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« Nostalgia. Canaglia. | Lisbeth » |
"Guardati e di’: sono la migliore, la migliore, nessuna è migliore di me. Dillo oggi, dillo domani, ci credetti. E sì, che hanno meglio di me le altre? Quelle belle sanno di essere belle. Ma a me nonna Eléni aveva insegnato a crederci." (da Le streghe di Smirne) Questa è la storia di una donna bruttina che imparò a lasciar perdere lo specchio e a raccontarsi talmente d'esser bella da convincersene. Ma come s'apprende l'arte del "crederci"? Se sei stata educata una vita a sentirti "sottratta", "mancante" e "insufficiente", come s'impara ad "aggiungere", ad "addizionare" e a "moltiplicare"? Se ascolti chi critica e non consideri chi elogia, se ogni volta pesa di più l'appunto che l'apprezzamento, come si trasforma un picche nell'asso pigliatutto?
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I precetti di Katina
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INFO
PER TE AMORE MIO
Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesci a fare ciò per cui è nata. Allora, lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei né triste né felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana.
Alessandro Baricco, da “Questa Storia”