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Carlo Cane

Post n°14 pubblicato il 05 Luglio 2007 da TamaraRufo
 
Tag: arte

L'artista affronta il difficile tema del rapporto conflittuale tra civiltà diverse.

Nelle città immaginarie di Carlo Cane i grattacieli occidentali convivono in perfetta armonia con elementi architettonici orientali.

Ma la vera utopia è – se le opere dell'uomo possono convivere in armonia, perché non possono farlo i suoi creatori? E' davvero un'utopia credere nell'uomo e nella sua capacità di saper distinguere, alla fine, quali sono i veri valori alla base della nostra comune origine?

La visione dell'artista e' volta verso l'ottimismo, la difficoltà di convivenza, espressa dai toni bruciati e spesso drammatici, e' mediata dalla perfetta armonia che regna all'interno di quelle città immaginarie, enfatizzata dalle linee rigorose e dal quasi totale monocromatismo dei dipinti.

Si distingue per la sua poetica soffusa e nostalgica delle immagini, lontane nel tempo anche se rubate alla quotidianità che si accalca ogni giorno su se stessa, distratta e pesante.

I colori terragni ricavati anche con l’impiego di fondi di caffé hanno un forte impatto visivo e possono assumere anche un significato simbolico sottostrutturale: è sempre la materia a prevalere nelle sue forme primitive; materia della terra e della natura, fusa e compenetrata, in cui la mano dell’artista che ne ha disposto il caos è sparita e pare che l’opera sia stata generata da sé.

I paesaggi urbani di città immaginarie di Carlo Cane sembrano uscire dalle camere oscure della celluloide: scene desunte con accanita perseveranza riproduttiva ed analitica dagli spaccati del quotidiano. Rimangono proiettati – impressi sugli schermi delle tele simili a fulminei fotogrammi di un film, che si svolge in una sequenza di trame paratattiche collegate tra loro dall'appartenenza ad un ambiente – esterno od interno – e ad un contesto sociale dati.

 
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