà in effetti la maggior parte di noi brancola nel buio ed affida le proprie decisioni al caso, all'influenza degli altri o alla convenienza prettamente materiale molto più spesso di quanto non ammettiamo. Così, ad esempio, abbiamo pessimi avvocati o dentisti che sarebbero stati eccellenti muratori, e pessimi contadini o idraulici che sarebbero potuti diventare (a discapito della loro origine) ottimi architetti o medici.

Mi sto spostando dallo spirituale al materiale sia perchè è utile come esempio sia perchè, se riusciro a venire a capo di questo lunghissimo discorso, vorrei dimostrare come questi due ambienti che convivono in ogni essere umano sono ambedue importanti, collegati ed interdipendenti, sono yin e yang in ognuno di noi.

Torniamo alla strada ed ai bivi... prendendo per buono che non conosciamo il nostro punto d'arrivo e che le nostre scelte ai bivi sono spesso influenzate da elementi esterni possiamo solo dedurre che, a meno che non riusciamo a liberarci dai condizionamenti, siamo tutti destinati ad infilare la strada sbagliata percorrendola forse anche fino alla fine con il risultato che, esalando il nostro ultimo respiro sul letto di morte l'ultimo pensiero che passerà per il nostro cervello sarà: " ma nooooo... ma che cazzo ho combinato nella vita!?!?!?!".

...

 
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