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Guerra civile in Italia: Franca Barbier 

Post n°6 pubblicato il 30 Dicembre 2007 da Albatrox1

Franca Barbier, era una ragazza di particolare coraggio e bellezza. Aveva 21 anni. Era aggregata ad uno speciale Reparto di Informazioni della Repubblica Sociale Italiana ( RSI ), che aveva sede in Val d'Aosta.

Alla metà di luglio del 1944 le venne affidata la missione di scoprire e individuare la dislocazione delle basi partigiane in quella valle.

Sospettata di essere un’informatrice, venne arrestata e tradotta presso il comando di Mèzard, capo delle bande autonomiste di Champorcher . Sottoposta a interrogatori riuscì a non tradirsi, ma cadde nel tranello tesogli da un infiltrato che si finse di simpatie fasciste. Dopo alcuni contatti con costui gli affidò due messaggi nei quali era indicata la dislocazione delle sedi dei comandi partigiani. Definitivamente scoperta, un tribunale partigiano la condannò a morte il 24 luglio 1944.

Il giorno seguente, condotti davanti al plotone d'esecuzione, i partigiani che lo componevano, ammirati dal coraggio che Franca Barbier dimostrava, si rifiutarono di eseguire l'ordine di sparare. Il comandante del plotone, un ex maresciallo dell’Esercito, l’uccise con un colpo alla nuca.

Franca Barbier, nata a Saluzzo ( CN ), era figlia di un colonnello degli alpini.

Documenti

24.7.44 XXII

Mamma mia adorata,

purtroppo è giunta la mia ultima ora. E' stata decisa la mia fucilazione che sarà eseguita domani, 25 luglio. Sii calma e rassegnata a questa sorte che non è certo quella che avevo sognato. Non mi è neppure concesso riabbracciarti ancora una volta. Questo è il mio unico, immenso dolore. Il mio pensiero sarà fino all'ultimo rivolto a te e a Mirko. Digli che compia sempre il suo dovere di soldato e che si ricordi sempre di me. Io il mio dovere non ho potuto compierlo, e ho fatto soltanto delle sciocchezze, ma muoio per la mostra Causa e questo mi consola.

E' terribile pensare che domani non sarò più, ancora non mi riesce di capacitarmene. Non chiedo di essere vendicata, non ne vale la pena, ma vorrei soltanto che la mia morte servisse d'esempio a tutti quelli che si fanno chiamare fascisti e che per la nostra Causa non sanno che sacrificare parole.

Mi auguro che papà, che (parola incomprensibile) con tantissimo affetto e al quale penso tanto, possa ritornare da te e che anche Mirko non ti venga a mancare. Vorrei dirti ancora così tante cose, ma tu puoi ben immaginare il mio stato d'animo e come mi riesca difficile riunire i pensieri e le idee.

Ricordami a tutti quanti mi sono stati vicini. Scrivi anche ad Adolf W. all'albergo Campana, a Pinerolo, che mi attendeva proprio oggi da lui. La mia roba ti verrà recapitata ad Aosta, Io sarò sepolta qui perché neppure il mio corpo vogliono restituire.

Mamma, mia piccola Mucci adorata, non ti vedrò più, mai più, e neppure ho il conforto di una tua ultima parola, né della tua immagine.

Ho presso di me una piccola fotografia di Mirko: essa mi darà il coraggio di affrontare il passo estremo, la terrò con me.

Addio mamma mia, cara povera Mucci; addio, Mirko mio, fai sempre innanzi tutto il tuo dovere di soldato e di italiano. vivete felici quando la felicità sarà concessa agli uomini, e non crucciatevi tanto per me. Io non ho sofferto in questa prigionia e domani tutto sarà finito per sempre.

Della mia roba lascio te, Mucci, libera di decidere. Vorrei che la mia piccola fede la portassi sempre tu per mio ricordo. Salutami Vittorio. A lui mi rivolgo perché in certo qual modo mi sostituisca presso di te e ti assista in questo momento tragico per noi.

Addio per sempre, Mucci.

Franca

 

 
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