TARTARUGHE

...tutto ciò che ha a che fare con le tartarughe...

 
 

NOTA

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Non sono un veterinario e questo è un Blog Amatoriale, pertanto, malgrado la cura posta nella raccolta del materiale, non posso assumermi la responsabilità totale delle informazioni riportate. In caso di seri problemi riguardanti la salute delle tartarughe, consiglio sempre e comunque di rivolgersi a persone qualificate e competenti.
Inoltre, molto del materiale presente è frutto di ricerche sul web, pertanto esiste la possibilità che nel blog siano state pubblicate foto o testi senza il consenso dell'autore o proprietario del diritto.
Se questo dovesse avvenire, vi chiedo gentilmente di contattarmi e in breve tempo verrà rimosso tutto il materiale non autorizzato.
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SOCI

1-CHIARA CAVALLIERI
2- ANDREA BRIGNOLI
3-RICCARDO AZZARONI
4-MASSIMO MIGNANI
5-LAURA PES
6-STEFANIA TORTORIELLO
7-GIUSEPPE SANNA
8-MIRKO VIGANO'
9-ALESSANDRA FEDELE
10-ANTONELLA TIRITIELLO
11-VINCENZO PALMIERO
12-VINCENZO POTI
13-CRISTIANO BOSETTI
14-CRISTIANO AMETRANO
15-NIRIA MOROSO
16-ALESSIA A.SCIORTINO
17-ALESSIO DE NARDI
18-LETIZIA FRASSI
19-SABINA LONI
20- NICOLA MAFFEI
21-DAVIDE MAFFEI
22-MARIANGELA CAPUTO
23-VIVIANA VERRILLO
24-PASQUALE TATARANNI
25-DAMIAN DE VRIES
26- IVANA RUSSO
27-GIUSY PRECISANO
28-FRANCESCA BRAGHESE
29- CARMELA MAGNO
30-LUIGI MENOZZI
31-SILVIA MAZZUCCO
32-STEFANIA BARBIERI
33-GHERY PRUSCINI PASQUINI
34-ALESSANDRA GRAUX
35-LUISA GUCCIONE
36-FRANCESCA LONGO
37-VENNERI MICHELE
38-ELIA ASTORINO
39-MARTINA GIUSTI
40-MARTA CICCHELLI
41-LAURA GIUSTI
42-CLAUDIO SIMBULA

 

...SOCI

43- FEDERICO VINATTIERI
44- ALESSIA BERTO
45- MARIA CONTE
46- PATRIZIA MARRA
47- GIOVANNA GRIECO
48- FRANCESCO VANACORE
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50- FRANCESCO MARTELLA
51- NIRVANA GRANATA
52- ALESSANDRO TOTH
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56- MANUELA GATTI
57- FRANCESCA CATANESE
58- ANNA BARONE
59- LUCIO VAGLIVIELLO
60- ANNIKA FABBIAN
61- FABRIZIO GORACCI
62- MICHELE VITE
63- PAOLA FRANCAVILLA
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65- GIULIA SBARRA
66- ANTONELLA MARRA
67- MANUELA SANNA
68- GABRIELE BERNARDI
69- GRANDI GIORGIO
70- CRISTINA RIGOSELLI
71- DANIELE COLOMBO
72- ALESSIA PINTOSSI
73- CLAUDIA ARDIA
74- NICOLO' FAVA
75- FILIPPO PILI
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77- BRENCIO FRANCESCO
78- ALESSIO REGINA
79- ELISA GIORDANI
80- MARTINA CAPPELLETTI
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82- ANTONIO RAIMONDI
83- CHIARA CALOI
84- LUCIANO LOVENTRE
85- MARIKA CARLINI
86- PAOLA CARRARO
87- ROBERTA MERLINI
88- ANTONIO DANESE
89- ANGELO CASTRO
90- FRANCESCA FACCHIN

 

...SOCI!

91- DONATELLA SATALINO
92- VIRGINIA DI TOMMASO
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94- ANTONIO CARLUCCI
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96- DAVIDE CARATELLI
97- GIUSEPPE LOIACONO
98- JESSICA CAPUTO
99- MARA ZANCHETTI
100- GIANLUIGI ROSSINI
101- PAOLO BERGERETTI
102- SILVANA BONINO
103- MASSIMO PERISSINOTTO
104- GIULIA ZANINI
105- DANIELE SARTORI
106- SARA PACETTA
107- PATRIZIO DE SIMONI
108- LUANA MANZO
109- CARMELO BONGIOVANNI
110-  MARIBEL CANTOS

 

 

IL BRANCO

immagine5 Testudo Hermanni :
- Mucca
- Pollo
- Zecca
- Toro
- Mosca


immagine5 Trachemys Scripta :
 - Piranha
 - Barracuda
 - Squalo
 - Orca
 - Murena

 

 

 

LE MIE BELVE

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Strano...ma vero: amano farsi "spazzolare"!

Post n°1211 pubblicato il 18 Agosto 2008 da G_ietta
 

Col tempo ho notato che le belve acquatiche amano grattarsi il guscio contro una pietra che ho messo nell'acquario, così ieri, dopo aver pulito tutto, ho deciso di dare una "pulita" anche a loro; ad una ad una le ho prese e con uno spazzolino per unghie ho spazzolato i gusci: il miracolo!!! Nel tragitto dalla vasca esterna (che uso come "sosta" mentre pulisco l'acquario) al lavandino cercavano di mordere, si dimenavano, soffiavano...alla prima spazzolata la sorpresa: immobili, bocche chiuse, alcune con tutte le zampe fuori, altre ritratte ma comunque MANSUETISSIME!!!Da non credere!
Insomma...hanno apprezzato molto!
Risultato: gusci puliti (si è finalmente tolta la normale patina di verde") e tartarughe felici!!!

 
 
 

Sequestrate sei tartarughe di specie protetta

Post n°1210 pubblicato il 16 Agosto 2008 da G_ietta
 
Foto di G_ietta

I militari della compagnia della guardia di finanza di Brindisi, all’esito di un’operazione di servizio, all’interno del locale porto, in collaborazione con i funzionari della locale dogana, hanno sequestrato sei tartarughe vive terrestri appartenenti ad una specie protetta.
Le stesse erano nascoste da un cittadino albanese, appena sbarcato da una motonave proveniente dall’albania, prive della prescritta certificazione c.i.t.e.s..
Una persona e’ stata denunziata all’autorita’ giudiziaria.

Fonte: http://www.brundisium.net

 
 
 

Tentano di rubare tartarughe al CARAPAX, fermati

Post n°1209 pubblicato il 15 Agosto 2008 da G_ietta
 

Furto di tartarughe sventato, ieri pomeriggio, al centro Carapax di Massa marittima. Due torinesi, entrati come comuni visitatori, hanno forzato le reti di delimitazione delle aree adibite alle tartarughe e hanno nascosto alcuni esemplari nei propri zaini. Ma i loro movimenti non sono sfuggiti al circuito di videosorveglianza e a un collaboratore dello staff. Sono stati denunciati per furto, maltrattamento di animali e danni alle strutture.

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°1208 pubblicato il 13 Agosto 2008 da G_ietta
 

Il recinto di:

beldav95

"...abbiamo terminato il nuovo recinto di yuri e chicca.
le tarta sembrano apprezzare.
abbiamo piantato semi di trifoglio nano e dicondra
mentre oggi pianteremo quelli di lattuga mista e crescione
sopra ci sono le foto. accetto consigli e critiche.
purtroppo la rete non siamo riusciti a metterla.
in più ci sono 1 piantina di salvia e altre 2 di cui non so i nomi..."


 
 
 

Post N° 1207

Post n°1207 pubblicato il 12 Agosto 2008 da G_ietta
 

WWF: PRIMA SCHIUSA DI TARTARUGHE CARETTA IN CALABRIA

Sono più di sessanta le piccole tartarughe marine Caretta caretta venute alla luce sabato sulla spiaggia di Galati, vicino Reggio Calabria. La buona notizia viene dal Wwf, che insieme all'Università di Calabria è impegnato a monitorare e salvaguardare il tratto di costa ionica compresa tra Capo dell'Armi e Capo Bruzzano.
Proprio questo tratto, ricordano gli ambientalisti, ospita il maggior numero di nidi di Caretta caretta in Italia e negli ultimi cinque anni ben 60 nidi su 86 (il 70%) sono situati in questa area. Ma il bilancio dell'attività riproduttiva per l'annata 2008 non sembra essere positivo: secondo i dati raccolti dall'università di Calabria, la stagione è al di sotto delle previsioni, con un numero di nidi finora individuati inferiore a quello dell'anno scorso. I risultati complessivi, comunque, saranno divulgati alla fine della campagna di monitoraggio.
"Tra le cause di declino più importanti - commenta Paolo Casale, responsabile del progetto Tartarughe marine del Wwf Italia - c'é l'elevata mortalità di tartarughe marine negli attrezzi di pesca: ogni anno in Italia più di 10.000 vengono catturate accidentalmente, e una parte rilevante di queste non sopravvive. Per questo - conclude - abbiamo lanciato una campagna di informazione per i pescatori in Calabria, Sicilia e Puglia, dove si riscontra un elevato numero di catture".

Fonte: http://www.ansa.it

 
 
 

CALA LA RIPRODUZIONE DELLE CARETTA CARETTA

Post n°1206 pubblicato il 09 Agosto 2008 da G_ietta
 

BOVA MARINA (REGGIO CALABRIA) - E' una stagione riproduttiva per la tartaruga marina Caretta Caretta, ben al di sotto delle previsioni. Ad affermarlo è lo zoologo Antonio Mingozzi, docente del dipartimento di Ecologia dell'Università della Calabria e responsabile scientifico del progetto Tartacare Calabria, un programma di ricerca sulla distribuzione e sullo status della tartaruga, finanziato dal ministero dell'Ambiente. In questo progetto, Unical e Wwf hanno unito le forze per proteggere i nidi di tartaruga marina.
"Il numero di nidi finora individuati nella più importante area di nidificazione italiana, quella compresa tra Capo dell'Armi e Capo Bruzzano, sulla costa ionica reggina, è ben inferiore a quello atteso", dice Mingozzi.
Tra le cause di declino più importanti, per lo zoologo, c'é l'elevata mortalità di tartarughe marine riscontrata anche nel settore costiero calabrese interessato, dove, lo scorso anno, era presente ben il 90% delle nidificazioni riscontrate su tutta la costa italiana. Si stima, infatti, che circa 600 tartarughe a stagione siano vittime accidentali di attrezzi da pesca. Ed è per questo che il Wwf, in sinergia con il programma Unical, ha lanciato una campagna di informazione per i pescatori di Calabria, Sicilia e Puglia. 

Fonte: http://www.ansa.it

 
 
 

ANATOMIA

Post n°1205 pubblicato il 09 Agosto 2008 da G_ietta
 

Pelle e corazza:

La pelle delle testuggini è spessa, asciutta e priva di ghiandole, e in alcune zone, come gli arti, è protetta da scaglie cornee. La maggior parte del corpo è racchiusa dalla corazza, con la quale la pelle è in continuità diretta. La corazza costituisce una rigida armatura che protegge il corpo, e serve anche da ancoraggio per i muscoli. Nelle testuggini mediterranee la corazza è costituita da un pezzo unico, in cui possiamo però distinguere varie parti. La parte superiore, a forma di cupola, è detta carapace, e quella inferiore, più o meno piatta, è detta piastrone. La zona che unisce carapace e piastrone viene detta ponte.

La struttura della corazza:

anatomiaLa corazza è fatta di tessuto osseo, rivestito esternamente da uno strato sottile di sostanza detta cheratina, simile a quella che compone le unghie ed i capelli. La parte ossea della corazza è formata da numerose ossa unite insieme. Alcune di queste ossa derivano dalla colonna vertebrale, dalle coste, dallo sterno, e da altri elementi ossei, che si sono completamente modificati, fino a non essere più distinguibili come tali. Altre parti della corazza invece non hanno alcuna corrispondenza con le ossa dello scheletro, e derivano da ossificazioni della pelle. Il rivestimento esterno della corazza, fatto di cheratina, è composto di molti pezzi detti scuti o scudi, circa 38 nel carapace e 18 nel piastrone. Ogni scuto ha un suo nome preciso.

L’accrescimento della corazza:

La parte ossea della corazza è molto vascolarizzata; il suo accrescimento avviene sia per la deposizione di nuovo tessuto osseo ai margini di ciascun osso, sia per l’aumento dello spessore. Negli animali neonati in genere le singole ossa non sono a contatto tra loro, e si incontrano con la crescita. Gli scuti crescono per deposizione di nuovo materiale corneo a livello di tutta la loro superficie inferiore da parte di cellule presenti sulla superficie dell’osso della corazza. A mano a mano che l’osso cresce queste cellule si propagano lateralmente, in modo che la parte ossea ne sia uniformemente ricoperta. In molte specie l’accrescimento si verifica in cicli, e quando un ciclo si arresta si forma un anello intorno allo scuto corneo. Il numero degli anelli che così si formano permette di contare i cicli di accrescimento che la tartaruga ha avuto, che tuttavia non sempre coincidono con il numero degli anni. Nelle tartarughe terrestri la parte superficiale degli scuti si logora per abrasione meccanica; sembra inoltre che la produzione di cheratina sia maggiore alla periferia degli scuti, in modo che il loro spessore non aumenti troppo. Non vi è un’esatta corrispondenza tra uno scuto e l’osso sottostante. Un singolo scuto può coprire parti di più ossa, e mentre l’animale cresce i rapporti tra uno scuto e le ossa sottostanti possono variare. La parte originale dello scuto, l’areola, che è quella presente alla nascita, tende però a restare attaccata alla parte di osso sopra il quale si trovava inizialmente. Ne consegue che spesso negli individui adulti l’areola si trova lontana dal centro dello scuto, quindi non in posizione centrale, e che gli anelli di accrescimento possono essere più concentrati da una parte e più spaziati da un’altra. I bordi degli scuti vengono detti suture, e sono in genere ben visibili anche in individui vecchi. Questi bordi lasciano nell’osso sottostante dei profondi solchi, molto più evidenti dei limiti tra le diverse ossa.

Testa ed estremità:

La testa e gli arti possono essere retratti completamente dentro la corazza; la coda viene nascosta sotto il bordo del carapace piegandola di lato. La colonna vertebrale è in gran parte fusa con il carapace e solo parte del collo e della coda sono ancora libere; l'inserzione di molti muscoli degli arti, della coda e del collo si trova sulla superficie interna del carapace e del piastrone. Gli arti sono tozzi, con le dita fuse insieme, in cui solo le unghie sono distinte. Le tartarughe non hanno denti, e i bordi cornei taglienti delle mandibole formano una specie di becco corneo (ranfoteca) che viene usato per tagliare il cibo in pezzi che possano essere facilmente ingoiati.

Organi interni:

La posizione degli organi interni è abbastanza diversa da quella dei mammiferi. Il fegato è molto grande, e insieme ai muscoli pettorali e al cuore occupa la metà anteriore della cavità viscerale. Lo stomaco è simile a quello dei mammiferi e produce degli enzimi digestivi. L'intestino si differenzia in tenue e colon. Anche il pancreas e il fegato producono una varietà di enzimi e di sali biliari, similmente a quanto avviene nei mammiferi. Nei rettili, come negli uccelli, si trova una struttura che manca nei mammiferi: la cloaca. Consiste di tre compartimenti successivi: il coprodeo che raccoglie le feci, l'urodeo che riceve i dotti del tratto urogenitale e il proctodeo che funge da camera comune di raccolta prima dell’evacuazione. La cloaca si apre all'esterno con una fessura longitudinale presente nella coda. L'assunzione del cibo e la velocità di digestione dipendono strettamente dalla temperatura. Gli animali tenuti in un terrario troppo freddo di solito smettono di mangiare. Se dei rettili devono essere fatti svernare a bassa temperatura è importante che l'ultimo cibo assunto sia stato del tutto digerito e che il tratto intestinale sia completamente vuoto. I polmoni sono molto estesi e sono adesi alla superficie dorsale e dorso-laterale del carapace. Hanno una struttura simile ad una spugna, molto diversa da quella dei mammiferi; nella posizione di riposo occupano la metà dorsale della cavità corporea, ma si riducono a un quinto quando la testa e i quattro arti sono completamente retratti dentro la corazza. Poiché i polmoni sono attaccati da tutti i lati non si sgonfiano se vengono punti, come invece avviene nei mammiferi. Una sottile lamina di tessuto connettivo, priva di muscoli, separa i polmoni dagli organi sottostanti. Dal momento che il torace non si può espandere, a causa della completa rigidità della corazza, la respirazione avviene tramite l’azione dei muscoli che si trovano vicino alla base degli arti anteriori.
Quando questi muscoli si contraggono lo spazio nella cavità toracica si allarga e si crea una pressione negativa che risucchia l'aria nei polmoni. Per effettuare l'espirazione, i visceri vengono spinti contro la superficie ventrale dei polmoni tramite l'espansione di questi muscoli. Il sistema urinario è composto dai reni, dagli ureteri (che trasportano l’urina prodotta dai reni) e dalla vescica urinaria. I reni sono localizzati dietro il margine posteriore dei polmoni, in corrispondenza della parte posteriore della corazza. Al contrario che nei mammiferi gli ureteri non sboccano nella vescica, ma nella cloaca, e da lì l’acqua può poi defluire nella vescica, che può servire per l'immagazzinamento dell'acqua. L’urina è composta da due parti, una liquida, di colore chiaro, e una solida, biancastra. Lo svuotamento della vescica urinaria è un comune meccanismo di difesa quando una tartaruga viene afferrata. La femmina possiede due ovaie, poste sotto i reni. Quando sono in attività aumentano notevolmente di dimensioni, fino a occupare una grande porzione della cavità addominale. Gli organi che accolgono l’ovulo, e in cui avviene la formazione dell’uovo, sono gli ovidotti, che terminano nella cloaca. L’ovidotto ha la capacità di immagazzinare lo sperma deposto dal maschio per periodi anche molto lunghi, infatti la femmina dopo un singolo accoppiamento può deporre uova fertili a distanza di mesi o anni. Il maschio possiede due testicoli di forma ovoidale posti accanto ai reni. Il pene serve a veicolare lo sperma nella cloaca della femmina durante l’accoppiamento, ma non contiene l’uretra come invece nei mammiferi.

Fonte: http://www.allevamento-tartaruga.com

 
 
 

ALLARME A BERGAMO PER TROPPE TARTARUGHE ABBANDONATE

Post n°1204 pubblicato il 06 Agosto 2008 da G_ietta
 

BERGAMO, 6 AGO - Non solo cani e gatti abbandonati, ora anche le tartarughe devono temere l'arrivo dell'estate. Secondo i dati dell'Associazione italiana difesa animali e ambiente, i casi di abbandono di testuggini supera di tre volte quello degli animali domestici. Le tartarughe acquatiche vengono scaricate nei laghetti e negli stagni dei parchi pubblici, mettendo in pericolo l'ecosistema dell'area. E' quando sta accadendo al parco Locatelli di Bergamo, dove secondo un recente censimento risulta che abbiamo trovato casa 45 esemplari. La notizia, apparsa oggi sul quotidiano L'Eco di Bergamo, mette in allarme l'assessore al Verde di Palazzo Frizzoni Fausto Amorino: ''gli esemplari li' sono troppi e rischiano di compromettere tutto l'ecosistema, diventando competitivi con altre specie animali''. Le tartarughine crescono molto in fretta e quando le famiglie non riescono piu' a gestirle le abbandonano nei laghetti dei giardini pubblici. Una volta che il guscio ha raggiunto grosse dimensioni, le testuggini diventano un serio pericolo per i pesci e per la natura, visto la loro voracita'. Oltre al parco di via Diaz, il fenomeno e' stato riscontrato anche in altre aree verdi, come al parco Marenzi dove il numero degli esemplari non e' ancora alto. Per risolvere la questione, si legge sul quotidiano, il laghetto di Loreto il 15 di agosto verra' interamente svuotato per poter recuperare tutte le tartarughe. Poi bisognera' trovare per ciascuna una soluzione adatta. Per il momento l'assessore prevede di portarne una parte al nuovo parco della Trucca e un'altra parte al deposito comunale. Amorino lancia un appello: ''La scelta migliore sarebbe di non comprarle. In ogni caso, non vanno abbandonate nei laghi e negli stagni''

Fonte: http://www.ansa.it

 
 
 

LE VOSTRE FOTO

Post n°1203 pubblicato il 04 Agosto 2008 da G_ietta
 

Questa MERAVIGLIA è una delle 2 sternotherus odoratus di VIPER77

 
 
 

Post N° 1202

Post n°1202 pubblicato il 29 Luglio 2008 da G_ietta
 

 
 
 

CONCA DEI MARINI LA POLIZIA SALVA UNA TARTARUGA MARINA

Post n°1201 pubblicato il 29 Luglio 2008 da G_ietta
 

Salvata dai poliziotti una tartaruga marina fra Amalfi e Positano a Conca dei Marini. Il recupero è avvenuto al largo di Conca dei Marini ed è stato effettuato dal personale della Squadra nautica della Questura di Salerno a bordo di una pilotina della polizia, nel corso di un servizio di perlustrazione e pattugliamento delle vie del mare. Si tratta di un giovane esemplare di tartaruga Caretta caretta. L´animale appariva frastornato e galleggiava a pelo d´acqua senza riuscire ad immergersi. I poliziotti, non nuovi a tale tipo d´intervento, hanno provveduto al recupero della tartaruga di circa 15 kg; hanno poi allertato il Centro zoologico di Napoli al cui personale esperto è stata affidata, per le cure del caso. 
La Caretta caretta è la tartaruga marina più comune del Mediterraneo. La specie è fortemente minacciata in tutto il bacino del Mediterraneo e ormai al limite dell´estinzione nelle acque territoriali italiane, a causa della diminuzione dello spazio vitale e dell´inquinamento del suo habitat da parte dell´uomo. La tartaruga si nutre di meduse ma spesso scambia le buste di plastica, abbandonate in mare da persone improvvide, per meduse; ovviamente l´ingestione delle buste provoca la morte per soffocamento degli animali. La scomparsa delle tartarughe significherá un incremento abnorme di meduse (tutte velenose per l´uomo e per i pesci di cui si nutrono) che continueranno, senza nemici naturali come le tartarughe marine, a riprodursi.

Fonte: http://www.positanonews.com

 
 
 

PULCE STA MALE

Post n°1200 pubblicato il 21 Luglio 2008 da G_ietta
 

...ultimamente sono molto latitante,non ho scritto molto sul blog...la causa è PULCE.

La mia Hermanni di 3 anni ha dei problemi, occlusione intestinale.
La vedevo isolarsi sempre di più dalle altre,muoversi poco,ma soprattutto l'allarme è scattato quando mi sono accorta che trascinava le zampe posteriori. PANICO.
L'ho isolata dalla altre pensando a qualche infezione parassitaria,l'ho nutrita e idratata. Consultandomi con gli altri utent del tarta-portal si  parlato di carenze vitaminiche (poi escluse), di vermi(ad oggi esclusi) ecc....
Giovedì ha smesso di mangiare,ho cercato e contattato veterinari della zona (nessuna risposta).Tanti bagnetti tiepidi ma niente da fare...
Ora, grazie ai consigli di Anna (grazie mille), e all'aiuto pratico (ed essenziale) di un'altra persona, sembra si stia riprendendo...Oggi ha scaricato.
Io sono nel panico.
La situazione è ancora critica,anche se sono ottimista.
Ringrazio ancora chi si sta prendendo cura di Pulce,senza di lei, a causa della mia agitazione, non sarei riuscita a fare niente...



 
 
 

ANNUNCIO IMPORTANTE ED URGENTE

Post n°1198 pubblicato il 14 Luglio 2008 da G_ietta
 


Questa è Rughina, una hermanni boetgery di un anno, è stata portata via la notte fra il 12 e il 13 luglio, a Vigevano.
Rughina è luna 7cm circa, pesa poco più di 60g.
chiunque abbia notizie che ne favoriscano il ritrovamento può chiamare il 3200697732.
verrà data una lauta ricompensa a chi ce la farà ritrovare.
per noi Rughina è molto importante, ha un valore affettivo elevatissimo, vi preghiamo di aiutarci a ritrovarla.
Da parte mia spero vivamente che tra tutte le persone che frequentano il blog qualcuno della zona possa fornire informazioni utili. Magari conoscete qualcuno che da poco "ha" una tartaruga dalla dubbia provienza.
LA persona che pubblica l'annuncio ha messo  a disposizione i propri numeri telefonici,spero che non incappi in scherzi o quant'altro.
La situazione è delicata, e gradirei che tutti ci mobilitassimo: pubblicate l'annuncio sui vostri blog,fatelo girare...
l'ultima cosa che il bambino proprietario della tartaruga si merita è che non gli venga più restituita.

 
 
 

TARTA – DAY: GIORNATA NAZIONALE DI LIBERAZIONE DELLA CARETTA CARETTA

Post n°1197 pubblicato il 13 Luglio 2008 da G_ietta
 

Verranno tutte restituite al mare, come è giusto che
sia: succede il 12 luglio, in occasione del Tarta-Day, giornata nazionale di liberazione delle tartarughe Caretta caretta. Recuperate, curate e riabilitate, adesso sono finalmente libere di riappropriarsi del loro spazio naturale. Le tartarughe che finalmente riprendono la via del mare fanno parte degli oltre 650 esemplari che negli ultimi 2 anni sono stai
recuperati e curati dalla rete dei Centri Tartanet, 13 presidi sul
territorio nazionale coordinati da CTS: si tratta di veri e propri ospedali nati per il recupero e la cura di questa specie fortemente minacciata. Il programma Tartanet rientra nei progetti LIFE NATURA finanziati dalla Commissione Europea e dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
In base a stime recenti dell’UNEP la cementificazione e l’erosione delle coste del bacino del Mediterraneo costituiscono una minaccia estremamente seria per i siti di nidificazione di questa specie: 20.000 chilometri di coste rocciose e sabbiose, di zone umide, di estuari, delta e stagni costieri sono stati cancellati dal Mar Mediterraneo. Il cemento sottrae attualmente alla natura il 40% dei litorali dove vive il 7% di tutte le
specie marine mondiali . Entro il 2025 oltre il 50% delle coste
mediterranee sarà cementificato. Ogni anno, inoltre, spariscono dai 30 centimetri ai 10 metri di litorale sabbioso. Italia, Spagna e Grecia conducono la lista mediterranea per l’erosione costiera: le spiagge si sono ridotte del 40% nell’ultimo mezzo secolo.
Di fronte a questi dati non è difficile intuire l’importanza di
salvaguardare i siti di riproduzione e tutelarli dalle innumerevoli fonti di minaccia. Solo per citarne alcune: l’inquinamento, il traffico nautico e la pesca. Per non parlare delle catture accidentali dovute al palangaro (soprattutto in Sicilia), allo strascico (che si usa maggiormente in Puglia).
Coinvolte nel Tarta Day diverse regioni a dimostrazione del fatto che l’Italia si riconferma una delle mete preferite dalle tartarughe marine e sale nel ranking dei paesi del Mediterraneo più frequentati dalla specie Caretta caretta.
Di seguito alcuni dati che danno un’idea della situazione nei principali siti di nidificazione delle specie: a Linosa tra il 2004 e il 2007 sono avvenute 11 deposizioni e i tartarughini nati sono stati 371 (proprio in questi giorni è tornata a nidificare per la terza volta sulla spiaggia di Pozzolana di Ponente una vecchia amica dei biologi del CTS che avevano già “marcato” l’esemplare nel 1996; la schiusa dei tartarughini potrebbe avvenire proprio il giorno di ferragosto); a Lampedusa, nello stesso arco temporale, i biologi hanno registrato 9 nidificazioni e 757 nascite. Buona la situazione anche a Reggio Calabria dove, solo nel 2007, sono avvenute 2 deposizioni con 160 uova deposte e 146 esemplari nati vivi e dove da poco è stato istituito il primo asilo nido per le tartarughe marine. A Rauccio
(Lecce) un nido nel 2007 con 41 nati.
Queste le regioni coinvolte nel Tarta Day del CTS: Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Sardegna, Sicilia, Puglia e Toscana.
La giornata prevede non solo la liberazione delle tartarughe ma anche l’apertura dei Centri TARTANET al pubblico con visite, conferenze, incontri informativi e, per i più meritevoli, consegne delle targhe “Amico delle
tartarughe”. L’auspicio è che , anche quest’anno per l’italia sia
un’estate da record: lo scorso anno sono stati registrati circa 20 nidi a livello nazionale, un record assoluto. Ma come avviene esattamente la
nidificazione? Mamma tartaruga risale sulla spiaggia normalmente durante
la notte ed in questa fase è particolarmente suscettibile a qualsiasi
disturbo; luci e rumori vanno assolutamente evitati, pena vederla
rapidamente ritornare al mare. Il danno risulterebbe estremamente grave vista la fedeltà della specie al sito di deposizione Raggiunta la spiaggia mamma tartaruga scava una buca profonda di circa 50 cm e depone in media un centinaio di uova. Dopo avere ricoperto il nido si allontana verso il mare, per ritornare a deporre sulla stessa spiaggia dopo due o tre anni (ma, a volte se si e' fortunati, anche nella stessa stagione). L'incubazione delle uova può durare oltre 60 giorni. Appena pronti i piccoli rompono il guscio e, una volta emersi dalla sabbia, iniziano a correre verso il mare.



Fonte: http://www.reggiotv.it/news.php?id=3676&categoria=1

 
 
 

IN CALABRIA PRIMO ASILO NIDO PER TARTARUGHE MARINE

Post n°1196 pubblicato il 07 Luglio 2008 da G_ietta
 

BRANCALEONE (REGGIO CALABRIA), E' il primo asilo nido per le tartarughe marine ''caretta caretta'' ad essere istituito in Italia e si trova a Brancaleone, lungo la costa ionica della Calabria. Obiettivo dell'iniziativa - realizzata dal Centro recupero tartarughe (Cts) e che rientra nel programma denominato ''Tartanet'' - e' quello di proteggere i nidi di tartaruga marina piu' esposti alle insidie, sia naturali che derivati dalle azioni dell'uomo. Il programma che si occupa del periodo di nidificazione con le uova che rimangono sotto la sabbia per un periodo di circa due mesi, e' finanziato dal ministero dell'Ambiente e dalla Regione Calabria. ''Siamo molto fieri - afferma Stefano Di Marco, vicepresidente nazionale del Cts - di aver realizzato questa iniziativa che si propone di salvaguardare i nidi a rischio aumentando sensibilmente il tasso di schiusa delle uova''. Ogni anno, nel Mediterraneo, sono circa 60 mila le catture accidentali di tartarughe caretta caretta di cui 10 mila in Italia. L'iniziativa aiuta a preservare i nidi che potrebbero essere danneggiati a causa di mareggiate o di altri pericoli. (ANSA)

Fonte: www.ansa.it

 
 
 

ADATTAMENTO ALL'ESTERNO: DATEGLI TEMPO!

Post n°1195 pubblicato il 30 Giugno 2008 da G_ietta
 

In molti, in questo periodo, decidono, giustamente, di trasferire le proprie belve dagli acquari ai laghetti esterni...ottima cosa...
se non fosse che presi dal panico, si lamentano del fatto che:
- la tartaruga non mangia
-la tartaruga sta tutto il giorno nascosta
-la tartaruga nuota "troppo" (?)
e così dopo pochi giorni rimettono le tartarughe all'interno...per poi spostarle ancora e ancora...
Beh, se decidete (cosa buona e giusta) di "liberare" le vostre Belve date loro il tempo di ambientarsi...l'adattamento ad un luogo aperto senza controllo artificiale di  luce e temperatura è normale che crei in loro un attimo di "paura".
Ma non dateci peso!!!!Sono animali che si adattano benissimo...e sopratturro sono animali nati LIBERI!!!
Quindi non stressateli ulteriormente con "traslochi" continui, non mangia subito? Pazienza...vedrete che quando avrà FAME mangerà...
Così anche per le terrestri: non voglio più sentire domande del tipo: "MA SE PIOVE???"...se piove sanno arrangiarsi da sole...hanno vissuto per milioni di anni sotto piogge,nevicate e alte temperature (parlo delle autoctone...ovvio che il discorso non va applicato alle trpicali,ad esempio!)...
AInsomma gente...in definitiva:
ALLEVARE LE PROPRIE BELVE ALL'APERTO E' LA SCELTA GIUSTA...QUINDI CHI PUO' PROCEDA!!!

 
 
 

LE MIE FOTO

Post n°1194 pubblicato il 30 Giugno 2008 da G_ietta
 

MUCCA POLLO & ZECCA
TORO
MUCCA POLLO PULCE & ZECCA
TORO
MUCCA

 
 
 

COMMERCIO ILLEGALE TARTARUGHE, UN DENUNCIATO

Post n°1193 pubblicato il 25 Giugno 2008 da G_ietta
 

Chiavari (Genova), 25 giu. - Un poliziotto si traveste da postino per scoprire il destinatario di un pacco contenente trenta piccole tartarughe di una specie protetta, in realta' sostituite dalla polizia con 26 chilogrammi di carta. E' accaduto a Lavagna, nella riviera del levante ligure, dove gli agenti del commissariato di polizia di Chiavari, insieme agli uomini della Questura di Catania, hanno scoperto e denunciato un trentanovenne originario e residente a Chiavari. L'uomo, indagato per detenzione e commercio illegale di animali appartenenti a specie protetta, era in possesso di quindici tartarughe, tenute nel bagno, ma anche di una sorta di incubatrice contenente una cinquantina di uova. L'uomo e' stato anche denunciato per maltrattamenti sugli animali per il viaggio che avrebbero dovuto subire le tartarughe da Catania a Chiavari. Le indagini relative al commercio illegale di tartarughe protette prosegue nella provincia di Catania.

Fonte: http://www.agi.it

 
 
 

Post N° 1192

Post n°1192 pubblicato il 22 Giugno 2008 da G_ietta
 

IL FOTOPERIODO

Il fotoperiodo è il rapporto tra ore di luce e ore di buio a cui è sottoposto un organismo nelle 24 ore. In condizioni naturali il fotoperiodo varia a seconda della latitudine.
Nelle zone temperate, durante le ore invernali prevalgono le ore di buio, in seguito le giornate si allungano in primavera, per arrivare a un numero equivalente di ore di luce e di buio.
Infine in estate il rapporto luce : buio si inverte, per poi ricominciare il ciclo.
Ogni rettile si è adattato a vivere secondo uno specifico fotoperiodo; fanno eccezione le specie cieche, adattate alla vita sotterranea.
Un corretto fotoperiodo ha una notevole importanza per la salute del rettile, e in particolare nella riproduzione. In molte specie non è possibile indurre l’attività riproduttiva senza una manipolazione del fotoperiodo.
In nessun caso i rettili devono essere tenuti in condizioni di illuminazione costante, che causerebbe un declino progressivo delle loro condizioni fisiche (durante l’ibernazione è possibile invece tenere i soggetti costantemente al buio).
Da qui si vede l’importanza di fornire durante la notte una fonte di calore che non emetta luce. Ogniqualvolta sia possibile il fotoperiodo nel terrario deve essere più simile possibile a quella della zona di provenienza del rettile.
Per le specie temperate il numero di ore di luce da fornire varierà considerevolmente a seconda della stagione: 9 in inverno, 15 in estate, 12 in primavera e in autunno, aumentando e diminuendo progressivamente con il procedere delle stagioni.
Gli aggiustamenti possono essere fatti a intervalli settimanali.
elle specie tropicali, in cui il fotoperiodo è più costante, le ore di luce da fornire variano da 11 (mesi invernali, stagione secca) a 13 (mesi estivi, stagione umida).

Marta Avanzi, DMV
Fonte:
http://www.allevamento-tartaruga.com
Date un'occhiata a tutto il sito è molto carino!

 
 
 

ATTENZIONE

Post n°1191 pubblicato il 21 Giugno 2008 da G_ietta
 

Durante la stagione degli accoppiamenti monitorate sempre con attenzione i maschi, che durante il corteggiamento e soprattutto durante l'accoppiamento diventano molto aggressivi.
Spesso possono ferire le femmine,in questi casi è oppurtuno dividere gli esemplari e controllare spesso la femmina (se ferita contattare il veterinario!)

Video di Stefano Cucco (puramente illustrativo)

 
 
 
 
 

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CONSIGLI PER GLI ACQUISTI: i prodotti consigliati per l'allevamento;
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notizie ed articoli,curiosi e non;
DA SAPERE: cose importanti degne di essere ricordate;
DA STAMPARE: cose simpatiche da stampare;
DETERMINAZIONE ETA': ecco come fare;
DETERMINAZIONE SESSO: ecco come fare;
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FUORI TEMA...ma non troppo: comunicazioni varie;
INTERVISTE: le mie interviste: ad allevatori, tartamanti & C.
I PICCOLI: nascita e allevamento: nascita,alimentazione e allevamento delle baby;
LE FOTO & I VIDEO: le foto e i video delle nostre "belve";
LE MIE BELVE: tutto ciò che riguarda le mie belve
LETARGO: come affrontare i letargo, i pro e i contro e regole basilari;
LINK: tutte le mie fonti, da chi prendo spunto e da chi imparo molto;
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CHE COS'E' LA CITES



La CITES è la convenzione sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione
(CITES= Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora), firmata a Washington il 3 marzo 1973 (e per questo conosciuta in Europa anche come "Convenzione di Washington") è un trattato internazionale applicato in più di 130 Paesi del Mondo. Il suo scopo è di disciplinare il commercio internazionale di specie animali e vegetali affinché questo non ne minacci la sopravvivenza.
www.corpoforestale.it

L'Ufficio CITES puo' fornire informazioni sulle specie protette e sulle leggi in vigore.
La polizia giudiziaria ha il compito di vigilare sull'applicazione delle norme in vigore. Per quanto riguarda il possesso di animali esotici e animali selvatici nostrani protetti e' competente l'Ufficio CITES presso il Corpo Forestale dello Stato (tel. 026709479).
In particolare si ricordino alcune norme che riguardano le tartarughe:
Tartarughe di terra (genere Testudo).
Tutte le tartarughe del genere Testudo sono protette e il loro possesso deve essere denunciato all'Ufficio CITES, cosi' come, entro 10 giorni, ogni nuova nascita e i decessi.
Tartarughe esotiche d'acqua: la maggioranza delle specie di tartarughe d'acqua esotiche in commercio non sono protette. Per verificare con esattezza se la specie in possesso rientra in questa categoria e' possibile chiedere informazioni al'Ufficio CITES presso il
Corpo Forestale dello Stato tel. 026709479.
Queste tartarughe sono esotiche e non possono quindi essere rilasciate in natura a causa dei danni che provocherebbero alla fauna locale. Per questo il WWF sconsiglia l'acquisto di specie esotiche, non solo tartarughe.
Chi non fosse piu' in grado di occuparsi della propria tartaruga puo' rivolgersi a:
ENPA sede di Milano tel 0297064220

Centro tartarughe CARAPAX a Massa Marittima in Toscana
tel 0566/940083 carapax@cometanet.it

 

SEI PRONTO AD ALLEVARE UNA TARTARUGA?


1-DA DOVE PROVIENE?

conoscere l'esatta provenienza dell'esemplare scelto ci farà capire meglio le sue esigenze di allevamento.
2-CHE DIMENSIONI RAGGIUNGE?
è importante sapere anticipatamente quanto crescerà la nostra tartaruga, in modo tale da essere certi di poterle offrire uno spazio adeguato, senza poi,come succede fin troppo spesso, doversene liberare.
3-SERVE IL CITES?
Prima di acquistare l'esemplare che abbiamo scelto verifichiamo se,quella specie,necessita di documentazione, e che, il negoziante o l'allevatore ce lo rilasci.
In modo da evitare sanzioni o addirittura il sequestro dell'esemplare.
4- COSA MANGIA?
La dieta deve essere varia equilibrata e deve evitare i mangimi confezionati.
Deve,per quanto possibile,racchiudere tutti i cibi che normalmente la tartaruga troverebbe  nel suo habitat naturale.Un'alimentazione errata può provocare gravi danni alla salute delle nostre Belve.
5- A CHE TEMPERATURA/UMIDITà ecc. DEVE VIVERE?
Molte persone si preoccupano solo di avere un esemplare "particolare", ignorando però che magari, quell'esemplare è nato in foreste tropicali, e che quindi, avrà molte difficoltà a vivere nei nostri climi, o comunque in piccoli terrari dove si "cerca" di ricreare l'habitat naturale.
Occorre conoscere a che temperature vanno in letargo e a quali si svegliano.
Informarsi, quindi, su tutto ciò che sono le "necessità biologiche"(passatemela!) della tartaruga.cerchiamo magari di prediligere specie autoctone.








 

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