« Messaggio #1183 |
I
Percorrere un corpo in tutta la sua ampiezza di vela
è fare il giro del Mondo
Attraversare senza bussola la rosa dei venti
Isole golfi penisole dighe di acqua infuriata
Non è un compito facile- benché piacevole -
Non credere di farlo in un giorno o notte di lenzuola insabbiate
Hanno segreti i pori per riempire molte lune
II
Il corpo è mappa astrale in codice cifrato
Trovi un astro e chissà dovrai ricominciare
Correggere la rotta quando nube uragano o ululato profondo
Ti lascino rabbrividire
Nascondigli delle mani che non sospettavi
III
Ripassa molte volte un'ampiezza
trova il lago delle ninfee
Accarezza coi fianchi il centro di un fiore
Sommergiti affoga distenditi
Non negarti il profumo del sale lo zucchero
i venti profondi cumuli nembi dei polmoni
Nebbia nel cervello
Tremore nelle gambe
Maremoto addormentato di baci
IV
Istalla humus senza paura di spreco, senza fretta
Non desiderare la cima
Ritarda la porta del paradiso
Conia il tuo angelo mescola i suoi capelli
Con la spada del fuoco usurpata
Mordi la mela
V
Intuisci
Addolora
Scambia sguardi saliva immergiti
Gira stampa singhiozzi pelle che asciuga
Piede fuggiasco alla fine della gamba
Insegui cerca i segreti dei passi orme di talloni
L'arco del cammino baie formando cerchi camminati
Gustali
VI
Ascolta conchiglie nelle orecchie
Come geme l'umidità
Lobo che avvicina alle labbra suoni di respiro
Pori che creano minuscole colline
Senso rabbrividito della pelle che insorge al tatto
Soave ponte nuca che scivola pianure di mare al petto
Sussurra maree di cuore
Scopri grotte d'acqua
VII
Oltrepassa la Terra del Fuoco il capo di Buona speranza
Naviga pazzo il nodo degli oceani
Incrocia alghe raccogli coralli ulula gemi
Emergi con rami d'ulivo piangi scoprendo tenerezze misteriose
Nudi sguardi di meraviglia
Spettina il sestante dall'alto delle ciglia
Innalza colline di sopracciglia, apri sentieri nel naso
VIII
Aspira sospira
Muori un poco
Dolce lentamente muori
Agonizza contro la pupilla distendi l'estasi
Doppia il pennone gonfia le vele
Naviga giungi a Venere
stella del mattino
- il mare come un vasto cristallo tremolante -
Addormentati naufrago.
(Gioconda Belli)
...........
Ho aspettato per anni parole che non sono arrivate.
Ho incollato zampilli di silenzio alla sorgente viva del mio dolore,
prigioniera di un tempo mascherato di generoso impegno.
Tra lettere di lacrime derise sono rimasta sola a perquisirmi l'anima,
per salvarmi la vita quel tanto che basta e aspettarti...
L'attesa mi ha regalato saggezza, pazienza, frammenti di felicità.
(Anna Magnani)
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Che è tutta una vita che passo da qua,
e ancora rischio di perdermi,
magari è questione di troppa sensibilità,
o sono soltanto motivi tecnici...
E tu dici una bussola, dovevi almeno portarla con te,
una bussola potevi almeno spiegarmelo come si usa
una bussola, scusa....
Ci sono amori che non si ricordano
e baci che non si dimenticano,
persone che passano e non si salutano e sputano,
e cani bianchi che a volte ritornano.
E tu dici la vita dovevi almeno capire perché,
la vita, il tempo che cambia col vento che arriva
quest'anima stanca che pure respira
quest'angolo piatto che gira, quest'anima
dolce e cattiva, che dice "guardami..."
dice "perché non parli...?" dice "sbrigati
prima che sia troppo tardi... guardami...
perché non parli? Fermati prima che
sia troppo tardi...."
(Francesco De Gregori)
![immagine](http://angelwinks.net/images/angelpod.jpg)
non c'èra il bel palazzo...
non c'erano damigelle a curare la sua bellezza...
sopratuttutto non c'era Amore....
si rese conto che non era vero niente...
ne le parole...
ne i gesti...
ne le emozioni ricevute...
le parve di essere in preda alla pazzia... lei era stata sincera, era stata come è...credendoci più che in se stessa...poi senti una fitta provenire dalla schiena...
si sfiorò con la mano e senti una lama fredda conficcata tra le scapole che scendeva fino al cuore...
lei aveva perso un'illusione ma rimaneva come è...vera.
Amore, invece, aveva perso la vita...il vivere...
condannato ad essere un morto vivente...
per sempre.
Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto. Io sono sempre io e tu sei sempre tu. Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora. Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza. La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza. Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista? Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo. Rassicurati, va tutto bene. Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.