Ieri ero lì. Nella nostra casa.
Ho tolto ragnatele, passato l'aspirapolvere, scopato il portichetto, le scale che portano al box e alla lavanderia.
E mi sono seduta per terra. Al centro della sala. Ho provato le luci, i faretti. Ho visto dov'erano le prese. Ho testato l'eco del mio respiro in quelle stanze vuote e così fredde senza mobili, senza ti te.
Ho immaginato come potrebbero essere i mobili, gli arredi, i tappeti, la cucina.
Ho chiuso gli occhi e ho immaginato di vederti entrare dalla porta, mentre fuori c'era vento. Ho immaginato come ti saresti chiuso la porta alle spalle. I tuoi gesti, le tue parole, i tuoi sorrisi, i ruoi baci.
Ho immaginato noi a letto a leggere un libro, a guardare la tv, a parlare del nostro futuro, a ridere, o semplicemente in silenzio. Così come ci piace tanto.
Poi sono uscita.
Ho visto le altre case intorno con i loro giardini curati, con le loro tende ripara sole, con il porta ombrelli, il salottino di vimini, il posacenere, i nani nel prato.
Anche lì mi sono seduta.
Mi sono accesa una sigaretta e ho pensato seriamente che sei tu l'unico uomo che vedo accanto a me. Che riesco ad immaginare nella mia vita di ogni giorno.
E ci andrò sempre più spesso a sedermi là. Al buio anche.
Voglio pensare a come tutto possa essere perfetto.