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Quando ero ragazzina - avrò avuto 10 anni o forse meno - impazzivo per quei libri che, ad apertura, assumono rilievi inaspettati: montano castelli, scale, finestre che si aprono e porte che si chiudono. Come fisarmoniche, d'incanto campeggiano mondi colorati dal piattume di un foglio satinato. Esplodono possibilità. Gatti con gli stivali, cappuccetti dagli occhioni impauriti e lupi inseguiti dallo schioppo del cacciatore impavido, nanetti col piccone e scarpette di cristallo miste a zucche e topi grigi. Mi fermo ancora rapita nel settore dei bimbi delle librerie della mia città. Vorrei una scusa credibile per comprarne uno. E leggerci anche per me, così d'un tratto, una sorridente terza dimensione. |
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PER TE AMORE MIO
Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesci a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.
Alessandro Baricco, da “Questa Storia”
E' bella questa casa, è bella la nuova tappezzeria (ecco un'altra parola pecora-nera per me: "tappeto"), è bella la musica...