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Parla la Responsabile, Antonella De Benedictis

 

TRATTA DI ESSERI UMANI

Il traffico di esseri umani è definito come il reclutamento, il trasporto, il trasferimento, l'alloggio o l'accoglienza di una o più persone, usando mezzi illeciti ai fini dello sfruttamento.

Lo sfruttamento comprende almeno, lo sfruttamento della prostituzione altrui o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro o i servizi forzati, la schiavitù o le pratiche analoghe alla schiavitù, la servitù o il traffico di organi.

(video tratto dal web)

QUESTO ACCADE OGGI!!!

 

Desideriamo che questo blog sia mezzo di comunicazione e di "denuncia" perchè (come dicevo qualche sera fa in una testimonianza che partiva da una famosa canzone di Liabue) vogliamo saltare giù dal palco sul quale stavamo a guardare questa realtà scomoda, tuffarci in essa, e portarla proprio sul palco perchè tutti possano vederla e rendersi conto...

 

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E TU????

E' l'indifferenza a renderci complici!

Il tuo Cristo è ebreo,
la tua macchina è giapponese,
la tua pizza è italiana,
la tua democrazia è greca,
le tue scarpe sono thailandesi,
il tuo thè è indiano,
il tuo caffè è brasiliano,
il tuo cellulare è finlandese,
la tua maglietta è cinese,
le tue vacanze sono egiziane,
i tuoi numeri sono arabi,
la tua scrittura è latina,
la tua birra è africana,
le tue patate sono americane.
E tu dici a me di essere straniero...
 

 

Che bello...
Ho avuto modo di vedere in questo periodo di ferie la purezza dei bambini... che di fronte ad una persona con la pelle di un altro colore mi hanno posto un'unica domanda: "Come faccio per dirgli se vuole giocare a tombola con noi? Mi insegni a dirlo in inglese così lo invito?"...
Dovremmo imparare dai bambini... spesso!  

 

PERCHE', IN FONDO, C'è UN SOLO DIO...

 

Non che diverta... ma rende molto l'idea!

 

 

 

 

 

 
« MORIRE NEL DESERTOPIANAR... UN DRAMMA CHE ... »

DALLA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Post n°46 pubblicato il 18 Gennaio 2010 da Lory.B87

Articolo tratto dalla Gazzetta del Mezzogiorno... merita lettura per comprendere cosa accade nel nostro territorio. Merita attenzione per renderci consapevoli di quanto ci accade intorno, perchè non possiamo continuare a mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi! 

 

Nordbarese e Gargano ecco l'esercito degli «invisibili»
 
di GIANPAOLO BALSAMO 

Sono considerati i nuovi «schiavi»: occupano abusivamente mucchi di pietre pericolanti che alcuni si ostinano a chiamare case, vivono al buio e senza acqua corrente e servizi, si spostano, invisibili, a piedi su strade pericolose, mettendo ulteriormente a rischio la propria vita. Tra il Nord Barese ed il Gargano sono circa 4500 le persone migranti potenzialmente vittime di tratta e sfruttamento nei luoghi in cui svolgono le loro attività. È quanto emerso da «Le città Invisibili», il progetto promosso per il quarto anno consecutivo dalla Regione Puglia che ha visto la cooperativa sociale Comunità Oasi 2 tra gli enti attuatori, impegnata in un lavoro capillare nelle campagne di tutta la Puglia nord, a fianco di centinaia di immigrati, invisibili ai più, ma fondamentali per l’economia e per il settore agricolo. 

Immigrati spesso sfruttati e costretti in una condizione di inumanità. «Non sono tutti clandestini - spiega Mariella D’Angelo, responsbile della sezione unità di strada della Cooperativa sociale Oasi 2 “S.Francesco” di Trani - ma il più delle volte persone che la crisi economica ha gettato non solo in una condizione di maggiore precarietà economica ma anche di irregolarità: se non hai un lavoro non hai neanche un permesso di soggiorno. Se non hai un permesso di soggiorno sei più vulnerabile e più sfruttabile perché senza documenti non puoi chiedere che i tuoi diritti siano rispettati». 

Delle 4500 presenze stimate, un buon 40% insistono sul territorio del Sud Foggiano mentre il 22.25% nel Nord Barese dove si assiste alla compresenza del fenomeno dello sfruttamento sessuale sulle statali e dello sfruttamento lavorativo in agricoltura. I mesi che vanno da gennaio a marzo coincidono con la campagna olivicola nel Nord Barese (Terlizzi, Andria, Corato) e quindi, per questa ragione, una maggiore concentrazione di migranti su questi territori. Sin da aprile invece cominciano gli arrivi dei cittadini stranieri nei comuni della sesta Provincia, nelle zone di Cerignola e nelle campagne di Rignano Garganico per la raccolta dei pomodori. 

«Le presenze più significative nel Nord Barese - commenta Antonella De Benedittis della direzione dell’ Oas2 - si registrano nei comuni di Andria e di Terlizzi: nelle campagne di Andria registriamo una presenza di circa 170 presenze, in maggioranza sudanesi, rumeni emaghrebini. Nelle vicinanze di Terlizzi la presenza più significativa è relativa a sudanesi, eritrei e maghrebini, circa 120 persone. Si tratta di migranti, nella maggioranza dei casi titolari di permessi di soggiorno come rifugiati e per asilo politico, spesso anche titolari di permessi di soggiorno per un lavoro che però, a causa della crisi economica, hanno perso.Migranti che vivono nelle campagne, in casolari dismessi, in condizioni inumane, esposti alle intemperie eppure funzionali, con la loromanodopera a bassissimo costo, all’economia agricola locale». 

Più di loro, così come la Gazzetta ha denunciato più volte, vivono in angusti locali, senza elettricità e in condizioni precarie di sicurezza ed igiene. Tra i nuovi «schiavi», purtroppo, ci sono anche diversi bambini che vivono, insieme ai loro genitori, in precarie condizioni, costretti a spostarsi da una zona all’al - tra dell’Italia, in base alle colture e alle stagioni, sempre alla ricerca di un lavoro. 
«I dati che abbiamo raccolto - continua la De Benedittis - non sono certo definitivi. Il fenomeno potrebbe essere ancora più grave visto che la mappatura continua ad essere complessa visto che le nostre unità di strada sono costrette a muoversi nelle campagne della BAT, del foggiano e del barese, su viottoli e strade impervie e sconosciute, che conducono a “villaggi” fantasma e accampamenti insospettati, dove centinaia di persone vivono per alcuni periodi dell’anno in situazioni di grave marginalità, spesso di violenza e gravissimo sfruttamento e dove piccoli gruppi di persone, anche con la presenza di minori, continua a vivere tutto l’anno anche durante i mesi freddi quando le condizioni abitative certo non cambiano ma si accentuano quei disagi come la mancanza di acqua ma anche la mancanza di abbigliamento adeguato alla stagione fredda o alla mancanza di coperte».

 
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