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Tatuaggi, tasse, bufale

Ed eccola che arriva a tutta forza sul web la nuova notizia che indigna i tatuati e riscuote approvazione tra chi di disegni indelebili sul corpo non ne vuole sapere: la tassa sui tatuaggi. Proprio così! Una bella imposta di 1 euro e 58 centesimi per ogni centimetro quadro di corpo tatuato, ma solo se i tattoo sono sobri. Inneggiamenti alla violenza, al sesso, alla discriminazione raziale e di altro tipo costeranno invece 19 euro e 85 centesimi.

Ma come faranno a saperlo gli addetti alle multe? Semplice! Quando sfoggerete il vostro murales corporeo in riva alle spiagge, gli agenti del Controllo Demaniale Bagnanti e delle Capitanerie di Porto, ma anche gli Ispettori Sanitari Cittadini, saranno lì a battere il conto e presentarvi il prezzo.

Tatuati di tutta Italia affrettatevi a pagare l’Imposta Sanitaria Estetica entro il 30 giugno di quest’anno, altrimenti saranno multe salate! Ma anche coloro che hanno deciso di forarsi con originali piercing in ogni dove, verranno probabilmente tassati.

Quale la “reason why” di tutto questo? È presto detto! I cittadini tatuati in tutta Italia sono tantissimi ormai e i loro soldini farebbero comodo allo Stato che, poveraccio, deve pagare sistematicamente per tutte quelle brutte conseguenze che ne derivano, quali le reazioni allergiche, le malattie infettive, l’epatite B e C, l’HIV e chi ne ha più ne metta. È giusto quindi che paghino.

Motivazioni convincenti queste, quasi quanto la bufala che è la notizia stessa. E ci mancherebbe altro!

Attendiamo intanto la tassa sulle rughe, perché lo Stato non può certo sostenere i costi per curare la depressione, soprattutto nell’acuta forma femminile, derivante da quelle terribili zampe di gallina disegnate sul viso dal sopraggiungere dell’età.