TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
Per informazioni o segnalazioni:
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15-NIRIA MOROSO
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18-LETIZIA FRASSI
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20- NICOLA MAFFEI
21-DAVIDE MAFFEI
22-MARIANGELA CAPUTO
23-VIVIANA VERRILLO
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25-DAMIAN DE VRIES
26- IVANA RUSSO
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29- CARMELA MAGNO
30-LUIGI MENOZZI
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32-STEFANIA BARBIERI
33-GHERY PRUSCINI PASQUINI
34-ALESSANDRA GRAUX
35-LUISA GUCCIONE
36-FRANCESCA LONGO
37-VENNERI MICHELE
38-ELIA ASTORINO
39-MARTINA GIUSTI
40-MARTA CICCHELLI
41-LAURA GIUSTI
42-CLAUDIO SIMBULA

 

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43- FEDERICO VINATTIERI
44- ALESSIA BERTO
45- MARIA CONTE
46- PATRIZIA MARRA
47- GIOVANNA GRIECO
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90- FRANCESCA FACCHIN

 

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92- VIRGINIA DI TOMMASO
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94- ANTONIO CARLUCCI
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100- GIANLUIGI ROSSINI
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109- CARMELO BONGIOVANNI
110-  MARIBEL CANTOS

 

 

IL BRANCO

immagine5 Testudo Hermanni :
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- Zecca
- Toro
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immagine5 Trachemys Scripta :
 - Piranha
 - Barracuda
 - Squalo
 - Orca
 - Murena

 

 

 

LE MIE BELVE

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Messaggi di Agosto 2006

Post N° 515

Post n°515 pubblicato il 29 Agosto 2006 da G_ietta
 

il blog non verrà più aggiornato fino al 25 settembre 2006

l'8 settembre me ne vado in Florida!!!

Chi volesse inviare foto, articoli e materiale vario sulle Tartarughe può continuare a farlo: G_ietta@libero.it o può contattarmi in messaggeria.

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°514 pubblicato il 29 Agosto 2006 da G_ietta
 

La tartaruga di:

ECOIKOS


"Questa è Gelsomina, una tartaruga felice che vive in Centro Italia. "Battezzata" Gelsomina perchè non si sapeva se è maschio o femmina. Non lo si sa ancora a dire il vero. Vive in maniera molto selvatica in un giardino all'ombra di un melo selvatico, con un piccolo riparo di pietre e paglia anche se quando fa molto freddo va in letargo scavandosi una buca sotto terra. E' golosa di albicocche, melone, insalata, pomodori, pera e...sigh...lumache! credo che Gelsomina sia un maschio dato che ha la parte inferiore del guscio concava e non piatta ma sto parlando da profana. Ama rincorrere le persone e sembra non abbia mai paura di nulla, neanche dei cani o dei gatti ormai abituati da anni alla sua presenza. Eh sì, perchè ormai ha già 30 (e forse più) anni e ha visto passare tanti gatti (in lotta, in amore, sdraiati accanto a lei o semplicemente incuriositi) dal suo pezzo di giardino."
 
 
 

La tartaruga litiga col pescespadae viene infilzata nel duello marino

Post n°513 pubblicato il 28 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

NAPOLI - Capita di fare brutti incontri anche in fondo al mare. Una tartaruga marina si è imbattuta in un pescespada ed è stata trafitta in un duello sottomarino. Nessuna vittima, ma la testuggine è rimasta ferita, mentre il pesce ci ha rimesso "l'arma".
L'animale, una Caretta Caretta, nuotava con difficoltà nelle acque delle isole Pontine ed è stato notato da un gruppo di subacquei romani. E' stata così avvisata la Capitaneria di porto di Terracina, che ha portato la testuggine alla stazione zoologica "Anton Dohrn" di Napoli. La responsabile scientifica del centro ha constatato che, in effetti, la tartaruga è stata trafitta dal pescespada.
Probabilmente, durante l'attacco sottomarino, l'arma impropria si è spezzata ed è rimasta conficcata in profondità nella pinna della tartaruga. Ora Excalibur, come è stata chiamata, è ricoverata al "Turtle Point", un centro per la riabilitazione di tartarughe marine ferite.

fonte: http://www.repubblica.it

 
 
 

ANNUNCIO IMPORTANTE!!!

Post n°512 pubblicato il 27 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

CERCASI PROPRIETARIO DI ACQUARIO DISPOSTO A CEDERE
(o vendere a basso prezzo)



preferibilmente Napoli e dintorni. Fatemi sapere in messaggeria e vi metterò in contatto con la persona interessata.
Grazie

 
 
 

Post N° 511

Post n°511 pubblicato il 26 Agosto 2006 da G_ietta
 

COLPO DI CALDO
Malgrado il sole sia indispensabile per la vita delle tartarughe è d'obbligo assicurare zone d'ombra, in quanto l'eccessiva esposizione ai raggi solari può provocare d'anni (come per noi l'insolazione!).
Questo non si verifica non solo ai danni delle tartarughe terrestri ma bensì anche a quelle acquatiche e palustri (se tenute in acquaterrari): l'effetto lente causato dai raggi solari contro le parereti in plexiglas o vetro, può danneggiare seriamente la nbostra tartaruga portandola anche a morte certa.Bisogna quindi evitare di porre l'acquario esposto al sole.
Cosa fare in caso:
In caso di un colpo di calore in una tartaruga di terra bisogna cercare di ripristinare reintegrare il prima possibile la perdita di liquidi; per far ciò si può immergere l'animale in un recipiente riempito con un po' d'acqua in modo che la tartaruga riesca ad abbeverarsi ma al tempo stesso in modo che l'animale non abbia possibilità di annegare. Fatto questo sarà bene contattare un veterinario che sia in grado di occuparsi del mal capitato.

ROTTURA DEL GUSCIO
Uno degli incidenti più frequenti nelle tartarughe è la rottura del carapace. Alla base di questo inconveniente ci sono diverse cause: cadute nel vuoto (da terrazzi, balconi, etc.) oppure morsi di cani od altri animali (volpi, cinghiali, rapaci, corvidi e topi) ed infine incidenti causati da automobili e/o mezzi agricoli.
Cosa fare in caso di rottura del guscio
La prima cosa da fare in questi casi è cercare di non traumatizzare maggiormente l'animale con manovre improvvisate; è importante isolare l'animale dall'ambiente esterno, pertanto sarebbe utile approntare un terrario di fortuna in modo da impedire contaminazioni soprattutto da parte di insetti come le mosche che tendono a depositare le proprie larve sulle ferite aperte. Per evitare ciò è utile mettere l'animale ferito in un contenitore munito di una reticella fine che impedisca l'ingresso alle mosche e fornire di una fonte di calore il terrario; a questo scopo va bene una borsa d'acqua calda avvolta in un panno di lana. È inoltre importante che non ci sia possibilità di ulteriori contaminazioni, pertanto bisogna evitare di mettere terra sabbia o quant'altro in questo terrario. Il problema delle larve è frequente soprattutto in estate; per il loro riconoscimento va posta molta attenzione, infatti a seconda dello stadio di sviluppo queste possono apparire come piccoli vermi biancastri che si muovono (nel caso degli stadi più sviluppati) oppure possono apparire come piccole uova biancogiallastre riunite in gruppi ed immobili più difficili da identificare. In questo caso bisogna cercare di rimuovere meccanicamente con l'aiuto di una pinzetta il maggior numero possibile di larve; non usare insettici né altri disinfettanti e appena possibile ricorrere all'aiuto di un veterinario esperto.

 
 
 

Post N° 510

Post n°510 pubblicato il 26 Agosto 2006 da G_ietta
 

 
 
 

MALACLEMIS TERRAPIN

Post n°509 pubblicato il 26 Agosto 2006 da G_ietta
 

                                                                    
La Malaclemys si trova dalle coste atlantiche del Nord America, fino alla penisola dello Yucatan, ma sono note sette sottospeci ancora non ben definite.Si trova a suo agio nell'acqua salmastra ed in quella salata, si rinviene anche negli estuari dei fiumi, nelle grandi paludi costiere e negli acquitrini salmastri.Nella sottospecie tipo, il carapace può raggiungere i 15 - 25 cm. nelle femmine, mentre i maschi tra i 10 e i 14 cm.Gli accoppiamenti avvengono in acqua e la ovodeposizione tra maggio e giugno, con una dozzina di uova per femmina. Nascono dopo 60 - 90 giorni in natura, circa 60 giorni a 30° gradi in cattività.Questa specie è carnivora, preda prevalentemente pesci, crostacei, molluschi e insetti.Come esigenze particolari dobbiamo dire che sarebbe utile un grande acquaterrario, con una discreta parte emersa per potersi riposare. Anche se non ci sono noti casi di allevamento in acque dolci, in generale una lunga permanenza in questa situazione altera il metabolismo dell'animale, rendendolo sensibile a malattie epidermiche.

 
 
 

Post N° 508

Post n°508 pubblicato il 25 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

IO NON VOGLIO PELLE DI CADAVERI ADDOSSO

www.nonlosapevo.com 

su richiesta di amaretradire

 
 
 

Post N° 507

Post n°507 pubblicato il 25 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

  • La tartaruga non possiede denti  e per masticare usa la mascella. 
  • La lingua deve sempre essere di color rosa.
  • Il collo è retrattile, in orizzontale o in verticale, a seconda della specie.
  • Le zampe sono dotate di unghie affilate e arrotondate, ricoperte da scaglie cornee.
  • La coda viene comandata dalle vertebre e serve anche ad equilibrare la tartaruga -   durante il movimento. In essa è contenuto l’unico orifizio della tartaruga, la cloaca, che serve sia per fare i bisogni che per riprodursi.

 
 
 

Post N° 506

Post n°506 pubblicato il 25 Agosto 2006 da G_ietta
 

Le tartarughe viventi appartengono all’ordine dei Testudines (o cheloni).

La suddivisione tassonomica delle tartarughe si basa sull’anatomia e la funzionalità del collo e si hanno quindi due ordini:

1. Cryptodira (specie che ritraggono il collo dentro la corazza con una piega secondo un piano verticale)

2. Pleurodira (specie che ritraggono il collo con una piega a S secondo un piano orizzontale).

 
 
 

POESIA

Post n°505 pubblicato il 24 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Mio cuore vai
con le sagge tartarughe,

mio cuore, attraverso
un Sahara di luce!
Mio cuore vai
con le sagge tartarughe,
elisir per il corpo
e ali per lo spirito
Con i loro piviali
da cerimonia
le tartarughe insegnano
l'inutilità dei piedi.
Conoscono le falsità
di orizzonti celesti
e dedicano la loro vita
a studiare una stella,
una stella con la quale
impregnano la corazza.
Mio cuore vai
con le sagge tartarughe,
elisir per il corpo
ed ali per lo spirito
non ti mancheranno quando
sentirai la Terra muoversi.
Mio cuore, spegni
la tua vecchia sete di limiti.

Hermann Hesse

 
 
 

ADOTTA AITKANTI

Post n°504 pubblicato il 24 Agosto 2006 da G_ietta
 

Aitkanti è una tartaruga liuto femmina e ha un’importante missione da portare a termine: tornare sana e salva nella spiaggia dov’è nata, per deporre le sue uova. Non sarà un’impresa facile: le tartarughe liuto sono sempre più a rischio di estinzione in un mare sempre più pieno di pericoli.
Tra le minacce più grandi alla sopravvivenza delle tartarughe vi sono gli attrezzi da pesca illegali (come le reti a strascico di fondo o il palangrese), che catturano per sbaglio decine di migliaia di tartarughe e di altre specie marine. Si stima che le tartarughe liuto catturate da un solo tipo di attrezzo, il palangrese derivante, nel mondo siano circa 50.000 all’anno. Di queste una parte purtroppo non sopravvive. Aitkanti si è salvata, finora, ma dobbiamo continuare a proteggerla.
I ricercatori del WWF e del Tortugas Marinas and Caribbean Conservation hanno dotato Aitkanti
- e con lei altre 14 tartarughe liuto - di veri e propri trasmettitori satellitari: in questo modo sarà possibile studiare meglio le rotte di questi rettili antichissimi e riuscire a dare loro un futuro con azioni mirate di tutela.
Anche tu, se vuoi, puoi aiutare il WWF a difendere le tartarughe marine. Adotta Aitkanti: ci permetterai di continuare i nostri progetti di tutela e di ricerca.
Per approfondire >
Per far vivere la tartaruga liuto servono almeno 20 € all'anno: sono soltanto 5 centesimi al giorno, e permettono al WWF di continuare il proprio impegno contro la pesca illegale e di sostenere eventuali emergenze o spese mediche per la cura di esemplari feriti. Per adottare Aitkanti, compila il modulo di richiesta di adozione e riceverai a casa tua il certificato di adozione e tutte le informazioni su quello che il WWF sta facendo per proteggerla.
Sul sito del
WWF è possibile scaricare il modulo di pagamento.

 
 
 

Post N° 503

Post n°503 pubblicato il 23 Agosto 2006 da G_ietta
 

immagineda "il manifesto" del 10 Giugno 2001

La truffa delle tartarughe "baby"

GIULIANO SADAR

Il loro nome è kinemys reevesi, di questi tempi le trovate ammassate dietro le vetrine di molti negozi di animali, spesso con il soprannome "baby" in evidenza. Sono l'ultima trovata degli importatori e dei venditori di rettili per dar linfa a quel lucroso e spietato business che è la produzione e la vendita a tappeto di tartarughe, carne da macello del pet trade. Ultima trovata e ultima fregatura. La sfortuna delle kinemys è che restano piccole, ovvero non crescono come le tartarughe che da una ventina d'anni giungono in quantità industriali (diversi milioni all'anno solo in Europa) nei negozi di animali: come le trachemys scripta elegans, conosciute come "tartarughe dalle orecchie rosse", di cui dal 1997 è vietata la vendita in Europa, o le più recenti e delicate Kohni, Concinna, Floridana che hanno sostituito le "orecchie rosse", aggirando così il bando.
Le kinemys da adulte non superano i 12 centimetri di lunghezza, nei maschi, e i 15 nelle femmine, mentre le altre specie possono raggiungere e superare i 30 centimetri. Non arrivano in Europa, come la maggior parte delle altre specie, ammassate in contenitori di 500 pezzi dagli allevamenti della Louisiana o della Florida. Arrivano bensì dall'Asia. Sono originarie dalla Cina Meridionale, dalla valle dello Yangtze giù sino a Canton, oppure da Corea, Taiwan, Giappone - dove vivevano da milioni di anni facendosi i fatti propri. Il loro commercio oggi è per la gran parte in mano ad allevatori di Pechino, pronti a soddisfare una richiesta mondiale crescente sfruttando le maglie larghe del "libero mercato" stile cinese.
Resta il fatto che gran parte della richiesta che alimenta questo mercato viene dall'Occidente, dove la moda del "rettile in casa" sta spopolando, in barba a biologi, etologi e naturalisti di tutto il mondo che da anni ammoniscono sull'incompatibilità di questi animali a sangue freddo con ambienti artificialmente costruiti, e chiedono che questo commercio assurdo e inutile venga fermato. Niente da fare: anzi, il popolo dell'amore per gli animali un tanto al chilo, gli adepti delle tartarughe "usa e getta", ora è entusiasta: finalmente esiste la tartaruga ideale, che resta piccola quindi mangia meno, sporca meno, occupa meno spazio. Solo che ha anche altre, importantissime necessità. La kinemys reevesi è infatti una specie anatomicamente adatta a vivere in acque poco profonde e melmose. In acque profonde annega facilmente, perché è molto pesante, le zampe non hanno la conformazione "palmata" propria delle specie acquatiche e palustri, ma piuttosto simile a quelle terrestri. Quindi, se trattate come le altre tartarughe, le kinemys non ce la fanno a sopravvivere. Questo ovviamente lo sanno in pochi. E non tutti quelli che lo sanno, lo dicono. Certo non lo sanno coloro che comprano, e di solito i negozianti si guardano bene dal spiegare all'acquirente le reali necessità delle bestiole perché ne venderebbero molte di meno. Chi comprerebbe infatti una tartaruga sapendo che per farla vivere almeno decentemente deve tenere un'ampia vaschetta piena di acqua stagnante in casa? Pochi o nessuno. La conclusione è, al solito, triste. Vendute a cifre che si avvicinano e superano le 50.000 lire a fronte delle 20.000 delle altre tartarughe "che diventano grandi", le povere kinemys reevesi "baby" hanno davanti una vita di stenti, e soltanto le più robuste sopravviveranno.
Questa è solo la più recente, ma probabilmente non l'ultima, storia di quella fabbrica di piccoli cadaveri che è il commercio di tartarughe. Un vero e proprio far west del libero mercato dove le leggi sembrano scritte per non venir rispettate. L'articolo 727 del codice penale dice: "Chiunque incrudelisce verso animali senza necessità (...) o li detiene in condizioni incompatibili con la loro natura (...) è punito con l'ammenda da lire due milioni a lire dieci milioni".

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°502 pubblicato il 22 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Le tartarughe di:

LORYR04

Grazie

"ecco le mie piccole(...una volta forse...ora nn sono + tanto piccole ;-))...una si kiama bk (Bikappa) e l 'altra è ninja...nn sn dei bei nomi lo so,ma ninja lo mise mio nipote ke vedeva le tartarughe ninja e bk lo misi io xke era il finale della targa della makkina del ragazzo ke mi piaceva all'epoca...hihihih ti ho mandato questa ke stanno belle stese al sole...è di qualke tempo fa ma va bene ugualmente spero..."
 
 
 
 
 

Post N° 500

Post n°500 pubblicato il 22 Agosto 2006 da G_ietta
 

 
 
 

COS'E' LA CITES

Post n°499 pubblicato il 21 Agosto 2006 da G_ietta
 


La Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione, denominata in sigla C.I.T.E.S., è nata dall'esigenza di controllare il commercio degli animali e delle piante (vivi, morti o parti e prodotti derivati), in quanto lo sfruttamento commerciale è, assieme alla distruzione degli ambienti naturali nei quali vivono, una delle principali cause dell'estinzione e rarefazione in natura di numerose specie. La C.I.T.E.S., che è compresa nelle attività del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP), è entrata in vigore in Italia nel 1980 ed è attualmente applicata da oltre 130 Stati. In Italia l'attuazione della Convenzione di Washington è affidata a diversi Ministeri: Ambiente, Finanze Commercio con l'Estero, ma la parte più importante è svolta dal Ministero delle Politiche Agricole, come prevede la legge, tramite il Servizio CITES, che cura la gestione amministrativa ai fini della certificazione e del controllo tecnico-specialistico per il rispetto della Convenzione. Il Servizio CITES del Corpo Forestale dello Stato è strutturato in un Centro di Coordinamento, presso l'Ispettorato Generale in Roma, e in 40 Uffici periferici. Il Centro di Coordinamento ha le funzioni di assistenza operativa e di coordinamento delle attività degli Uffici periferici, di consulenza tecnico-scientifica, di emanazione di direttive, di rapporto con Enti e Organismi Internazionali. Gli Uffici periferici si differenziano in 24 Uffici territoriali denominati Servizi Certificazione Cites (in sigla S.C.C.), con funzione di rilascio certificati, accertamento infrazioni e controllo territoriale, e in 16 Nuclei Operativi Cites ( in sigla N.O.C.) presso le Dogane, con funzione di verifica merceologica, controllo documentale e verifica della movimentazione commerciale, nonché accertamento di illeciti.

Link utile: http://www.corpoforestale.it/wai/index.html

 
 
 

CITES...cosa controllare

Post n°498 pubblicato il 21 Agosto 2006 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

Può capitare che vi vengano dati CITES falsi, per tanto assicurarsi che:

  • il venditore sia una persona qualificata: un allevatore,un commerciante o una persona che vi ceda legalmente la testuggine;
  • il certificato deve esservi consegnato immediatamente in copia originale ed unica;
  • se l'animale non è certificato (microcip) il certificato dev'essere allegato ad una scheda identificativa comprensiva di due foto, sulle foto dev'esserci un numero alfanumerico a 14 cifre che verrà riportato poi sul "documento giallo";
 
 
 

ACQUARIO

Post n°497 pubblicato il 21 Agosto 2006 da G_ietta
 

  • L'acquario deve essere il più grande possibile. immagine
    Bisogna considerare la lunghezza media di una tartaruga adulta. Le Trachemys  raggiungono i 25 cm di lunghezza nel caso delle femmine, mentre i maschi rimangono più piccoli.
    Per una tartaruga adulta un acquario di circa 1 metrox70 cm di larghezza può andare bene.
  • La profonfità dell'acqua deve permettere alle tartarughe di nuotare, ma non deve essere eccessiva. Le tartarughe, come gli altri rettili, hanno i polmoni e devono andare in superficie per respirare. Nel caso delle baby-tarte l'acqua non deve superare i 3-4 cm. Poi andrà aumentata man mano che crescono.
  • Nell'acquario ci deve essere un'area emersa facilmente accessibile. Infatti alle tartarughe piace sostare fuori dall'acqua.Molto apprezzate sono anche le cortecce galleggianti sotto cui amano nascondersi.
  • Per riscaldare l'aria basta usare una lampadina, al massimo di 40-60W.
  • Per mantenere l'acquario pulito sarà sufficiente usare un filtro ed una pompa filtro.
  • Non mettere sassolini sul fondo dell'acquario. Le tartarughe potrebbero inghiottirli e morire. Inoltre servirebbero solo a rendere più difficile la pulizia.

(Rielaborato e modificato) Fonte : http://tartarughine.free.fr

 
 
 

CHELONI

Post n°496 pubblicato il 20 Agosto 2006 da G_ietta
 

Le Tartarughe Marine sono un gruppo di rettili dotati di corazza ed appartengono all'ordine dei Testudines o Chelonia. Sono incluse in questo ordine anche le tartarughe terrestri e d'acqua dolce.
L'ordine Chelonia comprende 13 famiglie. Le 8 specie delle moderne Tartarughe Marine rientrano in due di esse, la Dermnochelyidae e la Cheloniidae.
La prima famiglia comprende solo una Tartaruga Marina, la Tartaruga Liuto. Le altre sette specie di Tartarughe Marine appartengono alla seconda famiglia, la Cheloniidae.
Le Tartarughe Marine sono animali di grosse dimensioni; la Tartaruga Liuto raggiunge ad esempio una lunghezza di 2 m ed un peso di oltre 500 kg (un esemplare catturato presso le coste del Galles nel 1991 pesava 995 kg!).
Le tartarughe Marine erano comuni nel periodo Cretaceo, circa 130 milioni di anni fa.
I loro reperti fossili risalgono addirittura a 200 milioni di anni fa. Le prime Tartarughe Marine vivevano all'epoca dei dinosauri, sebbene i generi e le otto specie attuali ebbero origine in un periodo compreso fra i 60 e i 10 milioni di anni fa.
Come nelle moderne Tartarughe Marine, la testa, la coda e gli arti non potevano essere retratti all'interno della corazza. Una certa protezione era ottenuta tramite spine aggiuntive.
I cheloni acquatici subirono varie modificazioni e diedero origine a diverse linee evolutive. Ci fu una riduzione della corazza ossea, presumibilmente per ridurre il peso e possibile grazie all'assenza di nemici. Archelon (corazza di 3,6 m) del periodo Cretaceo era molto simile alla moderna famiglia Cheloniidae.
La storia fossile dell'ordine Chelonia prima del periodo Triassico non è affatto chiara: ci sono pochissime prove che suggeriscono come, quando e perché un primitivo gruppo di rettili ridusse la lunghezza del proprio corpo e lo rivestì di un'armatura a scopo protettivo. Recentemente sono state rinvenute in South Dakota (USA) alcune ossa appartenenti ad un'enorme tartaruga marina. Questi resti fossili rappresentano la più grande tartaruga marina mai trovata, probabilmente fino a sei metri di larghezza! Nell'ambito dei vertebrati che vivono in mare, le Tartarughe Marine sono tra le specie più interessanti, ma anche più vulnerabili. Sono ampiamente sfruttate dall'uomo per le uova, la carne e la corazza. La loro sopravvivenza è seriamente minacciata da molti fattori come l'inquinamento, la perdita dei siti di nidificazione, la pesca ed il turismo. Tutte le otto specie sono in pericolo.
Le tartarughe marine sono adattate alla vita negli oceani. Sono animali grandi e longevi (60 e più anni?), con una corazza relativamente idrodinamica. Gli arti sono in una posizione laterale piuttosto che rivolti verso il basso, il che rende molto difficoltosi i movimenti a terra. Gli arti anteriori o 'pinne' sono generalmente allungati e forniscono la spinta principale. Le pinne posteriori sono larghe e a forma di spatola e le femmine le usano per scavare i nidi nella sabbia.
Sembra che le giovani Tartarughe Marine possano confondere le goccioline di olio con il loro cibo e che gli adulti ingeriscano sacchetti di plastica scambiandoli per meduse.
 È possibile che ci vogliano 15-30 anni prima che una Tartaruga Marina raggiunga la maturità sessuale. Tutte le Tartarughe Marine hanno una biologia molto simile. L'accoppiamento ha luogo nelle acque costiere e le femmine tornano alle spiagge natìe per deporre le uova. Alcune specie sono meno specifiche (filopatriche) e tornano semplicemente nella stessa zona o nello stesso tratto di costa. La maggior parte delle specie depone circa 100 uova in una buca nella sabbia a forma di fiasco. A seconda della specie, possono deporre da 2 a 6 volte in una stessa stagione, anche se poi potrebbero non deporre nei successivi 2-4 anni.
Da Giugno ad Agosto le Tartarughe Caretta e le Tartarughe Verdi visitano alcune spiagge del Mediterraneo per nidificare (la Tartaruga Liuto non depone nel Mediterraneo). La femmina viene a riva di notte, scava il suo nido e depone circa 100 uova dal guscio molle che somigliano a palline da ping-pong. Le uova vengono poi ricoperte di sabbia e lasciate schiudersi da sole.
I nidi sono a circa 45 cm di profondità. Le uova devono restare indisturbate nella sabbia tiepida per circa 55 giorni prima di schiudersi. Se la temperatura supera i 28 °C dalle uova nasceranno delle femmine, al di sotto di questa temperatura, invece, nasceranno dei maschi. Sebbene le femmine depongano migliaia di uova ogni estate, pochissimi nuovi nati raggiungono lo stadio adulto (1 su 1000?).
Insieme, i piccoli scavano la via di uscita dal nido. Di solito il gruppo emerge in superficie di notte, si fa strada sulla spiaggia e raggiunge il mare. Questa corsa verso il mare è importante per il ciclo biologico dei nuovi nati. 
 Le Tartarughe Marine assorbono una gran quantità di sali, sia dalla loro dieta alimentare che dall'acqua marina che bevono. Hanno ghiandole del sale nella cavità orbitale che le rendono in grado di eliminare i sali in eccesso. La concentrazione salina può essere il doppio di quella dell'acqua del mare. Si dice che le femmine piangano mentre depongono le uova; in realtà stanno solo eliminando i sali attraverso la ghiandola oculare. 
 Le Tartarughe Marine si alimentano in vari modi, sebbene tutti i piccoli siano carnivori, in quanto si nutrono di animali che si muovono lentamente in prossimità della superficie. Gli adulti sono essenzialmente carnivori anche se i contenuti stomacali spesso includono alcuni vegetali. Ogni specie ha le proprie preferenze in fatto di alimentazione, ma tutte tendono ad essere opportuniste. Il tipo di cibo va dagli abitanti dei fondali, come i granchi, alle meduse che galleggiano in superficie. Le Tartarughe Verdi sono erbivore e si cibano di piante marine, alghe e radici di mangrovia.
Le luci vicino alla spiaggia disorientano i piccoli, facendoli dirigere nella direzione sbagliata. Se questo accade moriranno per disidratazione o mangiati dai predatori. Questa migrazione verso il mare è resa più difficile dai solchi lasciati sulla sabbia dai veicoli e dalle buche scavate durante il giorno dai turisti. Sono troppo piccoli per superarli e quindi la mattina seguente muoiono di disidratazione al calore del sole. Per circa 72 ore i piccoli nuotano verso il mare aperto, per sfuggire ai predatori che vivono presso la costa; quindi cominciano a nutrirsi di pezzetti di cibo che trovano strada facendo. Si ritiene che si lascino trasportare dalle correnti, ma si conosce poco del comportamento dei piccoli e delle tartarughe in fase pre-adulta. Questo periodo della loro vita è conosciuto come "anni perduti".

Fonte: http://www.euroturtle.org

 
 
 
 
 

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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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