Creato da GreatFang il 01/05/2006
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IL GIORNO CHE NICK E IO DECIDEMMO DI PARTIRE…

Post n°73 pubblicato il 06 Agosto 2006 da GreatFang
Foto di GreatFang

“…Fucker, partiamo lunedì?...”
“…mmm, va ben…”

E così il BooBoo, data la mancanza di certezze riguardo a … qualsiasi cosa fosse inerente al viaggio, ci tira pacco e dice che in Francia, dal 5 agosto a data da definire, non ci viene.
Ven 29/07 – Nick: “Fucker, andiamo a prendere la tenda domani?” – FKR “mhn,ok”
Sab 30/07 – Nick, al Decathlon: “Fucker, partiamo lunedì?” – FKR “mhn,ok”

31/07: E così, senza aver memoria di cosa ho fatto sabato sera, ricordando solo di essere uscito sul tardi e del tutto inaspettatamente per andare al (sigh) Village, dopo aver salutato chi non mi aspettavo di vedere, mi sveglio un lunedì mattina con lo zaino da fare, sapendo solo che la meta è Biarritz, una non meglio precisata località francese sull’atlantico: niente prenotazioni, vaga conoscenza della strada (…i 500 euro spesi da Nick per il GPS alla fine sono serviti…), totale ignoranza del francese, fatta eccezione per la celeberrima frase da abbordaggio malamente rubata a “Lady Marmelade”…

Preparo “Il Rosso”, il mio mitico zainaccio da viaggio, devastato ma ancora capace di reggere un buon carico. 9.00: Nick ovviamente arriva in orario e, altrettanto ovviamente, io sono ancora in alto mare…sarà quel vago rimasuglio di lato femminile atavico che sto tentando di estirpare…bha… Partiamo alle 9.30, il buon Nick alla guida, due valige stracolme contro il mio zaino da montagna, tenda e sacchi a pelo e una sola decisione: vedere l’oceano…e alla peggio pisciarci dentro…
Maciniamo un 700 Km buoni solo il primo giorno, guida sempre Nick, per motivi “aziendali”. Miracolosamente troviamo subito posto a Aubagne in un albergo a 2 stelle nuovo, nuovo…e caretto (…per questo motivo e con saggia previdenza l’indomani mi strafogo alla colazione a buffet manco non mangiassi da giorni). Aubagne: un giretto veloce, uno sguardo alla cattedrale e alla fauna locale, una pizza…ebbene si, ne abbiamo avuto il coraggio e giustamente siamo stati punti…e poi nanna. Una sete abominevole quasi ci toglie il sonno e un’aria condizionata impostata su “Antartide” fa si che mi svegli con in gola una famigliola di pinguini.

01/08

8.30-17.00: una sola lunghissima cavalcata, nessuna sosta se non per rapite “espletazioni”, la musica nelle orecchie, lunghi silenzi, un cielo che a tratti diventa immenso, un paesaggio spesso brullo, arido e tutto sommato il suo fascino. Ecco una cosa che apprezzo di Nick: puoi starci seduto di fianco senza sentire il bisogno di fare conversazione a tutti costi, tu e i tuoi pensieri…e poi all’improvviso partono le cazzate, mi sbrego in due e poi ognuno torna placidamente e del tutto naturalmente a cercare una linea più distante, dopo il prossimo dosso, la prossima salita e l’ennesima discesa.
Per arrivare a Biarritz passiamo per Bayonne ed è un casino, un bordello di macchine ma soprattutto di gente incapace di guidare. E finalmente la maledetta Biarritz: tipo Jesolo/Riccione alla n il sabato sera. Il tempo non è un granché e l’ufficio del turismo ci taglia subito le gambe: zero posto in qualsiasi campeggio. Iniziamo il nostro giro tondo, su e giù per stradine varie ed eventuali, cercando per lo meno un 2 stelle, imbottigliati in un traffico che quasi mi fa sentire a casa e per questo rido: mi sono fatto 1400 Km per trovarmi intrappolato tra le macchine come se fossi a Mestre. Nick comincia a sfogliare il calendario, ovvero bestemmia metodicamente all’indirizzo di ogni santo, cattolico e ortodosso, che gli passi sotto mano. Nel suo ateismo è ben convinto che Dio tutto sommato creda in lui…solo per il gusto di metterlo in situazioni di merda. Di porco in porco l’ora si fa tarda e non sappiamo ancora dove andare a dormire. Nick “Fortuna che te la ridi Fucker, non so se il Boo l’avrebbe presa con tanta filosofia!”…e tutto sommato non so nemmeno io come mai sono così tranquillo, forse perché oggi preferisco ‘sto casino alla noia. Alla fine, dopo tanto peregrinare, occhio di falco (una volta tanto il mio) e manovra da pirata della strada (Nick) e troviamo questo alberghetto 2 stelle, delle catena FASTHOTEL (prendete nota ed evitate…), fuori Biarritz. La scelta è, udite udite: tra una camera con condizionatore ma cesso senza porta e una con porta del cesso ma senza condizionatore. La grande fratellanza tra me e Nick non ci fa dubitare un attimo: vada per la stanza senza condizionatore… Ci accasciamo sui letti, Nick più sfinito di me ovviamente, ben a stomaco vuoto. Si comincia a far piani e io comincio a realizzare l’odore di polvere e umidità della camera (…well, psyco…). Nick vorrebbe restare, fare e brigare. Io non vedo niente di buono in un posto che, a parte qualche palazzo dall’architettura interessante e qualche chiesa, mi sembra solo una normale località balneare super costosa… Ceniamo in hotel, scazzati da un tempo di merda ma rincuorati da una bottiglia di rosso e da un vitto molto migliore di quello che mi sarei mai aspettato. Alla fine decidiamo di tornare nell’entroterra e di cercare miglior fortuna a Carcassonne (indirizzati dalla miglior tour-manager del mondo!): una cittadina medievale che si rivelerà essere la salvezza del nostro umore un po’ a ribasso.

02/08

Colazione pantagruelica. L’istinto mi dice di mangiare fino a dove mi sta perché il viaggio potrebbe essere più lungo del previsto. Una volta ancora si ripete il rito della perquisizione: mettiamo a soqquadro la camera per assicuraci di non aver dimenticato niente. Montiamo in macchina. La prima tappa la facciamo di fronte all’oceano. Il tempo non è buono proprio per niente, confido in questa eterna ruota e preso da un po’ di sano rispetto mi metto ad ascoltare il respiro del Atlantico e mi domando quanta forza abbia, così scuro e agitato. Messer Oceano vi porgo i miei omaggi e il mio rispetto. Si riparte. Il primo casello: ci guardiamo in faccia e ci mettiamo a ridere: “cazzo siamo di nuovo in autostrada!”. Maledetti caselli francesi: la media è uno ogni tiro di sputo. Finalmente, guidati dal fedele e sballattissimo GPS ormai ribattezzato Justine (data la voce di donna impostata da Nick) arriviamo all’interno delle tanto agognate mura della città. Stiamo ancora girando e scorgiamo il castello…folgorazione! Mentre seguiamo le indicazioni della sempre tronchissima Juliette, impostata per portarci in uno degli alberghi più economici della zona, passiamo a 200 m dal castello e notiamo questa insegna: “Hotel Aragon”… La conversazione dura poco, giusto il tempo di un “ghe sboro, dopo l’hotel dell’altra sera direi che ce lo meritiamo!” e stiamo già prendendo la camera. Tempo zero e siamo due bambini nel paese delle fate. Ce ne giriamo sbavando su ogni pietra del castello. Nick nota subito l’ovvio souvenir tipico: spade… come niente fosse si compra la riproduzione di Pungo e uno scudo…la mia disapprovazione va solo alla fattura che non mi convince. Tanto è vero che mezzora più tardi, quando anche Nick si dice un po’ insoddisfatto dell’acquisto, entriamo e la vediamo appesa lì. La foggia è in effetti un po’ troppo “artistica” anche nella sua semplicità, eppure mi lascio prendere e in poco più di 10 minuti io e il vecchio ce ne usciamo con due Strider…la prima spada di Aragorn ne “Il Signore degli Anelli”…doh! Figa è figa ma lo smacco di non aver riconosciuto l’oggetto al primo colpo, unito alla mia sempre presente preferenza per le riproduzioni di originali storici…beh…chi se ne frega: ho la mia spada! Buahahahahahahah

La giostra con i cavalli ci instilla malsane idee…27 anni non ci sono serviti ad acquistare un po’ di buon senso… Arrivati in camera Nick pretende di mettersi subito a giocare con i suoi nuovi tesori. Seguono un tuffo in piscina con relativo annegamento del sottoscritto, doccia al volo e cena al castello. Distesi su panche si pietra che avranno visto ben più augusti fondoschiena dei nostri ce ne stiamo a fissare il cielo, rompendo la magia del momento con qualche saltuario “do di petto”, giusto per ricordarci che la strada è lunga…e c’è una frontiera in mezzo…

03/07

Al solito mi sveglio anni prima di Nick. La spalla mi fa male e già penso a quando mi metterò a giocare con il prezioso souvenir…Colazione abbbbbbondantissima, salto al castello per prendere gli ultimi regalini. Nick medita un’altra lama. Partenza sulle 11, direzione Avignone. Miracolosamente riusciamo a fermarci per un pranzo veloce. Al solito in macchina si alternano lunghi momenti di silenzio, ognuno nei suoi pensieri, pisoli miei (…e forse anche di Nick, non lo saprò mai ma sono ancora vivo, quindi che mi frega?!) e vaneggi vari ed eventuali. 250 Km. Avignone: un vento della madonna. Facciamo una volta e mezza il giro delle mura in cerca di un hotel il più possibile vicino al castello ma questa volta gli dei non ci aiutano e Jackline vaneggia in maniera ossessiva: “esci dalla rotonda, prima uscita… esci dalla rotonda, prima uscita”…ma dove cazzo la vedi una rotonda???? Alla fine l’illuminazione: Hotel Ibis…2 stelle, una catena che già conosco. Troviamo posto e ci spariamo al castello e al palazzo dei papi. Nick non apprezza moltissimo: troppo gotico, troppo poco epico. Niente spade!! Nick già pregustava la terza di una collezione che credo potrà solo aumentare con gli anni…un bambino deluso. Questa sera ci concediamo una tipica cena francese…nell’unico Irish Pub di Avignone! Il chasoulette di Caracassonne (o come diavolo si scrive) ci è bastato…Finalmente una birra decente… Ora della ninna impecisata, domani ci aspetta la cavalcata più lunga: 800 Km.

04/07

I rituali si ripetono. Ci guardiamo in faccia e un po’ ci chiediamo chi ce l’ha fatto fare. Eppure non sono pentito nemmeno un po’, non sono tipo da svenimento su una spiaggia ad aspettare che il sole mi cucini per bene…il mio colorito cadaverico lo conferma…ghghgh. La tirata è lunga ma passata la frontiera ci guardiamo in faccia raggianti: nessun controllo, i nostri giocattoli sono al sicuro! …E subito code e una valanga di camion…ormai siamo a casa.

La sera stessa vado dal Volt dove un’allegra, nonché etilica, combriccola si è radunata. Al mio arrivo la domanda è sempre la stessa: ma non eri in Francia? Vado a letto alle 4, dopo aver ammirato ancora una volta la sovrumana capacità di Volt di ubriacarsi.

Forse è stata una settimana del cazzo, non lo so, so che mi è andata molto meglio così che come l’avevamo preventivata. Il motto di Nick e mio in questi giorni è stato “Alla cazzo!”: mai niente di esattamente pianificato, mai sapere se ci sarebbe toccato dormire in macchina o quanto avremmo speso o se Julliet avrebbe sbroccato, portandoci in chissà che paesino sperduto senza vie d’uscita…in fin dei conti una delle migliori vacanze di sempre!

 

Thanx for all Brother! You will always rock!!


...and thanx to YOU for all the support and the comprehension...you're great!

 
 
 
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